Utente:TeoneRugbyTra23/Sandbox

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Coaching Prossemico

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Il Coaching Prossemico è un particolare metodo di Coaching, inventato da Roberto Maria Rigati nel 2019, pensato per conferire al processo di Coaching una maggior profondità ed efficacia. Al termine di una decina d’anni di ricerca e sperimentazione, Rigati ha scelto ed accolto nel nuovo metodo costrutti e contributi provenienti da approcci di Coaching e sviluppo personale precedenti: oltre alla Prossemica nella comunicazione come emerge dagli studi di E.T. Hall, il Coaching Umanistico, il Coaching by Values, la Programmazione Neurolinguistica e la Mindfulness, tra i principali. Il Coaching Prossemico ne integra i contributi con tecniche e costrutti di propria elaborazione, quali la clessidra del Coaching o i concetti di narrazione ascendente e discendente. Tecnicamente, e in questo il metodo si allinea con il Coaching Umanistico, il Coaching Prossemico è mirato a far sì che il cliente (Coachee) venga ispirato a trovare dentro di sé le proprie risorse più nobili (le sei High Six secondo Seligman e Peterson), al fine di innescare una vera evoluzione che lo conduca non solo a una maggior efficace, ma anche a un più solido e profondo benessere. Nel 2020, l’International Coaching Federation ha approvato il Coaching Prossemico, certificando come “ACSTH” (Accredited Coach Specific Training Hours”) il relativo corso di formazione, intitolato alla memoria di Giovanni Liotti.

1. I principi di base

2. Obiettivi

3. Bibliografia


1. I principi di base

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L’empatia non è il calarsi nei panni dell’altro sino al punto di provare le stesse cose. Essa invece, per il Coach prossemico, è l’avvicinarsi emotivamente e cognitivamente al Coachee quanto basta (e non oltre) per comprenderne stati d’animo, pensieri ed emozioni, e riconoscerli per quelli che sono – cosa ovviamente impossibile se se ne mantenesse distante, distaccato, o al contrario totalmente immerso e coinvolto. Ne derivano i due principi di base del Coaching Prossemico:

Primo principio: il Coach deve trovare e mantenere la Massima Vicinanza Compatibile (MVC) con l’empatia, l’alleanza e il rapport necessari per comprendere il Coachee e le dinamiche interiori che ne determinano il comportamento e l’azione in quel momento della sua vita.

Secondo Principio: ogni momento del Coaching, e della sessione di Coaching, necessita di una diversa profondità di esplorazione della vita del Coachee. Compito del Coach è trovare la giusta profondità, quella che serve in quel momento, e penetrarvi con le proprie domande potenti.

Quindi, mentre il primo principio deve guidare il Coach per trovare e mantenere la sintonia con il cliente, il secondo gli serve per esplorare livelli logici via via più alti e profondi, facendo domande che ispirino il Coachee a descriversi come protagonista e non vittima degli eventi (narrazione ascendente).

A differenza dalla terapia psicologica o psichiatrica, tale esplorazione nel Coaching in generale, e nel Coaching Prossemico in particolare, non è finalizzata a sciogliere le cause del disagio, del disturbo o della patologia psichica, perché in tal caso il problema del cliente non è trattabile con gli strumenti professionali del Coach, bensì a rintracciare e far emergere le risorse motivazionali ed attitudinali più autentiche e potenti della persona.

Tecnicamente quindi, lo scopo dell’esplorazione da parte del Coach prossemico è quello di individuare e far emergere le Virtù della persona. Tali Virtù sono quelle enumerate da Seligman e Peterson in Character Strengths and Virtues: A Handbook and Classification (Oxford University Press, 2004). Seligman e Peterson, al termine di una complessa ricerca documentale sui testi delle principali tradizioni filosofiche della Storia (Confucianesimo, Buddhismo, Taoismo, Grecia classica, Ebraismo, Cristianesimo, Islam), hanno ritenuto di poter individuare le Sei Virtù Universali (le High Six), che sono sempre state riconosciute come tali dalle civiltà umane di tutto il mondo: Coraggio, Saggezza, Giustizia, Umanità, Temperanza, Trascendenza).

La premessa teorica, poi verificata empiricamente nel Coaching Prossemico, è che se il cliente, mediante l’esplorazione condotta con una narrazione ascendente, riesce a riscoprire le proprie autentiche virtù, s’imbatte in una pura fonte di energia che libera la sua iniziativa e creatività, permettendogli di inventare facilmente le azioni e i comportamenti più efficaci e più consoni alla sua personalità per affrontare le situazioni per le quali si è rivolto al Coach.

3. Bibliografia

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Bandura, Albert: Autoefficacia – teoria e applicazioni, Edizioni Erickson, Gardolo (TN), 2008

Dilts, Robert: Il manuale del Coach, Alessio Roberti editore, Urgnano (BG) 2003

Liotti, Giovanni: La dimensione interpersonale della coscienza, Carocci ed., Roma 2015

Rigati, Roberto Maria: Si fa presto a dire manager, Vertigo edizioni, Roma 2019

Rigati, Roberto Maria: Introduzione al Coaching Prossemico, 2019

Rigati, Roberto Maria: L’eroe 6 tu, 2021

Seligman, Martin e Peterson, Christopher: Character Strengths And Virtues - A Handbook and Classification, American Psychological Association & Oxford University Press 2004