Discussione:Giovanni Sorba

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Vi sarei grato se poteste modificare l'articolo come segue, in base a mie nuove acquisizioni. Giampaolo Sorba (nipote del Sottotenente Sorba).

Diplomato maestro e ragioniere, Sorba fu nominato Sottotenente di complemento di Fanteria nel 1936. Nel 1937 fu assunto come impiegato alla Fiat a Torino, ma il 13 aprile 1938 partì volontario per la guerra di Spagna, venendo assegnato al Battaglione d’Assalto “Folgore” della Divisione “Littorio”. Il 21 luglio 1938 fu seriamente ferito a Benafer, nella provincia di Valencia, ma dopo la convalescenza rinunciò a rimpatriare.

Incorporato nel II Reggimento della nuova Divisione d’Assalto “Littorio”, fu proposto per la medaglia d'argento al valor militare sul campo per il suo comportamento eroico alla testa di ponte di Seròs il 23 dicembre 1938. Il 4 febbraio 1939, nella fase conclusiva della battaglia di Catalogna, si offrì volontario al posto di un collega coniugato e con figli per conquistare il vecchio castello di Montjuïc, che domina Gerona a nord-est, presidiato da un numeroso contingente di miliziani. Con un audace assalto vi entrò per primo con una squadra di arditi del suo plotone, mettendo in fuga i difensori; salito in piedi sugli spalti, avvistò una pattuglia che cercava di rientrarvi, ma fu colpito all’addome da una raffica di una mitragliatrice nascosta, morendo quasi subito, mentre il contrattacco veniva respinto a colpi di bombe a mano. Poco dopo i nemici si arresero in massa e la Divisione “Littorio” poté così occupare Gerona senza problemi.

Per il suo atto gli fu conferita la Medaglia d'oro al valor militare [1]e il governo spagnolo gli concesse la Medalla militar. Gli furono inoltre dedicate una via a Cellarengo e un’altra a Cortoghiana, frazione di Carbonia.

Un fratello ne fece esumare le spoglie dal Sacrario Militare Italiano di Saragozza e le fece tumulare il 18 maggio 2003 nella tomba di famiglia nel cimitero di Cellarengo.

Nota: Le circostanze della sua morte risultano da testimonianze dirette, in contrasto con la versione ufficiale (compresa la frase che avrebbe pronunciato), riportata anche da Adelchi Albanese, Nella bufera spagnola con le Camicie Nere della "Divisione d'Assalto Littorio", Firenze, Bandettini, 1940, pp. 155-56. Un’altra versione inesatta della sua morte figura in Sandro Attanasio, Gli italiani e la guerra di Spagna, Milano, Mursia, 1974, p. 238.