Discussione:Genealogia della morale

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26/05/2014 - 2° intervento non avendo avuto commenti alle prime modifiche, procedo oltre e spiego il perché delle prossime. L'articolo ricalca la struttura dell'opera con qualche imprecisione che ne fa mancare una corretta interpretazione. Ad esempio la presentazione della doppia morale, quella dl gregge e quella sei signori, è l'argomento centrale della prima dissertazione, ma non ha affatto una preminenza all'interno dell'economia dell'opera; questa si interessa della morale e per far questo analizza tre coppie di concetti, ovvero i sei concetti che costituiscono l'ambito della morale: il bene; il male; la verità; la giustizia; Dio; la relazione a Dio. Presentare il lavoro nietzscheano a partire dalla doppia morale può esser fuorviante se poi non si puntualizza l'assoluta paritticità con gli altri elementi della discussione. Per affermar questo invito a rileggere senza fretta la prefazione alla Genealogia, poiché così facendo apparirà chiaro che la questione posta al centro di questo scritto prim'ancora di esser la morale è la moralità del nostro sapere, ovvero: quale peso diamo noi a quello che conosciamo nella conduzione delle scelte che regolano il quotidiano? abbiamo il coraggio poi di vivere in base a quello che diciamo di aver capito? o poi, dopo, quando si tratta di vivere preferiamo vivere come gli altri, quelli che non hanno capito? Questo tema, della conoscenza e del/la suo/a portatore/trice, è il tema che ritroveremo in Ecce homo e che nella visione di Nietzsche caratterizza il filosofo. (non alludo qui alla questione di genere, poiché il nichilismo e il suo superamento non credo che sia un problema delle donne, queste sono sempre state annichilite dal linguaggio come potrebbero soffrire la disillusione di un suo infrangimento?) in attesa di cenni e prima di procedere alle modifiche della voce un cordiale saluto a chi leggerà Riccardo

- 1° intervento io mi sono permesso di aggiungere poche battute, questo è un testo su cui sto lavorando parecchio e mi piacerebbe arricchire la voce con maggiore pluralità. E' chiaro che quando si prende ad intervenire in una scrittura altrui poi vien voglia di riscrivere per intero il periodo, ed allora ne verrebbe un'altra voce, ed allora sarebbe un'altra cosa, la voce di wikipedia diventerebbe un archivio di saggetti tutti sullo stesso argomento ma con profili differenti. Credo che questo debba invece essere il luogo della discussione correlata alla voce, per poi giungere insieme, eventualmente, alla riscrittura o al rimando alla discussione dalla voce come parte integrante di essa. A tal proposito dichiaro la mia duplice istanza: utilizzare wikipedia quale strumento non informativo ma educativo; far sviluppare dalla conoscenza critica di un contenuto determinato una riflessione autocosciente che ponga in relazione il sé e la conoscenza, il sapere.

La griglia critica che inserirei quale avvertenza per i/le lettori/lettrici vuole fare riferimento al vissuto per dar luogo ad un ermeneutica che sia una filologia della voce, al fine di far apparire, quasi come uno spettro, dagli scritti l'autore, l'autrice (in questo caso l'autore). Cosa voglio dire, che per cogliere la critica portata da Nitzsche all'umanità c'è da assumere quel luogo scomodissimo segnalato dall'incipit "siamo sconosciuti a noi stessi, noi uomini della conoscenza" e rivolgere a noi stessi le domande che N. rivolge a se. Per noi cos'è bene? male? verità? credenza? superstizione? sapere? cos'è per noi il rapporto a quello che sappiamo? come viviamo il nostro sapere? abbiamo abbastanza coraggio per conoscere come ci comportiamo? Detto ciò credo che sia anche importante segnalare l'identità di genere delle voci, delle scritture poiché è evidente che parlare non può significare la stessa cosa per una donna e per un uomo, il linguaggio non è neutro e presupporre neutralità dice di una malafede che non vorrei praticare.