Discussione:Ametropia

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In base a cosa l'autore dell'articolo dà la preferenza a termini "politicamente corretti" e scarta l'espressione "ametropia"? Questa parola è composta dall'alfa privativo, più metro- per le dimensioni, più -opia per gli occhi; quindi significa "occhi con dimensioni sbagliate". Ed è proprio questa l'ametropia: che si tratti di lunghezza abnorme del bulbo oculare o di curvatura abnorme dei mezzi rifrattivi, c'è un problema dimensionale, perciò "ametropia" è l'espressione esatta. "Rifrazione non adeguata" o cose del genere sono un mezzo trasversale e un po' comico di dire in fondo la stessa cosa.

Per qanto riguarda l'ipermetrope, egli non vede meglio dell'emmetrope in alcun caso. Ricordo che nell'emmetrope, i raggi che provengono da una sorgente luminosa posta a distanza infinita, in assenza di accomodazione, convergono in un fuoco posto sul piano retinico. Cosa potrebbe essere "meglio" di così? L'ipermetrope può vedere nitido perché interviene l'accomodazione che dà all'occhio il potere diottrico che gli fa difetto, ma al costo di un affaticamento oculare e di un'insorgenza precoce della presbiopia. È vero che è assai diffusa una leggera ipermetropia asintomatica che è superfluo correggere, ma non per questo l'ipermetropia non è più tale, né diventa emmetropia, né, ovviamente, diventa preferibile ad essa.

Gradirei poi sapere quali sono, per l'autore dell'articolo, i "chiari sintomi" dell'emmetropia, escludendo il "sintomo" di un buon visus. Egli ignora forse quale sia lo scopo delle lenti correttive, ossia quello di emmetropizzare l'occhio del portatore? Chi ricercherebbe questo effetto se l'emmetropia fosse qualcosa di indesiderabile?