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IACOUCCI (famiglia)

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Stemma: D’azzurro alla colomba imbeccante un ramoscello di ulivo al naturale e poggiante su tre monti all’italiana uscenti dalla pianura erbosa; nel capo tre stelle male ordinate.

La Famiglia Iacoucci trae origine dalla Città di Veroli ed è una delle più antiche Famiglie appartenenti a quella Nobiltà Civica.

A seguito di istanza presentata nel 1941 alla Consulta Araldica del Regno, non completata per i noti eventi, il Corpo della Nobiltà Italiana ha successivamente riconosciuto con Provvedimento di Giustizia (1) Il titolo di Nobile di Veroli a Publio di Guido di Virginio per sé e per i suoi discendenti m.f. nonché l’antico Stemma di Famiglia.

Stemma: D’azzurro alla colomba tenente nel becco un ramoscello di ulivo di verde al naturale, posata su di un monte a tre cime sostenuta da una pianura al naturale, accompagnata in capo da tre stelle male ordinate, il tutto d’argento. Lo Stemma fa riferimento al nome del luogo antistante il Palazzo Iacoucci in Veroli, denominato Piazzetta di Monteoliveto, di proprietà della Famiglia sino alla metà dell’800.

La storia della Famiglia è riportata nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (2) e nell’Annuario della Nobiltà Italiana (3).

Il cognome originale della Famiglia era “Domini Iacobi”, discendenti dal “Dominus Iacobus miles” vivente nel 1275 (4) e dal di lui figlio “nobilis vir Andreas quondam Domini Iacobi Comestabilis Militum” (5) e quindi dal “nobilis vir Nicolaus Domini Iacobi” che risulta nel 1391 in Elenco della Nobiltà di Veroli (6). La carica di Comestabilis Militum era la più alta magistratura di Veroli.

I successivi componenti della Famiglia dall’inizio del 1400 hanno mutato il cognome in Iacobutii (e nel 1700 italianizzato in Iacoucci) che richiama ugualmente la discendenza dal “Dominus Iacobus”, primo fra loro il “nobilis vir Caspar Iacobutii”, come risulta da un atto notarile del 1486 riguardante la di lui consorte “nobilis mulier domina Jacobella” (7) e da un successivo atto notarile del 1500 relativo al testamento di “domina Iacobella Cercia relicta quondam nobilis viri Caspar Iacobutii” (8).

Jacobella Cercia apparteneva alla Famiglia più importante ed influente di Veroli ed era figlia del nobilis vir Iacobus, figlio del nobilis vir Nicolaus Cercia.

Quest’ultimo, avendo favorito il rientro di Veroli dallo scisma contro il Papa ed avendo ottenuto il perdono papale, nel 1409 fu nominato Capitano del popolo, carica che poteva quasi assimilarsi alla Signoria di Veroli.

Il nobilis vir Giovanni Cercia, sempre figlio di Nicolaus, aveva sposato la nobilis et magnifica mulier domina Elisabetta de Columna della storica Famiglia romana (9).

Iacobella Cercia, a seguito delle nozze con il Nobilis Vir Caspar Iacobutii, ricevette in dote il palazzo di Veroli che è rimasto di proprietà della Famiglia sino al 1957. Tale palazzo, adiacente alla Basilica di Sant’Erasmo con ampio giardino, era attrezzato a difesa sia per lo spessore dei muri che per altri accorgimenti, tra cui le feritoie al lato di ogni finestra ed il passaggio segreto nelle murature.

Negli Atti pubblici dell’epoca gli appartenenti alla Famiglia Iacobutii sono qualificati “domini” e “nobilis vir”.

Gli appartenenti alla Famiglia hanno partecipato ininterrottamente al governo della Città di Veroli, come risulta dai Libri dei Consigli della Città di Veroli”. Si ricorda, in particolare, Andreas (sopra citato), Comestabilis Militum, prima Magistratura della Città (anno 1323) ed i Consiglieri Domenico nel 1549, Nicolaus Iacobus nel 1573 (10), Nicolaus nel 1580, Angelo nel 1665, Hieronimus Iacobutii nel 1673 (11), Girolamo Iacoucci nel 1680 (12), Michelangelo nel 1750, Carlo Antonio nel 1772 (13), Lorenzo nel 1774 (14), Giuseppe nel 1796, Icilio che fu eletto nella Terna per il Gonfaloniere nel 1835 (15) ed infine Publio nel 1843 (16).


In particolare, Icilio (1800-1872) è eletto, nella seduta del 1835, nella Terna per il Gonfaloniere di Veroli, prima Magistratura riservata al ceto nobile (17).

Fin dal 1700 la Famiglia Iacoucci era titolare di Cappellania nella Basilica di Sant’Erasmo e nel 1774 un appartenente alla Famiglia, Lorenzo è stato Conservatore esercente, carica anch’essa riservata al ceto nobile.

Dei membri della Famiglia si ricordano, in particolare, Giuseppe (1765-1853), figlio di Carlo Antonio, insigne giurista, rappresentante italiano alla Commissione per la riforma dei Codici nominata da Napoleone I° e Presidente del Collegio dei Patrocinatori di Roma (16).

Publio (1807-1853), figlio di Giuseppe, avvocato, dottore in utroque iure, procuratore presso la Curia Innocenziana e la Sacra Rota Romana, consigliere di Veroli, coniugato con Antonia Pieromaldi, figlia di Luigi Giudice del Supremo Tribunale del Campidoglio e di Francesca Cristallini, nobile di Trevi.

Giuseppina, sorella di Publio e Icilio, sposa il nobile Filippo Molella Spani di Veroli nel 1834.

Tito (nato a Frosinone il 6 ottobre 1858), figlio di Alfonso di Icilio, sposato a San Pietroburgo nel 1891 con Elisabetta dei baroni de Boemer, (antica ed importante famiglia di origine belga), attraversa tutta la carriera militare sino al grado di Contrammiraglio della Regia Marina.

Figlio di Publio, Virginio (1852-1933), è stato Decano degli Avvocati del S. Concistoro, Presidente dell’Unione Romana, partito politico che raccoglieva i cattolici del cessato Stato Pontificio, Consigliere Comunale e Provinciale di Roma. Sposò Elena Rem Picci, patrizia sabina (18), la cui Famiglia è decorata dell’Ordine dello Speron d’Oro ereditario, concesso al cavaliere Agostino, Responsabile dei Beni e delle Rendite dello Stato Pontificio. Lo stesso Agostino ricevette il Papa nel suo castello di Canepina.

Virginio era decorato di molte onorificenze pontificie, italiane ed estere, fra cui Cavaliere di Gran Croce, Gran Ufficiale di SS. Maurizio e Lazzaro e di Leopoldo II° del Belgio, Commendatore con placca di Isabella La Cattolica, Commendatore dell’Ordine Piano. Quale avvocato concistoriale, pronunziò in San Pietro la celebre Oratio per la santificazione di Giovanna de Arc ed il Governo francese lo insignì della Legione d’Onore (19).

Figlio di Virginio, Guido (1839-1955), dottore in medicina e chirurgia, fu medico dei SS. Palazzi Apostolici e nel 1944 Direttore dei Servizi Sanitari dello Stato Città del Vaticano, coniugato con Giovanna d’Avack – Avakian di antica Famiglia principesca armena discendente da Rupen I° il Grande, Re di Armenia e di Cilicia (1080) (18).

Giovanna era la sorella del Mons. Giuseppe, Arcivescovo di Camerino e di Leontopoli di Panfilia, del Mons. Giorgio Prelato Domestico di SS. Santità e cugina del Professor Pietro Agostino d’Avack, rettore dell’Università di Roma e del Professor Alfredo d’Avack, Presidente dell’Accademia Lancisiana.

Figlio di Guido, Publio, ingegnere, autore di molteplici studi in campo tecnico ed economico, docente universitario e coniugato con Anna Maria dei baroni de Thomasis (19).

I de Thomasis ricoprirono altissime cariche nel Regno di Napoli; Giuseppe de Thomasis (1767-1830), coniugato con Lucia dei marchesi Gomez y Paloma, è stato Intendente della Calabria e Ministro della Marina, Interni e Culto del Regno di Napoli (1822).

Publio è Cavaliere di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cavaliere di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Sp.) con prove nobiliare sui quattro quarti.

Per continuare la Famiglia, i figli delle sorelle di Publio sono stati autorizzati ad aggiungere al proprio il cognome Iacoucci: Statuti Iacoucci e Giusti Iacoucci.

Attualmente rappresentano la Famiglia il nobile Publio Iacoucci, la sorella nobile Maria Teresa Iacoucci Giusti ed i nipoti Statuti Iacoucci e Giusti Iacoucci.

In particolare, ha partecipato all’estensione della Storia della Famiglia, il nobile Francesco Saverio Giusti Iacoucci, avvocato, Gentiluomo di SS. Santità, Cavaliere di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cavaliere di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano, coniugato con Alessandra dei conti Vincenti Mareri, nobile romana e patrizia di Rieti con i figli Niccolò e Olimpia coniugata con il nobile Diego de Lencquesaing ed il nobile Vincenzo Giusti Iacoucci, dottore in Scienze Economiche e Commerciali, Cavaliere di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cavaliere di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano, coniugato con Patou Caffa e con il  loro figlio Gabriele, avvocato e docente universitario, coniugato con Luisa Winsemann Falghera.

Altri discendenti dalla sorella Anna Maria: Giovanna Statuti Iacoucci in Rossi Merighi, illustre famiglia di origine senese, ed i figli Aldo, Nicola e Filippo; Filippo coniugato con Carmen Mayorga Solis e Ludovica coniugata con Ottavio dei baroni Gasparri e le figlie Clelia e Livia.

Completano la Famiglia la nobile Rosa Maria Giusti coniugata con Ugo Cortesi, medico, ed i figli Giulia, Gabriele, Marianna e Giovanna; il nobile Guido, dottore in Lettere e Filosofia, coniugato con Costanza Nobili e le figlie Maria e Francesca.

1. A seguito d’Istanza presentata nel 1941 alla Consulta Araldica del Regno, non completata per i noti eventi, il Corpo della Nobiltà Italiana che ne prosegue l’attività, ha riconosciuto con Provvedimento di Giustizia del 6/2/1982, registrato vol. II° foglio 110, il titolo di Nobile di Veroli a Publio Iacouci di Guido di Virginio per sè e i suoi discendenti m.f. nonché l’antico Stemma di Famiglia.

2. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, edizione XXV, Volume XXXI edito dal Collegio Araldico, pagina 801.

3. Annuario della Nobiltà Italiana, edizione XXX1 (2007-2010) P. III, Cavalleresca Volume II°,  pagina 2284.

4. Archivio Segreto del Vaticano: copia imitativa del 1315 di una pergamena del 1275 già conservata nella Basilica di S. Erasmo.

5. Notizie sulla Città di Veroli, già Album del Patriziato, pagina 22, conservato presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli.

6. Notizie sulla Città di Veroli, già Album del Patriziato, Notizie Sec. XIV. Conservato presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli.

7. Atto Notarile del 1486 rogato dal Notaio Cristofaro Tedeschi e riportato al Foglio n. 22 del Volume degli Atti rogati dallo stesso a tutto il 1524.

8. Atto Notarile del 1500 rogato dal Notaio Giorgio Rosato e riportato ai Fogli 183 e 187 del Volume degli Atti rogati dallo stesso dall’anno 1487 al 1500.

9. Archivio Notarile di Frosinone. Atto notarile di restituzione di dote datato 21 dicembre 1469.

10. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli, Consigli 1568-1573, Riunione consiliare del 2 luglio 1573 foglio 160.

11. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli 1665-1702, Riunione consiliare del 15 ottobre 1673 foglio 91.

12. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli 1665-1702, Riunione consiliare del 1699 foglio 95.

13. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli, Riunione consiliare del 1772 foglio 243.

14. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardiana di Veroli, Riunione consiliare del 1774 foglio 266.

15. Estratto dai Libri del Consiglio della Città di Veroli conservati presso la Biblioteca Giovardana di Veroli, Riunione consiliare del 12 novembre 1835, Libro XX Consigli 1828-1839.

16. Atto di nomina a Consigliere della Comunità di Veroli da parte della Delegazione di Frosinone datato 19 settembre 1843 n. 6362.

17. Motu proprio dei S.S. Leone XI del 1827. Con Breve del 1836 S.S. Gregorio XVI conferma i privilegi alla nobiltà e al patriziato di Veroli ed ordina che la Suprema Magistratura della Città, come in passato, sia scelta nel ceto nobile.

18. Elisabetta, secondo la tradizione familiare, era figlia di una principessa russa la cui famiglia fu trucidata dai rivoluzionari bolscevichi. Viene menzionata, insieme ad altre nobildonne benemerite residenti a La Spezia (tra cui Gentile Bonaparte Giuseppina), nel libro: La donna della nuova Italia: documenti del contributo femminile alla guerra (maggio 1915 – maggio 1917) di Paola Grosson Baronchelli (agosto 1917).

19. Procura del Patriarcato Armeno di Cilicia in Roma. Attestazione del Procuratore Giacomo Ghiragossian del 30 ottobre 1967 circa la genealogia della Famiglia d’Avack di Korykos e la discendenza da Rhoupen, principe armeno del ramo dei Bragaditi e della Famiglia armena Avackian in italiano degli Avack abbreviato d’Avack.

20. Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Edizione XXI°, Volume XXIV, pagina 747