Discussione:Arnold Gehlen

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Non so chi ha abbozzato la stesura recentemente, ma è il testo è molto superficiale: L'uomo non è rivisto in 4 edizioni, ma in 6, e non fino a 10 anni dopo, ma fino agli anni '70; la definizione di uomo corpo pensante, di chiara influenza cartesiana , non è di Gehlen, che si sta rivoltando nella tomba, giacché ha affermato espressamente in più parti della sua opera che si deve parlare di totalità organica. In più la contestualizzazione del pensiero dovrebbe essere necessaria: non si capisce la teoria dell'azione come atto conoscitivo senza la critica alla teleologia, o a una critica all'anima razionale come superiore nel mondo vivente, o alla critica della dottrina della conoscenza umana come sicura in quanto l'uomo sarebbe una creatura privilegiata dal Dio buono che non può ingannarlo, o alla critica della conoscenza umana come derivata da un mondo divino iperuranio o a una critica agli schemi dell'io trascendentale(che sono dati a priori, quindi immutabili nel tempo, e non definiti in base ad una azione conoscitiva storicamente determinata). Così come è formulata la connessione tra l'azione e il disciplinamento delle pulsioni è incomprensibile a chi non ha letto il libro. La frase: "Anche le istituzioni hanno a che fare, in una certa misura, con l'esonero: se l'uomo è un essere la cui sopravvivenza è legata a doppio filo con la disciplina, esse sono, per Gehlen, necessarie in un senso profondo che non contempla una vera e propria libertà. In ciò risiede un palese conservatorismo." è parzialmente scorretta perché 1) le istituzioni sono sempre, e non in una certa misura, esonero dalla scelta dell'azione individuale (hanno proprio questa funzione, concetto questo spiegato espressamente in morale ed ipermorale, l'uomo nell'era della tecnica e soprattutto ne le origini dell'uomo e la tarda cultura) 2) il fatto che la sopravvivenza dell'uomo dipende dalla disciplina non è un conservatorismo, ma è la formulazione di una legge necessaria dell'esistenza umana, conseguenza necessaria di una essenza instabile e definita storicamente (cfr. tutti i discorsi sull'essere e la storia, in primis essere e tempo, o la fenomenologia dello spirito): ad es. se l'uomo continuerà ad inquinare e non disciplinerà la sua azione, allora sarà destinato alla morte

ora non ho tempo ma prima o poi cancellerò e riscriverò tutto! Leggeteveli i libri prima di diffondere informazioni! Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.43.215.226 (discussioni · contributi) 10 feb 2014 (CET).

Qualcuno si dispiace...[modifica wikitesto]

se, a partire dalla seconda metà di ottobre 2015, sdraio questa voce approfondendola di molto con dovizia di fonti? Ecco se si dispiace ovvero la ritiene ottima così come voce enciclopedica e ritiene che approfondirla possa in qualche modo "rovinarla" o farle perdere di efficacia "comunicativa" me lo faccia sapere qui così evito di "smazzarmela". Grazie! :-) --Xinstalker (msg) 16:57, 29 set 2015 (CEST)[rispondi]