Discussione:Divisione in sillabe
Divisione in sillabe | |
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Argomento di scuola primaria | |
Materia | grammatica italiana |
Dettagli | |
Dimensione della voce | 6 339 byte |
Progetto Wikipedia e scuola italiana |
Sillabazione con apostrofo[modifica wikitesto]
In una lezione di Ferdinando Scala, ex-tipografo e professore del master in editoria della Cattolica ho appreso che la regola che impediva l'a capo subito dopo l'apostrofo era dovuta a esigenze puramente tipografiche: infatti il tipo contente l'apostrofo era molto più piccolo di quelli delle altre lettere e quindi, quando veniva posto in fondo alla riga nel telaio, cadeva più facilmente, ed essendo piccolo era anche più difficile da ritrovare. Con l'evoluzione tecnologica dei sistemi di stampa questo problema ha smesso di presentarsi e lentamente la regola è stata abbandonata. Al momento non ho riscontri in letteratura (ma ammetto che neanche ne ho cercati), per questo ho pensato di aggiungere questa discussione offrendo uno spunto a chi volesse approfondire e verificare.
la dizione fornita dal garzanti mi risulta erronea: in subacqueo è presente lo iato eo quindi come tale andrebbe diviso come fatto nel secondo esempio--151.28.36.234 (msg) 22:08, 21 giu 2016 (CEST)
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Etimologia e sillabazione[modifica wikitesto]
Gentili utenti, al punto n.6 si legge "L'etimo della parola, secondo la maggioranza degli autori, non conta [nella divisione in sillabe]". Ma chi sono questa "maggioranza di autori"? e poi spesso l'etimologia modifica la sillabazione. Ex. "fiore" è bisillabico proprio in virtù della sua etimologia (FLOREM--->Fiore). Il nesso Consonante + L + vocale (latino) si evolve in Consonante + I + vocale (italiano), e conseguentemente il nesso I+vocale è inseparabile. Oppure ne faccio uno ancor più semplice. "Piede" è bisillabico (pie-de) sempre per etimologia: PEDEM--->piede. E--->ie. Su questa base, dal momento che in latino si aveva una sola vocale al posto di due, il nesso "ie" è inscindibile. Traggo questi esempi da P. G. Beltrami, Gli strumenti della poesia, Il Mulino, Bologna, 2012, pp. 38-9.