Utente:Schiavonese/sandbox

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Confraternita Cattolica Apostolica Romana composta 827 fedeli uniti nella devozione verso la Beata Vergine del Carmelo situata nella Chiesa della Madonna del Carmine a Mottola, in provincia di Taranto.

Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

La nascita della Confraternita del Carmine di Mottola è datata, secondo gli storiografi mottolesi intorno al 1701. Dai documenti emerge che nel 1701, Fra Carlo Scialpi, maestro dell’Ordine Carmelitano, essendosi recato a Mottola, sostenuto dalla devozione della popolazione locale, creò una congregazione in onore della B.V. del Monte Carmelo. Il 21 Marzo 1701 la Curia Vescovile di Mottola diede assenso ad una nuova Confraternita del Carmine e delle Anime del Purgatorio. Il 5 Novembre del 1779 poi, il Canonico Giovinazzo e il priore Francesco Scarano chiedono a Sua Maestà Ferdinando IV di Borbone il “Real Placido” affinché la confraternita assuma lo status di “Corpo Lecito” e avesse una sua “Sovrana Determinazione”. Il 5 Giugno del 1780 a Napoli viene decretata una norma speciale che approva il “Reale Assenso” alla “Confraternita di Mottola, in provincia di Otranto, per il Buon Regolamento e per un Buon Governo di Essa, per l’elezione degli Officiali, per il godimento dei suffragi ed altro”.


L’abito Confraternale[modifica | modifica wikitesto]

File:L'abito.jpg
Paranze durante la Processione del sabato Santo

L’abito della Confraternita è composto da:

CAMICE: di colore bianco, stretto all’altezza del sottoventre e che termina in basso con una merlettatura raffigurante, in serie alternata,una Croce ed un Calice;

IL CORDONE: che si lega alla cinta e termina alla destra del Confratello con due nappine di colore bianco;

LO SCAPOLARE: simbolo carmelitano per eccellenza che di colore marrone pende dalle s palle al petto dove vi è una scritta ricamata con sfumature bianche : DECOR (nella parte frontale) CARMELI ( alle spalle del Confratello);

LA MOZZETTA: mantella di color paglierino con cappuccio e bottoni marroni;

Il CAPPUCCIO: di color bianco che tranne durante la Settimana Santa si porta piegato sullo stesso capo del confratello;

I GUANTI: bianchi;


Durante la Settimana Santa poi i Confratelli di dotano del:

U’ PRDON (italianizzato: “ il perdono”): un bordone di legno color bianco con le estremità e l’impugnatura di colore nero;

LA CRON (Corona): una corona ricavata da polloni di melograno intrecciata e posta da sopra al cappuccio;

U’ LUTT (il Lutto): ovvero un fiocco nero applicato alla sinistra della mozzetta a simboleggiare il momento mesto che vive il confratello;


La festa in onore della Madonna del Carmine[modifica | modifica wikitesto]

La devozione alla Madonna del Carmine nasce a Mottola con l’apparizione avvenuta nel 1506, ad un chierico mottolese in una cappella in una contrada alle pendici del paese. Notizie antiche ed esplicite sulla festività sono molte poche; si sa solo che nel XVII secolo la fervente devozione della città mottolese fa si che sorga un’altra chiesa entro le mura urbane.

Le notizie più lontane si hanno da un articolo di un giornale locale del 1892 dove viene dato appuntamento alla “solita festa del Carmine”. Lo stesso giornale, dopo i giorni di festa commenta in maniera positiva l’avvenimento “che richiama sempre più persone” . Già da allora come si può apprendere le feste erano composte da bande e batterie pirotecniche. Ogni buon mottolese partecipa economicamente alla riuscita della festa. Sino alla prima metà degl’anni 50 la gente offriva alla confraternita anche generi cerealicoli che poi venivano venduti dalla stessa.

La festa, celebrata il 16 luglio, generalmente dura tre giorni e vede la partecipazione di bande che si alternano in pezzi di opera lirica sulla cassa-armonica, luminarie e ogni qualcosa che riporti nel paese il clima di festa.

Il giorno della festa già dalle prime ore del mattino l’aria di festa echeggia in tutto il paese. La Chiesa del Carmine vede la celebrazione di cinque messe nell’arco della mattinata.

La Processione esce verso le cinque del pomeriggio e vede la partecipazione di molti confratelli. La statua della Vergine e portata a spalla dalla Colonna dei Massari per rievocare un antica protezione Carmelitana verso gli allevatori del paese. Infatti si dice che durante una particolare estate secca e senza piogge gli allevatori chiesero supplica alla Vergine per i loro campi di grano e fu concessa la grazia di una lunga pioggia e di un abbondante raccolto.

La festa solitamente termina con i fuochi pirotecnici. Agl’inizi degl’anni 90 si è vista anche la partecipazione di cantanti come: Orietta Berti, Gigliola Cinguetti, Massimo Modugno, Fiordaliso.

La Settimana Santa[modifica | modifica wikitesto]

Momento topico della Confraternita è la Settimana Santa che si espleta nel triduo che va dal Giovedì Santo alla Processione del Sabato Santo. La confraternita prende parte alla SS. Messa in Coena Domini salendo dalla sua sede, sottostante alla Chiese del Carmine, e raggiungendo il Sacerdote in sagrestia, accompagnata dal suono della Battola o meglio detta TRICH TRACH (crepitacolo in legno che ha la stessa funzione di annuncio delle campane; che durante la Settimana Santa non si posso suonare) I Confratelli indossano l’abito della Confraternita, portando tra le mani U’ PRDON, la corona di spine sul capo e sono rigorosamente scalzi in segno di penitenza. All’inizio della funzione escono raggiungendo l’altare insieme al sacerdote e prendono parte alla Sacra Funzione. Al termine della Messa i confratelli si accoppiano, e riconosciuti in gergo mottolese come PARANZE ( dal Dizionario Etimologico Devoto-Oli la parola deriva da una forma meridionale “paro”: PAIO) e preceduti da un confratello con in mano la TRIC TRAC, in abito scuro che annuncia il passaggio delle stesse, peregrinano nelle varie chiese della cittadina, alternandosi in preghiera dinnanzi ai Repositori. Il tutto termina sino al Venerdì Santo quando gli altari delle varie chiese vengono preparati per la funzione dell’Adorazione della Croce.

Già alla prima alba del Sabato Santo poi si avvia dalla Chiesa del Carmine la Processione Dei Misteri, che la tradizione vuole inizi all’alba e finisca a mezzogiorno (momento che sino ai primi del novecento segnava l’arrivo della vera e propria giornata di PASQUA). Molti sono i Confratelli e le consorelle che vi prendono parte tutti rigorosamente scalzi tranne le donne che accompagnano il simulacro del Cristo Morto e della Madonna Addolorata. Il Rito è aperto da “U’ FISCHETT”, un quartetto di bandisti che aprono in maniera mesta, dal punto di vista dello spettatore, l’intera sfilata di Confratelli. Successivamente c’è il Confratello con la TRICH TRACH , lo stendardo della Confraternita listato a lutto e la Croce dei Misteri. La processione vede poi la presenza di dodici Misteri (statue rappresentanti la Via Crucis di Gesù) portate a spalla dai Confratelli, tra i quali ci sono le coppie di paranze:

CRISTO NELL’ ORTO DEGLI ULIVI;

CRISTO ALLA COLONNA;

HECCE HOMO;

LA CADUTA;

LA SERAFINA;

LA VERONICA;

CRISTO ALLA CROCE;

LA DEPOSIZIONE;

LA PIETA’;

IL CALVARIO.

Successivamente troviamo le consorelle con l’abito che differisce da quello dei confratelli in quanto portano lo scapolare diverso e non indossano la mozzetta di prerogativa maschile all’interno della Confraternita. Le donne portano tra le mani delle lance metalliche e alcuni simboli della Passione di Cristo nonché tre croci trascinate da tre consorelle. Il tutto rigorosamente incappucciate e a piedi scalzi Seguono poi le bande che con le loro marce accompagnano tutto il rito e la statua del CRISTO MORTO. Precedute dal Consiglio della Confraternita e scortata da Carabinieri in Alta Uniforme. La Bara di Gesù Morto è accompagnata da otto consorelle vestite a lutto con il capo coperto dalla Veletta antico simbolo meridionale di religioso lutto. Al passaggio della statua del Cristo Morto la gente ai bordi delle strade le rende omaggio inginocchiandosi e facendosi il Segno di Croce.

Chiude questa straordinaria parata spirituale la statua dell’ ADDOLORATA. Anch’essa accompagnata da quattro consorelle vestite a lutto. Seguita da comuni fedeli in preghiera.

Durante l’intero percorso della Processione le statue del Cristo Morto e dell’ Addolorata sostano all’interno delle chiese cittadine per qualche minuto.

Negl’anni questo Pio Rito ha assunto sempre maggiore interesse da parte della cittadinanza mottolese. È un rito che non si trascrive bensì si tramanda da padre in figlio. Ogni madre è fiera del figlio che in penitenza sfila come suo padre e come probabilmente suo nonno in una processione che non ha età e che inevitabilmente trascina tutti in una forte emozione spirituale.

Le marce intonate dalle bande poi sono parte integrante della tradizione e suscitano sempre più maggiore interesse da parte di molteplici musicisti e\o compositori. Le marce più comuni sono di composizione tipicamente ionica come MAMMA, GRAVAME, GRIDO DI DOLORE; altre di composizione meridionale come JONE e UNA LACRIMA SULLA TOMBA DI MIA MADRE.

Marcia simbolo della Processione della Confraternita del Carmine è TOMBA CHE CHIUDI IN SENO, scritta dal compianto compaesano Franco Leuzzi . Nel intonare questa marcia non è difficile notare la gente e gli stessi confratelli commuoversi ed esternare le proprie emozioni in pianto.

La Processione dei misteri nel corso degl’anni ha subito delle modificazioni. In particolare agl’inizi degl’anni 50 quando si è deciso di cambiare il giorno della processione dal Venerdì al Sabato.

L’ Ottava di Pasqua[modifica | modifica wikitesto]

La domenica successiva alla Pasqua la Confraternita esce in Processione, dalla Chiesa del Carmine, con la Statua della B.V. del Carmelo. Dopo la celebrazione della Santa Messa, la statua viene portata nella Cripta della MADONNA ABBASC' ; per essere venerata tutto il primo pomeriggio e fare ritorno poi all’interno della Chiesa del Carmine. La chiesetta si trova alle pendici della collina, a 2 chilometri dal paese, da qui l’appellativo di Abbasc che significherebbe “di sotto” per distinguerla anche dalla chiesa della Madonna Del Carmine che si trova all’interno di Mottola. La cappella pare che sia nata intorno al 1440 ed è divenuta luogo di venerazione da l’apparizione della B.Vergine, avuta dal Chierico Francesco Paolo di Filippo, il 22 Aprile del 1506. Si racconta infatti che il religioso durante l’ora di desio abbia visto una luce all’interno della grotta e abbia sentito una Voce Angelica. Alla Domanda: “Voi chi Siete?” ; la voce rispose: “Io sono la Madonna Santissima del Carmine”. La Vergine chiede al frate di edificare in suo onore una cappella la quale festa si sarebbe celebrata l’8 Settembre. La tradizione vuole che durante i Sette Sabati precedenti alla Domenica in Albis, il 16 luglio e l’8 settembre, la gente si avviasse alla cripta dalle strade di campagna, in preghiera e supplicante la Vergine del Carmelo. Questo luogo oltre essere stato meta di Processioni penitenziali durante l’Ottocento, per invocare la fine del periodo di siccità (tramandato dai nostri avi come periodo della “S’CAREZZ” (della “secchezza”)), è stato, durante il novecento, luogo d’incontro delle madri che si scambiavano notizie dei figli e dei mariti che erano al fronte. In diverse occasioni alla cappella sono stati attribuiti miracoli e guarigioni.


Santa Lucia[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 dicembre la Confraternita del Carmine porta in Processione la statua di Santa Lucia Martire venerata nell’omonima chiesa. La processione si avvia per le strade del paese nel pomeriggio accompagnata dalle marce Natalizie tipiche della murgia ionica-orientale comunemente appellate come PASTORALI. Questa festività religiosa segna per la popolazione mottolese l’avvio delle feste Natalizie.


Collegamenti Esterni[modifica | modifica wikitesto]