Utente:Vincenzo pelosi/Sandbox
OSCAR PELOSI (Ariano Irpino 1938 – Bologna 1996)
E’ stato pittore, incisore e profondo cultore della storia dell’arte napoletana. Autentica personalità dell’arte ed è stato uno dei protagonisti dell’arte partenopea. Un genio pittorico unico nel suo genere degli anni settanta. Dopo aver vissuto ad Ariano Irpino, Avellino e Portici, dal 1947 al 1973 vive a Napoli. Nel 1957 consegue la licenza inferiore della sezione di decorazione pittorica presso l’Istituto d’Arte di Napoli e si diploma Maestro d’Arte nel settembre del 1964. Ha avuto tra i suoi maestri Carlo Verdecchi e Salvatore Striccoli e di entrambi ricorderà con affetto consigli e lezioni, preziosi per la sua carriera. L’artista si fa conoscere appena ventenne con il suo stile inconfondibile, dipingendo paesaggi, interni, nature morte e ritratti, per poi associarsi all’esiguo drappello di artisti che sul finire degli anni sessanta propongono una nuova figurazione con chiaro riferimento alla visione estetica di quel tempo partecipando a numerose mostre, rassegne e collettive nazionali. Nel 1965 apre e dirige a Napoli con il fratello Elio, anch’egli artista, la Galleria “La Tavolozza”. La Galleria diventerà luogo di ritrovo per giovani artisti, personaggi dello spettacolo, della musica e cultura partenopea come Ettore de Mura, Roberto Murolo, Nunzio Gallo e Angela Luce. Frequentavano la Galleria anche il cantante Memo Remigi e l’attore Carlo Dapporto. Nel 1968 conosce il noto scrittore napoletano Michele Prisco, con cui stringe una fraterna amicizia. Nel 1969 la sua prima importante e significativa mostra personale alla Galleria La Tavolozza, che passerà poi invariata alla Galleria delle Colonne a Milano e presentata dall’attore Ernesto Calindri. Oscar Pelosi fu tra i fondatori del gruppo Libere Tendenze M.A.V (Movimento Artistico Vomero) e del gruppo “N4” presentato nel 1969 alla Galleria “San Carlo” di Napoli, insieme agli amici pittori Mario Buonoconto, Vincenzo Cerino e Salvatore Vitagliano. Inoltre l’artista è firmatario del Manifesto “Presenza 73 presentato a Napoli. L’artista, forte dei suoi studi sul Caravaggio ed i maestri del seicento napoletano, a partire dai primi anni settanta ha portato all’esasperazione il suo linguaggio figurale, utilizzando immagini eclatanti per rappresentare drammi umani con la dolorosa sospensione con la quale meditavano prima di lui i maestri del passato. L’artista, infatti, è tra i primi iperrealisti italiani e, lavorando su questa linea, ha preso parte a numerose rassegne in Italia, Francia, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Dopo aver lavorato per alcuni anni a Cremona (dal1973 al 1976) e ad Albenga (dal 1976 al 1983), nell’estate 1983 si trasferisce con la famiglia nella quiete dei Castelli Romani entrando in contatto con la cultura pittorica romana. A Roma conobbe l’artista Bruno Canova e istaurò una sincera amicizia con Mino Maccari.
L’ultima mostra personale risale al 1993 e allestita nella “Sala delle Carrozze” del Palazzo Reale di Napoli.
L’artista muore tragicamente con la moglie in un incidente stradale nei pressi di Bologna il 13 maggio 1996.