Utente:Zanekost/Sandbox/Scuole veneziane

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925 scuole studiate [1]

inizio XIII secolo [2]

molte mariegole completamente perdute altre rimaste in modo frammentario [2]

sepolture vedi a metà pagina [3]

scuole nazionali e dei domini vedi fine pagina e successiva [3]

Vio 2004[modifica | modifica wikitesto]

Elenco (restituito da analitico mio)[modifica | modifica wikitesto]

Fuori norma

Abusive 168

Anomale 38 (perlopiù compagnie di Sant'Arian 27 censite da Vio)

Denominazione

Collegio 1 (dei medici)

Compagnie 28

Confraternita 1

Congregazioni 5

Devozioni 2

Fraglie 2

Fraterna 13

Scuole 528

Sovvegni 71

Suffragi 42

Traghetti 25

Fra tutte

Arti e traghetti 214

Nazionali 25

Sacerdoti 48

SS.Sacramento 68 (ma note 72)

Donne 16

Natura e organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Nei documenti della Repubblica di Venezia il lemma Scuola indica qualsivoglia associazione di laici riuniti a scopi devozionali o di appartenenti ad un'arte o mestiere [4]

I nobili non potevano iscriversi se non eccezionalmente ad una Scuola, sebbene talvolta ricercati come «protettori”, in ogni caso non potevano coprire cariche sociali, erano iscritti in categoria separata detta nobiliorum e dovevano pagare delle quote maggiorate [5]

I sacerdoti non potevano parteciparvi a meno che non praticassero qualche arte, in questo caso non potevano avere una partecipazione attiva [4]

eccezione il Sovvegno di Santa Cecilia [4]

il capo di ogni associazione era un tempo detto Gastaldo poi Guardian o Guardian Grando ed in quelle di stranieri Priore [4]

Altre cariche erano il Vicario, lo Scrivano, i Decani o consiglieri, dodici de zonta (aggiunti) e i sindaci, tutti assieme costituivano la Banca [4]

per essere rieletti alle maggiori cariche si doveva osservare un periodo di pausa di uno o più anni detto contumacia [4]

in alcune scuole venivano eletti due nuovi consiglieri sei mesi dopo il rinnovo della Banca, che avevano lo scopo di aiutare nei passaggi di consegne i nuovi eletti nelle votazioni successive [4]

in alcune Scuole di Arti e Mestieri alcune cariche furono duplicate ci furono due Gastaldi uno si occupava propriamente dell'Arte l'altro dell'assistenza e delle pratiche religiose [6]

Scuole, suffragi, sovvegni, congregazioni, fraterne confraternite e arciconfraternite[modifica | modifica wikitesto]

Le Scuole grandi iniziarono a formarsi nel XIV secolo come confraternite di battuti, le scuole piccole invece già all'inizio del XIII secolo [7]

nel XVI secolo alcune scuole il cui scopo principale era suffragare i defunti si aggiunsero la qualifica di suffragi, altre per dare dell'assistenza agli associati si sdoppiarono come sovvegni, altre per aver una maggior rilevanza cercarono di definirsi Arciconfraternite [7]

i dirigenti delle Congregazioni erano di nomina statale (organizzazione degli ospedali) o patriarcale per funzioni catechistiche, le congregazioni del clero erano altra cosa [7]

Fraterna dei poveri vergognosi [7]

Scuole piccole XIII–XIV secolo[modifica | modifica wikitesto]

In questo periodo vengono fondate molte scuole devote ai santi della chiesa presso cui agivano (la prima nel 1237 a San Nicolò dei Mendicoli v. lista) [5]

Confraternite del Santissimo Sacramento[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1395 il Consiglio dei X autorizza le monache del Corpus Domini di fondare una scuola di devoti dell'eucarestia [5]

Dai primi anni del Cinquecento le Scuole del Santissimo Sacramento, dette allora del Venerabile, iniziarono a diffondersi fino a coprire tutte le 70 parrocchie cittadine. Lo scopo era accompagnare il Viatico e provvedere l'olio per la lampada dell'altare del Santissimo [8]

Fondazione delle scuole[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione di una scuola era soggetta all'autorizzazione del Consiglio dei X che in fase successiva approvava o correggeva la Mariegola a prescindere dall'approvazione patriarcale [9]

Una volta costituita la scuola i confratelli dovevano ratificare presso un notaio gli accordi con le parrocchie o gli ordini religiosi presso cui si installavano, vale a dire la proprietà o l'utilizzo di un altare. il deposito di arredi e paramenti, il numero ed il tipo di messe periodiche, e i luoghi di sepoltura[10]

In momenti successivi le scuole potevano chiedere l'erezione canonica, cioè il riconoscimento ecclesiastico che era necessario per ottenere dal Papa i diritti delle indulgenze, cosa che comunque richiedeva una previa autorizzazione dei Dieci.[11]

Il 10 novembre 1507 il Consiglio dei X delegò ai Provveditori de Comun il ruolo di controllo e approvazione delle mariegole delle scuole piccole, nonchè la giurisdizione sulle controversie tra scuole, riservandosi l'autorizzazione preliminare alla fondazione di nuove scuole [11]

Il 2 gennaio 1532 il Collegio dei Cinque Saggi sopra le Mariegole, una commissione delle magistrature veneziane, dopo aver accertato che i testi di alcune mariegole erano stati manomessi anche con l'eliminazione di più pagine, ordinò che tutte le mariegole fossero ricopiate e depositate a cura della Giustizia Vecchia per le scuole grandi e dei Provveditori de Comun per quelle piccole, le arti ed i traghetti. Il termine stabilito era di un anno ma bisognò attendere due secoli quando i Provveditori de Comun, ripresa l'iniziativa, nel 1728 finirono di raccogliere tutte le mariegole in dodici volumi di 1000 pagine ciascuno [11]

Iscrizione alla confraternita[modifica | modifica wikitesto]

Il postulante doveva giurare sulla mariegola di impegnarsi ad assistere i confratelli, soprattutto se in malattia o moribondi ed ad accompagnarne i funerali [11]

Uomini e donne potevano iscriversi una volta compiuto il quindicesimo anno di età [3]

Piuttosto rare erano le scuole riservate esclusivamente ai maschi (Scuola dei Mascoli) e quelle di sole donne. Queste ultime dovevano essere amministrate da maschi, tuttavia nel 1766 la regolarizzazione di alcune scuole abusive da parte dei Provveditori ne affidò alle donne l'amministrazione. [3]

Ogni anno al tempo della festa del patrono dovevano versare una tassa detta luminaria [12]

Dimissioni e radiazioni[modifica | modifica wikitesto]

La radiazione era prevista a causa di crimini compiuti specialmodo contro lo stato e comunque rimanevano obbligati ad assolvere qualsiasi debito verso la scuola [13]

Le dimissioni volontarie erano soggette al parere dei Provveditori ed il richiedente doveva essere in regola con tutti i pagamenti [13]

Le sedi[modifica | modifica wikitesto]

Le scuole grandi e quelle che nel tempo lo sarebbero diventate si organizzarono per disporre di ampie sedi arredate riccamente negli imponenti edifici ancor oggi visibili. Le piccole solo in meno casi potevano disporre di una sede fisica propria talvolta un solo ambiente a piano terra arredato con un altare in legno talvolta su due piani con un altro altare. La maggior parte depositava i propri arredi e paramenti in banco, cioè un armadio più o meno elegante, posto nella chiesa in cui avevano sede. [12]

Sovvegni[modifica | modifica wikitesto]

Fin dai tempi più antichi arti e traghetti hanno riscosso dai confratelli un piccola tassa a scopo di assistenza e previdenza[14].

Gli aiuti erano estesi a tutta la famiglia del confratello [15] epiù tardi chiaramente alle vedove ed ai figli minori [15]

In caso di pestilenza il confratello era assistito anche quando era obbligato in casa dall'autorità ma non se ricoverato in Lazzareto [15]

Caso antico 1271 arte dei marangoni da case (carpentieri edili): i lavoranti provenienti da territori fuori del dominio potevano lavorare liberamente per 8 giorni dopodiché dovevano pagare una tassa destinata all'assistenza di fratelli invalidi o ammalati[14]

Benintrada e contumacia[15]

Versamento 2 lire per funerali[15]

Nel settecento venivano riconosciute anche le convalescenze[15]

Limite d'iscrizione quaranta anni certificati di persona dall'atto di battesimo[15]

Non venivano assistiti morbo gallico e ferite da attività spericolate e risse [16]

Sovvegni e confraternite di soli sacerdoti[modifica | modifica wikitesto]

Anche i sovvegni tra sacerdoti erano soggetti all'autorità dei Provveditori de Comun, 26 fra le 80 associazioni abusive regolarizzate nel 1788 erano di soli sacerdoti [16]

Contributi delle scuole[modifica | modifica wikitesto]

Le scuole furono richieste di versare un ducato annuo ciascuna in favore delle suore fuggite da Candia dopo la conquista turca [16]

Nei casi di guerra le scuole contribuirono con versamenti una tantum o quote annuali [16]

Chiese, confraternte e anche privati potevano chiedere il contributo delle scuole, soggetto però alla pubblicazione dell'autorizzazione dei provveditori e con un limite usuale di 5 ducati [16] (per gli esempi vedi pagina 29)[17]

Le spese della scuola del Corpus Domini per la grande processione (200) ducati furono ripartite tra le altre scuole (vedi fine paragrafo) [9]

Cappe dei confratelli[modifica | modifica wikitesto]

Diffuse a partire dal Cinquecento anche queste tonache, e più tardi i cappucci, erano soggette all'autorizzazione del Consiglio dei X. All'nizio erano portate solo dagli sfadiganti [18]

Grazie per donzelle e beneficenze[modifica | modifica wikitesto]

Un uso diffuso tra parecchie scuole era concedere ogni anno un certo numero di grazie (doti) a donzelle che si maritavano o che volevano monacarsi. L'importo usualmente era di 10 ducati, ma a seconda delle disponibilità della singola scuola poteva variare da 5 a 25 ducati. La grazia veniva assegnata per sorteggio: in un sacchetto opaco venivano messe tante palline quante erano le candidate e tra queste tante dipinte d'oro quante erano le grazie da assegnare; le ragazze dovevano pescare una pallina e se trovavavano una bala de oro ricevevano la dote.[18]

Fraterne dei poveri[modifica | modifica wikitesto]

rileggere / già presenti in ogni parrocchia / aumento nel XVIII secolo [19]

Traghetti[modifica | modifica wikitesto]

ogni traghetto celebrava le esequie ai propri defunti e una festività annuale nella chiesa più vicina allo stazio

le multe andavano pagate in olio per illuminare i capitelli posti alle due sponde

la tassa delle confraternite era destinata alle suore di Candia e essendorimaste in solo 4 come aiuto alle Convertite della Giudecca successivamente andò alla Cassa della escavazione dei canali

dopo la caduta della repubblica i traghetti passarono sotto l'autorità della Congregazione Delegata che riscuoteva tansa e taglion[20]

Proliferazione scuole piccole e scuole abusive[modifica | modifica wikitesto]

non era escluso il fatto che nascessero scuole irregolari specialmente presso le chiese conventuali, regolarizzazione da CdX Scuola di San Giacinto presso chiesa San Domenico 1595 e soppressione di non meglio identificate scuole di putti 1563 [21]

Liti per la successione nelle processioni risolta con la precedenza alla Scuola del Santissimo Sacramento della parrocchia seguita dalle eventuali altre in ordine di data di fondazione e pubblicazione del Catastico delle scuole di devotion istituite per ordine di tempo 1720 e 1735[22]

Nel 1732 rileva l'esistenza di 290 scuole di devozione (più le 70 scuole del Santissimo)[22]

Sempre 1732 Scuole grandi e quelle dichiarate come tali: Santissimo, Rosario, Carmini e Madonna della Cintura. Scopo era l'obbligo per le altre piccole a presentarsi nelle processioni con assoluta modestia[23]

Nel 1742 il COnsiglio dei X avverte che le scuole irregolari hanno sei mesi di tempo per potersi registrare pena la soppressione. Nel 1765 il Consiglio dei X commissiona un'indagine ai Provveditori de Comun che accertano 230 scuole irregolari[24]

Si tratta di tre gruppi

49 enti con un capitale complessivo di 7209 once d'argento e 67.355 ducati e ne riscuotevano 2880 annui dagli associati regolarizzati

31 enti con 5513 once d'argento che riscuotevano dagli associati 1890 ducati annui regolarizzati

150 capitelli con 4695 once d'argento ed offerte libere pari a 437 ducati annui soppressi[25]

Scarabello[modifica | modifica wikitesto]

Riorganizzazione "serramenti"[26]

riserva a Veneziani o sudditi [26]

legge dei passi e inviamenti [27]

discussione sulla divisione delle arti (capitale/lavoro oppure vittuaria/produzione/vendita mercto interno/estreno etc)[28]

Inquisitore alle arti[29]

numero da 132 a 148 arti[30]

tassazione e debiti fiscali arti[31]

settore seta fine 700 (7000 addetti) e prvvedimenti [32]

replica provvedimenti settore lana e provvedimenti a favore dell Camera del Purgo piuttosto che dei lavoranti, e calo progressivo produzione[33]

Sopravvivenza schemi antiquati nelle Arti [34]

Conflitto tra posizione liberista di Tron e quella più conservatrice di Memmo, ritardo rispetto Europa[35]

Pubblicazione Apollonio Del Senno dedicata all'Imperatore d'Austria 1803[35]

Le piccole repubbliche di Memmo[36]

Republichete di Milledonne [37]

scuola dei carcerati della Giustiniana [38]

riforme asssistenza 500/600 e osservazione modelli olandesi [39]

riforme abortite?[40]

Gramigna & Perissa 2008[modifica | modifica wikitesto]

Santi protettori legati al mestiere Omobono (sartori) e Aniano (calegheri)[41]

Divisione in colonnelli[41]

Scopo del controllo protezione dei prodotti veneziani dalla concorrenza estera ma anche dello stesso stato fuori da Venezia[41]

Per acceder era necessario un garzonato di 5 o7 anni, servizio di lavorante per 2 o 3 anni ed infine fare una prova con i maestri, i figli dei maestri erano esentati[41]
L'età minima per il garzonato era 12 anni e comunque non potevano svolgere lavori pesanti o nocivi per la salute[41]

Era proibito indurre garzoni o lavoranti lasciare una bottega per un'altra prima del tempo stabillito[41]

Era proibito il lavoro notturno (nel caso dei vetrai riduzione anno lavorativo)[41]

Vietato esportare maestri ed attrezzature specialmente vetrai[42]

Insegne delle arti al palazzo dei Camerlenghi ora al Correr le 45 residue con piccola descrizione[43] XVI_XVIII sec Diziani > Cuochi

Manno[modifica | modifica wikitesto]

ruolo salvifico e sacrale del lavoro rappresentato nel secondo arcone di San Marco[44] con una rappresentazione di 14 arti specificamente manufatturiere v.anche capitello pal ducale sui mestieri + quello sui tagliapietra

pur non esistendo né una teoria politica ed economica, lo stato ven ha controllato fin dal medioevo non solo la qualità dei prodotti e i prezzi ma anche per armonizzare costi e salari (equilibrio tra esigenze di mercato e tutela della manodopera e dei cittadini)[45] + tariffe e dazi

prezzi conciatori vs pellicciai p.e etc[45] contrasto logiche monopolio

Lane[modifica | modifica wikitesto]

Le corporazioni commerciali nascono già ne xii secolo (contradddetto poi a p.124) (i grandi commercianti però confluiscono nell'aristocrazia)[46]

Sempre nel xi sec nascono altre corporazioni derivate dalle tecnologie orientali (vetrai, farmacisti, gioiellieri) (ispirate da navigazione e commercio) e favorite dalla popolosità di Venezia[47]

Le corporazioni vengono controllate dai Justiceri istituiti nel 1173 da Sebastiano Ziani.[48]

I controlli riguardano la concorrenza la qualità, gli orari di lavoro (proibizione del lavoro notturno).[49]

Cartello dei sarti obbligato dai Justicieri alla revisione dello statuto nel 1219[50]

Organizzazione delle arti come scuole già nelxxi sec.[51]

Non esistevano corporazioni per i mestieri più importanti: commercio estero (diiferenza con Firenze), legali-giudici-notai (differenza con Padova), e capitani e marinai (per quasri ultimi solo nel xviii sec)[52]

i marinai erano troppo numerosi, dovevano ubbidire alle imposizioni del Comun, dovevano giurare obbedienza al codice marittimo del 1255, gli statuti di scuole di san Nicola (prevalenti pescatori e marinai) potevano essere solo devozionali[53] [ma non risulta ce ne siano in Vio]

legge Maggior Consiglio del 1260, inserita in tutti gli statuti delle arti, vietava genericamente la formazione di associazioni che ledessero l'onore dela Repubblica e dei suoi organi, utile come estensione anti sovversiva ma indice delle potenzialità sovversive delle corporazioni[54]

rivolta anti tasse 1265 soffocata da Renier Zen (prima cedendo poi impiccando i caporioni)[55]

guerra contro Genova divieto ai popolani di indossare pubblicamente armi di qualche casata, omaggio corporazioni a Lorenzo Tiepolo eletto doge 1268[56]

all'inizio vengono fondate una ventina di corporazioni con Gastaldo di nomina dogale ma prescelto dagli associati e autorizzato dai Justicieri[57]

Senato e Justicieri dettavano regole su questioni industriali ma non si interessavano delle questioni previdenziali[58]

esisteva una sostanziale divisione tra corporazioni di artigiani (subordinate) e commercianti (capitalisiti)[59] di fatto calafati erano dipendendenti degli armatori (commercio estero), filacanevo degli importatori di canapa = netta distinzione tra capitale e lavoro = limiti autonomia fino al xviii secolo [60]

soddisfazione nelle cariche onorfiche[61]

partecipazione cerimonie pubbliche = unità sociale[62]

cerimonia con 3 arti e Doge descritta da Marino Canal [63]

Separazione tra capitale e lavoro: il materiale rimaneva di proprietà del mercante[64] l'artigiano o lavoratore a domicilio era sottoposto ad un contratto unilaterale. cosa valida per il tessile in tutti i luoghi organizzati del medioevo.

A Venezia la propensione a lavorare prodotti particolari determina la formazione di artigiani-gestori di imprese più grandi ed attrezzate oltre che di mercanti-imprenditori[65] questi potevano convivere in una stessa arte ma erano facili le liti ed il patriziato mercantesco poteva parteggiare indifferentemente per l'uno o per l'altro

A Venezia fanno da modello per l'organizzazione industriale, e le attrezzature, le attività "chimiche": vetro, sapone, coloranti, laterizi, salnitro e metalli[65]
esempio vetro Vs tessile[66]

1291 ordine di trasferimento fuori città dei vetrai[67]

occhiali prime formule di procedura nei documenti dell'arte, nel 1301 vengono autorizzati occhiali in vetro cristallo, da cui altra corporazione[68]

oltre ai rui era possibile produrre lastre di vetro, fornitura per il faro di Ancona 1285 e 1305 [69]

accessibilità alle materie prime sia locali sia dalla Siria agevola e qualifica il lavoro di vetrai e saponai[70]

raffinazione metalli[71]

la concentrazione di lavoratori alla Zecca (+100) era dovuta all controllo dei materiali mentre la lavorazione era simile a quella delle botteghe[72]

  • corporazione lana: i mercanti-imprenditori acquistavano la lana, la facevano filare a domicilio, la passavano ai tessitori, i salariati non erano ammesi nella corporazione
  • fustagneri, lianaroli (e cotone) non avevano una simile separazione
  • samidori: netta separazione tra proprietari dei telai (con loro lavoranti e apprendisti) e mercanti
  • tintori: lavoravano i tessuti dei mercanti[73]
  • caneveri: controllati dallo stato dapprima la materia prima era approvvigionata dalla repubblica poi (dopo la seconda guerra genovese) fu libera iniziativa ma soggetta a dazio ed al deposito in un locale pubblico (prima cannaregio poi alla tana) in ogni modo gli artgiani non poterono mai lavorare su canapa propria[74]

Arsenale e altri cantieri[75]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Silvia Gramigna e Annalisa Perissa, Scuole grandi e piccole a Venezia tra arte e storia, Venezia, 2008.
  • Silvia Gramigna, Annalisa Perissa e Gianni Scarabello, Scuole di Arti Mestieri e Devozione a Venezia, Venezia, Arsenale, 1981.
  • Terisio Pignatti (a cura di), Le Scuole di Venezia, Milano, Electa, 1981.
  • Gastone Vio, Le Scuole Piccole nella Venezia dei Dogi - Note d'archivio per la storia delle confraternite veneziane, Costabissara, Angelo Colla Editore, 2004.
  • Gianfranco Levorato (a cura di), Scuole a Venezia: storia e attualità, Venezia, Marcianum, 2008.
  • Guido Perocco e Antonio Salvadori, Civiltà di Venezia, Venezia, Stamperia di Venezia, 1976.
  • Antonio Manno, I mestieri di Venezia - Storia, arte e devozione delle corporazioni dal XIII al XVIII secolo, Cittadella, Biblos, 2010.
  • Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Torino, Einaudi, 1978.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Niero in Vio 2004, p. 15
  2. ^ a b Vio 2004, p. 17
  3. ^ a b c d Vio 2004, p. 23
  4. ^ a b c d e f g Vio 2004, p. 18
  5. ^ a b c Vio 2004, p. 20
  6. ^ Vio 2004, pp. 18,19
  7. ^ a b c d Vio 2004, p. 19
  8. ^ Vio 2004, pp. 20, 21
  9. ^ a b Vio 2004, p. 21
  10. ^ Vio 2004, pp. 21-22
  11. ^ a b c d Vio 2004, p. 22
  12. ^ a b Vio 2004, p. 24
  13. ^ a b Vio 2004, p. 25
  14. ^ a b Vio 2004, p. 25
  15. ^ a b c d e f g Vio 2004, p. 26
  16. ^ a b c d e Vio 2004, p. 27
  17. ^ Vio 2004, p. 29
  18. ^ a b Vio 2004, p. 28
  19. ^ Vio 2004, p. 28-29
  20. ^ Vio 2004, p. 30-31
  21. ^ Vio 2004, p. 31
  22. ^ a b Vio 2004, p. 32
  23. ^ Vio 2004, p. 32-33
  24. ^ Vio 2004, p. 33
  25. ^ Vio 2004, p. 33-34
  26. ^ a b Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 5
  27. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 5 + p. 23 n. 7
  28. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 6
  29. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 23 n. 12
  30. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 23 n. 14
  31. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 23 n. 14
  32. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 14-18
  33. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 18-
  34. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 18-fine
  35. ^ a b Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 19
  36. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, pp. 19-20
  37. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 20
  38. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 21
  39. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, p. 21-22
  40. ^ Giovanni Scarabello in Scuole grandi e piccole, pp. 22-23
  41. ^ a b c d e f g Scuole grandi e piccole, p.18
  42. ^ Scuole grandi e piccole, pp. 18-19
  43. ^ Scuole grandi e piccole, p.19
  44. ^ Manno 2010, pp. 9-10
  45. ^ a b Manno 2010, pp. 13
  46. ^ Lane 1978, p. 122
  47. ^ Lane 1978, pp. 122-123
  48. ^ Lane 1978, p. 123
  49. ^ Lane 1978, pp. 123-124
  50. ^ Lane 1978, p. 124
  51. ^ Lane 1978, p. 123
  52. ^ Lane 1978, p. 124
  53. ^ Lane 1978, p. 124
  54. ^ Lane 1978, p. 125
  55. ^ Lane 1978, p. 125
  56. ^ Lane 1978, p. 125
  57. ^ Lane 1978, p. 126
  58. ^ Lane 1978, p. 126
  59. ^ Lane 1978, pp. 124-125
  60. ^ Lane 1978, pp. 126-127
  61. ^ Lane 1978, p. 127
  62. ^ Lane 1978, p. 127
  63. ^ Lane 1978, p. 128
  64. ^ Lane 1978, p. 185
  65. ^ a b Lane 1978, p. 186
  66. ^ Lane 1978, p. 187
  67. ^ Lane 1978, p. 187-188
  68. ^ Lane 1978, p. 188-189
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  70. ^ Lane 1978, p. 189-190
  71. ^ Lane 1978, p. 190
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  74. ^ Lane 1978, p. 192-193
  75. ^ Lane 1978, p. 193-195