Utente:Taro99/Sandbox

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Il Chilometro Zero in economia è un tipo di commercio nel quale i prodotti vengono commercializzati e venduti nella stessa zona di produzione.

La locuzione "a chilometri zero" in ambito agroalimentare identifica una politica economica che predilige l'alimento locale, in contrapposizione all'alimento globale, e soprattutto risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in termini anche di inquinamento.

La locuzione "a chilometri zero"[modifica | modifica wikitesto]

Industria automobilistica[modifica | modifica wikitesto]

La locuzione "a chilometri zero" significa "che ha percorso, dal momento in cui è stato prodotto, zero chilometri", cioè nessun chilometro. In origine, essa si riferiva ad una particolare categoria di automobili, che i concessionari si autoimmatricolano e vendono ai clienti ad un prezzo ridotto del 20-25% rispetto a quello di mercato. Il vantaggio per il concessionario sta nel fatto che, comprando più autovetture di quante riesca a venderne in un certo periodo, è in grado di raggiungere un determinato volume di acquisti che gli garantisce sconti e altre agevolazioni da parte delle case produttrici. L'acquirente, a sua volta, compra un'auto praticamente nuova, che non ha mai viaggiato o ha viaggiato pochissimo (in genere, i chilometri non sono mai esattamente zero, ma non superano comunque i cento), al prezzo di un'auto usata.

Prodotti agricoli[modifica | modifica wikitesto]

Un'altra accezione, più recente, si riferisce ai prodotti agricoli: in questo caso, dicendo che un prodotto è "a chilometri zero" s'intende dire che, per arrivare dal luogo di produzione a quello di vendita e consumo, esso ha percorso il minor numero di chilometri possibile. L'idea di fondo, in sostanza, è quella di ridurre l'impatto ambientale che il trasporto di un prodotto comporta, in particolare l'emissione di anidride carbonica che va ad incrementare il livello d'inquinamento.

Secondo questa filosofia risulta vantaggioso consumare prodotti locali in quanto accorciare le distanze significa aiutare l'ambiente, promuovere il patrimonio agroalimentare regionale e abbattere i prezzi, oltre a garantire un prodotto fresco, sano e stagionale. S'interrompe così quella catena che è nata con la grande distribuzione, che lavora con i grandi numeri, a scapito del rapporto consumatore-produttore. L'idea di prodotti "a chilometri zero", essendo sensibile alla riduzione delle energie impiegate nella produzione km0 si riferisce alle energie impiegate nel trasporto e non nella produzione, oltre a diminuire il tasso di anidride carbonica nell'aria porta ad un uso consapevole del territorio, facendo riscoprire al consumatore la propria identità territoriale attraverso i piatti della tradizione. È un modo di opporsi alla standardizzazione del prodotto, che provoca l'aumento della produttività facendo però perdere la diversità.

Il sistema dei "chilometri zero" si esprime attraverso diversi canali: la modalità di vendita più diffusa è quella che si effettua tramite i distributori automatizzati, tipicamente situati nelle piazze o in altri luoghi pubblici. Molteplici sono gli spazi che vengono adibiti alla vendita diretta per gli agricoltori locali all'interno dei mercati comunali e rionali.