Utente:T.Stagi/TarozziGiuseppe.vocebiografica

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Giuseppe Taròzzi (Torino, 1866Padova, 1958) è stato un filosofo italiano docente di filosofia nell'Università di Firenze, di filosofia morale nell'Università di Palermo e nell'Università di Bologna, dove poi insegnò filosofia teoretica.

Studiò dapprima all'Università di Torino, laureandosi in Lettere nel 1888, quindi a Genova, dove si laureò in Filosofia nel 1891. Nel periodo degli studi universitari diresse il giornale "La letteratura", fino al 1901. Dopo la laurea fu per alcuni anni insegnante nelle scuole superiori di varie città italiane, fra cui Padova, dove conobbe il filosofo Roberto Ardigò, un incontro decisivo che ne orientò inizialmente il pensiero verso il positivismo. A partire dal 1898 passò alla carriera accademica insegnando come docente di filosofia all'Università di Firenze per trasferirsi a Palermo nel 1902 dove insegnò filosofia morale e quindi approdare a Bologna, sua sede definitiva dove insegnò per trenta anni (1906-36), tenendo le cattedre di filosofia morale e di filosofia teoretica. Fu tra i fondatori e diresse la rivista "La gioventù italiana" dal 1909 al 1910; fu direttore anche della "Rivista di filosofia" dal 1923 al 1928. Fra gli incarichi extra-accademici di maggior rilievo rivestiti da Tarozzi spiccano in particolare la collaborazione come membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione, e l'affiliazione come socio delle Accademie delle scienze di Bologna e di Torino e dell'Accademia dei Lincei, quale socio nazionale dal 1947.[1]

Tarozzi seguì inizialmente Roberto Ardigò su posizioni vicine al positivismo, per poi gradualmente distaccarsi da qualsiasi forma di "determinismo naturalistico" in difesa "della libertà e della fede". [2] Influenzato probabilmente anche dalle speculazioni contro il positivismo materialista del filosofo Francesco Bonatelli, da lui conosciuto nel periodo padovano, Tarozzi ricercò una sintesi tra il determinismo positivista e il principio della libertà spirituale, aderendo in età matura ad pensiero filosofico di matrice spiritualista.[3]

Opere principali

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  • Apologia del positivismo, Roma, Formiggini, 1926.
  • L'esistenza e l'anima, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1930.
  • La ricerca filosofica e la religione, 1935.
  • La libertà umana e la critica del determinismo, Bologna, Zanichelli, 1936.
  • L'infinito e il divino, Bologna, Cappelli, 1951.

Fu anche autore in ambito pedagogico di monografie dedicate a questioni sia storiche sia teoriche, oltre che di numerosi testi scolastici di filosofia, pedagogia e psicologia per i licei.

Archivio e biblioteca personali

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La Biblioteca Umanistica dell'Università degli studi di Firenze conserva un Fondo archivistico intitolato a Giuseppe Tarozzi, che comprende, all'interno di 6 scatole numerate, vari manoscritti delle sue opere pubblicate, oltre ad appunti di studio e di lavoro e un piccolo nucleo della corrispondenza [4]. La stessa Biblioteca conserva anche la biblioteca professionale di Tarozzi, donata dalla moglie Angela Romagnoli Tarozzi, suddivisa in due nuclei librari: uno più piccolo presso la sede di Lettere e filosofia di 311 volumi e 607 opuscoli di argomento filosofico, ed uno più consistente presso la sede di Scienze della Formazione di quasi 2000 volumi a stampa prevalentemente dell'800 e della prima metà del '900 che trattano di educazione morale, economia politica, filosofia, psicologia, linguistica, poesia. [5]

  1. ^ Giuseppe Tarozzi Enciclopedie online, su treccani.it.
  2. ^ La filosofia italiana: idealismo, anti-idealismo, spiritualismo. In: Storia della filosofia: la filosofia del Novecento.
  3. ^ E. Garin, Cronache di filosofia italiana: 1900/1943.
  4. ^ Fondo Giuseppe Tarozzi, su archivi.unifi.it.
  5. ^ Fondi e collezioni speciali della Biblioteca Umanistica, su sba.unifi.it.
  • La filosofia italiana: idealismo, anti-idealismo, spiritualismo. In: Storia della filosofia: la filosofia del Novecento, Tomo I, Firenze, Le Monnier, 1971, p. 42-73.
  • E. Garin, Cronache di filosofia italiana: 1900/1943, Bari, Laterza, 1955.
  • S. Di Majo (a cura di), Guida ai fondi speciali delle biblioteche toscane, Firenze, DBA, 1996.