Utente:Ugo Borghello/Sandbox

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Ugo Borghello

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Ugo Borghello, noto anche con lo pseudonimo di Don Ugo (/ˈpjuːdipaɪ/) (Novi Ligure, 17 Novembre 1936), è un religioso italiano.

Ugo Borghello

Ugo Borghello, sacerdote e scrittore, è nato a Novi Ligure nel 1936. Ha abitato a Genova (fino al 39); a Bologna (fino al 43); ad Albera Ligure dai nonni sfollato da Bologna (1943-44); a Caversaccio (Varese) fino alla fine della guerra; a Rescaldina, tra Busto Arsizio e Legnano, fino al 1953. Scuola media a Saronno nel Collegio Arcivescovile, da esterno; primi 3 anni di liceo al Vittorio Veneto di Milano. Poi a Palermo per gli ultimi due anni di liceo scientifico, terminato con un premio come miglior studente in tutte e materie scientifiche del liceo scientifico di Palermo (notizia riportata per l’importanza che può avere una passione scientifica in chi dovrà poi occuparsi di filosofia e di teologia)

La formazione e gli studi

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Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Navarra e in Diritto Canonica all'Università san Tommaso di Roma, ha orientato i suoi interessi in due direzioni: analisi dei rapporti umani e orientamento familiare. Dopo vari scritti minori, nel 1997 ha pubblicato, presso le Edizioni Ares di Milano, Liberare l’Amore, che ha per sottotitolo: La comune idolatria, l’angoscia in agguato, la salvezza cristiana. Il libro è presentato da Bruno Forte, teologo e vescovo. È strutturato sulle parole di Gesù: lo Spirito Santo convincerà il mondo di peccato, di giustizia, di giudizio. Stranamente non sono mai state attentamente studiate, pur essendo il contenuto di ciò che lo Spirito deve trasmetterci per entrare nel Vangelo. Effettivamente i lettori attenti lo hanno trovato oltremodo illuminante e stimolante, tanto che il libro è giunto alla quarta edizione, nonostante la notevole mole di 475 pagine. Il libro è stato recensito su varie riviste e giornali, tra cui si può ricordare il Cardinale Gianfranco Ravasi su Il sole 24 ore dell’11 novembre 1997. Tra l’altro scrive: «Borghello fa una osservazione molto pertinente, anche se potrà sorprendere qualcuno “Il contrario della fede religiosa non è l’ateismo, ma l’idolatria”. (…) Con molto rigore e coraggio, l’autore nota che l’idolatria prospera non solo nella società secolarizzata, ma anche nella vita dei cristiani. (…) Anche la Chiesa può essere idolatrica quando si infetta di clericalismo o di radicalismo fazioso».

Il libro ha avuto un seguito con Saper di Amore pubblicato nel 2013 dalle Edizioni Ares, con una seconda edizione nel 2016. Nel 2018 ha pubblicato Appartenenza primaria. Una teoria generale, per i tipi della Cantagalli, di Siena con un saggio introduttivo del sociologo Pierpaolo Donati il Prof. Antonio Malo, (http://docenti.pusc.it/homepage/?u=malo) recensendo il libro per la Rivista internazionale di filosofia Acta philosophica, (Fascicolo 1, Volume 28, Anno 2019), afferma: «Si tratta di un libro che non solo tratta questioni molto diverse quali i fenomeni attuali della società postmoderna – come la violenza, la ricerca di consenso a tutti i livelli che però si maschera di autonomia, le tensioni fra essenzialisti, ideologi del genere e transumanisti –, ma che presenta anche il tentativo di formulare un dialogo con diverse scienze umane, come la psicologia, l’antropologia, la sociologia, cercandone il fondamento nella metafisica e nella teologia». Il cuore umano ha estremo bisogno di riconoscimento altrui. Nato dall’Amore di Dio si ritrova a cercare amore a partire da altri. Si crede di pensare con la propria testa, in piena ragionevolezza, ma in realtà si usa la ragione per aver potere presso il proprio gruppo primario, sociale o religioso. Anche chi pensa di non dipendere da nessuno in realtà cura estremamente la sua immagine presso alcune “persone essenziali”, sensibilissimo al successo e all’insuccesso. Fuori dal coro già Nietzsche intuiva, con la volontà di potenza, qualcosa di simile, tanto da affermare, in La gaia scienza “di matti, se presi ad uno ad uno, ce ne sono pochi. Ma se prendiamo i partiti, le etnie, le religioni o altri gruppi, sono tutti matti”. Infatti a partire dal proprio gruppo primario tutti sono convinti di stare dalla parte della ragione: sinistra contro destra, e viceversa, credenti contro atei e viceversa, ecc. Cercare di convincere un relativista assoluto da parte di un credente è come cercare di convincere un musulmano che il cristianesimo è meglio dell’Islam. Anche un relativista ha il suo dogma e la sua morale, secondo il politically correct che lo sostiene. Dietro le idee c’è il consenso esistenziale senza il quale non si può vivere, al punto che di fatto tutti sono pronti a morire per la propria causa, per Hitler come per Stalin, per Ben Laden come per salvare un compagno in pericolo, per i familiari o i correligionari, ecc. Anche chi vive del successo del proprio lavoro è pronto a sacrifici eroici nel caso diventino portatori di consenso. Da questa teoria nasce una proposta di dialogo culturale rispettosa delle altrui appartenenze; un po’ come è successo con l’ecumenismo: dopo 400 anni di guerra religiosa si è arrivati al rispetto non solo di ogni persona, ma anche della propria appartenenza socio-religiosa. Ma nasce anche una proposta di nuova evangelizzazione attraverso la promozione e la cura di una appartenenza ecclesiale a livello alto, con una comunione capace di innalzare l’appartenenza primaria del cuore al livello di Pentecoste. Si è sempre data a livello dei voti religiosi, nei monasteri e nei conventi, ma occorre che tale comunione trinitaria prenda piede nella normalità della vita quotidiana, sulla base del battesimo. Al tema sono state dedicate altre pubblicazioni reperibili nella bibliografia. Per fidanzati e sposi ha prodotto vari libri, partendo dalla constatazione che per sposarsi praticamente non si legge nulla. I giovani studiano voluminosi manuali per laurearsi, ma per sposarsi pensano di saperne abbastanza e vanno incontro a grandi sofferenze; per loro ha scritto: Il Sogno dell’amore per sempre; I fondamentali dell’amore umano, Matrimonio combinato? No, grazie, ma con qualche (grossa) sorpresa, tutti con le Edizioni Ares. Per le famiglie ha scritto: Saper fare i genitori, Le crisi dell’amore, L’amore romantico contrastato. Il killer dell’amore per sempre. Infine per aiutare i genitori ad affrontare i cambi della preadolescienza: Liberi dal sarcasmo. Quest’ultimo, premiato da “Via franchigena” e dalla Città di Verbania, vuol aiutare i genitori a prevenire le derive negative dei gruppi di coetanei, quando i figli sono nell’età della preadolescenza. Il sarcasmo è la presa in giro. Si arriva ai suicidi per prese in giro su facebook, ma molto più spesso i ragazzi fanno cose che da soli mai farebbero, per paura di essere derisi o emarginati dal gruppo. Il problema della droga nasce proprio da qui. In preparazione l’Autore ha un grosso volume dal titolo Laicità e cristianesimo. Rivedere il rapporto natura-grazia per una più efficace azione culturale dei cattolici. Ampi stralci sono già leggibili nel sito wwwugoborghello.it. Il tema richiede un approfondimento metafisico che regga al dinamismo storico della natura umana. Oggi si è molto restii a parlare di legge naturale, perché si vede la natura contrapposta alla storia e alla cultura, con forti cadute storicistiche e con la relativizzazione di ogni valore. Ma ciò è dovuto a secoli di metafisica essenzialista. Con una metafisica basta sull'atto di essere relazionale, invece che sulle essenze, si capisce che natura, storia, cultura si intrecciano nella configurazione di una vera antropologia. Diventa possibile una filosofia della storia che regga l’azione politica secondo una sana ideologia, del tutto necessaria per uscire dalle ideologie totalitarie o dal relativismo che impedisce di riconoscersi come popolo. La democrazia non è basata soltanto sulla libertà individuale, rispettabilissima al momento del voto politico, ma richiede anche una responsabilizzazione sociale per trovare accordi su travature di fondo della vita sociale. La scuola infatti ha bisogno di un consenso comune sui valori di fondo da trasmettere ai giovani. Il libro vuol dare un fondamento alla laicità, contrapposta al laicismo e al confessionalismo.

Appartenza primaria

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È una teoria antropologica e sociologica presente in vari libri di Ugo Borghello, che è poi stata formulata nel libro L’appartenenza primaria. Una teoria generale. Si scopre un legame significativo profondo nell'ambito di un consesso umano, che condiziona il pensare e l’agire di ogni persona. Già Aristotele diceva che l’uomo è un animale sociale, e nessuno dubita del fatto che si vive sempre con altri. Ma normalmente si crede di pensare autonomamente e di decidere liberamente, mentre di fatto siamo fortemente condizionati. Lo si vede da come sia quasi impossibile convincere gli altri delle proprie idee, specie nei dibattiti televisivi. Lo si vede dai sacrifici che ciascuno è disposto a fare pur di avere immagine davanti agli altri. Lo si vede da come si dipende da successo e insuccesso e in genere dall'amor proprio, fino all'esaltazione o all'angoscia più cupa. Freud supponeva che il 90% delle nostre motivazioni sono inconsce. Si può concordare, anche se la teoria della libido non dà spiegazione di ciò che ha scoperto. Effettivamente le motivazioni inconsce sono dettate dal bisogno di consenso dentro una cerchia più o meno configurata, portatrice di un legame sociale primario. La teoria si avvale anche degli studi di [Donati] sulla sociologia relazionale. Nel saggio introduttivo il prof. Donati annota: «La formula è tanto semplice, quanto profonda. Contiene una ricchezza insondabile. La possiamo esprime così: la nostra personale felicità dipende da qual è la nostra appartenenza primaria, cioè la relazione con il destinatario del nostro amore da cui facciamo dipendere il senso vitale della nostra esistenza quotidiana, perché è nel legarci a questa appartenenza che troviamo il consenso degli altri, il quale ci è necessario per essere accettati e stimati e così sentirci amati, sentirci qualcuno che ha un valore, e non una cosa senza valore, da ignorare o scartare». Si dice primario per distinguerlo da tante relazioni secondarie. Per il primario si rischia la vita, mentre per il secondario non si spende quasi nulla. Il consenso è legato a delle prestazioni che rendono necessaria la nostra esistenza per le “persone essenziali”. Tali prestazioni si caricano di assoluto, venendo ad assumere una dimensione idolatrica, un’attenzione del cuore che cerca di essere un piccolo dio per qualcuno. La madre diventa un piccolo dio per il figlio; l’uomo con il suo lavoro si sente un piccolo dio: necessario ai familiari e apprezzato da colleghi e clienti. Per tale consenso non si misurano i sacrifici. Si arriva ai kamikaze, che non sono dei fanatici, ma sono migliaia ormai di giovani che rispondono alle attese dei capi in un gruppo primario di terroristi. In un frammento di Eraclito c’è una intuizione profonda in questo senso: “Difficile è la lotta contro il desiderio, poiché ciò che esso vuole lo compera a prezzo dell’anima”. Altrettanto acuto è sant’Agostino: “Amor meus pondus meum; eo feror quocunque feror”: qualunque cosa faccia è il peso del mio amore che mi trascina. Si può intravedere dove si radica il male, nel cercare amore dagli uomini invece che da Dio. Non per nulla nella fede cristiana si parla di peccato originale. L’appartenenza primaria è una dimensione positiva della vita umana, è la dimensione dell’amore. Ma proprio nel cuore di questa dimensione, nel capovolgimento della fonte dell’amore, si origina la fonte nascosta di tutti i mali. L’appartenenza primaria ha le sue radici nel genoma umano. Come tutti gli animali, anche l’uomo ha un branco. Lo spirito permette di differenziare il branco dando luogo a tante forme di vita sociale, ma non si potrà mai cambiare il cromosoma. Tutto si vive con riferimento agli altri: la sessualità fisica, l’emotività, la spiritualità. Si può dire che il cuore di ogni popolo è la religione, proprio perché un popolo è tale se unito da appartenenza primaria. Gli egiziani hanno mantenuto la stessa cultura per 3.000 anni; gli ebrei da 4.000 anni mantengono un vincolo primario ben determinato. In occidente fino al 1500 la cultura era unitaria. Con Lutero si è creato una spaccatura che ha provocato nel tempo il disgregarsi dell’appartenenza primaria comune in tante “chiese” diverse. Tutti hanno sempre una “chiesa”, anche gli atei, gli illuministi, i comunisti, ecc. Non c’è una reale evoluzione culturale, ma una mappa a pelle di leopardo. Siamo cresciuti con il mito egheliano del processo spirituale, ma non si può certo dire che la “chiesa” nazista”, del secolo XX, sia più umanizzante del buddismo che è sorto duemila anni fa. Ognuno sarà sempre convinto che la propria area culturale sia quella vera, ma se si osservano le varie appartenenze dall'esterno si capisce che esiste il più umano e il meno umano, che esiste una verità oggettiva, nonostante la radicalità del condizionamento del bisogno di amore in una relazionalità vitale. Alla fine è il grande tema dell’amore, sempre trascurato dai filosofi, che affiora dalla sua profondità. Si intende l’amore come un fatto dialogico tra io e tu. Ma il vero amore è triadico, è un “noi” che si apre al bene di tanti. Un bambino ha tanti io-tu, con la madre, il papà, la nonna, ecc. E tutti gli danno il massimo. Ma se papà e mamma litigano il bambino sta molto male, perché viene meno il “noi”, la sorgente dell’amore. Anche il tema della libertà si illumina quando si scopre che la libertà è per l’amore o meglio, viene dal dono dell’amore. Si è liberi quando si è felici e si è felici veramente quando ci si sente innamorati. Una libertà che si arroga il diritto di rompere vincoli di amore crea alla lunga la disperazione. Charles Cooley ha coniato l’espressione “gruppo primario” per indicare un gruppo di persone con forti legami comunitari significativi. Ma lo limita a poche persone che interagiscono in modo diretto e cosciente. Con forte spirito di corpo in cui ci si identifica reciprocamente. L’identificazione reciproca fa credere di essere diversi dagli altri. Il riconoscimento identitario cosciente può essere solo tra pochi che interagiscono facilmente. Cooley fa notare che un gruppo primario incomincia da tre, ma lo vede anche tra due fidanzati e in modo chiaro nella famiglia. Molti connotati di quello che lui chiama gruppo primario corrispondono all'appartenenza primaria in cui tutti si muovono. Ed è che l’appartenenza primaria prende anche senza esserne coscienti. Oggi si parla molto di individualismo, di società liquida, senza legami forti, ma in realtà tutto si muove alla ricerca di una immagine sociale, con forti imperativi collettivi che guidano il pensare e l’agire in modo conformistico. Lo scegliere secondo una libertà del tutto soggettiva, come sembra lo stile sempre più diffuso, in realtà deve moltissimo al conformismo o al politically correct. Lo si vede dai sacrifici cui ci si sottopone, nel lavoro, nello sport, nell’attività politica, nel look, fino al rischio della vita. Certamente là dove c’è un gruppo primario ben individuato, ad iniziare dalla famiglia, si vede la disponibilità al sacrificio e al rischio, ma a ben guardare tutti hanno una relazione vitale e primaria con altri, gli “altri-per-me” come dice Ricoeur, ben diversi dagli “altri-da-me”, che guida segretamente il cuore. Gesù può dire: “dove è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore”, e dice anche: “Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce” (Gv 10, 26-27). L’appartenenza primaria seleziona le informazioni, crea un vero recinto ermeneutico. Se si guarda ai dibattiti nella nostra società assiologicamente pluralista si ha proprio l’impressione che essa sia composta da tanti tunnel autoreferenziali: le notizie arrivano, sbattono contro le pareti del tunnel e rimangono chiuse dentro, senza reale comunicazione tra i vari tunnel. La teoria dell’appartenenza primaria illumina la psicologia, la sociologia, l’antropologia, la religione e anche la redenzione, Questa infatti avviene attraverso un innalzamento di amore operato dallo Spirito Santo a Pentecoste. Varie teorie psicologiche richiamano un sostrato relazionale primario. Il fatto che il bisogno di consenso parta dal genoma può spiegare in parte l’antropologia freudiana di una libido che detta legge all’es, condizionando l’io. Più chiara ancora è la lettura del super io. L’io è sempre preso dalle attese delle persone essenziali, che facilmente Freud ha letto nei suoi schemi ridotti. Proprio il super-io parla di un legame profondo, che condiziona inconsciamente la libertà di ciascuno, che pone il problema dell’appartenenza primaria, di una profondità di amore, dritto o capovolto. Comunque si può dire che il subconscio indicato da Freud non è un istinto cieco, ma sostanziale bisogno di amore, di riconoscimento: prende l’es, prende l’ego, prende il super ego. Facile da vedere dietro la teoria di Alfred Adler, che pur aveva ben presente le analisi di Freud, suo maestro e iniziatore geniale. La volontà di potenza e il complesso di inferiorità si spiegano perfettamente con il bisogno primordiale di consenso. Più chiara ancora la teoria di Jung degli archetipi collettivi; riconosce infatti un inconscio collettivo. E si può trovare questa radice in teorie come quella dell’attaccamento di John Bowlby, o in Lacan, con l’inconscio dialogico. Particolarmente significativa in questo senso è la logoterapia di Victor Frankl. L’appartenenza primaria crea esigenze di riconoscimento, di potere presso gli altri, di successo, tutto in funzione dell’immagine sociale. Provoca paure, ansie, depressioni, sicurezze e insicurezze, autostima o meno, presunzione, ottimismo nel successo vero o prevedibile. Già da infante ogni sorriso infonde sicurezza e ogni disagio contribuisce a configurare difese psicologiche più o meno turbate. Ben presto, intorno ai due anni, si stabilizza il carattere, che influenzerà tutta la vita. Con gli anni tante cose cambiano, ma la presa dell’appartenenza primaria non si indebolisce, incanalata dalla formazione del carattere. Successi e insuccessi rimangono spasmodici; ansie di prestazione si danno a tutte le età. Quando non è in pericolo l’appartenenza, ma richiede prestazioni difficili, insorge l’ansia. Quando invece è in pericolo proprio il vincolo primario insorge la depressione, soprattutto se il vincolo si rompe. Se la moglie si separa dal marito, questi entra in depressione. La depressione, a parte quelle che provengono dal genoma configurato patologicamente (come può essere nel disturbo bipolare) insorge quando si va logorando la sicurezza dell’appartenenza. Può essere per un lavoro insufficiente a mantenere un certo livello di vita per la famiglia, o per scarso interesse dei familiari alla sua presenza e alle sue prestazioni. Ma sempre si tocca la radice del senso della vita, e cioè l’appartenenza primaria. Capendo che il bisogno congenito di amore, di consenso in un consesso plurale, è alla radice della psicologia del profondo, ma anche nella definizione della sociologia nel suo nucleo centrale di relazioni sociali significative, e della religione, si intravvede un futuro di sinfonia di tutte le dimensioni umane, retto da una metafisica relazionale ancora sconosciuta. Nel libro L’appartenenza primaria. Una teoria generale, Borghello dedica un capitolo alla metafisica approdando ad un nuovo archè: l’atto di essere relazionale, capace di reggere l’emergenza della relazione vitale rispetto ai vari soggetti. Si dà così un fondamento all'appartenenza primaria, che non è un soggetto a sé stante, ma neppure la somma dei soggetti che ne partecipano: è realtà emergente che si ritrova in ciascuno dando sostanza di amore a tutti i soggetti coinvolti.

  • Ernst Block: Ateismo en el cristianismo, Ed. Fomento, Madrid 1982.
  • Tradotto in italiano: Ernst Block: Ateismo nel cristianesimo, Ed Iapadre, l’Aquila 1983.
  • Liberare l’Amore. La comune idolatria, l’angoscia in agguato, la salvezza cristiana, Ed. Ares, Milano 1997. Quarta ristampa 2009.
  • Le crisi dell’amore. Prevenire e curare i disagi familiari, Ed. Ares, Milano 2000. Quarta ristampa 2009. Tradotto in inglese e in spagnolo.
  • La sfida dell’Amore. Perché essere cattolici fin da giovani, Ed. Ares, Milano 2000. Con presentazione del Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo di Bologna.
  • Il Sogno dell’amore per sempre. Vademecum per fidanzati, Ed. Ares, Milano 2007. Seconda ristampa 2013.
  • Liberi dal sarcasmo. Come prevenire le derive negative del gruppo di coetanei, Ed. Ares, 2011. Seconda ristampa 2011.
  • I fondamentali dell’amore umano, Ed. Ares, Milano 2016. Seconda ristampa 2011.
  • Saper di Amore. Distinguere nel cristianesimo la fede dalla religione, Ed. Ares, Milano 2013. Seconda ristampa 2016.
  • Nuova evangelizzazione e comunione primaria in parrocchia, Ed. Cantagalli, Siena 2014. Prima ristampa 2015.
  • Comunione carismatica in parrocchia, Ed. Cantagalli, Siena 2015. Con Presentazione di Mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia.
  • Il male più grande. In controluce con il grande dono della misericordia divina. Ed. Fede&Cultura, Verona 2016. Prima ristampa 2016.
  • L’amore romantico contrastato. Il killer dell’amore per sempre. Ed. Ares, Milano 2018.
  • L’appartenenza primaria. Una teoria generale. Ed. Cantagalli, Siena 2018. Saggio introduttivo di Pierpaolo Donati.
  • Matrimonio combinato? No, grazie. Ma con qualche (grossa) sorpresa, Ed. Ares, Milano 2019.


Primi anni (–)

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Premi e riconoscimenti

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