Discussione:Eparchia di Alessandria dei Copti

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Suffraganea[modifica wikitesto]

Secondo la bolla con cui Leone XIII istituiva il patriarcato copto di Alessandria si dice (p. 259): Sedi autem patriarchali sedes episcopales duas in praesens, decernimus suffraganeas ; alteram in urbe Hermopoli maiore, vulgo Minieh, alteram Thebis seu Diospoli magna, ad urbem Luksor: ita ut Patriarchatus tribus interea dioecesibus constet, videlicet patriarchali Alexandrina, Hermopolitana, Thebana.
La frase mi sembra abbastanza chiara: oltre alla sede patriarcale di Alessandria, si creano altre due diocesi (Minieh e Luksor), rese suffraganee della sede patriarcale alessandrina. In questo modo nel nuovo patriarcato ci sono tre diocesi: la sede patriarcale alessandrina e le altre due, sue suffraganee.
È evidente dalla frase Ita ut... che le eparchie copte sono suffraganee dell'eparchia di Alessandria, sede patriarcale, e non del Patriarcato in sé (che tra l'altro non ha senso). --Croberto68 (msg) 13:14, 11 mag 2023 (CEST)[rispondi]

Ricordo di aver già chiesto in passato a [@ Jerus82] cosa riportavano gli AP in proposito. Forse in quello del 2023 qualcosa è cambiato?--Croberto68 (msg) 15:33, 11 mag 2023 (CEST)[rispondi]
La presentazione di alcune Chiese orientali è fumosa anche nell'AP. Le singole eparchie copte sono definite "suffraganee di Alessandria dei Copti", ma visto che sia il patriarcato sia l'eparchia propria hanno questo nome, non si capisce a quale si faccia riferimento. Le due liste di diocesi, quella per nazioni e quella per riti orientali, non aiutano perché elencano solo le eparchie copte l'una dietro l'altra, senza indicare i rapporti di metropolia o suffraganeità. L'eparchia di Alessandria dei Copti non è definita né metropolitana (del resto non è un'arcieparchia) né suffraganea, ma solo eparchia propria del patriarcato. Quindi a mio parere la questione resta ambigua. --Jerus82 (msg) 17:29, 11 mag 2023 (CEST)[rispondi]
Va notato che la Chiesa copta cattolica segue la tradizione della Chiesa copta ortodossa. Secondo la tradizione alessandrina, il papa copto concede a un piccolo numero di vescovi diocesani sotto la sua giurisdizione il grado di vescovo metropolita in uno stato personale (in persona episcopi) e non per le dimensioni o l'importanza della diocesi. Tuttavia, il grado di arcivescovo metropolita è dato a coloro le cui arcidiocesi sono di importanza storica e hanno avuto o hanno più diocesi suffraganee all'interno delle loro giurisdizioni territoriali. Nell'antico Egitto non esistevano vere e proprie metropoli, bensì il vescovo del capoluogo di ogni provincia romana godeva di una sorta di primato d'onore e in questo senso è vescovo metropolita piuttosto che metropolita nel senso che gli viene dato negli altri patriarcati.--Nerêo (msg) 14:06, 12 mag 2023 (CEST)[rispondi]