Discussione:Antonio Amorosi

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c'è bambino e bambino questo dell'amorosini [1] e questo del ceruti [2], il secondo è realistico il primo non dipinge dei "dei veri bambini che guardano seriamente l’osservatore, magari con l’apprensione di mantenere la necessaria compostezza davanti al pittore, che li ritrae senza pretendere di voler rappresentare altro da quello che è mostrato, [...] perché in quello è già tutta la realtà e dunque la verità" quello che fa l'amorosini è lo stesso cosa che farà millet successivamente tratta la povertà in modo idilliaco, una scena di genere sul solco della tradizione bambocciante, non c'è nè realtà nè verità. comunque se ne può discutere. Enne 21:19, ott 22, 2005 (CEST)

Non condividendo nulla - tranne la grandezza della pittura realistica del Ceruti, che non era in discussione - di quanto sostieni, non rispondo nel merito, semplicemente perché convinta che una discussione, specie per iscritto, abbia un senso solo in presenza di una base comune di consenso; solo una precisazione: nella citazione, mi riferivo, di fatto, al Ritratto di Filippo Ricci, al Ritratto di bambino con cane - entrambe a New York, e al Ritratto di cucitrice di Madrid - bambini veri e reali, ribadisco - ma nessuno di essi è un "bambino povero" né ovviamente si può parlare di scena di genere; e infatti io non parlo, in quel passo, di "povertà": chi ne parla è l'Argan, nella citazione precedente, col quale dunque sei pregato di confrontarti. Tanti auguri e grazie dell'attenzione. --Ilaria578 23:35, ott 23, 2005 (CEST)

e mamma mia, datti una calmata, guarda che gira gira non è che me ne può fregare qualcosa, s'è questo il tono buona fortuna e ciao Enne 08:16, ott 24, 2005 (CEST)

ps ma comunque se metti dopo la citazione la spiegazione sul realismo dell'amorosi senza spiegare a che ti riferisci sembra che tutta la sua produzione sia relistica mentre non è così guarda scena di genere [3] mentre qui, si rifà maggiormente alla tradizione del ritratto relaistico, pennelata pastosi, uso della luce ecc..


Quapropter, Enne, animum tuum adeo concitaverunt verba mea? Adesso ti devo necessariamente delle risposte:

1° – quando ho scritto la nota di risposta, ero calmissima, come sono abitualmente e anche ora; ammetto solo una calma ironia – non sarcasmo - nei miei auguri finali;

2° - che non te ne freghi nulla gira gira, mi dispiace, specie a riguardo di uno scritto dove si trattava anche di serietà morale, che vuol proprio dire “non fregarsene”;

3° - un pittore italiano, fino almeno all’Ottocento, non poteva essere – pur volendolo, e trascurando ogni altra considerazione di natura sociale, culturale, ambientale, formativa ecc. - coerentemente e definitivamente realista, se non voleva morire di fame o cambiare mestiere, data la committenza con cui aveva a che fare; che tutta la produzione dell’Amorosi non sia e non possa essere realistica già è evidente dal fatto che egli abbia dovuto produrre pale d’altare delle quali, probabilmente, nun jene poteva fregà de meno; è molto importante però che la sua prima opera indipendente, firmata e datata 1690, sia già un ritratto realistico e che egli abbia continuato a produrne;

4° - non sono sicura di aver ben compreso il tuo post scriptum: se intendi che dovevo citare i titoli delle opere alle quali mi riferivo, hai certamente ragione in termini generali ma, in un articoletto necessariamente breve, senza immagini e su un commento di carattere generale, mi è sembrato di non dovermi dilungare nei riferimenti; ma vedrò di portare qualche modifica; registro comunque con soddisfazione che tu ora trovi del realismo nell’Amorosi, anche se non so a quale tradizione di ritratto realistico, dunque esistente prima di lui in Italia e che egli possa aver conosciuto, tu ti riferisca;

5° - a proposito di scene di genere, credo sia necessario, in linea di principio, fare attenzione a distinguere quello che oggi – ma almeno dall’Ottocento – si intende per tale e quello che si intendeva nel Seicento e oltre; in sostanza, occorre sempre storicizzare bene i fatti e gli oggetti con cui si ha a che fare;

6° e ultimo: invidio la tua disinvoltura nell’utilizzo del mezzo informatico; nella mia personale e modesta raccolta ho una ventina di immagini stampate dell’Amorosi, alcune probabilmente non sue, ma altra cosa è naturalmente vedere direttamente le tele; ho saputo che ci fu un'esposizione nelle Marche nel 2003, che mi sono persa; chissà che nel 2038, in una mostra che si potrebbe tenere nel trecentesimo della morte, non veda un maturo signore, grigio e inevitabilmente pelato, aggirarsi curvo nelle sale sussurrando fra sé e sé, contrito: che artista, che artista realista! aveva ragione lei, perdio! Buona fortuna anche a te (questa volta, senza ironia). --Ilaria578 21:17, ott 24, 2005 (CEST)

forse non hai capito[modifica wikitesto]

Quapropter, Enne, animum tuum adeo concitaverunt verba mea?

l'incipit è carino comunque dopo le citazioni ci sono le risposte:

cito:1° – quando ho scritto la nota di risposta, ero calmissima, come sono abitualmente e anche ora; ammetto solo una calma ironia – non sarcasmo - nei miei auguri finali;

  • contento per te, ma vorrei spiegarti una cosa quando ho detto discutiamone, non mi riferivo a te (che francamente non sapevo minimante chi eri visto che la cronologia la leggono in pochi); adesso ti spiego quando vedo un articolo che mi interessa se ho qualche dubbio apro una discussione, nella paginetta apposta, che non vuol dire che l'articolo sia fallato o che l'autore (che poi l'autore su wikipedia non esiste) sia una ciofeca, vuol dire solamente che un utente ha un dubbio e chiunque, anche il primo scemo che passa, può rispondere educatamente, cerca di capire se vuoi partecipare alla discussione porta avanti gli argomenti se non vuoi partecipare non rispondere e tanto meno è inutile che scrivi "non rispondo nel merito, semplicemente perché convinta che una discussione, specie per iscritto, abbia un senso solo in presenza di una base comune di consenso", se vuoi dirmi qualcosa di personale usa la mia casella utente, visto che non siamo in un forum e forse un admin cancellerà le chiacchierette private fra di noi che agli altri non possono minimamente fregare. spero che sia chiaro se hai altri dubbi scrivimi in privato

cito: 2° - che non te ne freghi nulla gira gira, mi dispiace, specie a riguardo di uno scritto dove si trattava anche di serietà morale, che vuol proprio dire “non fregarsene”;

  • dico che non vale la pena entrare in conflitto con un utente per un dubbio, non cho assulatamente voglia di scagnarare mi spiace

3° - un pittore italiano, fino almeno all’Ottocento, non poteva essere – pur volendolo, e trascurando ogni altra considerazione di natura sociale, culturale, ambientale, formativa ecc. - coerentemente e definitivamente realista, se non voleva morire di fame o cambiare mestiere, data la committenza con cui aveva a che fare; che tutta la produzione dell’Amorosi non sia e non possa essere realistica già è evidente dal fatto che egli abbia dovuto produrre pale d’altare delle quali, probabilmente, nun jene poteva fregà de meno; è molto importante però che la sua prima opera indipendente, firmata e datata 1690, sia già un ritratto realistico e che egli abbia continuato a produrne;

  • guarda io non ho detto che non fosse realista, ho detto solamente che nel suo rappresentare la povertà non c'è niente di reale e vero, con questo non dico che vada tolto o che l'argan era un coglione, dico che cho un dubbio e si apre una discussione, se credevo che era sbagliato prendevo e cancellavo senza tanti problemi e niente discussioni

ps comunque le scene di genere erano ben pagate e molto ricercate, e molti pittori ci sono campati benissimo

4° - non sono sicura di aver ben compreso il tuo post scriptum: se intendi che dovevo citare i titoli delle opere alle quali mi riferivo, hai certamente ragione in termini generali ma, in un articoletto necessariamente breve, senza immagini e su un commento di carattere generale, mi è sembrato di non dovermi dilungare nei riferimenti; ma vedrò di portare qualche modifica; registro comunque con soddisfazione che tu ora trovi del realismo nell’Amorosi, anche se non so a quale tradizione di ritratto realistico, dunque esistente prima di lui in Italia e che egli possa aver conosciuto, tu ti riferisca;

  • no invece credo che vadano citate, in un certo senso essendo una enciclopedia dovrebbe andare verso la completezza, comunque la cucitrice è conservata al metropolitan di new york?
  • per la seconda cosa sempre sostenuto ch'è relaista, per me poi venne influenzato anche da Pasquale de' Rossi da Vicenza. Ma comunque credo che nella produzione del pittore bisogna distinguere tra genere popolare e borghese, quando tratta il genere popolare non riesce a raggiungere il realismo del coevo ceruti, mentre nel genere borghese sta accanto a un fra' galagari senza problemi, anzi ripeto per me non genere popolare trasporta molti assunti del genere borghese li ritrae in nmodo realistico ma in modo idilliaco, solo questo.

5° - a proposito di scene di genere, credo sia necessario, in linea di principio, fare attenzione a distinguere quello che oggi – ma almeno dall’Ottocento – si intende per tale e quello che si intendeva nel Seicento e oltre; in sostanza, occorre sempre storicizzare bene i fatti e gli oggetti con cui si ha a che fare;

scene di genere: andrè felibien gerarchia dei generi, ma già il marchese vincenzo giustiniani una gradazione l'aveva data, comunque il realismo nella pittura del 600 tratta, come il naturalismo il vero e la natura non idealizzata, sopratutto ogni ambiato dell'esperienza umana e della vita quotidiana anche il più minuto, pittura borghese per eccellenza grande fioritura in olanda i generi si specializzano ecc..., ora la mostra del 1953 la pittura della realtà di roberto longhi tratta del realismo in italia, faccio breve ceresa, baschenis, miradori, crespi, galgario, ceruti ecc.. ora la commitenza chi era? non certo i pitocchi, ma borghese e religiosi, e perchè il ceruti dipinge i pitocchi e temi popolari e pauperistici, o il crespi nei suoi 7 sacramenti al contrario del poussin sceglie di rappresentare un momento anonimo in cui il sacramenteo viene amministrato alla gente comune, perchè nella prima metà del 700 una nuova religiostà si andava diffondendo , fatta di missionari popolari e itineranti che predicavano e amministravano sacramenti anche al pitocco più sfortunato. ora l'amorosi, quando tratta di poveri, si usa le stesse tecniche di quando ritrae realisticamente figli di borghesi, ma cito:in quello è già tutta la realtà e dunque la verità, c'è verita nei suoi poveri? prendi la cucitrice di new york è più in carne di una borghesotta.

6° e ultimo: invidio la tua disinvoltura nell’utilizzo del mezzo informatico; nella mia personale e modesta raccolta ho una ventina di immagini stampate dell’Amorosi, alcune probabilmente non sue, ma altra cosa è naturalmente vedere direttamente le tele; ho saputo che ci fu un'esposizione nelle Marche nel 2003, che mi sono persa; chissà che nel 2038, in una mostra che si potrebbe tenere nel trecentesimo della morte, non veda un maturo signore, grigio e inevitabilmente pelato, aggirarsi curvo nelle sale sussurrando fra sé e sé, contrito: che artista, che artista realista! aveva ragione lei, perdio! Buona fortuna anche a te (questa volta, senza ironia).

  • lo so che c'era la mostra a comunanza, un pò scomoda la strada so incontrato la mototrebbia, comunque e te lo ripeto la seconda parte non essendo un formun rischia de venire cancellata da un admin indi mandemela in privato, che la fantasia non va buttata.

Conclusione: ricapitoliamo, quando si apre una discussione non è mai un'attacco all'autore, visto che raramente si va a vedere chi, se vuoi intevenire fallo interviene sennò no se vuoi dirmi qualcosa di personale usa la mia pagina utente sennò rischia di venire cancellato. non ho mai sostenuto che non era realista ho solamente detto che ho un dubbio sul suo modo di dipingere i pitocchi e se vuoi dibitarre fallo ma ricordati chenella discussione può intervenire chiunque anche se non ha, cito: una base comune di consenso. nel merito dell'articolo se dopo una citazione dell'argan in cui si parla di pitocchi realistici, tu ci metti il carico: in quello è già tutta la realtà e dunque la verità sembra che il ceruti sia nessuno in confronto all'amorosi, quando sarebbe il caso di specificare le opere a cui ti riferisci, ma anche il genere e un periodo ecc., ora questo non è un'attacco alla tua inteligenza, voglio che sia chiaro, anche perchè francamente non sapevo neanche chi eri, è solo un mezzo appunto e qua ce ne stanno tanti, se ero convinto prendevo e cambiavo, visto che non ero convinto e non mi andava di cambiare un articolo che aveva una sua logica interna ho detto apriamo un discussione. solo queste ciao bellezza Enne 13:16, ott 25, 2005 (CEST)