Discussione:Amalfi (incrociatore)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dai progetti tematici sottoindicati.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
Guerra
Marina
La voce è stata monitorata per definirne lo stato e aiutarne lo sviluppo.
Ha ottenuto una valutazione di livello sufficiente (aprile 2011).
CSeri problemi relativi all'accuratezza dei contenuti. Importanti aspetti del tema non sono trattati o solo superficialmente. Altri aspetti non sono direttamente attinenti. Alcune informazioni importanti risultano controverse. Potrebbero essere presenti uno o più avvisi. (che significa?)
BLievi problemi di scrittura. Qualche inciampo nello stile. Linguaggio non sempre scorrevole. Strutturazione in paragrafi adeguata, ma ancora migliorabile sotto alcuni aspetti. (che significa?)
BLievi problemi relativi alla verificabilità della voce. Un aspetto del tema non è adeguatamente supportato da fonti attendibili. Alcune fonti andrebbero sostituite con altre più autorevoli. Il tema non è stabile e potrebbe in breve necessitare di aggiornamenti. (che significa?)
CSeri problemi relativi alla dotazione di immagini e altri supporti grafici nella voce. Mancano alcuni file importanti per la comprensione del tema. (che significa?)
Monitoraggio effettuato nell'aprile 2011


RELAZIONE SULL'AFFONDAMENTO DELL'"AMALFI" E SUO PRIMO RITROVAMENTO

Francesco MATTESINI

Roma, 15 Settembre 2012

_________________________________________

Roma, 17 Marzo 1940.XVIII°

IL CAPO DELL’UFFICIO STORICO DELLA R. MARINA

Relazione riassuntiva tratta dai documenti riferentesi all’affondamento della R.N. “AMALFI”

La R.N. “AMALFI”, scortata da due A.M. (CALIPSO – CLIMENE) uscì da Malomocco alle ore 2 circa del 7 luglio 1915 dirigendosi, alla velocità di miglia 17, con rotte varie, per il punto stabilito (a circa 30 miglia a levante da Chioggia) nel quale doveva incontrarsi, alle ore 4.30, con la Squadriglia LUBELLI.

Alle ore 4.05 (lat. 45°12’ N. – long. 12°53’5” E. Gr. = rotta vera 77°) veniva colpita a sinistra, presso il compartimento centrale caldaie, da un siluro mentre un secondo siluro passava di prora. Fu scorta alla distanza di circa 200 metri la scia del siluro con direzione di circa 30° rispetto alla rotta della nave, il che fece supporre che il sommergibile avesse lanciato passando fra la torpediniere “CALIPSO” e l’”AMALFI”.

(Dal rapporto di combattimento del sommergibile siluratore risulta che il siluro fu lanciato alla distanza di metri 400 con un angolo d’impatto di circa 60°) Il Comandante (Capitano di Vascello RIAUDO) allo sbandarsi a sinistra dell’”AMALFI” mise subito tutta la barra a dritta per rallentare l’effetto dello sbandamento. Le macchine continuarono ad essere in moto ed il timone funzionava perfettamente; lo sbandamento della nave non superava in un primo tempo i 20°. Aumentando poi lo sbandamento, l’equipaggio si portò sul lato dritto della coperta. Il Comandante diede l’ordine di fermare le macchine ed avverti la gente di attendere ordini per gettarsi in mare essendo la velocità della nave ancora elevata. La nave intanto compiva una evoluzione completa e quando si fermava era ritornata quasi al punto in cui avvenne il siluramento.

Lo sbandamento continuava intanto sensibilmente; allorché l’acqua cominciò ad invadere la coperta, il Comandante gridò “VIVA IL RE” = “VIVA L’ITALIA” e o0rdinò all’equipaggio di porsi in salvo. Durante il movimento di accostata sulla dritta durata pochi minuti avveniva anche l’abbattimento dello scafo sul fianco sinistro, sino a che l’elica di dritta, ancora in moto, veniva ad emergersi completamente.

L’affondamento ebbe luogo con poco risucchio.

I C.T. tipo “SOLDATO” giunti sul luogo cooperarono subito, unitamente al “CALIPSO” e “CLIMENE” al salvataggio, mentre gli “INDOMITO” evoluivano per circoscrivere la zona, ed impedire ulteriori azioni da parte dei sommergibili.

Tutte le Torpediniere e i C.T. ripetutamente aprivano il fuoco contro il sommergibile, il quale però riuscì a sottrarsi ed a rientrare a Pola.

Dalle testimonianze raccolte si accertò che:

6 minuti trascorsero dal siluramento al momento in cui la nave fu quasi abbattuta sul fianco;

10 minuti trascorsero dal momento del siluramento a quello in cui la nave scomparve.

Al momento del siluramento vi erano a bordo dell’”AMALFI” complessivamente 749 persone (compreso il pilota borghese). Si salvarono 682 persone, vale a dire al 91% . Ne perirono 67: 1 Guardiamarina compl. (PELISSETTI Giovanni). 7 Sottufficiali. 59 Sottocapi e Comuni.

Il sommergibile siluratore, era germanico: ribattezzato come austriaco con n. U.26, proveniente da Pola col compito di esplorare l’entrata N. di Malomocco ed attaccare soltanto navi, sommergibili ed in circostanze favorevoli anche C.T.. Suo comandante era il Tenente di Vascello Heimburg della Marina Imperiale Germanica, ed aveva a bordo, per quella missione, il Tenente di Vascello austriaco Hornyak quale Ufficiale pilota.

Avvistò l’”AMALFI” alle ore 3.48 a 15 miglia, a oriente di Chioggia. L’”AMALFI” governava per circa 70° = il sommergibile era fermo per 50° = Il sommergibile accostò per rotta parallela e poco prima del lancio accostò fortemente per l’attacco. Il bersaglio era già oltre il rilevamento di 90°, cosicché il sommergibile lanciò con un angolo d’impatto di circa 60° = Distanza m. 400.

Per circa due ore il sommergibile avvertì dei colpi sull’acqua. Rientrò subito a Pola perché una perdita al passaggio dell’antenna rendeva impossibile una ulteriore presenza sul campo delle operazioni.

L’”AMALFI” fu ritrovata sul fondo i n Lat. 45°12°30” N. = Long. 12°51’30” E.

Scafo quasi capovolto alla profondità minima di metri 14 in direzione ENE con prora ENE.

Dal momento dell’affondamento vi era calma di vento e di mare.

Durante le operazioni di ricerca dello scafo, fu riscontrata l’esistenza di una forte corrente in direzione pressoché trasversale allo scafo stesso che yha reso anche più difficile le operazioni di scandagliamento. Indicazione generica della distribuzione delle correnti in Alto Adriatico.

Dopo l’affondamento furono eseguiti due accertamenti per conoscere la posizione esatta dello scafo.

Il primo fu effettuato il 2 agosto 1915 della torpediniere 6 e 2 PN.

Il secondo accertamento più completo, con determinazione di scandagli e visite di palombari ebbe luogo nei giorni 13 e 22 febbraio 1919.

Dagli accertamenti effettuati le coordinate geografiche dello scafo risulterebbero in: 45°12’30’ N. = 12°51°30’ E.. I fondali sono inferiori ai metri 30.

Nel punto d’affondamento le correnti confluiscono circolarmente ed è quindi probabile che queste siano ricche di materiali in sospensione i quali possono essersi depositati contro lo scafo.


IL CAPO DELL’UFFICIO STORICO Contrammiraglio - F/to Guido PO

_________________________________________

CEST, se lo ritieni utile posso inserire gli Allegati al Documento. Come puoi constatare il relitto dell'AMALFI non fu individuato nel 1921 ma nei giorni 13 e 22 febbraio 1919.

Francesco

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Amalfi (incrociatore). Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 20:17, 16 nov 2018 (CET)[rispondi]