Discussione:Gabriele Pepe

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Spesso è arduo entrare con precisione e profondità in argomenti biografici o storici, ma prima di scrivere o affermare cose approssimative o inesatte è sempre bene documentarsi o, avendone la possibilità, toccare con mano le carte, i posti, le persone di cui si scrive.

Gabriele Pepe è uno dei massimi esponenti di quel fulgido periodo culturale che vide nella Napoli del fine '700 e inizi'800 la pricipale città italiana per fermenti scientifici, tecnologici, economici, artistici culturali e politici.

La tanto bistrattata Napoli "borbonica" dava esempio all'intera Europa per scambi commerciali (dalla lana degli Abruzzi, allo zolfo di Sicilia), per innovazione (dalle ceramiche di capodimonte, alla prima ferrovia italiana), per cultura (dall'esempio di Genovesi e Cuoco, al costituzionalismo di Pagano e Filangieri), dal patriottismo di Gabriele Pepe al riformismo dei rivoluzionari del '99).

Quando Torino e Milano o Roma erano città addormentate da vecchi schematismi di regimi nella migliore delle ipotesi di stampo paternalistico, se non vetero-papalino, la cultura napoletana fremeva di ideali repubblicani e democratici. Gli esuli partenopei davano esempio di cultura, coscienza politica e dirittura morale (vedi i legami Manzoni-Cuoco o Leopardi-Pepe), ma questo nella storiografia "sabauda" non ha mai avuto diritto di cittadinanza, visto che il sud doveva essere "annesso" e non "emulato" !

Mi sia perdonato il patriottismo di appartenenza, ma lo devo al mio avo Gabriele Pepe!!

Raffaele Giannone, Civitacampomarano

terre des morts[modifica wikitesto]

nel poemetto Dernier chant du pèlerinage d’Harold l'Italia non è mai definita terre des morts. Non sarebbe il caso di modificare il riferimento?