Utente:Signor Eresia/Sandbox

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A[modifica | modifica wikitesto]

Abbacinare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Accecare avvicinando agli occhi un bacino arroventato, come forma di antico supplizio (Participio Presente: Abbacinante; Participio Passato: Abbacinato).
  2. Privare per un tempo più o meno lungo della funzione visiva, o ridurla notevolmente.
  3. a Illudere, attrarre ingannevolmente. b Stordire.

Abbaino[modifica | modifica wikitesto]

  1. Soprelevazione del tetto di un fabbricato, realizzata in modo da consentire l’apertura di una finestra per dare luce ed aria al sottotetto. Negli edifici dei paesi nordici, viene spesso elevato a filo della facciata costituendone insieme il coronamento e un elemento architettonico caratteristico; fu usato soprattutto dai costruttori gotici e ripreso largamente nell'architettura dei secoli successivi.
  2. Soffitta abitabile.

Abietto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Spregevole, ignobile, vile; azione commessa con particolare perversità o malvagità, ripugnante alla morale comune, ciò che costituisce una circostanza aggravante del reato. Anticamente anche col significato di disprezzato, reietto (Avverbio: Abiettamente).

Abiezione[modifica | modifica wikitesto]

  1. Stato di avvilimento o di bassezza morale. Nella pratica ascetica, atteggiamento di umiltà eroica per cui si rinuncia alla propria personalità o dignità, ricercando uno stato abituale di vita ritenuto spregevole dall'opinione comune.

Acchito[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nel gioco del biliardo o delle bocce, la mossa con cui un giocatore si acchita; anche la posizione della palla all'inizio del gioco.

Accorato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Addolorato, afflitto, di un dolore profondo e contenuto manifestando o esprimendo l’interno dolore (Avverbio: Accoratamente).

Acume[modifica | modifica wikitesto]

  1. Acutezza, intensità. In senso intellettuale, perspicacia, acutezza di mente.

Afflato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Alito, soffio, soprattutto in senso figurato. Anche effluvio, esalazione.

Alamaro[modifica | modifica wikitesto]

  1. Allacciatura di abiti formata da un cordoncino a cappio su un lato e da un bottone sull'altro.
  2. Ornamento ricamato in argento o tessuto in cotone bianco sui colletti delle divise dei granatieri e dei carabinieri. Si chiamarono così anche i passamani con olivette delle abbottonature degli Spencer neri degli ufficiali di cavalleria o di altre armi.

Allampanato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Molto alto e magro, dinoccolato e rafforzato.

Alterco[modifica | modifica wikitesto]

  1. Litigio, discussione molto animata.

Ambage[modifica | modifica wikitesto]

  1. Cammino tortuoso, andirivieni di strade.
  2. Figurativamente giro vizioso e intricato di parole, discorso prolisso, involuto, e intenzionalmente oscuro o ambiguo; parlare oscuramente, con tergiversazioni.

Anacronismo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Errore cronologico per cui si pongono certi fatti in tempi in cui non sono avvenuti e, in special modo, si attribuiscono a un’età istituti, idee o costumi discordanti dal quadro storico di essa. In senso figurativo, riferito a persone, opinioni, fatti, usanze in contrasto col loro tempo.
  2. Nella critica d’arte, termine con il quale viene indicata una tendenza artistica emersa all'inizio degli anni ’80 del Novecento, caratterizzata dalla libera citazione e dal recupero di tecniche, stili e temi dell’arte del passato.

Anchilosare (Anchilosarsi)[modifica | modifica wikitesto]

  1. Paralizzare per anchilosi o irrigidirsi e intorpidirsi per anchilosi, detto d'un arto (Participio Presente: Anchilosante; Participio Passato: Anchilosato).

Anelito[modifica | modifica wikitesto]

  1. Respiro ansante, affannoso, ultimo respiro, soffio vitale.
  2. Figurativamente, brama ardente o aspirazione.

Anfitrione[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il padrone di casa, generoso e ospitale, nei riguardi degli invitati a un pranzo, a un banchetto in casa sua. La parola deriva, per antonomasia, dal nome di un eroe della mitologia greca e personaggio di una commedia di Plauto, marito di Alcmena, con la quale Giove, invaghitosi di lei, si unisce sotto le sembianze del marito assente; più direttamente, da una battuta pronunciata da Sosia, servo di Anfitrione, nel rifacimento che della commedia plautina fece Molière nell'Amphitryon (1668), dove, nella confusione tra il vero e il falso Anfitrione, egli sentenzia che il vero è quello presso cui si cena.

Antinomia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Contraddizione, reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra due tesi, fra un principio e un altro di una scienza. Nella filosofia kantiana, ciascuna delle contraddizioni in cui l’intelletto necessariamente incorre quando vuol considerare i fenomeni come cose in sé, derogando dalla norma fondamentale della limitazione dell’uso delle categorie alla sfera dell’esperienza possibile; le antinomie, che insorgono propriamente nel campo della cosmologia razionale, cioè della dottrina che ha per oggetto l’idea del mondo, sono più precisamente quattro e sono costituite ciascuna da una tesi e da un’antitesi, entrambe secondo Kant rigorosamente dimostrabili.

Apoplettico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nel linguaggio medico, relativo all'apoplessia, che è connesso con l’apoplessia, l’improvvisa perdita di coscienza dovuta a emorragia cerebrale; il focolaio emorragico cerebrale.

Armigero[modifica | modifica wikitesto]

  1. Coperto di armatura, armato; anche, bellicoso, avvezzo alla guerra.
  2. a Guerriero, uomo d’armi. b Scudiero, servitore di lancia.

Atavico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che risale agli avi o da essi deriva.
  2. Che proviene da atavismo (Avverbio: Atavicamente).

Atono[modifica | modifica wikitesto]

  1. In linguistica, privo di accento tonico
  2. Affetto da atonia, senza forze, languido, privo di espressione.

Avventore[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi va a far compere in una bottega, o prende posto in un locale pubblico, sia d’abitudine sia anche occasionalmente. È sinonimo più popolare di cliente, e con usi più limitati.

B[modifica | modifica wikitesto]

Babbuccia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sorta di calzatura orientale di pelle o di stoffa, col calcagno alto.
  2. Scarpa bassa, senza tacco, di pelle morbida o di stoffa, che si porta in casa; scarpetta a maglia per bambini che non camminano ancora o cominciano appena a camminare.

Bacile[modifica | modifica wikitesto]

  1. Piatto metallico grande e profondo, destinato in passato a vari usi, ma specificatamente per lavarsi; di forme varie, a seconda degli usi speciali a cui era adibito, fu talora prezioso per materia e per pregio artistico della lavorazione, specialmente il bacile per usi liturgici, e quelli adoperati nelle famiglie ricche in occasione di banchetti, feste e altre circostanze solenni. Oggi è ancora impiegato nella liturgia cattolica, soprattutto per raccogliere l’acqua versata per l’abluzione sulle mani del celebrante, o anche per contenere oggetti da benedire.
  2. Vassoio che, soprattutto in occasione di spettacoli di beneficenza con ingresso gratuito, si colloca talora accanto all'ingresso del teatro perché il pubblico possa deporvi le sue offerte. Si diceva dell’attore che, nella serata in suo onore, si poneva accanto alla porta d’entrata del teatro, dietro una tavola su cui era posto un bacile dove il pubblico, entrando, deponeva doni e anche denaro.
  3. In architettura, l’echino del capitello dorico e dei tipi da quello derivati.

Baldacchino[modifica | modifica wikitesto]

  1. Drappo sostenuto da un telaio, ai lati del quale ricade in frange o tendaggi, destinati a proteggere cose o persone sottostanti; può essere fisso o mobile, sostenuto da quattro o più aste, oggi esclusivamente adoperato in riti e cerimonie religiose, e in particolare per accompagnare il trasporto del Sacramento.
  2. Figurativamente, mobile o altra costruzione di fattura complicata e poco stabile.

Battaglio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ferro che sta sospeso nell'interno della campana e che, percuotendola, la fa suonare (batacchio).
  2. Martello fissato all'uscio delle case per picchiare; picchiotto, battente (Diminutivo: Battaglino).

Beccaio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Venditore di carne di becco.
  2. Macellaio. Con questo significato, e con vari esiti dialettali, è voce comune in alcune regioni.

Berciare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Urlare sguaiatamente, strillare. Con valore spregiativo, cantare senza garbo né grazia.

Bifora[modifica | modifica wikitesto]

  1. Finestra il cui vano risulta diviso verticalmente in due luci uguali mediante un piedritto centrale, costituito per lo più da una colonnina. Fu una soluzione di finestra comunemente adottata, forse anche per la sua pratica utilità in funzione di supporto dell’infisso, dall'architettura medievale e quattrocentesca.

Bitta[modifica | modifica wikitesto]

  1. Bassa e robusta colonnetta, generalmente di ghisa, terminata con un collarino o con una testa a fungo, che si dispone lungo il bordo delle calate dei porti (e anche sui ponti delle navi) per legarvi le catene o i cavi di ormeggio; esistono anche bitte di dimensioni minori, formate da due colonnine appaiate e unite alla base da un’asta orizzontale, che si fissano al ponte o alle murate per dar volta ai cavi. Sono dette a cannone quelle che un tempo venivano ricavate interrando lungo i moli la volata di cannoni navali fuori uso, utilizzando quindi la culatta per assicurare i cavi d’ormeggio. Giro di bitta, la porzione di cavo o di catena passata intorno alla bitta; si chiama così anche l’occhio formato dal gallone superiore che, sulle maniche di alcune divise della marina militare, da solo o con altri galloni, indica il grado di un ufficiale.

Bompresso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Estremo albero prodiero dei comuni velieri, inclinato di circa 20° sopra l’orizzonte, che porta il più avanti possibile i lati inferiori delle vele prodiere di taglio (fiocchi), elementi sostanziali per l’equilibrio e la manovra del sistema velico. Può essere formato di tre parti, è armato di sotto con un’asta quasi verticale (pennaccino) per dare quartiere alle briglie, ed è sostenuto dalle draglie, che salgono all'albero di trinchetto, dai venti che vanno ai masconi, e dalle briglie che vanno al dritto di prora.

Boutade[modifica | modifica wikitesto]

  1. Battuta di spirito, osservazione arguta, in cui la spontaneità e l’immediatezza si uniscono a una punta di paradosso.
  2. Ghiribizzo, capriccio.
  3. In passato, improvvisazione di danze o fantasie e simili.

Broccato[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Tessuto ornamentale, decorato con disegni prodotti da catene e da trame supplementari, aggiunte al tessuto di fondo senza che questo subisca modificazioni; i disegni appaiono soltanto sul diritto del tessuto e spiccano nettamente su di esso, mentre le trame e le catene supplementari passano, fuori del disegno, al rovescio, completamente slegate o quasi, e in qualche caso vengono tagliate via. Serve per la confezione di abiti ricchi, di paramenti sacri, oltre che per tendaggi e tappezzerie nell'arredamento. a Veste di broccato.
  2. Calcare policromo lucidabile, più comunemente detto broccatello.

Bucolico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Relativo alla bucolica. Nella metrica classica, la pausa dell’esametro alla fine del quarto dattilo, dove la fine di parola coincide spesso con una interpunzione.
  2. Che evoca il tono e l’ambiente della poesia bucolica, quindi pastorale, idillico.
  3. Poeta di carmi bucolici.

C[modifica | modifica wikitesto]

Cacofonia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Impressione spiacevole all'orecchio prodotta dall'incontro o dalla vicinanza di certi suoni e specificatamente dalla ripetizione di sillabe uguali. È talora ricercata intenzionalmente per ottenere effetti ironici o parodistici.
  2. In musica, suono sgradevole di voci o di strumenti non accordati insieme.

Caducità[modifica | modifica wikitesto]

  1. L’esser caduco, qualità delle cose che son destinate a cadere o a perire; più comunemente in senso figurativo.
  2. In diritto, la perdita della loro efficacia per il verificarsi di fatti nuovi (sopravvenienza del discendente non contemplata nel testamento; decorrenza di termini in alcuni testamenti speciali, ecc.).

Cagionevole[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di salute malferma, di debole complessione, facile ad ammalarsi.

Caliginoso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Pieno di caligine, offuscato dalla caligine. Estensivamente, tenebroso, oscuro.

Campiere[modifica | modifica wikitesto]

  1. In Sicilia, guardiano addetto nelle zone cerealicole alla custodia del fondo, dei fabbricati, del raccolto e del bestiame, e alla sorveglianza dei lavori agricoli.

Camuso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Schiacciato, piatto, detto del naso; per estensione, di persona che ha il naso schiacciato. In zootecnia, la testa del cavallo che, veduta di lato, mostra leggermente concavo il profilo della faccia.

Capzioso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che tende a trarre in inganno, fallace, insidioso (Avverbio: Capziosamente).

Carnet[modifica | modifica wikitesto]

  1. Taccuino, libretto per appunti..

Carola[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Ballo di più persone che danzavano tenendosi per mano e girando in cerchio, di solito con accompagnamento di canto. b Estensivamente, danza in genere.
  2. Canto che accompagnava la danza; estensivamente, canto in genere, ballata..

Cartiglio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Raffigurazione, per lo più dipinta o scolpita, di un rotolo cartaceo, in parte spiegato, spesso contenente un’iscrizione, ma talora destinato a puro scopo ornamentale; usato nell'arte medievale come mezzo esplicativo di figure o rappresentazioni simboliche, divenne poi un tipo particolare di cartella iscritta. Per analogia, figura di forma ovale che racchiude i nomi dei faraoni nelle iscrizioni egiziane.
  2. Stretta lista di carta.

Cateratta[modifica | modifica wikitesto]

  1. Stretta zona dell’alveo fluviale originata comunemente dall'erosione di una cascata, e distinta dalla cascata tipica perché frazionata in numerosa serie di piccoli salti alternati a sporgenze rocciose.
  2. In idraulica, termine col quale s’indicava, in passato, un’opera di sbarramento di un corso d’acqua, o anche il conoide che la vena liquida forma all'uscita di una bocca a battente.
  3. Cateratte del cielo, traduzione di un espressione biblica a proposito del diluvio e quindi piovere a dirotto
  4. a Saracinesca che chiudeva un tempo le entrate di castelli o città fortificate. b Uscio o lamiera di ferro ondulata, avvolgibile, per chiusura delle botteghe, detta più comunemente saracinesca. c Portello in genere, e anche apertura, specialmente quelle praticate nei pavimenti, per dare accesso a un locale soprastante o sottostante.
  5. In oculistica, opacamento del cristallino, o della sua capsula, o di entrambi; è in genere acquisita, come fenomeno degenerativo legato alla senilità, o conseguente a lesioni traumatiche dell’occhio, o a fatti morbosi, sia locali sia generali (diabete, intossicazioni, ecc.).

Caustico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di sostanza capace di cauterizzare i tessuti organici attraverso processi di ossidazione o di disidratazione. Per le loro proprietà alcuni caustici sono stati e sono tuttora usati in medicina per distruggere porri, callosità, per cauterizzare ulcere, ecc.
  2. Attributo di alcune sostanze basiche aventi proprietà caustiche.
  3. Figurativamente pungente, acre, mordace (Avverbio: Causticamente).

Cesello[modifica | modifica wikitesto]

  1. Strumento che serve a scolpire finemente su metallo, formato da un’asticciola di acciaio lunga da 10 a 15 cm, un’estremità della quale (detta testa) è diversamente foggiata secondo l’ufficio che deve compiere (tagliare, schiacciare, rialzare, ecc.).
  2. L’arte stessa del cesellare.

Cherosene[modifica | modifica wikitesto]

  1. Miscela di idrocarburi saturi, paraffinici e naftenici, che si ottiene nella distillazione del greggio di petrolio come frazione intermedia tra la benzina e il gasolio; viene usata (anche col nome di petrolio) per l’illuminazione e il riscaldamento, e come carburante per trattori agricoli, per turboreattori a gas e per endoreattori.

Chiavistello[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sbarra di ferro che scorre entro gli anelli o le asole di una piastra fissata a uno dei battenti di un uscio o di una finestra per tenerlo chiuso (è in genere sinonimo di catenaccio, chiavaccio).
  2. Nelle costruzioni meccaniche, denominazione talora usata per indicare organi destinati a bloccare certi meccanismi quando si verificano determinate condizioni che ne rendono malsicuro il funzionamento.

Chioccolare[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Fischiare; si dice propriamente del merlo o anche dei fringuelli e d’altri uccelli i quali fanno quel verso. b Imitare, con la pispola o altrimenti, il verso del merlo o dei fringuelli.
  2. Gorgogliare sommessamente, detto dell’acqua quando esce da un orifizio stretto o sgorga lentamente da una fonte.

Chiostro[modifica | modifica wikitesto]

  1. Cortile interno di un monastero, compreso tra la chiesa e i vari fabbricati monastici dei quali costituisce l'elemento di comunicazione e di disimpegno, cinto di porticati.
  2. Convento, monastero, soprattutto di comunità religiose dove c'è clausura; figurativamente la vita monastica.
  3. Anticamente recinto dov'era l'abitazione dei canonici della cattedrale.
  4. Poeticamente recinto in genere, luogo chiuso, appartato, solitario.

Ciano[modifica | modifica wikitesto]

  1. Fiordaliso.
  2. In botanica, altro nome dell’ambretta.
  3. Colore blu verde, in particolare quello adoperato nella composizione sottrattiva dei colori, insieme al magenta e al giallo.

Cinereo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Del colore della cenere. In particolare, la debole luminosità color grigio cenere con cui appare, poco prima e poco dopo il novilunio, la parte del disco lunare non illuminata direttamente dal Sole, per la riflessione della luce solare da parte della Terra.

Cionco[modifica | modifica wikitesto]

  1. Anticamente mozzato, troncato.
  2. a Cascante, inerte, dinoccolato, detto delle membra, per stanchezza o per debolezza. b Riferito a persona anche sciancato, storpio.

Commistione[modifica | modifica wikitesto]

  1. Unione, fusione, mescolanza di due o più cose o elementi; si dice più spesso di cose non materiali.
  2. Nella liturgia della messa, l’unione delle due specie, del pane e del vino, che il sacerdote compie, poco prima della Comunione, lasciando cadere nel calice un frammento dell’ostia consacrata, dopo averla spezzata.
  3. In diritto, unione, mescolanza di beni appartenenti a diversi proprietari, così da formare un sol tutto, e la situazione giuridica che ne deriva: se le cose sono separabili, ciascun proprietario conserva la proprietà della cosa sua e ha diritto di ottenere la separazione; in caso diverso la proprietà diventa comune in proporzione del valore della quota spettante a ciascuno.

Commodoro[modifica | modifica wikitesto]

  1. Titolo a carattere provvisorio che in alcune marine militari viene conferito a un capitano di vascello al comando di una divisione navale, praticamente scomparso nell'uso odierno.
  2. Titolo onorifico che si usava dare al capitano più anziano di una società di navigazione.
  3. Presidente di una flotta velica sportiva.

Compendio[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Riassunto, esposizione sommaria, sintesi; come titolo di opere, indica sia un testo che riduce in breve una o più opere d’altro autore, esponendone gli elementi e argomenti essenziali, sia un breve e succinto trattato di qualsiasi scienza. b In breve, in succinto, limitandosi ai fatti o argomenti di maggiore importanza. b Figurativamente di persona, o più comunemente di cosa, considerata come sintesi di qualità o elementi diversi.
  2. In epigrafia e paleografia, sinonimo di abbreviazione.
  3. Nel linguaggio giuridico, il complesso dei diritti e degli obblighi, considerati come una universalità di diritto, che costituiscono l’eredità.

Compunto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Addolorato per un male fatto o provocato; pentito, preso dal rimorso. Anche di atto o aspetto che mostri compunzione, vera o simulata, o umiltà, afflizione (Avverbio: Compuntamente).

Contumacia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nel diritto processuale penale, situazione di un imputato che, essendo stato citato in giudizio, si astiene dal comparire al dibattimento; nel diritto processuale civile, situazione della parte che si astiene da ogni attività processuale in un processo da essa iniziato o contro di essa promosso.
  2. Segregazione (detta anche quarantena) nella quale si tengono per un determinato periodo persone, merci o oggetti provenienti da zone infette e perciò sospetti di portare in sé l’infezione. In particolare, il periodo di completo isolamento sanitario al quale sono obbligate le navi provenienti da luoghi infetti da malattie contagiose.
  3. a Disobbedienza ostinata, ribellione. b Di corpi materiali, resistenza opposta a pressione o ad altro, scarsa malleabilità, tenacia.

Coriaceo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di cuoio, di aspetto simile al cuoio, duro come il cuoio. Figurativamente di persona, insensibile, dura, fredda, che non prova pietà.

Cortigiano[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di corte, che riguarda le corti o chi sta in esse. La lingua letteraria, illustre, parlata nelle corti, contrapposta, nelle polemiche sull'origine e sul corretto uso della lingua sorte in Italia nel XVI secolo, alla lingua toscana o fiorentina.
  2. Addetto alla corte con un grado onorifico o con qualche incarico di fiducia; frequentatore di una corte, gentiluomo di corte.
  3. Spregiativo, persona di animo servile, portata alla simulazione e all'adulazione opportunistica (Avverbio: Cortigianamente).

Crapula[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il mangiare e il bere smoderatamente e con disordine, come fatto singolo o abituale; gozzoviglia.

D[modifica | modifica wikitesto]

Dabbasso[modifica | modifica wikitesto]

  1. In basso, giù, usato a indicare moto oppure moto.

Damascato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di panno, stoffa e simili, lavorati a somiglianza del damasco.

Dardeggiare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Scagliare dardi, colpire con dardi in senso figurativo, mandare raggi ardenti, proiettare velocemente in fuori (Avverbio: Dardeggiante).

Delazione[modifica | modifica wikitesto]

  1. L’atto di denunciare segretamente, per lucro, per servilismo o per altri motivi, l’autore di un reato o di altra azione soggetta a pena o sanzione, o di fornire comunque informazioni che consentano d’identificarlo.
  2. Nel linguaggio giuridico, deferimento.
  3. Il portare.

Deliquio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Oscuramento passeggero e più o meno profondo della coscienza, accompagnato da senso di vertigine, offuscamento della vista, indebolimento dell’azione cardiaca, pallore intenso, sudore freddo, perdita delle forze e rilasciamento muscolare più o meno gravi, fino all'abbandono completo del corpo e alla caduta.

Diafano[modifica | modifica wikitesto]

  1. In fisica, di corpo parzialmente trasparente, tale che guardando un oggetto attraverso di esso si vedano soltanto i contorni. Con significato più generico, trasparente, terso, limpido, riferito soprattutto all'aria e al cielo; tenue, pallido, riferito a luce o colore. Figurativamente, riferito alla persona o a parti di essa, esile, di aspetto delicato e di colorito pallido, quasi alabastrino.

Digesto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Raccolta sistematica di responsi e questioni di diritto romano; per antonomasia, l’opera divisa in cinquanta libri, compilata per disposizione dell’imperatore Giustiniano, nella quale sono raccolti e ordinati sistematicamente passi e frammenti di giuristi romani delle età precedenti.

Dignitario[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi è investito di una dignità.

Diodo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Dispositivo elettronico a due terminali, caratterizzato da una conducibilità marcatamente unidirezionale, che può essere usato come raddrizzatore, nei circuiti rivelatori e in vari altri circuiti; si distinguono diodi a vuoto e a gas, tubi termoelettronici o termoionici a due elettrodi, e diodi a semiconduttori, che sfruttano le proprietà di conduzione dei materiali semiconduttori. Questi ultimi possono essere a punta, costituiti da un monocristallo di germanio o silicio su cui preme la punta di un sottile filo elastico, detto baffo di gatto portato da un elettrodo, e racchiusi in un involucro di protezione di vetro o di altro materiale isolante; o a giunzione, nei quali possono circolare correnti molto intense, realizzati mediante il contatto di due semiconduttori drogati in maniera diversa in modo da avere diversa conducibilità; queste due categorie principali, e specialmente quella dei diodi a giunzione, si suddividono poi in molti tipi, caratterizzati da proprietà particolari di conducibilità elettrica.

Dipanare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Raccogliere in gomitolo il filo tratto dalla matassa. Nella lavorazione della seta, estrarre e liberare le bave di seta dai bozzoli.
  2. Figurativamente, venire a capo di una faccenda complicata.
  3. Svolgersi dal gomitolo, detto della lana; più spesso in senso figurativo, districarsi, sbrogliarsi.

Dissipare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Disperdere cacciando in varie parti; quindi, far svanire, dissolvere, ridurre al nulla, distruggere; spesso figurativamente. Riferito a beni materiali, sperperare.
  2. Disperdere, nel significato di sprecare, sciupare non utilizzando o utilizzando male. Con significato analogo anche nel linguaggio scientifico e tecnico.

Divellere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Strappare con forza, estirpare; allontanarsi, staccarsi (con impeto o con sforzo).
  2. Scassare, dissodare la terra.

E[modifica | modifica wikitesto]

Eclettico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Dell’eclettismo; seguace dell’eclettismo (filosofico)
  2. Estensivamente, chi nell'arte o nella scienza, non segue un determinato sistema o indirizzo, ma sceglie e armonizza i principi che ritiene migliori di sistemi e indirizzi diversi. Con significato più generico non avere preferenze decise, talora usato in senso spregiativo (Avverbio: Ecletticamente):

Edonismo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Concezione filosofica che riconosce come fine dell’azione umana il piacere; nella storia della filosofia è rappresentata soprattutto dalle dottrine dei filosofi greci Aristippo di Cirene e Epicuro. Estensivamente, qualsiasi atteggiamento del pensiero, o sistema di vita, che consideri come essenziale il conseguimento del piacere.

Edotto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Informato di una cosa, informare.

Efferato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Feroce, barbaro, inumano; più che della persona, si dice dell’azione commessa con ferocia e crudeltà, o dei sentimenti (Avverbio: Efferatamente).

Effimero[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Che dura un solo giorno; usata in passato per indicare un accesso febbrile di breve durata (12-48 ore), insorgente per causa non precisata. b Estensivamente, che ha breve durata.
  2. Con uso sostantivato, ciò che è o si considera di breve durata e transitorio. Con riferimento alla tradizione delle feste rinascimentali e barocche, il termine è stato ripreso tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 per indicare un insieme di manifestazioni culturali o ricreative, di carattere spettacolare e di breve durata, promosse, nell'ambito di una politica di valorizzazione dei centri storici, dagli assessorati alla cultura di alcune grandi città italiane, accanto e in antagonismo ad attività istituzionali e permanenti.
  3. In zoologia, di insetti che nello stadio adulto vivono poche ore. In botanica, di fiore che resta aperto poche ore e poi appassisce; anche di pianta che compie il suo intero ciclo vitale, dalla germinazione alla riproduzione, entro due o tre mesi.

Effluvio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il diffondersi d’un odore, specialmente di fiori o d’altre cose naturali. Meno comune, esalazione o puzza. Per analogia, un'emanazione di luce viva.
  2. In fisica, uno dei tipi di scarica elettrica nei gas, che si ha quando la tensione è di poco inferiore a quella in cui s’innesca la scarica a scintilla.

Emaciare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Far diventare estremamente magro.

Empirico[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Nel linguaggio filosofico, di ciò che appartiene all'esperienza, opposto a innato, razionale, sistematico, puro. In particolare, in antitesi a razionale, che si riferisce alla metodologia di alcune scienze, le quali esigono il concorso attuale dell’esperienza (in questo senso è sinonimo di sperimentale). b Nella filosofia kantiana, in antitesi a puro, di ciò che nel complesso della conoscenza non deriva allo spirito dalle sue stesse forme, ma perviene ad esso dal di fuori. c In contrapposizione a sistematico, che risulta immediatamente dall'esperienza e non si deduce da altra legge o proprietà conosciuta; rimedi tratti dalla comune esperienza, non scientifici.
  2. In botanica, la rappresentazione grafica di un fiore costruita in base a quanto si osserva effettivamente (in contrapposizione a diagramma teorico).
  3. In fisica, detto di relazione o legge descrivente un certo fenomeno, la quale derivi dall'esperienza diretta e, almeno inizialmente, non trovi esatta giustificazione nell'ambito di una teoria generale del fenomeno in questione. Grandezze il cui valore e le cui relazioni con altre grandezze non possono essere valutate altrimenti che con l’esperienza.
  4. Nella tecnica, le relazioni dedotte dall'esperienza con le quali si riesce a dimensionare con una certa approssimazione elementi strutturali di cui risulterebbe difficile, se non impossibile, il calcolo esatto.
  5. In chimica, sinonimo meno comune di formula bruta (Avverbio: Empiricamente).

Epigono[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nome dato dapprima, nella mitologia greca, ai figli dei 7 principi che combatterono contro Tebe, e quindi esteso a indicare i figli dei diadochi.
  2. a Seguace, imitatore; usato per indicare gli scrittori e gli artisti che ripetono in maniera superficiale, e senza elaborazione autonoma, le idee o i modi di un predecessore importante. b I discendenti (di solito con allusione al minor valore di essi rispetto agli antenati).

Eponimo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Divinità, eroe o altro personaggio che dà il nome a una città, a una gente, a una famiglia e ne diviene il protettore.
  2. Il magistrato che dà il nome all'anno, secondo un uso comune in Grecia e tra i Romani: in Atene era il primo dei nove arconti, in altri stati greci un arconte o un altro magistrato oppure un sacerdote; in Roma erano eponimi i consoli o, in loro vece, i tribuni militari con potestà consolare.
  3. Estensivamente, colui che dà il nome a un movimento letterario o artistico, o anche a un periodo storico; lo studioso o scienziato da cui si denomina un organo anatomico, una sindrome o malattia; il personaggio da cui prende il titolo un romanzo, un dramma o anche la novella o l’articolo da cui si intitola un intero volume.

Ergonomico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che si riferisce all'ergonomia (Avverbio: Ergonomicamente).

Erudire[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ammaestrare, istruire. Quando non sia specificata la materia in cui si erudisce, s’intende generalmente dare i primi elementi del sapere; in altri casi, ammaestrare con l’insegnamento in una particolare disciplina o argomento, più con abbondanza di nozioni che con sistematicità. Scherzosamente, informare, mettere al corrente di qualche cosa; ironicamente, dare minute istruzioni sul modo di parlare o di agire ad una persona.

Etimo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Presso i filosofi e i grammatici greci e latini, il significato vero e reale di una parola, che veniva ricercato attraverso una connessione, spesso arbitraria, tra la forma della parola stessa e l’oggetto da essa indicato.
  2. Nella linguistica moderna, la forma più antica alla quale sia possibile risalire nello studio della storia di un vocabolo, o anche questa storia stessa, cioè l’etimologia, sia pure limitata al confronto di una parola con una sua forma precedente nel tempo. Nella pratica, si usa distinguere quando, esistendo vari stadi successivi di svolgimento linguistico, si risale rispettivamente di uno o di più stadi.

F[modifica | modifica wikitesto]

Facezia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Motto arguto, frase spiritosa.
  2. L’essere arguto, spiritoso, come carattere di una battuta, di un motto; più raro, attribuito a persona, attitudine all'arguzia.

Facondia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Facilità e abbondanza di parola (talvolta eccessive), specialmente in pubblico.

Factotum[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi, in un’azienda, in una comunità, e in genere in un luogo di lavoro, adempie i più diversi incarichi, o, con zelo bene o male inteso, si occupa di tutto, facendo o pretendendo di fare tutto lui. È spesso scherzosamente o ironico, e può essere usato anche al femminile.

Fanfara[modifica | modifica wikitesto]

  1. Complesso, non molto numeroso, di strumenti a fiato e di strumenti a percussione, che accompagna di solito sfilate, parate militari, cerimonie ufficiali.
  2. a La musica che con questo complesso si esegue, costituita in genere da brevi frasi e ritornelli, di intonazione solenne e marziale, o semplice e popolaresca, e sonata in occasione di cortei, parate, marce. b Nel linguaggio venatorio, lo squillo di corno che, variamente modulato, accompagna momenti particolari della caccia. c Figurativamente, declamazione di tono solennemente squillante, iperbolicamente celebrativo.

Fatuo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Vuoto, vano, leggero, detto di persona e di cosa.
  2. Fiammella azzurrognola, dovuta all'accensione spontanea dei prodotti gassosi di decomposizione dei cadaveri, che si forma talvolta sopra le tombe, nei cimiteri. Figurativamente, passione improvvisa ma di breve durata (Avverbio: Fatuamente).

Favilla[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Frammento minutissimo di materia incandescente che si leva dal fuoco, o da un corpo metallico rovente percosso con forza, e si spegne subito. b Minuta particella di brace accesa fra la cenere.
  2. Estensivamente, piccolissima fiamma; specialmente in espressioni figurative. Con altro senso figurativo, piccolissima parte.

Fedifrago[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che rompe i patti, che manca di fede, soprattutto, in senso proprio, con riferimento a patti politici, ma usato anche in senso estensivo (e spesso scherzoso), di persona che comunque tradisce la parola data.

Ferula[modifica | modifica wikitesto]

  1. Bacchetta usata un tempo per castigare gli scolari.
  2. a Asta con croce in alto che il papa usa in alcune funzioni, e in particolare nell'apertura e chiusura della porta santa. In origine la parola indicava il pastorale del vescovo, che veniva consegnato anche al papa come simbolo della sua potestà quando, dopo l'incoronazione nella basilica di San Pietro in Vaticano, si recava nella Cappella palatina di S. Silvestro al Laterano. b Il bastoncino del cerimoniere nelle funzioni pontificali.
  3. In ortopedia, strumento di varia forma, in legno o metallo, usato come sostegno per immobilizzare temporaneamente una frattura, per mettere un arto in asse, ecc.
  4. In botanica, variante di ferola.

Finimento[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Atto, tempo, modo del finire, termine; fine della vita, morte. b Più spesso, compimento, rifinitura.
  2. a Quanto serve di rifinitura a un’opera d’arte; insieme di cose che sono di coronamento, di abbellimento, o comunque destinate a un uso determinato. b Tutto ciò che serve per attaccare al veicolo le bestie da tiro e, nell'ippica, quanto fa parte della bardatura del cavallo.

Flato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Gas che si genera nello stomaco o nell'intestino per aumentati processi fermentativi putrefattivi, e che viene poi espulso dalla bocca o dal retto; correntemente, il termine indica più spesso l’emissione di tale gas dal retto.

Forra[modifica | modifica wikitesto]

  1. Profonda gola a pareti verticali, assai ravvicinate, dovuta in genere a una forte erosione regressiva esercitata dal corso d’acqua che vi scorre dentro, e spesso ulteriormente approfondita dal fondersi di un complesso di cavità a forma di marmitta create sul fondo dalla corrente vorticosa.

Fosco[modifica | modifica wikitesto]

  1. Tendente allo scuro, a un tono grigio cupo; offuscato, privo di chiarezza e di trasparenza. Figurativamente, rappresentare o mettere in cattiva luce (Avverbio: Foscamente).

Fotone[modifica | modifica wikitesto]

  1. In fisica, il quanto di energia elettromagnetica; più precisamente, la particella, priva di massa, di carica elettrica nulla e spin 1, di cui è costituita la radiazione elettromagnetica, e che, in elettrodinamica quantistica, è il mediatore delle interazioni elettromagnetiche tra particelle cariche.

Fricchettone[modifica | modifica wikitesto]

  1. Giovane dagli atteggiamenti anticonformisti, stravaganti.

Frigido[modifica | modifica wikitesto]

  1. Freddo: aria o clima. In agraria, terreno non produttivo in quanto eccessivamente umido.
  2. a Di persona o temperamento, privo di calore, di entusiasmo, di slancio. b In medicina, di soggetto privo o scarsamente dotato di tendenze erotico-sessuali (con riferimento soprattutto alla donna), (Avverbio: Frigidamente).

Fulgere=[modifica | modifica wikitesto]

  1. Poeticamente risplendere (Participio Presente: Fulgente).

Fulvo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Del colore biondo rossiccio proprio della criniera del leone; si dice soprattutto dei capelli e della barba, o del pelame di alcuni animali. Raro con riferimento ad altre cose.

Fumisteria[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il gusto di fare scherzi, burle, di sbalordire il pubblico; il fatto di presentare come ricchi di contenuto e di significato discorsi o scritti che in realtà ne sono poveri, o come cose serie progetti, idee, iniziative che hanno invece scarsa serietà; in senso concreto, gli scritti stessi o discorsi o progetti che, presentati come cose serie o importanti, si risolvono in fumo. È usata spesso anche la forma francese.

Furiere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nell'esercito italiano, fino all'istituzione del grado di maresciallo, era così denominato il sottufficiale più anziano della compagnia, o del reparto, incaricato dei servizi di contabilità; il termine è poi passato a indicare il sottufficiale (detto anche sottufficiale di contabilità) che era addetto all'amministrazione e contabilità del reparto. Oggi, nella marina militare, è denominazione generica degli appartenenti a quella categoria di militari che, suddivisa in ulteriori specialità, assolve incarichi di segreteria o di contabilità o di sussistenza o di elaborazione automatica dei dati.

G[modifica | modifica wikitesto]

Gamella[modifica | modifica wikitesto]

  1. Recipiente di latta nel quale, fino a tempi recenti, i soldati mangiavano il rancio, sinonimo di gavetta. Nel linguaggio di marina, indica anche l’insieme delle stoviglie e posateria delle mense di bordo (Diminutivo: Gamellino).

Gargantuesco[modifica | modifica wikitesto]

  1. Degno, proprio del gigante Gargantua, personaggio del romanzo Gargantua et Pantagruel di F. Rabelais (1494-1553).

Garrire[modifica | modifica wikitesto]

  1. Emettere garriti. Riferito a persona, rimproverare con voce stridula o litigare, stizzirsi.
  2. Fremere rumorosamente, com'è proprio delle bandiere, delle vele o di altri drappi quando sono agitati dal vento.

Garrulo[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Di animale, che garrisce, stridulo. b Di persona, pettegolo, loquace, ciarliero. c Rumoroso, chiassoso. d Di bandiere, drappi e simili, che garriscono al vento.
  2. a Altro nome comune dell’uccello beccofrusone. b Nella classificazione zoologica, genere di uccelli cui appartiene la ghiandaia.

Genetliaco[modifica | modifica wikitesto]

  1. Della nascita, che riguarda la nascita; anticamente era usato soprattutto con riferimento all'oroscopo. Nell'uso odierno si intende il compleanno.

Ghermire[modifica | modifica wikitesto]

  1. Afferrare con gli artigli; estensivamente afferrare a un tratto con forza; tenere stretto con forza, quasi fra gli artigli.

Ghirigoro[modifica | modifica wikitesto]

  1. Intreccio capriccioso di linee curve fatto senza intenzioni di disegno.

Greve[modifica | modifica wikitesto]

  1. Grave, pesante, non tanto in sé quanto per la sensazione di peso che produce; figurativamente, doloroso o penoso.
  2. Figurativamente, grossolano, volgare, sboccato (Avverbio: Grevemente).

Gualdrappa[modifica | modifica wikitesto]

  1. Coperta di lusso, spesso riccamente ornata, che si mette sulla groppa del cavallo.
  2. Estensivamente, parte del rivestimento di un aerostato cui sono connesse le funi di sospensione della navicella; il termine fu esteso successivamente ai dirigibili per indicare la parte del rivestimento cui sono attaccati i cavetti di sospensione dei carichi, e la parte che copre l’ossatura.

H[modifica | modifica wikitesto]

Harakiri[modifica | modifica wikitesto]

  1. In Giappone, forma di suicidio, volontario o imposto, che veniva attuato squarciandosi il ventre con la spada: era tradizionale nella casta dei samurai, che così si sottraevano alla pena capitale, o manifestavano solennemente la propria protesta contro un’ingiustizia subita, o esprimevano il proprio dolore per la morte del loro signore (ma è stato praticato anche in tempi più recenti, da militari, uomini politici, alti funzionari). In senso proprio, suicidarsi.

I[modifica | modifica wikitesto]

Ignifugo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di sostanza usata per impedire o limitare la combustione di un materiale di facile accensione (legno, carta, tessuti).

Impiparsi[modifica | modifica wikitesto]

  1. Infischiarsi di qualcuno o di qualche cosa.

Ingollare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ingoiare, inghiottire avidamente; anche mandare giù in fretta e di malavoglia.

Intelligibile[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che può essere conosciuto e compreso con l’intelletto. Più comunemente, di cosa che è accessibile all'intelligenza, che può essere chiaramente intesa. Nel linguaggio filosifico, è spesso sostantivato con valore neutro e con riferimento a ciò che può essere compreso con il solo intelletto (Avverbio: Intelligibilmente).

Irredento[modifica | modifica wikitesto]

  1. Non redento; in particolare, in senso politico, di territori o popolazioni non ancora riunite alla madrepatria e soggette a dominio straniero; per antonomasia, delle terre (Trentino-Alto Adige, Venezia Giulia, Fiume, Dalmazia) e delle popolazioni rimaste soggette all'Austria dopo la terza guerra d’indipendenza (1866).

Istrionico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Degli istrioni, l’arte dell’attore, del commediante (Avverbio: Istrionicamente).

L[modifica | modifica wikitesto]

Lambiccare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Distillare mediante il lambicco; figurativamente, esaminare, ponderare con cura, minutamente. È comune soprattutto nell'espressione di spremersi il cervello, affaticarsi per intendere o scoprire a ogni costo qualcosa, per trovare un espediente, e simili.

Lapalissiano[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ovvio, evidente, detto di una verità o di un fatto talmente manifesti e naturali che sarebbe ridicolo enunciarli (Avverbio: Lapalissianamente).

Latore[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi porta, e soprattutto chi recapita una lettera, un biglietto e simile alla persona cui è diretta; è, in genere, parola usata da chi scrive per indicare al destinatario la persona incaricata di consegnargli a mano la missiva. Meno comune, chi reca a voce una notizia, un messaggio, una proposta.

Legatoria[modifica | modifica wikitesto]

  1. L’attività, la tecnica e l’arte di legare e rilegare libri, artigianalmente o industrialmente.
  2. Laboratorio artigiano, o impianto industriale, per la legatura e rilegatura di libri.

Leitmotiv[modifica | modifica wikitesto]

  1. Tema, argomento, frase o formula che ricorre frequentemente in un’opera letteraria, in un discorso, o anche in genere in tutta la produzione di uno scrittore, costituendone il motivo fondamentale. In origine il termine è stato usato per designare il tema fondamentale, cioè ognuna di quelle idee tematiche (corrispondenti dichiaratamente a dati personaggi, o stati d’animo, o concetti) che nelle singole opere di Wagner ricompaiono più o meno variate di atto in atto intrecciandosi l’una con l’altra come, appunto, s’intrecciano nel processo drammatico i moti spirituali.
  2. Estensivamente, motivo o aspetto costante, tema, concetto e simile che si ripete o ricorre con frequenza, e talora con insistenza, in opere non strettamente letterarie o musicali, o anche in attività, manifestazioni, comportamenti di vario genere, costituendone un elemento caratterizzante.

Leviatano[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Simbolo del potere assoluto e autoritario dello Stato. b Nome dato talora a costruzioni o strutture di grandi dimensioni.
  2. Apparecchio per la sgrassatura della lana, formato da quattro o cinque vasche consecutive, contenenti un bagno di soda e potassa a concentrazione decrescente, fino all'ultima che contiene acqua.

Liso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Logoro, consumato; si dice soprattutto di stoffe, biancheria, panni che per il lungo uso si sono tanto assottigliati che si rompono facilmente o mostrano la corda del tessuto.

Livore[modifica | modifica wikitesto]

  1. Lividezza, lividura. In particolare, l’aspetto livido del volto di chi è tormentato dall'invidia. Quindi, nell'uso comune, sentimento d’invidia astiosa e maligna, rancore velenoso.

M[modifica | modifica wikitesto]

Madia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Mobile rustico consistente in una cassa rettangolare di legno munita superiormente di un coperchio sollevabile a cerniera; usato tradizionalmente nelle case di campagna per conservare farina e lievito con cui fare il pane, è oggi, in esemplari originali o imitati, mobile decorativo per stanze da pranzo e di soggiorno.
  2. Estensivamente, nome di casse o di banchi in forma simile: nel linguaggio marino, cassa dove si fa colare il catrame eccessivo nell'operazione di catramatura dei cavi vegetali; cassa senza coperchio in cui si lavorano i formaggi, nelle cascine.; banco di lavoro degli orefici.

Malestro[modifica | modifica wikitesto]

  1. Danno, per lo più materiale, provocato da sbadataggine o imperizia; più genericamente, combinare guai.

Malmostoso[modifica | modifica wikitesto]

  1. Voce regionale, ma entrata anche nel linguaggio comune e specificatamente nell'uso giornalistico, che significa propriamente che fa o dà poco sugo, e di qui, riferito a persona, musone, scontroso, intrattabile, sgarbato, scorbutico: una persona dall'aria malmostosa.

Mastello[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sorta di recipiente di legno in forma di botte segata a metà, più largo alla bocca che alla base e con due doghe sporgenti l’una di fronte all'altra e bucate, in modo da permetterne il trasporto mediante un bastone infilato nei fori.
  2. Antica unità di misura di capacità per liquidi, usata in alcune regioni d’Italia prima dell’adozione del sistema metrico decimale, di valore diverso a seconda dei luoghi, ma sempre dell’ordine di varie decine di litri.

Mefistofelico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che è proprio di Mefistofele; maligno, perfido, diabolico, sarcastico o beffardo (Avverbio: Mefistofelicamente).

Mellifluo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Da cui scorre il miele, che stilla miele; figurativamente dolce, soave, soprattutto con riferimento alla parola. Più spesso riferito a linguaggio e atteggiamenti di una dolcezza affettata, insinuante, spesso simulata e insincera, con significato quindi più vicino a dolciastro, sdolcinato (Avverbio: Mellifluamente).

Menage[modifica | modifica wikitesto]

  1. Andamento della vita domestica, amministrazione della casa, della famiglia. In particolare, ménage à trois, espressione eufemistica (resa talora in italiana con triangolo) con cui si indica la situazione che viene a crearsi in un matrimonio, o comunque in un rapporto di coppia, quando, avendo uno dei coniugi una relazione con una terza persona, l’altro coniuge tacitamente accetta questo stato di cose.

Meriggio[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Lo stesso che mezzogiorno, ma con significato più ampio e generico, per indicare le ore intorno al mezzodì, quando il sole è più alto all'orizzonte b Figurativamente, il periodo più splendido di un fatto o fenomeno storico o culturale.
  2. Luogo ombreggiato e fresco dove si trascorrono in riposo le ore calde del meriggio, d’estate. Per estensione, il riposo stesso.
  3. Il mezzogiorno come punto cardinale, il sud.

Messalina[modifica | modifica wikitesto]

  1. Donna dissoluta e depravata (spesso in tono scherzoso).

Messianico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che si riferisce al Messia, o a un messia. Che ha relazione col messianismo, in senso proprio o estensivamente (Avverbio: Messianicamente).

Misogino[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di persona che prova una repulsione patologica verso la donna, anche per ciò che concerne i rapporti sessuali, o che ha un’avversione generica, mista a disprezzo, per tutte le donne. Per estensione, di ciò che rivela misoginia.

Misoneismo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Atteggiamento di avversione verso ogni novità, soprattutto nel campo politico e sociale, ma anche nella letteratura, nelle arti, nel costume, ecc.

Mondare[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Togliere la buccia, l’involucro, a frutti e simili. Con significato più ampio, ripulire da ciò che è inutilizzabile o dannoso; in particolare, estirpare dalle risaie le erbe infestanti; asportarne i polloni inutili; liberarle da impurità; eliminare dalle falde di fiocco le imperfezioni e i corpi estranei. b Fu usato con significato più generico, come sinonimo di pulire, nettare. c Nella Toscana nord-occidentale, il verbo è usato anche intransitivamente, riferito alle castagne.
  2. Purificare, rendere mondo, in senso spirituale. Con significati affini, espressione conservatasi nell'uso per reminiscenza biblica, giacché presso gli Ebrei la lebbra costituiva impurità.

Morigerato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che ha abitudini di vita castigate, che segue una norma di condotta onesta e regolata, lontana da ogni eccesso (Avverbio: Morigeratamente).

Mota[modifica | modifica wikitesto]

  1. Fango, specificatamente quello molliccio delle strade. Talvolta è usato come sinonimo di fango in alcuni degli usi figurativi di questa parola.

Mugghio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il mugghiare, muggito, sia nel significato proprio sia in quelli estensivi e figurati.

N[modifica | modifica wikitesto]

Negletto[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Trascurato, non preso in considerazione; non curato, lasciato in abbandono. b Abbandonato da tutti, derelitto; quindi, disprezzato. # Di acconciatura, abbigliamento, stile, non curato, disadorno, non trattato con arte o artificio (Avverbio: Neglettamente).

Nenia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nell'antica Roma, canto funebre intonato dalle prefiche dietro il feretro secondo schemi fissi e al suono del flauto; sopravvive anche oggi in vario modo come tradizione popolare in certe regioni d’Italia.
  2. Canto in movimento piuttosto lento, che ritorna a ogni verso sulla stessa formula melodica o anche sullo stesso grado tonale.
  3. Cantilena in genere, lamento piagnucoloso insistente, soprattutto di un bambino; anche discorso, predica, conversazione lunga e noiosa.

Nerbata[modifica | modifica wikitesto]

  1. Colpo dato col nerbo o col bastone.

Nettare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sinonimo, meno frequente ma più popolare, di mondare, togliere cioè la parte non buona, soprattutto da cosa commestibile.
  2. Sinonimo di pulire, usato quasi sempre con uso pronominale, soprattutto in alcuni usi regionali, o quando si voglia significare non soltanto eliminare lo sporco, ma anche rendere terso, senza impurità o materie estranee.

Nosocomio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sinonimo, raro nell'uso odierno, di ospedale.

O[modifica | modifica wikitesto]

Ogiva[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ciascuna delle nervature diagonali in rilievo delle volte a crociera romaniche e gotiche; anche, ma impropriamente, l’arco a sesto acuto, caratteristico dell’architettura gotica.
  2. La porzione anteriore di un proiettile, la cui superficie esterna è quella generata dalla rotazione, intorno all'asse del proiettile, di un arco di cerchio o di altra linea meridiana tangente alla generatrice della parte cilindrica; ha lo scopo di dotare il proiettile stesso di una forma affusolata di ottima penetrazione aerodinamica. Anche, la parte dei missili, di forma simile a quella dell’ogiva dei proiettili, in cui si trova il carico utile, costituito da veicoli spaziali, strumenti, oppure, nel caso di missili bellici, esplosivo convenzionale o nucleare.
  3. Involucro di forma affusolata che copre il mozzo di un’elica aerea (avendo la funzione di schermo aerodinamico per il mozzo) o marina (nel qual caso serve ad agevolare il deflusso dell’acqua dall'elica).

Olmo[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Genere di piante della famiglia ulmacee, e anche nome comune delle specie che vi appartengono; albero coltivato come ornamento nei viali, con chioma ampia e folta, foglie asimmetriche ovate e seghettate, fiori piccoli, verdi, in glomeruli, e frutto a samara. b Olmo della Virginia, altra pianta della famiglia ulmacee, ma appartenente a un diverso genere, che fornisce legname da costruzione. c Il legname degli olmi, e in particolare dell’olmo minore, molto resistente alla rottura e con evidenti venature, utilizzato nelle costruzioni navali o nei mobilifici.
  2. Nel gioco della passatella, colui che rimane senza bere (forse per allusione alla funzione dell’olmo di sostenere la vite); estensivamente, rimanere ingannato, beffato.

Orpello[modifica | modifica wikitesto]

  1. Similoro, di solito ridotto in sottili lamine e usato come ornamento.
  2. a Ciò che è pura apparenza, esteriorità, lustro, finzione; anticamente mascherare la verità, far apparire sotto aspetto diverso e migliore. b Con valore concreto ornamento vistoso, appariscente, generalmente di cattivo gusto o anche artificio retorico, abbellimento letterario.

Ottenebrare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Velare di tenebre, oscurare, offuscare, in senso proprio e figurativo.

Ottundere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Smussare, togliere acutezza alla punta o al taglio di una lama, di un’arma e simili.
  2. Figurativamente, offuscare, intorpidire, far perdere acutezza e vivacità a una facoltà dello spirito o a un organo di senso.

P[modifica | modifica wikitesto]

Paggio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nella società cavalleresca, giovane di nobile famiglia che serviva alla corte di un re, di un principe, di un signore e che, dopo tale servizio, veniva per lo più promosso a una carica militare; anche, il giovane servitore di un barone o di un uomo d’arme, di condizione inferiore a quella dello scudiero o del donzello: assisteva il proprio signore in casa, e in campo lo seguiva a piedi, avendo cura dei cavalli e delle armi.

Palafreno[modifica | modifica wikitesto]

  1. Cavallo da sella, non da battaglia, dei cavalieri medievali; più genericamente, cavallo nobile, da viaggio o da parata.

Pandemonio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Rumore assordante, grande disordine e confusione, putiferio, per lo più in occasione di liti, diverbi, reazioni o proteste troppo vivaci.

Pantagruelico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Degno o proprio di Pantagruel, protagonista del romanzo Gargantua et Pantagruel di F. Rabelais, rappresentato come personaggio gigantesco e dotato di un formidabile appetito (Avverbio: Pantagruelicamente).

Pantomima[modifica | modifica wikitesto]

  1. Rappresentazione scenica muta, in cui l’azione è affidata unicamente al gesto, all'espressione del volto, ai movimenti del corpo, alla danza, talora anche con accompagnamento musicale; derivata dal mimo, la pantomima nacque in Grecia e si è conservata come genere nel medioevo, successivamente è restata in uso e viene tuttora praticata in varie forme. In particolare, nel periodo del cinema muto, nome dato a cortometraggi comici.
  2. Figurativamente, gesticolazione vivace e eccessiva, soprattutto da parte di chi vuole farsi intendere senza parlare o di chi vuole comunicare qualche cosa a uno dei presenti senza che gli altri se ne accorgano; esibizione falsa, teatrale, con la quale si vuole convincere, impietosire o commuovere, simulando una situazione non vera o sentimenti non provati.

Parossismo[modifica | modifica wikitesto]

  1. In medicina, e anche nel linguaggio letterale, l’acme di un processo morboso, durante il quale la sintomatologia si presenta con caratteri di maggior gravità
  2. a Esasperazione di un sentimento, di uno stato d’animo, condizione di forte eccitazione. Anche, grado di massima intensità in manifestazioni o situazioni politiche e sociali. b In geotettonica, la fase durante la quale si manifestano le maggiori deformazioni e dislocazioni di un orogene. c Il complesso dei fenomeni esplosivi coi quali un vulcano entra in attività: costituisce la fase più pericolosa, quella che accompagna i terremoti di natura vulcanica con il lancio di materiali di varia grandezza, cui segue la fase di eruzione vera e propria.

Peculato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nel linguaggio giuridico, delitto del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro o altra cosa mobile di cui abbia il possesso o la disponibilità in ragione del suo ufficio o servizio; in particolare, quello in cui il responsabile dell’appropriazione ha agito al solo scopo di far uso momentaneo della cosa e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.

Pedissequo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nell'antica Roma, servo o schiavo che aveva l’incarico di scortare a piedi il proprio padrone; durante l’Impero, denominazione dei subalterni di diversi funzionari.
  2. Nell'uso odierno, in senso figurativo, di chi, o di ciò che, segue passivamente e senza alcuna originalità un maestro, un esempio, un modello (Avverbio: Pedissequamente).

Periglio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Forma antica o poetica per pericolo. Talvolta è usato nell'originario significato, cioè esperimento, prova, dare prova di sé.

Pigmeo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Presso gli antichi Greci, erano così indicati gli appartenenti a un favoloso popolo di nani, localizzati solitamente presso le sorgenti del Nilo ma talora anche in India, Tracia o Libia, menzionati da Omero e spesso raffigurati, nell'arte antica, in umoristiche scene di lotta contro le gru, loro nemiche, probabilmente perché, secondo una leggenda, una loro donna, non avendo prestato il dovuto culto a Era, era stata da questa trasformata in gru.
  2. In etnologia e in antropologia culturale, il nome è passato a designare gli appartenenti a popolazioni, caratterizzate da bassa statura, dislocate nelle foreste equatoriali africane ed asiatiche, organizzate in gruppi comprendenti alcune famiglie, dediti alla raccolta e alla caccia all'interno di un territorio i cui limiti sono rispettati dai gruppi limitrofi; presentano una cultura materiale poco evoluta in contrasto con la complessità delle loro concezioni religiose e mitologiche incentrate sulla foresta, vista come entità protettrice che condiziona la vita e la morte degli esseri umani.
  3. a Estensivamente, persona di statura molto piccola. b Figurativamente, persona di basso livello quanto a cultura, capacità, doti morali, valore intrinseco; nullità.
  4. a In biologia, caldaia. b In geografia fisica, marmitta..

Plenario[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Pieno, completo, totale. Anche, specificatamente nel linguaggio giuridico del passato, illimitato, senza restrizioni. b Che si estende a tutta una serie di elementi; in particolare, la remissione di tutte le colpe commesse, e conseguentemente di tutte le pene temporali con cui per tali colpe si deve dare soddisfazione a Dio.
  2. Che si estende a tutti i componenti di un organo o di un corpo collegiale, specificatamente con riguardo a riunioni a cui intervengono tutte le persone che ne hanno diritto (Avverbio: Plenariamente).

Pletorico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Caratterizzato da pletora, in senso proprio: individui corpulenti, talora di bassa statura, con aspetto florido, spesso riferibile a uno stato di policitemia o di ipervolemia.
  2. Figurativamente, sovrabbondante, più numeroso di quanto sarebbe utile o necessario (Avverbio: Pletoricamente).

Postribolo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Luogo dove si esercita la prostituzione, bordello.

Prebenda[modifica | modifica wikitesto]

  1. Porzione di beni di un capitolo o di una collegiata, assegnata come dote a un ufficio canonicale; comunemente il termine indica i beni costituendi il patrimonio dei benefici ecclesiastici minori, destinato a fornire un reddito a un ecclesiastico o ad un laico che ne sia beneficiario.
  2. Guadagno lauto, compenso conseguito, più o meno lecitamente ed in genere con poca fatica, grazie ad incarichi straordinari, attività clientelari e simili.

Presbiopia[modifica | modifica wikitesto]

  1. In medicina, difetto della vista, frequente nell'età matura o senile, consistente in una diminuzione del potere di accomodazione (cioè della facoltà che possiede il cristallino di modificare, mediante variazione della curvatura delle sue superfici, il suo potere rifrattivo) con conseguente impossibilità della visione distinta da vicino.

Prillare[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Girare rapidamente intorno a sé stesso, detto del fuso, della trottola e simili. Estensivamente, oscillare, compiendo quasi un movimento rotatorio. b Far roteare.
  2. Di persona, girare su sé stesso, far piroette.

Prodromo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Circostanza, fatto, indizio che precede e annuncia il manifestarsi di un altro fatto o fenomeno, generalmente portatore di complicazioni, noie, difficoltà e simili. In particolare, in medicina, manifestazione morbosa, per lo più senza carattere di specificità, che precede l’insorgenza dei sintomi caratteristici di una malattia.
  2. Introduzione a un’opera; scritto che si considera introduttivo a un’opera maggiore o abbozzo di un lavoro definitivo.

Profilassi[modifica | modifica wikitesto]

  1. Genericamente, insieme di norme e di metodi intesi a evitare o prevenire il diffondersi di malattie. In particolare, le norme e i provvedimenti che si devono adottare, collettivamente o da parte di singoli, per la difesa contro una determinata malattia, e la loro applicazione pratica.

Promiscuo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Misto, indistinto, costituito dalla mescolanza di cose diverse: società formata da persone diverse per condizione o per provenienza etnica; matrimonio contratto fra persone di diversa razza o religione; trasporto effettuato contemporaneamente e con uno stesso mezzo di trasporto. In teatro, attore o attrice che è in grado di sostenere parti sia comiche sia drammatiche. In agraria, la coltura che in un dato appezzamento comprende sia piante legnose sia piante erbacee.
  2. In grammatica, nomi di genere sostantivi che pur avendo grammaticalmente un solo genere, possono essere riferiti a entrambi i sessi (Avverbio: Promiscuamente).

Prossemica[modifica | modifica wikitesto]

  1. Parte della semiologia che studia il significato assunto, nel comportamento sociale dell’uomo, dalla distanza che l’individuo frappone tra sé e gli altri e tra sé e gli oggetti, e quindi, più in generale, il valore attribuito da gruppi sociali, diversi culturalmente o storicamente, al modo di porsi nello spazio e al modo di organizzarlo.

Putto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Figura di bambino, solitamente nudo, dipinta o scolpita; amorino, angioletto, cherubino, cupido.

R[modifica | modifica wikitesto]

Rafia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Genere di palme con varie specie dell’Africa e del Madagascar, caratterizzate da tronco relativamente breve e grosso, coronato da una chioma di foglie pennate, gigantesche, lunghe fino a 25 metri.
  2. Materiale nastriforme ricavato dall'epidermide superficiale, a forti cordoni fibrosi, delle foglie di alcune specie di palme, che per la sua resistenza e tenacia è usato per lavori di intreccio e, in agricoltura, per legare piante o innesti.
  3. Rafia da fibre o da film, materia prima dell’industria tessile ottenuta da un film piano o tubolare di polipropilene o polietilene ad alta densità, tagliato in striscioline che, stabilizzate attraverso opportuni trattamenti, vengono avvolte in bobine; è usata nella fabbricazione di articoli da imballaggio, in sostituzione della iuta.

Rampognare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Fare una rampogna, rimproverare con severità.

Rapsodia[modifica | modifica wikitesto]

  1. L’arte, la tecnica e l’attività del rapsodo, e la composizione stessa recitata o cantata. Per estensione, componimento poetico di carattere epico recitato o cantato pubblicamente e come titolo di poemetti d’argomento patriottico.
  2. Riunione di passi o di pensieri di vari autori, collegati insieme in modo da formare un componimento letterario o filosofico unitario; poesia o altro componimento letterario di un singolo autore, risultante dalla giustapposizione di più frammenti; talora con tono spregiativo.
  3. In musica, composizione strumentale, spesso solistica, nella quale più temi, quasi sempre di origine popolare, vengono svolti in varie interpretazioni succedentisi in forma libera, investite di significati epici o di esaltazione etnica e nazionale, o destinate a valorizzare un qualche virtuosismo strumentale.

Rattrappire[modifica | modifica wikitesto]

  1. Provocare la contrazione di uno o più arti, e più in generale delle membra del corpo e, con la conseguente diminuzione della funzionalità nervosa e muscolare, la difficoltà o l'impossibilità temporanea di distenderli; estensivamente, raccogliersi con tutta o parte della persona, di un nuotatore che torna dal fondo alla superficie del mare (Participio Passato: Rattrappito).

Relè[modifica | modifica wikitesto]

  1. In elettrotecnica, interruttore o commutatore a comando elettrico; deve la sua denominazione al fatto che, per suo mezzo, una debole corrente lanciata nel suo circuito di comando può determinare una corrente più intensa in un secondo circuito alimentato da un suo generatore, con un meccanismo che ricorda, analogicamente, il ricambio dei cavalli da posta stanchi con altri cavalli freschi. Oggi il termine indica anche dispositivi più complessi, che comandano una serie di circuiti sulla base di variazioni di una o più grandezze nel circuito, o nei circuiti, di alimentazione.
  2. Estensivamente, in neurofisiologia, denominazione dei nuclei a prevalente funzione di raccordo.

Retaggio[modifica | modifica wikitesto]

  1. Eredità, la virtù del padre. È usabile modernamente solo in senso figurativo, a volte in frasi di tono solenne.

Ricalcitrare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Degli animali da sella, da tiro e da soma, impuntarsi indietreggiando o tirando calci.
  2. Figurativamente, opporsi ostinatamente, fare resistenza talora in senso spregiativo.

Rifulgere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Mandare fulgore, risplendere.

Rintuzzare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ribattere la punta, il taglio, rendendoli ottusi.
  2. a Figurativamente reprimere, frenare con una reazione pronta e decisa. b Respingere, ribattere con grande prontezza.
  3. Anticamente smorzare, affievolire, mortificare.

Risibile[modifica | modifica wikitesto]

  1. Atto, disposto al riso; specialmente cioè il fatto di potere ridere.
  2. Che suscita il riso, nel senso di derisione, scherno (Avverbio: Risibilmente).

Rocca[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Arnese per la filatura a mano formato da un’asta di legno leggero, portante a un’estremità una testa ingrossata per evitare lo scorrimento della materia da filare, che viene arrotolata su di essa per alimentazione del fuso. b Nella tessitura a macchina, confezione di filato, costituita da un tubetto, cilindrico o conico, e dal filato su di esso avvolto.
  2. In araldica, ferro smussato di una lancia da torneo, ricurvo come una croce ancorata.
  3. Razzo, fuoco d’artificio.

Runa[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ciascuno dei caratteri e segni grafici, alfabetici e insieme simbolici, del mondo germanico antico (in genere 24, successivamente ridottisi a 16), che raggiungono la massima diffusione nei paesi scandinavi tra la fine dell’antichità e l’inizio del medioevo (400-1100), documentata, in origine, da testi religiosi, di carattere cultuale e magico. Questa scrittura, limitata e sopraffatta fin dall'alto medioevo dall'alfabeto latino, è sopravvissuta tuttavia in qualche rara zona isolata della Svezia fino all'ultimo Ottocento.

S[modifica | modifica wikitesto]

Sagola[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nel linguaggio marino, sottile cavetto di canapa, composto di 3 o 4 legnoli semplicemente torti (spesso catramati) o anche intrecciati, usato, nel primo caso, per attrezzature minori e, nel secondo caso, per alzare bandiere, per scandagli e per il solcometro.

Salva[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Sparo simultaneo di più pezzi di artiglieria o di più armi da fuoco, caricate con speciale cartuccia a carica ridotta e senza proietto o con proietto di legno friabile, in segno di saluto, di onore, di esultanza per feste, occasioni solenni, vittorie e simili. b Figurativamente, una esplosione improvvisa e simultanea di applausi, di fischi, di urla; colpire qualcuno con critiche, accuse.
  2. a Sparo contemporaneo di tre o più bocche da fuoco, di eguale calibro, diretto contro uno stesso bersaglio, generalmente eseguito da navi i cui impianti di artiglieria sono costruiti e disposti in modo da raggiungere meglio questo scopo. Anche, il lancio simultaneo di più missili, di più razzi, di più bombe da un velivolo, di più siluri da un sottomarino o da una nave. b Estensivamente, l’insieme delle colonne d’acqua provocate dalla caduta in mare di proiettili di una stessa salva.

Sardonico[modifica | modifica wikitesto]

  1. Riso che esprime un sarcasmo amaro e maligno, una derisione sprezzante, offensiva e provocatoria.
  2. In medicina aspetto caratteristico del viso che simula il riso, riscontrabile nel tetano per la contrattura dei muscoli facciali (Avverbio: Sardonicamente).

Sbocconcellare[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Mangiare a piccoli bocconi, lentamente o svogliatamente, staccando i pezzetti a morsi o con le mani. b Figurativamente, dividere, frazionare in piccole parti.
  2. Estensivamente, sbeccare, rompere leggermente agli orli piatti e recipienti di terracotta, ceramica, o vetro.

Scalpicciare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Calpestare, schiacciare passando sopra ripetutamente con i piedi.
  2. Camminare in fretta, strisciando i piedi o comunque facendo sentire il rumore dei passi sul terreno o sul pavimento.

Scarmigliare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Scompigliare, arruffare i capelli.
  2. Azzuffarsi, lottare corpo a corpo.

Scherano[modifica | modifica wikitesto]

  1. Bandito, assassino.

Sciabordare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Uno sciabordare continuato; il rumore dello sciabordare, o un rumore simile a questo; gorgoglio che un liquido fa quando è mosso (o quando un corpo è agitato all'interno di un liquido).

Sciaguattare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sciacquare più volte nell'acqua, sbattere qualcosa nell'acqua.
  2. Sciabordare, detto del mare o di un corso d’acqua; estensivamente, riferito a indumento, essere troppo largo.

Sciamannato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Disordinato, sciatto negli abiti, nella persona e nel portamento. Più genericamente con riferimento al modo di agire, di operare.

Scompagnare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Separare dal proprio compagno, dai compagni; estensivamente, separare, staccare, dividere.
  2. Rendere incompleto un gruppo di oggetti che formano funzionalmente un paio o un complesso unitario (Participio Passato: Scompagnato).

Scorno[modifica | modifica wikitesto]

  1. Senso di umiliazione e di vergogna, spesso accompagnato da beffa o dal ridicolo, provocato dal fatto di non essere riusciti in un intento, o dall'essere stati facilmente superati o sconfitti da altri.

Scriminatura[modifica | modifica wikitesto]

  1. Il dividere i capelli, pettinandoli, in due parti separate da una sottile linea longitudinale o la linea che segna la spartizione dei capelli.
  2. Linea di separazione, di divisione.

Sdrucciolare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Scivolare, cadendo, o rischiando di cadere, su una superficie molto liscia e levigata o su qualcosa che non offre sufficiente appoggio e presa. Meno comunemente, scivolare velocemente e leggermente su una superficie levigata, pattinare. Genericamente, scendere quasi scivolando o strisciando oppure più o meno nascostamente. Come sinonimo di scivolare, anche con riferimento a cose.
  2. a Incorrere figurativamente in qualcosa di non opportuno, di sconveniente. b Sorvolare, non soffermarsi su argomenti delicati e difficili a dirsi o a trattarsi.

Sempiterno[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che non ha mai avuto principio né mai avrà fine; che è sempre esistito e sempre esisterà; eterno. Estensivamente, in tono enfatico, perenne, continuo.
  2. Nome regionale delle piante dette comunemente perpetuini.

Sferruzzare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Lavorare alacremente la lana con i ferri; fare la calza, la maglia.

Sferza[modifica | modifica wikitesto]

  1. Frusta, scudiscio; in senso traslato, ricorrere a modi e metodi drastici, duri.
  2. Figurativamente, il fatto di colpire in modo violento o energico.

Sghembo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Non diritto, storto, tortuoso. Più comunemente, obliquo rispetto a un’altra linea o a un altro piano.
  2. In geometria, due rette che non giacciono su di uno stesso piano e che, perciò, non sono né incidenti né parallele; curva dello spazio non contenuta in un piano; quadrangolo. In algebra, un corpo in cui il prodotto non è commutativo.

Sguaiato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Di persona, che si comporta o parla in modo sconveniente, scomposto e ineducato. Riferito a cose, sconveniente, scomposto, volgare (Avverbio: Sguaiatamente).

Sillogismo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Termine filosofico con cui Aristotele designò la fondamentale argomentazione logica, costituita da tre proposizioni dichiarative connesse in modo tale che dalle prime due, assunte come premesse, si possa dedurre una conclusione; un ragionamento condotto con un sillogismo è necessario e formale, nel senso che la correttezza del ragionamento stesso dipende dalla sua struttura e non dal significato delle parole. In particolare, il soggetto e il predicato della conclusione sono detti rispettivamente termine minore e termine maggiore, mentre la nozione che compare solo e in entrambe le premesse è detta termine medio.
  2. Estensivamente, con senso generico, ragionamento; ragionamento troppo sottile e cavilloso.

Singulto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sinonimo di singhiozzo, con il significato medico o letterale. Estensivamente, qualsiasi verso di animale che assomigli a un singhiozzo.

Smorto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che ha perduto il normale colorito del viso, acquistando per malattia, malessere, meraviglia o paura un pallore di morte; estensivamente, riferito agli occhi, privo di vitalità o di vita, spento.
  2. a Estensivamente, di colori e di cose, che non hanno o non hanno più luminosità, vivacità e definitezza di tono. b Figurativamente, privo di espressività, di vivacità; scolorito, scialbo.

Sobillare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Indurre copertamente, con accuse e insinuazioni, ad atteggiamenti e manifestazioni di ostilità. In particolare, istigare, incitare alla ribellione, ad azioni e reazioni violente.

Sordido[modifica | modifica wikitesto]

  1. Sporco, sudicio, disgustoso; in senso morale, che offende il pudore, l’onestà, la dignità e simili.
  2. Avaro, spilorcio, meschino (Avverbio: Sordidamente).

Sozzo[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Sporco, lurido. b Estensivamente, estremamente sgradevole a vedersi, ripugnante. c Brutto, deforme.
  2. Figurativamente, disonesto, moralmente turpe, osceno (Avverbio: Sozzamente).

Sparuto[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che si mostra smunto, deperito ed emaciato, soprattutto nel volto, di solito come conseguenza di uno stato di sofferenza o di tensione psico-fisica.
  2. a Figurativamente che è in numero esiguo, quantitativamente irrilevante (con tono di compatimento o leggermente spregiativo) b Raramente per indicare esiguità, o debolezza, d’altro genere.

Sponsale[modifica | modifica wikitesto]

  1. Coniugale, di coniuge.
  2. Matrimonio, cerimonia nuziale, ancora usato in espressioni di tono enfatico e solenne oppure ironicamente e scherzosamente. In storia del diritto, promessa di matrimonio, come istituto già esistente presso le più antiche genti italiche e continuato, in forme e con conseguenze giuridiche varie, in età romana e medievale.

Sprimacciare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Scuotere e sbattere energicamente con le palme delle mani un guanciale, un cuscino o altri oggetti imbottiti di piume o di lana affinché l’imbottitura si distribuisca regolarmente.

Stantuffo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Organo meccanico di sezione circolare che scorre con moto rettilineo alternativo nell'interno di un cilindro, per ricevere (macchine motrici) o esercitare (macchine operatrici) una spinta nei confronti del fluido contenuto nel cilindro, assicurando nello stesso tempo la tenuta del fluido per mezzo di guarnizioni e fasce elastiche: stantuffo a semplice effetto, che lavora su una sola faccia (come nei comuni motori a combustione interna), per lo più del tipo a campana o a fodero (detto più comunemente pistone), cavo e collegato alla biella con uno spinotto passante; stantuffo a doppio effetto, che lavora su tutte e due le facce (come nelle macchine a vapore e in alcune pompe), a disco piano o a doppia parete con cavità interna; stantuffo tuffante (nelle presse e negli accumulatori idraulici), costituito da un elemento cilindrico a superficie continua di diametro notevolmente inferiore rispetto a quello del cilindro, senza fasce elastiche ma con speciali guarnizioni.

Stolido[modifica | modifica wikitesto]

  1. Che ha o dimostra mancanza d’intelligenza, di prontezza, d’intuito (Avverbio: Stolidamente).

Stornare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Volgere indietro o in altra direzione; distogliere, deviare.
  2. a Allontanare, rivolgere altrove ciò che rappresenta un male, un danno, un pericolo. b Dissuadere, far desistere da un dato comportamento.
  3. a Nella pratica commerciale, annullare un affare precedentemente concluso. b Nell'uso contabile, rettificare totalmente o parzialmente una scrittura di un conto, e anche trasferire una somma da una ad altra voce di spesa.

Strinare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Fiammeggiare, esporre pollame o cacciagione alla fiamma, per bruciarne le piume più sottili.
  2. Bruciacchiare leggermente, dare un colore bruno scuro.
  3. Riardere, o seccare e inaridire le piante, come effetto del calore del sole o, al contrario, del gelo invernale.

Stuolo[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Raggruppamento di navi da guerra, flotta. b Moltitudine armata, schiera di guerrieri, esercito.
  2. Moltitudine, grande quantità di persone; anche in usi enfatici o scherzosi per indicare un gran numero di spasimanti, di ammiratori, di corteggiatori.

Sussiego[modifica | modifica wikitesto]

  1. Atteggiamento, contegno pieno di gravità un po’ altezzosa.

Svellere[modifica | modifica wikitesto]

  1. Strappare, tirare via con forza; sradicare; svellersi da un luogo, partirsene, andarsene
  2. Figurativamente allontanare, cacciare energicamente un sentimento o una passione, un’impressione o un ricordo.

T[modifica | modifica wikitesto]

Tanghero[modifica | modifica wikitesto]

  1. Persona grossolana, rustica, goffa o villana; è parola usata soprattutto come epiteto offensivo.

Taumaturgo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi opera, o è ritenuto in grado di operare, miracoli; con funzione appositiva.

Tauromachia[modifica | modifica wikitesto]

  1. Nell'antichità greca, spettacolo consistente in un combattimento tra tori; nell'uso moderno, designa la lotta tra uomini e tori (corrida).

Tegumento[modifica | modifica wikitesto]

  1. In biologia, il rivestimento di un intero organismo, che costituisce il sistema di separazione tra l’ambiente interno e quello esterno, regolandone gli scambi. In particolare, in anatomia, sinonimo di sistema tegumentario. In botanica, indica per antonomasia l’involucro che, nell'ovulo delle spermatofite, circonda la nocella, e può essere semplice o doppio: nel secondo caso, i due tegumenti prendono, tenendo conto dell’ordine di formazione, il nome di primina e secondina.
  2. Raramente, il rivestimento, la parte esterna di corpi materiali.

Tenzone[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Genere di poesia lirica sorto in Provenza e diffusosi nella produzione in volgare italiana e di altri paesi romanzi, consistente in uno scambio polemico di poesie o di strofe alternate tra due poeti. b Litigio, contrasto, scontro di parole aspre e irose. Figurativamente, contrasto di opposti pensieri o sentimenti.
  2. Combattimento, scontro di persone armate.

Testé[modifica | modifica wikitesto]

  1. Dianzi, poco fa, ora, adesso, di qui a poco.

Tinello[modifica | modifica wikitesto]

  1. a Nell'Italia centrale, lo stesso che tinaia. b Nei Castelli Romani, osteria rustica dove l’oste vende vino di sua produzione.
  2. a Stanza dove mangiavano i servitori nelle case signorili, o i cortigiani nei palazzi dei principi. b Ambiente prossimo alla cucina e con essa comunicante, o apposito spazio della cucina stessa, adibito alla consumazione dei pasti e utilizzato anche come soggiorno, arredato per lo più in stile rustico o con mobili semplici e funzionali. In alcuni usi regionali indica anche, più genericamente, il salotto.

Titillare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Solleticare leggermente; poco usato in senso proprio, è più frequente con il significato figurativo di lusingare, eccitare, per lo più in tono scherzoso.

Tornire[modifica | modifica wikitesto]

  1. Lavorare al tornio, arrotondare e levigare con la lavorazione al tornio.
  2. Figurativamente, elaborare, rifinire, condurre a perfezione formale.

Tracimare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Traboccare, straripare; in senso stretto, in idrogeologia, riferito alle acque che da un bacino imbrifero passano a un altro adiacente; con uso più generico, si dice di un corso d’acqua che, per l’aumentato livello, supera gli argini che lo contengono e passa con le sue acque sopra la cresta di tali opere, oppure dell’acqua contenuta in un recipiente o in un bacino, quando trabocca dalla sommità delle pareti o delle opere di ritenuta.

Trafelato[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ansimante e accaldato per uno sforzo intenso e prolungato; riferito a movimento agitato o ad un’attività intensa.

Tramestare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Mescolare, o più spesso, mettere sottosopra rovistando, frugando.

Trescare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Ballare la tresca o il trescone; estensivamente, danzare, in senso generico (ma s’intende sempre con movimento vivace).
  2. a Ordire macchinazioni, intrighi. b Avere una relazione amorosa illecita, amoreggiare nascostamente oppure anche in senso traslato, con allusione a intrighi e compromessi politici.

Truce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Feroce e minaccioso, ma insieme torvo e sinistro, riferito all'aspetto, all'espressione del volto e più raramente alla persona, che ha un aspetto feroce, che incute terrore.
  2. Efferato, crudele (Avverbio: Trucemente).

Turpe[modifica | modifica wikitesto]

  1. Moralmente vergognoso; che offende gravemente la dignità, l’onestà e soprattutto il pudore; sconcio, sozzo, ributtante. In usi letterali, fisicamente brutto, non piacevole a vedersi (Avverbio: Turpemente).

U[modifica | modifica wikitesto]

Ugello[modifica | modifica wikitesto]

  1. Parte terminale di un condotto dal quale si fa effluire un fluido, profilata in modo da conseguire la trasformazione in energia cinetica della massima parte dell’energia totale posseduta dal fluido stesso; assume notevole importanza nelle turbine a vapore e a gas, nei turbogetti, negli autoreattori e nei razzi.

Uopo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Bisogno o necessità per un momento o per un fine determinato.

V[modifica | modifica wikitesto]

Vacuo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Vuoto, privo e mancante frequente senza complemento sottintendendosi in genere che ci sia vuotezza di sentimenti, di idee, di interessi e contenuti intellettuali o affettivi validi. Con riferimento a persona, privo di carattere, di sentimenti, di qualità morali, di doti intellettuali.
  2. Spazio vuoto, cavità, spazio vuoto da riempire con decorazione pittorica; nelle artiglierie ad avancarica, era detto vacuo il vano che stava tra il proiettile sferico e la camera a polvere (Avverbio: Vacuamente)

Vespro[modifica | modifica wikitesto]

  1. a L’ora tarda del giorno verso il tramonto, cioè il crepuscolo serale. b Nella liturgia cattolica, la seconda delle ore cardine o principali (la prima è costituita dalle lodi) dell’ufficio quotidiano: è la preghiera serale della comunità cristiana. Nell'elenco delle ore canoniche la penultima, tra l’ora media (terza, sesta e nona) e compieta (che si dice prima di prendere riposo, anche se è trascorsa la mezzanotte). Spesso usato al plurale specificatamente per indicare l’ufficio cantato in forma solenne. Scherzosamente e non comune, parlargli chiaro e tondo, fargli una solenne riprensione.
  2. Come denominazione di particolari avvenimenti storici: Vespri siciliani, l’insurrezione della Sicilia contro il dominio angioino, che ebbe inizio il 31 marzo 1282, lunedì di Pasqua, all’ora dei Vespri, sul piazzale della chiesa di S. Spirito a Palermo, e che, diffusasi in tutta l’isola e sostenuta dall'intervento di Pietro III d’Aragona, si concluse dopo una lunga e aspra guerra nel 1302, con la pace di Caltabellotta; Vespri còrsi, la sanguinosa rivolta armata dei Còrsi contro le truppe francesi, scoppiata la sera del 13 dicembre 1768 a Burgo.

Vidimare[modifica | modifica wikitesto]

  1. Riscontrare e rendere valido un documento con l’apposizione di una firma, di un bollo, di un visto.

Viluppo[modifica | modifica wikitesto]

  1. Intreccio confuso di fili, nastri, capelli o altri elementi allungati; estensivamente riferito a oggetti e corpi diversi.
  2. Insieme intricato e confuso di fatti o elementi non materiali.

Voltagabbana[modifica | modifica wikitesto]

  1. Chi cambia opinione e idee, per opportunismo, per tornaconto personale, con grande facilità e leggerezza.

Z[modifica | modifica wikitesto]

Zazzera[modifica | modifica wikitesto]

  1. Capigliatura (soprattutto maschile) portata lunga fino a ricadere sul collo; per lo più in maniera scherzosa o spregiativa (e in questo senso riferito talora genericamente a capigliatura lunga o scomposta, disordinata).