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Sindrome di Peter Pan[modifica | modifica wikitesto]

La sindrome di Peter pan, scientificamente chiamata anche nanotenia psichica  può provocare grande disagio e difficoltà nella vita quotidiana di chi ne soffre. Parliamo di una situazione psicologica in cui un soggetto rifiuta di operare nel mondo “degli adulti” poiché lo ritiene ostile e si rifugia in regole comportamentali tipiche della fanciullezza. Ha difficoltà di diventare adulta e di assumersi della responsabilità scontrandosi frequentemente con regole, limiti e fallimenti contro i quali non si era mai scontrato prima. Il termine è entrato nell’uso comune in seguito alla pubblicazione nel 1983 di un libro dello studioso Dan Kiley[1], intitolato "The Peterpan Syndrom: men who have never gown up[2]". Questo trae il nome del personaggio principale del romanzo e testo teatrale “Peter e Wendy” scritto da James Matthew Berrie[3] nel 1904 che lavorando a stretto contatto con  adolescenti problematici  constatò che molti di essi diventarono adulti non in grado di assumere le proprie responsabilità.

Carratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Dan Kiley identificò tratti comuni che si sviluppano nelle persone con la sindrome di Peter pan come per esempio:

-Disoccupazione cronica o scarsa crescita lavorativa : le persone affette da questa sindrome si rifiutano di cercare un lavoro oppure vengono continuamente licenziate a causa di un assenteismo o per cattiva condotta e  non è interessato a migliorare la sua posizione lavorativa e accrescere la propria carriera.

- Non si impegnano nella condivisione dei lavori di casa: nonostante siano sposati e abbiano dei bambini, spendono la maggior parte del loro tempo davanti a videogiochi mentre il partner lavora, pulisce e si prende cura dei figli;

- Si affidano ad altri affinché gestiscano le finanze: tendono a non contribuire alle spese di casa o che riguardano la cura dei figli

-  Non si svincolano dalla famiglia: queste persone tendono a rimanere a casa coni propri genitori malgrado le opportunità di guadagnarsi soldi, trovare un lavoro o andare a vivere per conto proprio.

-Rifiuto delle regole, responsabilità, scelte importanti

-paura di impegnarsi e raggiungere passi importanti all’interno della propria vita

-atteggiamento manipolatore: sa incantare le persone con il suo atteggiamento estroverso, divertente ed intelligente. Questo persone perché è spaventato dall’idea del cambiamento. Quando fa un favore a una persona solitamente lo fa per un suo tornaconto personale.

-Attaccamento ai beni materiali: quando vede qualcosa che lo interessa tralascia tutto il resto pur di averla, comportandosi come un bambino che fa i capricci.

- vive con i genitori o nel caso vivesse da solo dipende economicamente dai genitori.

- egocentrismo, è spesso una persona molto incentrata su se stesso e sui suoi capricci momentanei.

-eccessiva cura dell’aspetto fisico.

-scarsa autostima.

-Si considera perfetto perché non è mai stato messo di fronte al fatto di avere difetti e commettere errori.

- tende a rimandare continuamente le sue responsabilità in attesa che qualcun altro le svolga al posto suo.

Tende infatti a colpevolizzare l’altro, incolpa tutti tranne che se stesso.

- Cambia spesso partner e preferisce partner più giovani, se la relazione si infittisce la interrompono.

- intolleranei alle critiche.

-eccessivo idealismo non avendo mai avuto modo di sbagliare si idealizza come un essere perfetto

- tende a rimandare continuamente le sue responsabilità in attesa che qualcun altro le svolga alb posto suo

-Colpevolizza l’altro, incolpa tutti tranne che se stesso

-Cambia spesso partner e preferisce partner più giovani, se la relazione si infittisce la interrompono

-  -intolleranti alle critiche

La sindrome di Peter Pan non riguarda solo i comportamenti dell’individuo ma anche le emozioni che rimangono a uno stadio infantile. Infatti, come abbiamo visto, chi soffre di questa sindrome è incapace di esprimere in maniera matura ed adeguata le proprie emozioni. Sono persone affascinanti e intelligenti, in grado di socializzare ma senza sapersi relazionare. Nelle relazioni con gli altri cercano di primeggiare o di stare al centro dell’attenzione trovandosi a proprio agio in questa circostanza. Si ritrovano ad avere relazioni superficiali con amici e con partner perché non vogliono riconoscere le proprie emozioni e preferiscono prenderne le distanze. Hanno paura della solitudine perché non si sentono in grado di fare le cose da soli, si circondano di persone che possono sostituirsi a loro in modo da sentirsi protetti e al sicuro. Davanti a eventi dolorosi potrebbero rispondere con rabbia, frustrazione e addirittura rifiuto totale dell’evento, da qui possono susseguirsi ulteriori disturbi come il disturbo dell’umore quando per esempio sanno di dover incontrare parenti oppure assumersi delle responsabilità troppo gravose all’interno della famiglia. Altri disturbi correlati possono essere ansia, sbalzi d’umore come abbiamo già visto, sintomi psicosomatici come per esempio gastrite o mal di testa. Lo schema emotivo sarà sempre uguale a quello che la persona aveva in età infantile sfociando in difficoltà ad adattarsi al ruolo di marito, nonno, genitore ed in generale ai cambiamenti richiesti nelle diverse fasi di vita. E necessario però fare attenzione a non confondere questa sindrome con semplici comportamenti infantili o col bambino interiore che ognuno di noi ha : è infatti normale avere dei lati infantili che ci permettono di esprimere creatività, immaginazione, inventiva, coraggio e spensieratezza. L’immaginazione fa parte di noi ed è importante che ci sia, ma non si deve fondere con la realtà altrimenti la persona finirebbe per perseguire un obiettivo inesistente. Purtroppo le persone afflitte da questo disturbo non si rendono conto del problema dove la minima percezione basterebbe per un cambiamento futuro. Secondo Kiley[4] , il rifiuto di crescere affligge soprattutto il sesso maschile, intorno ai 20-25 anni, ossia quando ci si inizia a confrontare con le prime responsabilità i mentre molte donne soffrono del complesso di Wendy[5] e si prendono cura più o meno intenzionalmente dei propri uomini alimentando l’evitamento delle responsabilità in un circolo vizioso senza fine.

CAUSE

Spesso chi sviluppa questa sindrome proviene da una famiglia di genitori iper protettivi e permissivi, più interessati ai piaceri dei figli e ad essere più loro amici che loro genitori che  può portare il bambino a non acquisire le capacità di coping e di regolazione emozionale, che invece, sono indispensabili in età adulta , vale a dire saper imparare dai propri errori e mantenere un certo autocontrollo sulle proprie azioni. Questo atteggiamento ha degli effetti sull’autostima dei figli, che restano immaturi, abituati al fatto che ci saranno sempre altri ad occuparsi di loro e dei loro compiti. Si trasmette al bambino di essere fragile, che il genitore non si fidi delle sue capacità, di non essere adeguato. Infatti un adolescente e/o un bambino al quale si impedisce di fare, sbagliare, imparare dai propri errori, che non ha la possibilità di ribellarsi come un normale adolescente, non formerà una propria identità, ma resterà sempre bambino. Esistono anche altre molteplici cause come per esempio traumi infantili, un’educazione improntata sulla sfida e la competizione, abusi. Un’altra possibile causa potrebbe essere scatenata dal fenomeno opposto e quindi quando il bambino è costretto a crescere troppo in fretta quando avviene precocemente e scorrettamente possono sviluppare una sindrome di peter pan poiché sentono la necessità di voler fare tutto ciò che non hanno potuto fare da bambini o adolescenti.

Relazioni con persone affette dal disturbo

Persone a contatto con persone afflitte da questo tipo di sindrome le descrivono  come persone che vedono il mondo non come un’occasione di crescita personale, ma come un asilo dove i bambini devono gareggiare tra loro e accattivarsi le attenzioni delle maestre. Particolarmente la mancanza della percezione dell’errore. Alcune caratteristiche della sindrome di Peter Pan possono ritrovarsi in disturbi di personalità come narcisismo e dipendenza affettiva.  -simona lani

Se il partner ha questa sindrome

È possibile fare la propria scelta per aiutare una persona con sidndrome di peter pan nel suo percorso di crescita:

-Non ci si deve sostituire ai compiti che spettano a lui questo lo porterà a trovarsi di fronte a compiti da svolgere o problemi da risolvere e sarà obbligato ad ingegnarsi.

- Non bisogna lasciare che ci colpevolizzi, tendono ad incolpare gli latri

-Bisogna metterlo di fronte al fatto che ha un problema di cui prendere atto e per il quale deve farsi aiutare. In piccoli passi né in modo brusco né morbidamente.

Chi ne soffre

Chi sviluppa questa sindrome in genere non ne è consapevole e tende a respingere l’idea di esserne colpito, ignorando che arrivare a chiedere aiuto significa aver iniziato a prendere consapevolezza di avere un problema e questo potrebbe essere il primo passo importante verso la guarigione. Il percorso di maturazione può essere lungo, difficile e può spaventare può infatti essere d’aiuto farsi accompagnare da un professionista. Peter pan deve essere messo di fronte alla vita reale , che non sempre è fatto di cose semplici e positive, ma spesso è in salita, con le sue difficoltà e gli eventuali errori da compiere, dolorosi ma necessari per imparare a correggersi. Questo professionista lo potrà guidare verso un percorso di maturità e di svilpuppo di problem solving. Fondamentale sarà individuare le cause che stanno alla base del suo comportamento portandolo a riconoscere chi si è sostituito a lui, impedendogli di maturare. Maturare può far paura e serve coraggio, per questo non avendo mai avuto modo di gestire la propria vita autonomamente ci vorrà ulteriore coraggio e sostegno. Per migliorare il peter pan dovrà abbandonare le proprie sicurezze per aprirsi al nuovo: distaccarsi dalle figure familiari invadenti, dovrà accettare che nella vita ci sono difficoltà ed emozioni negative. Lentamente la persona imparerà ad assumersi le proprie responsabilità. Il lavoro del professionista sta anche nel concentrarsi sul ruolo della famiglia.

  1. ^ (EN) Dan Kiley, in Wikipedia, 14 aprile 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  2. ^ (EN) Peter Pan syndrome, in Wikipedia, 13 luglio 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  3. ^ Peter e Wendy, in Wikipedia, 4 luglio 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  4. ^ (EN) Dan Kiley, in Wikipedia, 14 aprile 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  5. ^ Sindrome di Wendy: che cosa è e perché non va sottovalutata, su Pianetamamma.it. URL consultato il 14 luglio 2022.