Utente:WilliamWallace88/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Studi sulla traduzione

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi sulla traduzione (chiamati anche traduttologia e teoria della traduzione; in inglese translation studies) sono una disciplina accademica trasversale che si occupa della teoria degli studi sistematici, della descrizione e applicazione di traduzione, interpretazione e localizzazione. In quanto tale, deve molto ai vari campi di studio che riguardano la traduzione, tra cui la letteratura comparata, l’informatica, la storia, la linguistica, la filologia, la filosofia, la semiotica e la terminologia. Il termine fu coniato ad Amsterdam dallo studioso americano James S. Holmes nel suo saggio The Name and Nature of Translation Studies, considerato una pietra miliare della disciplina. In inglese viene usato occasionalmente il termine translatology (o il meno diffuso traductology), mentre il termine francese per tale disciplina è traductologie (infatti l’organizzazione francese si chiama Société Française de Traductologie). Negli Stati Uniti si preferisce il termine Translation and Interpreting Studies (presente anche nel nome dell’organizzazione americana, American Translation and Interpreting Studies Association), mentre nella tradizione europea l’interpretazione è inclusa negli studi sulla traduzione (per questo l’organizzazione prende il nome di European Society for Translation Studies).
  • Storicamente gli studi sulla traduzione sono da tempo una disciplina prescrittiva (indica ai traduttori come tradurre), al punto che generalmente le discussioni sulla traduzione che non sono prescrittive sono reputate non strettamente inerenti alla traduzione. Secondo gli storici della traduzione, le linee di pensiero diffuse in occidente hanno inizio con Cicerone, il quale sosteneva di servirsi della traduzione dal greco al latino per migliorare le sue capacità oratorie (una prima descrizione di ciò che San Girolamo chiamerà “traduzione senso-per-senso”). La descrizione degli interpreti in Egitto, fornita dalle storie di Erodoto molti secoli prima, non è generalmente reputata come inerente agli studi sulla traduzione, presumibilmente perchè non dice ai traduttori come tradurre. In Cina il dibattito su come tradurre ha origine con la traduzione delle scritture buddhiste sotto la dinastia Han.  

Gli studi sulla traduzione come disciplina accademica

[modifica | modifica wikitesto]
  • Nel 1958, a un certo punto del dibattito tra l’approccio linguistico e l’approccio letterario alla traduzione, sorto nel corso del Secondo Congresso degli Slavisti a Mosca, è stato proposto che la scelta migliore avrebbe potuto essere una scienza separata capace di studiare tutte le forme della traduzione, pur essendo diversa sia dalla linguistica che dagli studi letterari. Nella disciplina delle letterature comparate, alcune università americane come l’Università dell’Iowa e Princeton hanno promosso diversi workshop sulla traduzione nel 1960. Negli anni ‘50 e ‘60 vengono pubblicati i primi studi sistematici sulla traduzione, orientati verso la  linguistica. Nel 1958 i linguisti francesi Jean-Paul Vinay and Jean Darbelnet hanno condotto un’analisi contrastiva dell’inglese e del francese. Nel 1964 Eugene Nida ha pubblicato Toward a Science of Translating, un manuale sulla traduzione della Bibbia, influenzato sotto certi aspetti dalla grammatica trasformazionale di Harris. Nel 1965 J. C. Catford ha teorizzato la traduzione da una prospettiva linguistica. Negli anni ‘60 e nei primi anni ‘70 gli studiosi Jiří Levý, dalla Repubblica Ceca, e Anton Popovič e František Miko, dalla Slovacchia, hanno lavorato sui traduttori letterari. Questi primi passi verso la ricerca sulla traduzione letteraria sono stati raccolti nel saggio di James S. Holmes nel corso del Terzo Congresso Internazionale sulla Linguistica Applicata, tenutosi a Copenaghen nel 1972. In questo saggio intitolato "The name and nature of translation studies", Holmes chiedeva il consolidamento di una disciplina separata e proponeva una classificazione in quel campo. Una “mappa” visuale della proposta di Holmes sarebbe poi stata presentata da Gideon Toury nel suo Descriptive Translation Studies and beyond. Prima degli anni ‘90, gli studiosi della traduzione tendevano ad allinearsi con diverse scuole di pensiero, in particolare con i paradigmi prescrittivi, descrittivi e della teoria dello skopos. A partire dal “cambio di rotta culturale” degli anni ‘90, la disciplina tende a dividersi in vari campi d’indagine, in cui i progetti di ricerca corrono su binari paralleli, prendendo in prestito le metodologie l’uno dall’altro o da altre discipline accademiche.

Scuole di pensiero

[modifica | modifica wikitesto]
  • Le principali scuole di pensiero relative alla ricerca si concentrano intorno a concetti-chiave teorici, la maggior parte dei quali sono diventati oggetto di dibattito.

Studi incentrati sull’equivalenza

[modifica | modifica wikitesto]
  • Negli anni ‘50 e ‘60 le discussioni nell’ambito degli studi sulla traduzione riguardavano principalmente il raggiungimento dell’equivalenza. Il termine “equivalenza” ha due significati principali, che fanno capo a due diverse scuole di pensiero. Nella tradizione russa il termine “equivalenza” indicava generalmente una corrispondenza tra due forme linguistiche o tra una coppia di termini tecnici o di sintagmi, tali che l’equivalenza era l’opposto di una gamma di “sostituzioni”. Invece nella tradizione francese di Vinay e Darbelnet, che trae alcuni concetti da Bally, per “equivalenza” si intende il conseguimento di un valore funzionale corrispondente, che generalmente richiede cambiamenti nella forma. La nozione di Catford sull’equivalenza, formulata nel 1965, era simile a quella della tradizione francese. Nel corso degli anni ‘70, il concetto di “equivalenza” tra alcuni teorici russi assume un senso più ampio, che designa qualcosa che risulta da trasformazioni linguistiche. Nello stesso periodo, l’opera Interpretive Theory of Translation ha introdotto negli studi sulla traduzione la nozione di senso deverbalizzato, presupponendo una distinzione tra parola corrispondente ed equivalenza di senso, e mostrando la differenza tra la definizione di parole e sintagmi tratti dal dizionario (parole corrispondenti) e il senso di un testo o di frammenti di testo in un determinato contesto (equivalenze di senso). Le discussioni sull’equivalenza hanno accompagnato le tipologie di soluzioni traduttive (definite anche “procedure”, “tecniche” o “strategie”), come in Fedorov (1953), e Vinay e Darbelnet (1958). Nel 1958 l’opera di Loh Dianyang dal titolo Translation: Its Principles and Techniques (英汉翻译理论与技巧), si è servita di concetti di Fedorov e della linguistica inglese per presentare una tipologia di soluzioni traduttive tra l’inglese e il cinese. In queste tradizioni, i dibattiti su come conseguire l’equivalenza sono per lo più prescrittivi e sono legati alla formazione del traduttore.

Studi descrittivi sulla traduzione

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi descrittivi sulla traduzione, termine coniato in seguito alla pubblicazione del libro di Toury Descriptive Translation Studies and Beyond nel 1995, sono tesi a costruire una disciplina descrittiva empirica, per riempire una sezione della mappa di Holmes. L’idea che la metodologia scientifica possa essere applicabile ai prodotti culturali è stata sviluppata dai formalisti russi nei primi anni del ventesimo secolo; nonostante sia stata oggetto di numerose ricerche nelle letterature comparate, è stata applicata alla traduzione letteraria. Parte di questa applicazione consisteva nella teoria dei polisistemi (Even-Zohar 1990), secondo la quale la letteratura tradotta è vista come un sottoinsieme del sistema letterario della lingua di arrivo e di quella di partenza. Gideon Toury ha strutturato la sua teoria sul bisogno di considerare le traduzioni come “fatti della cultura di arrivo” per scopi di ricerca. I concetti di “manipolazione” e “patronato” sono stati sviluppati anche in relazione alla traduzione letteraria.                                                                                                                                  

La teoria dello skopos

[modifica | modifica wikitesto]
  • Nel 1984 ci fu un ulteriore cambiamento nella teoria della traduzione in Europa con la pubblicazione di due libri in tedesco: Grundlegung einer allgemeinen Translationstheorie di Katharina Reiss (scritto anche Reiß) e Hans Vermeer, e Translatorisches Handeln di Justa Holz-Mänttäri. Da queste due opere proviene la cosiddetta teoria dello skopos, la quale, anziché dare priorità all’equivalenza, assegna un ruolo prioritario allo scopo che deve essere raggiunto attraverso la traduzione.

Traduzione culturale

[modifica | modifica wikitesto]
  • La svolta culturale determinò un ulteriore passo in avanti nello sviluppo della disciplina. Fu abbozzato da Susan Bassnett e André Lefevere in Translation - History - Culture e rapidamente rappresentato dagli scambi tra gli studi sulla traduzione e studi e concetti di altre discipline, tra le quali gli studi di genere, il cannibalismo, il post-colonialismo e gli studi culturali. Il concetto di traduzione culturale deriva soprattutto dall’interpretazione di Salman Rushdie data da Homi Bhabha in The Location of Culture. Negli studi culturali si intende per “traduzione culturale” il processo di trasformazione, sia linguistico che di altro tipo, in una certa cultura. Secondo questa interpretazione, la traduzione culturale è vista come uno strumento o una metafora per analizzare la natura della trasformazione e dello scambio tra culture. “Tuttavia, sebbene la traduzione avvicini le culture, ci sarà sicuramente una deformazione tra culture in ogni traduzione.”

Eco-translatologia

[modifica | modifica wikitesto]
  • L’eco-translatologia è un orientamento di ricerca sviluppata da Hu Genshen presso istituto politecnico di Macao che interpreta la traduzione come un coinvolgimento nei processi di adattamento e selezione nelle culture, e si focalizza sull’integrità degli ecosistemi traduttivi e sul ruolo centrale del traduttore. I concetti chiave sono “la centralità del traduttore”, “l’eco-equilibrio” e la traduzione come attività di “trapianti linguistici”. L’International Association for Eco-translatology Research ha organizzato 5 simposi sull’eco-translatologia e dal 2011 pubblica il Journal of Eco-Translatology.

Discipline di studio

[modifica | modifica wikitesto]

Storia della traduzione

[modifica | modifica wikitesto]
  • La storia della traduzione riguarda sia la storia dei traduttori come gruppo di lavoro e sociale, sia la storia delle traduzioni come indicatori del modo in cui le culture si sviluppano, interagiscono e possono morire. Alcuni principi della storia della traduzione sono stati teorizzati da Lieven D'hulst and Pym. L’Oxford History of Literary Translation in inglese e l’Histoire des traductions in francese sono tra le opere più importanti sulla storia della traduzione. Per quanto riguarda le antologie storiche sulla teoria della traduzione, Robinson (2002) ha scritto quelle sulla tradizione occidentale fino a Nietzsche, D’hulst (1990) quelle sulle teorie francesi dal 1748 al 1847, Santoyo (1987) quelle riguardanti la tradizione spagnola, Edward Balcerzan (1977) quelle sulle teorie polacche dal 1440 al 1974, e Cheung (2006) quelle cinesi.

La sociologia della traduzione

[modifica | modifica wikitesto]
  • La sociologia della traduzione comprende lo studio dei traduttori, delle forme di lavoro (studi del luogo di lavoro) e dei dati sulle traduzioni che sono indice dei movimenti di idee tra le lingue.

Studi post-coloniali sulla traduzione

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi post-coloniali analizzano le traduzioni tra la lingua della metropoli e le ex-colonie o tra le lingue delle ex-colonie; mettono radicalmente in discussione l’idea che la traduzione avvenga tra culture e lingue che sono molto distanti tra loro.

Studi di genere

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi di genere guardano all’identità sessuale dei traduttori, alla natura di genere dei testi che traducono, ai possibili processi traduttivi basati sul genere, e alle metafore usate per descrivere la traduzione, anch’esse basate sul genere. I primi studi furono condotti da Luise von Flotow, Sherry Simon e Keith Harvey. La rimozione o l’incapacità di rimuovere forme pericolose di omosessualità è uno degli argomenti studiati, per esempio nel caso della traduzione di autori antichi da parte di pensatori rinascimentali immersi in un contesto cristiano.
  • Nel campo dell’etica, i saggi di Antoine Berman e Lawrence Venuti sono stati molto discussi. I due studiosi si differenziano sotto alcuni aspetti, ma concordano sulla necessità di enfatizzare le differenze tra la lingua e la cultura di partenza e quelle di arrivo durante la traduzione. Entrambi guardano a come l’altro culturale può preservare al meglio quella diversità. Recentemente, gli studiosi hanno applicato l’opera filosofica di Emmanuel Levinas sull’etica e la soggettività in questo ambito. Dal momento che esistono varie interpretazioni delle sue opere, sono state tratte molte conclusioni sul suo concetto di responsabilità etica. Alcuni ritengono che l’idea stessa di traduzione possa essere eticamente dubbia, mentre altri la interpretano come un invito a considerare la relazione tra autore o testo e traduttore come interpersonale, rendendola così un processo equo e reciproco. Parallelamente a questi studi, è aumentato il riconoscimento generale della responsabilità del traduttore. I traduttori e gli interpreti sono visti sempre di più come partecipanti attivi ai conflitti geopolitici, e questo solleva la questione di come agire in maniera eticamente indipendente dalla propria identità o giudizio. Questo porta alla conclusione che la traduzione e l’interpretazione non possono essere solamente considerati come un processo di trasferimento in un’altra lingua, ma anche come attività socialmente e politicamente orientate. C’è un consenso generale sul bisogno di codici di comportamento etici che diano dei principi guida per ridurre le incertezze e migliorare la professionalità, come si è già iniziato a fare per altre discipline (per esempio etica della medicina militare o l’etica legale). Tuttavia, poiché non c’è ancora una comprensione chiara del concetto di etica in questo campo, ci sono molte opinioni differenti riguardo all’articolazione del codice.

Teoria della traduzione audiovisiva

[modifica | modifica wikitesto]
  • Le teorie della traduzione audiovisiva riguardano la traduzione che ha luogo in contesti audiovisivi, per esempio il cinema, la televisione, i videogame e gli eventi dal vivo come gli spettacoli teatrali dell’opera. Il comune denominatore di queste teorie è che la traduzione è compiuta su più sistemi semiotici, perché i testi tradotti (i cosiddetti testi polisemici) contengono messaggi che vengono trasmessi attraverso più di un canale semiotico, ovvero non solo con le parole scritte o parlate, ma anche attraverso suoni e/o immagini. Le modalità di traduzione principali che sono oggetto di studi sono la sottotitolazione, il doppiaggio, la narrazione fuori campo e anche la sopratitolazione per l’opera e il teatro. Gli studi sull'accessibilità ai media sono spesso considerati parte di questo campo; i principali oggetti di studio sono la descrizione audio per i non vedenti e ipovedenti e i sottotitoli per i non udenti o gli ipoudenti. Negli studi di traduzione audiovisiva, le varie condizioni e i vincoli imposti dai diversi tipi di media e modalità di traduzione influenzano il modo in cui viene eseguita la traduzione, e questo spesso è al centro della maggior parte degli studi sul prodotto o sul processo di traduzione audiovisiva (ATV). Molti ricercatori di questa disciplina fanno parte della European Association for Studies in Screen Translation (ESIST), così come molti professionisti del settore.

Traduzione non professionale

[modifica | modifica wikitesto]
  • La traduzione non professionale si riferisce alle attività di traduzione svolte da traduttori non professionisti, che lavorano utilizzando gli strumenti presenti in rete. Queste pratiche si sono diffuse velocemente con la recente democratizzazione della tecnologia e la diffusione di Internet. Le iniziative di traduzione volontaria sono emerse in tutto il mondo e riguardano la traduzione di vari tipi di prodotti scritti e multimediali. Di solito non è obbligatorio per i volontari essere esperti in traduzione; tuttavia anche i traduttori qualificati possono partecipare, come nel caso di Translators without Borders. A seconda della caratteristica che ogni studioso considera più importante, sono stati utilizzati termini diversi per etichettare la traduzione non professionale. O'Hagan l’ha chiamata “traduzione generata dall'utente”, “traduzione dei fan” e “traduzione della comunità”. Fernández-Costales e Jiménez-Crespo preferiscono il termine “traduzione collaborativa”, mentre Pérez-González la definisce “sottotitolazione amatoriale”. Secondo Pym, la differenza fondamentale tra questo tipo di traduzione e la traduzione professionale si basa sulla ricompensa monetaria, e per questo suggerisce che dovrebbe essere chiamata “traduzione volontaria”. Alcune delle pratiche di traduzione non professionale più comuni gestite dai fan sono fansub, il fandub, il ROM hacking o traduzione amatoriale di videogiochi, e la scanlation. Queste pratiche sono per lo più supportate da un buon gruppo di fan; solitamente i progetti di traduzione non professionale più grandi applicano i modelli di crowdsourcing e sono controllati da aziende o organizzazioni. Dal 2008 Facebook ha utilizzato il crowdsourcing per far tradurre agli utenti il suo sito web e il marchio di conferenze TED ha realizzato il progetto aperto di traduzione chiamato TED Translators, in cui i volontari utilizzano la piattaforma Amara per creare i sottotitoli online per i TED talks.

Localizzazione

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi sulla localizzazione riguardano il modo in cui le industrie linguistiche contemporanee traducono e adattano ("localizzano") i testi tecnici da una lingua a un’altra, adattandoli a un "ambiente" specifico (una localizzazione target definita dalla varietà linguistica e vari parametri culturali). La localizzazione di solito riguarda i software, la documentazione del prodotto, i siti Web e i videogiochi, in cui la componente tecnologica è fondamentale. Un concetto chiave nella localizzazione è l’internazionalizzazione, in cui il prodotto iniziale è privato delle sue caratteristiche culturali specifiche in modo tale da poter essere localizzato simultaneamente in più lingue.

Istruzione del traduttore

[modifica | modifica wikitesto]

Studi sull’interpretazione

[modifica | modifica wikitesto]
  • La disciplina degli studi sull’interpretazione viene spesso indicata come sorella degli studi sulla traduzione a causa delle somiglianze tra le due discipline, le quali consistono nel trasferimento di idee da una lingua all’altra. In effetti, l’interpretazione come attività era stata a lungo considerata una forma specializzata della traduzione prima che gli studi di interpretazione scientificamente fondati si emancipassero gradualmente dagli studi sulla traduzione nella seconda metà del XX secolo. Durante il periodo in cui erano fortemente orientati verso il modello teorico degli studi sulla traduzione, gli studi sull’interpretariato sono sempre stati accentrati sull’aspetto pratico e pedagogico dell’attività. Questo ha portato all’emancipazione costante della disciplina e al conseguente sviluppo di un modello teorico separato, basato, come gli studi sulla traduzione, sulle premesse interdisciplinari. Gli studi sull’interpretazione hanno sviluppato vari approcci e hanno subito vari mutamenti di paradigma portando alla più recente ondata degli studi sociologici sugli interpreti e sulle loro condizioni lavorative.

Studi sulla cognizione e sul processo

[modifica | modifica wikitesto]

Tecnologie di traduzione

[modifica | modifica wikitesto]

Prospettive future

[modifica | modifica wikitesto]
  • Gli studi sulla traduzione si sono sviluppati parallelamente alla crescita delle scuole di traduzione e dei corsi universitari. Nel 1995, uno studio su 60 paesi rivelò che c'erano 250 corpi a livello universitario che offrivano corsi di traduzione o interpretazione. Nel 2013, lo stesso database elencava 501 istituti di formazione dei traduttori. Pertanto c'è stata una crescita nelle conferenze sulla traduzione, sulle riviste di traduzione e sulle pubblicazioni relative alla traduzione. La visibilità acquisita dalla traduzione ha anche portato allo sviluppo di associazioni nazionali e internazionali di studi di traduzione. Dieci di queste associazioni hanno costituito l’International Network of Translation and Interpreting Studies Associations (INTISA) a settembre 2016. La crescente varietà di paradigmi è citata come una delle possibili cause di conflitto nella disciplina. Già nel 1999, il divario concettuale tra gli approcci non-essenzialisti ed empirici è stato discusso al Vic Forum on Training Translators and Interpreters: New Directions for the Millennium (Vic Forum sui traduttori e interpreti della formazione: nuove direzioni per il millennio). Gli studiosi Rosemary Arrojo e Andrew Chesterman, hanno esplicitamente cercato un terreno comune condiviso per entrambi gli approcci. L'interdisciplinarità ha reso possibile la creazione di nuovi paradigmi, poiché la maggior parte delle teorie sviluppate è cresciuta a partire dal contatto con altre discipline come la linguistica, la letteratura comparata, gli studi culturali, la filosofia, la sociologia o la storiografia. Allo stesso tempo, avrebbe potuto provocare la divisione degli studi sulla traduzione come disciplina a sé stante. Una seconda fonte di conflitto sorge dalla frattura tra teoria e pratica. Poiché il prescrittivismo degli studi precedenti dà spazio al descrittivismo e alla teorizzazione, i professionisti vedono meno l'applicabilità degli studi. Allo stesso tempo, la valutazione della ricerca universitaria attribuisce poca o nessuna importanza alla pratica della traduzione. Gli studi sulla traduzione hanno mostrato una tendenza ad ampliare i propri campi di indagine e questa tendenza potrebbe continuare. Ciò riguarda in particolare le estensioni negli studi di adattamento, nella traduzione intralinguistica, nella traduzione tra sistemi semiotici (per esempio dall’immagine al testo e alla musica) e nella traduzione come forma di ogni interpretazione e quindi di ogni comprensione, come suggerito nell’opera di Roman Jakobson.