Discussione:Gaetano Azzariti

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Vorrei capire per favore perche' sia stata cancellata la mia informazione che Azzariti nel 1938 fu tra i formatari del Manifesto della Razza. L'informazione storica indiscussa e' contenuta anche nella voce Leggi razziali fasciste. Non capisco la censura immotivata di un fatto storico importante.Boccaccini 22:09, 2 mar 2008 (CET)[rispondi]


Si omette il fatto che Azzariti presiedette il tribunale per la razza istituito nel 1939 (legge del 13 luglio 1939 n.1024) dal regime fascista a seguito delle leggi razziali.

Non capisco la censura operata alla versione più volte inserita (da ultimo alle ore 11:24 del 13 mag 2015‎). Richiama fonti e fatti (non opinioni) sulla controversa vicenda del tribunale della razza e del suo ruolo durante il fascismo. In questo momento nella voce così per come si vuol mantenere si dà conto solo delle opinioni e delle prese di posizione di alcuni. Si citano solo alcune ricostruzioni storiche e non quelle - peraltro assai autorevoli - di chi fornisce indicazioni difformi dalle più recenti polemiche politiche e giornalistiche. Non si dà conto della divisione che coinvolge la comunità ebraica, censurando un suo esponente. Non mi sembra un modo corretto e che risponda ai principi di completezza e obiettività delle voci di Wikipedia.

La voce, nelle sue due parti dedicata al “caso del busto nel Palazzo della Consulta” e “via Azzariti a Napoli”, riprende e si accoda ad una campagna di stampa del tutto estranea ai criteri di oggettività. Non richiama gli studi storici più autorevoli, bensì articoli di giornale che hanno fornito versioni unilaterali e distorte. Confonde la natura del cosiddetto tribunale della razza (come dovrebbe essere noto si trattava in realtà di una particolare Commissione ministeriale composta in parte da giuristi); non dà conto della discussione assai complessa su questo “tribunale” che divise la comunità ebraica tra suoi fautori che vedevano in questa Commissione una possibilità di sottrarsi alle persecuzioni razziali e suoi detrattori che denunciavano le ambiguità della procedura di “arianizzazione”, necessaria per ottenere la dichiarazione di “non appartenenza alla razza ebraica anche in difformità delle risultanze degli atti dello Stato civile” (art. 1, legge 1024 del 1939); non dà conto della valutazioni storiche più attendibili tutte unanimi nel evidenziare l'apporto di contenimento della legislazione razziale del Presidente di questo Tribunale (Azzariti) che, come ha rilevato Renzo De Felice in Storia degli ebrei italiani sotto il Fascismo, (Mondadori, 1972, pp. 414-415) «cercò di adempiere la sua missione in modo da aiutare il più possibile chi ricorreva ad esso: questa constatazione può essere d'elogio per i magistrati che facevano parte del “Tribunale”», sebbene – rileva sempre De Felice – ciò non può giustificare la sua istituzione e la tristissima storia delle arianizzazioni che favorì corruzione e lucro, che non possono però farsi risalire al “Tribunale”; riferisce di fatti del tutto estranei alla figura di Azzariti ricordando la tragica storia di Luciana Pacifici per contrapporla polemicamente a quella dello stesso Azzariti; richiama prese di posizioni personali e di esponenti politici del tutto irrilevanti per comprendere la figura di uno tra i più importanti giuristi del Novecento; contribuisce alla perdita della memoria fornendo una visione distorta della realtà storica; affronta con spirito puramente polemico una questione storiografica di enorme spessore, qual è quella del coinvolgimento dell'intero ordine della magistratura e dell'intellettualità prefascista e liberale durante i regime fascista, nonché successivamente – a seguito della caduta del regime – della continuità dei funzionari nei ruoli dello Stato, che si collega alla più generale questione della conversione di pressoché tutta l'intellettualità italiana fascista (o almeno conformista) al credo repubblicano e antifascista. Sarebbe pertanto opportuno eliminare i due paragrafi indicati. Anche la voce in lingua tedesca di wikipedia, che incorre nel medesimo pregiudizio, dovrebbe essere modificata.

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Azzariti, "tribunale" razza e paragrafo su via[modifica wikitesto]

Concordo in gran parte su quanto scritto supra da anonimo e riproduco a seguire qui in modo da aprire specifica discussione.

 La voce, nelle sue due parti dedicata al “caso del busto nel Palazzo della Consulta” e “via Azzariti a Napoli”, riprende e si accoda ad una campagna di stampa del tutto estranea ai criteri di oggettività. Non richiama gli studi storici più autorevoli, bensì articoli di giornale che hanno fornito versioni unilaterali e distorte. Confonde la natura del cosiddetto tribunale della razza (come dovrebbe essere noto si trattava in realtà di una particolare Commissione ministeriale composta in parte da giuristi); non dà conto della discussione assai complessa su questo “tribunale” che divise la comunità ebraica tra suoi fautori che vedevano in questa Commissione una possibilità di sottrarsi alle persecuzioni razziali e suoi detrattori che denunciavano le ambiguità della procedura di “arianizzazione”, necessaria per ottenere la dichiarazione di “non appartenenza alla razza ebraica anche in difformità delle risultanze degli atti dello Stato civile” (art. 1, legge 1024 del 1939); non dà conto della valutazioni storiche più attendibili tutte unanimi nel evidenziare l'apporto di contenimento della legislazione razziale del Presidente di questo Tribunale (Azzariti) che, come ha rilevato Renzo De Felice in Storia degli ebrei italiani sotto il Fascismo, (Mondadori, 1972, pp. 414-415) «cercò di adempiere la sua missione in modo da aiutare il più possibile chi ricorreva ad esso: questa constatazione può essere d'elogio per i magistrati che facevano parte del “Tribunale”», sebbene – rileva sempre De Felice – ciò non può giustificare la sua istituzione e la tristissima storia delle arianizzazioni che favorì corruzione e lucro, che non possono però farsi risalire al “Tribunale”; riferisce di fatti del tutto estranei alla figura di Azzariti ricordando la tragica storia di Luciana Pacifici per contrapporla polemicamente a quella dello stesso Azzariti; richiama prese di posizioni personali e di esponenti politici del tutto irrilevanti per comprendere la figura di uno tra i più importanti giuristi del Novecento; contribuisce alla perdita della memoria fornendo una visione distorta della realtà storica;  affronta con spirito puramente polemico una questione storiografica di enorme spessore, qual è quella del coinvolgimento dell'intero ordine della magistratura e dell'intellettualità prefascista e liberale durante i regime fascista, nonché successivamente – a seguito della caduta del regime – della continuità dei funzionari nei ruoli dello Stato, che si collega alla più generale questione della conversione di pressoché tutta l'intellettualità italiana fascista (o almeno conformista) al credo repubblicano e antifascista. Sarebbe pertanto opportuno eliminare i due paragrafi indicati. 

Il paragrafo della via alla Pacifici è sproporzionato nella voce del personaggio, mentre dovrebbe esserci semmai una sezione che analizzi in prospettiva storica il ruolo di Azzariti (con fonti storiche ad esempio i passi riportati di Renzo De Felice e NON articoli di giornale). --37.119.100.118 (msg) 17:10, 4 apr 2018 (CEST)[rispondi]