Wanda Wulz (gruppo musicale)

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Wanda Wulz
Paese d'origineBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica elettronica
Darkwave
Musica d'autore
Periodo di attività musicale2012 – in attività
Album pubblicati3
Studio3
Sito ufficiale

I Wanda Wulz sono un gruppo musicale italiano composto da Ludovico Padovan e Andrea Pozzi.

Propongono una musica elettronica unita al cantautorato italiano, al jazz e alla darkwave.

Nel 2012 esce per la casa discografica svizzera SDN il primo album, : Colorermetico :, dark elettronico, con la collaborazione di Filippo Spadoni, che raccoglie recensioni[1][2] positive, tra cui quella di Rockerilla.

Nel 2014 esce per Ondaermetica Records il secondo lavoro, : Manifesto intrepido :, composto da Padovan e Pozzi, che amplifica la vena dark del primo album aggiungendo atmosfere ambient. Come nel lavoro precedente, i testi sono cantati e recitati in italiano. L'album riscuote un rinnovato successo di critica[3][4] anche fuori dai confini italiani.

Nel 2016 il gruppo dà alle stampe attraverso la milanese Eibon Records di Mauro Berchi (componente dei Canaan) il terzo album, : Polaris :. Il disco viene candidato al Premio Tenco di quell'anno per la categoria cantautori[5]. Il lavoro si avvale delle collaborazioni di Lorenzo Arese alla batteria, Marcello Turcato al sax, Sara Lepri, Gianni Pedretti, Andrea Carta e Mauro Berchi alle voci. Rispetto ai lavori precedenti l'album presenta venature jazz e post-rock[6][7]. Le foto di copertina e del compact disc sono state realizzate da Roberto Kusterle.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 2012 : Colorermetico :
  • 2014 : Manifesto intrepido :
  • 2016 : Polaris :

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Wanda Wulz: Colorermetico, su versacrum.com.
  2. ^ Wanda Wulz: Colorermetico, su thisisgothicrock.blogspot.com.
  3. ^ Wanda Wulz: Manifesto Intrepido, su systemfailurewebzine.com. URL consultato l'8 agosto 2019 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2019).
  4. ^ Wanda Wulz: Manifesto Intrepido, su versacrum.com.
  5. ^ Tutti i dischi candidati alle Targhe Tenco 2016, su rockit.it.
  6. ^ Wanda Wulz: Polaris, su versacrum.com.
  7. ^ Wanda Wulz: Polaris, su hardsounds.it.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]