Utente:Thomas Russino/Sandbox

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Antonino Tripepi era affiliato alla massoneria, in particolare alla Loggia M. Pagano, e divenne direttore dell' Archivio di Stato di Potenza nel 1897, con delibera del Consiglio Provinciale di Potenza. Sotto la sua direzione l'Istituto archivistico conobbe un fervore di attività mai prima sperimentato, che valse a rivalutarne il ruolo, da mero luogo di conservazione a centro propulsore di studi e di ricerche, anche grazie alla pubblicazione della prima rivista di studi storici della provincia: la "Rivista storica lucana", diretta dallo stesso Tripepi. Il mensile, il cui primo numero vide la luce nel mese di dicembre del 1900, si proponeva, tra gli scopi principali, "quello di raccogliere dai vari archivi della Basilicata i più notevoli documenti storici e di offrirli agli studiosi". La rivista, purtroppo, non ebbe vita lunga e cessò di essere pubblicata dopo i primi quattro numeri. [1]

Rivista Storica Lucana[modifica | modifica wikitesto]

Volume I Fascicolo I[modifica | modifica wikitesto]

Qui è presente un articolo scritto dal Tripepi. In questo lo storico esprime le sue considerazioni riguardo a un documento del 1808, rinvenuto nell'archivio Provinciale, intitolato "Rapporto sull'operato della famiglia Addone nel 1799", descrivendone il contenuto.

Volume I Fascicolo II[modifica | modifica wikitesto]

In un altro articolo intitolato "Calunniati del 1799?" Antonino Tripepi, riprendendo la trattazione del documento del fascicolo I, descrive l'operato di Nicola Addone a Potenza nei confronti del brigantaggio e il risarcimento delle famiglie danneggiate dal fenomeno. Egli inoltre tratta i vari assassinii compiuti dai briganti, facendo i loro nomi. Gli aguzzini avevano esposto le teste in pubblica piazza. Anche lo stesso Addone era in pericolo, ma non fuggì, bensì cercò di adescare alcuni assassini e briganti con del denaro, per poi massacrarli e ucciderli, anche con l'aiuto delle donne della famiglia, che occultarono i corpi e cancellarono le tracce di sangue. Altri briganti, credendo che i loro compagni stessero saccheggiando la tenuta degli Addone, si diedero all'assalto. Trovarono tuttavia il portone chiuso, e mentre si accingevano a darlo alle fiamme furono sorpresi da una moltitudine di colpi, sparati dalle finestre della tenuta, e uccisi. I 17 cadaveri dei briganti vennero esposti in piazza al posto delle vittime precedenti e la municipalità fu ripristinata.

Volume I Fascicolo III[modifica | modifica wikitesto]

Nella continuazione dell'articolo intitolato "Calunniati del 1799?" vengono conferiti i meriti alla famiglia Addone per aver evitato eccidi da parte di briganti nel 1799 e vengono smentite le voci riguardo alla corruzione di Nicola Addone nell'esercitare la carica di Ricevitore generale della Provincia. Infatti viene riportato un decreto del Ministro delle Finanze del 18 dicembre 1872 con cui vengono annullate due inscrizioni ipotecarie del 1811 a danno di Nicola Addone e Filippo Abbamonte, rinnovate decennalmente fino al 28 marzo 1872 e poi solo per Nicola Addone, in seguito al riconoscimento della regolarità dei conti e della presenza di nessun debito nei confronti dello Stato da parte di quest'ultimo nella gestione delle sue tenute.

Volume I Fascicolo IV-V[modifica | modifica wikitesto]

In questi due fascicoli è presente una raccolta di poesie patriottiche lucane ma non ci sono interventi da parte di Tripepi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Prinzi e Tommaso Russo (La massoneria in Basilicata: Dal Decennio francese all'avvento del fascismo , pagina 90 e 99)