Discussione:Francesco Dall'Ongaro

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Vorrei far presente che l'ultima voce della sezione "Opere", qualifica il "Fornaretto di Venezia" come "dramma storico", perché così sta scritto sul frontespizio dell'opera. Tuttavia, già ai tempi delle prime pubblicazioni, fu dimostrato che l'opera è frutto della fantasia dell'Autore, sulla scia delle torbide atmosfere veneziane create ad arte a partire dal "Conte di Carmagnola" del Manzoni, che anticipava di poco la pubblicazione della mastodontica opera di falsificazione storica nota come "Histoire de Venise" del Daru. Non esistono prove di questo processo raccontato dal dall'Ongaro in alcuno dei puntigliosi Archivi della Serenissima. Esso va ascritto come opera di fantasia demagogica.

Dall'Ongaro si difese all'epoca con l'eccezione che gli incartamenti sarebbero stati deliberatamente distrutti. Questa affermazione, oltre a essere impossibile a fronte della struttura Giuridica e Amministrativa della Repubblica di Venezia, viene contraddetta dal Dall'Ongaro stesso nel suo libello, quando afferma che la Serenissima, dopo il "caso del Fornaretto", avrebbe addirittura istituito un Magistrato con l'obbligo di "ricordare" ai colleghi, prima di ogni sentenza, precisamente quel caso.

Questa evidente contraddizione ha suggerito a esegeti più recenti l'idea che il Dall'Ongaro intendesse con la sua opera non già calunniare la Repubblica quanto mostrare come essa fosse capace di ammettere e cercare di correggere i propri errori. Ma anche questa osservazione è molto debole, in primis perché l'intero dramma è imperniato sulla irrimediabilità del male causato dalla Repubblica e dai metodi che calunniosamente le vengono attribuiti. Se il Dall'Ongaro avesse davvero voluto elogiare la sua Patria ne avrebbe trovato il modo descrivendo veridicamente il funzionamento delle sue Magistrature. --93.37.156.178 (msg) 14:32, 15 ott 2014 (CEST)[rispondi]