Utente:Sanghino/Sandbox001

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Famiglia Mori Ubaldini

CHI ERA LA FAMIGLIA CHE OCCUPAVA IL CASTELLO DI SIGNA A RIDOSSO DELL’ANNO MILLE?

Riprendiamo da Wikipedia: “Rari sono i documenti riguardanti Signa nel periodo compreso tra le invasioni barbariche e la dominazione dei Franchi. Secondo quanto riportato dallo storico Salvi nella Storia di Pistoia dell'anno 1656, l'imperatore Carlo Magno, dopo aver stipulato un trattato di pace a Pistoia, si diresse verso Firenze e donò al capitano di corte Mainetto Fabroni il castello di Signa. Anche riguardo a questo fatto sono stati sollevati dei dubbi sulla veridicità di quanto avvenuto come lo stesso storico V. Capponi ha sostenuto che la famiglia Mainetto non sarebbe giunta a Signa prima del 1344.” Durante la nostra ricerca ci siamo imbattuti sul blog riportante la storia della Famiglia Morubaldini. Vi si legge: “ Questa nobile e distinta famiglia trasse la sua antichissima origine dagli Aldobrandinelli, ricchi e potentissimi signori di Signa, ove ebbe un palazzo munito di torri e circondato da una vasta cerchia di mura” Una notizia così importante che stravolge fino a quanto ora detto sulla storia della nostra città meritava un approfondita indagine per capire se quello che scriveva il blog era autentico o meno. Non ci crederete, ma è così. Infatti una concisa rassegna della vicenda genealogica degli Aldobrandinelli e dei Mori Ubaldini per cura di Luigi Passerini al romanzo storico di Agostino Ademollo “Marietta dei Ricci: Ovvero Firenze ai tempi dell’Assedio” libro V, edito a Firenze nel 1845 dagli Stabilimenti Chiari, racconta le cose come stanno in realtà. Effettuata questa doverosa informazione - non da poco - rimandiamo in altre pagine alla storia della Famiglia Aldobrandinelli che diventò successivamente Mori Ubaldini, segnalando in queste pagine altri errori effettuati da storici e ricercatori.

Riassunto sintetico della storia dei Mori Ubaldini

La Famiglia Mori Ubaldini, discendente dall'antica casata degli Aldobrandinelli, che fu potentissima in Signa, ove possedeva case e torri cintate di mura. Fra i primi esponenti di questa casata - che fu costantemente guelfa - si ricorda con precisione di particolari un messer Bandinello di Ubaldino, cavaliere ‛ a spron d'oro ', che fu uno dei capitani dell'‛oste ' fiorentina a Montaperti. Da suo figlio Ubaldino nacquero, fra gli altri, Morando, vescovo di Fano e di Cagli (1259) e poi (1274) vicario pontificio nella Marca; Guido, detto ‛ Corazza ', gonfaloniere di giustizia di Firenze nel 1300; More, dal cui nome i discendenti presero la ‛ cognazione ' che ancora li distingue, distaccandosi dal ceppo degli Aldobrandinelli, e che fu membro della signoria (1313, 1326, 1332 e 1335). Uno dei molti figli di More, il giureconsulto Giovanni, fu inviato dal comune come ambasciatore dapprima (1333) presso il re di Boemia e quindi (1336) presso il pontefice, il quale gli conferì la dignità equestre; suo fratello Bartolo fu nominato castellano di Arezzo nel 1340 e fu (1357, 1369) gonfaloniere di giustizia oltre che priore (1360, 1365, 1371); da lui nacque un altro Giovanni, anch'egli gonfaloniere (1407) e più volte (1394, 1398, 1400, 1411) priore, oltre che podestà di Città di Castello (1410). A un altro ramo della famiglia appartenne messer Bonifazio di ser Rinaldo, il legista che Dante qualifica (Pd XVI 56-57) come “quel da Signa, / che già per barattare ha l'occhio aguzzo”, e che, principale esponente quale fu della Parte nera, contribuì all'esilio del poeta, attirandosi il giudizio infamante che lo distingue nella Commedia. Questo Bonifazio fu priore quattro volte (1302, 1307, 1309, 1311), e gonfaloniere nel 1316. Oltre i tempi di Dante, i Mori Ubaldini continuarono a far parte della classe dirigente della repubblica (alla quale dettero, fra il 1282 e il 1532, ventidue priori e sei gonfalonieri di giustizia) e di quella del principato mediceo e lorenese. Il cognome di questa famiglia ha tratto in errore molti genealogisti, i quali (come Giovan Battista Ubaldini, lo storico della consorteria toscana) la fecero derivare dagli Ubaldini di Mugello; ma esso è solo la conseguenza della trasformazione in cognome del patronimico Mori Ubaldini portato dai discendenti di More di Ubaldino di Bandinello.


Bibliografia L'albero genealogico dei Mori Ubaldini è stato ricostruito sulla base di un'ampia documentazione da Luigi Passerini (biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Carte Passerini 189/73) aggiornato fino ai nostri tempi dal genealogista Carlo Sebregondi (Archivio di Stato di Firenze, Carte Sebregondi 3689). Una concisa rassegna della vicenda genealogica degli Aldobrandinelli e dei Mori Ubaldini si trova nel commento fatto da Lugi Passerini al romanzo storico di Agostino Ademollo nel libro V “Marietta de' Ricci: Firenze ai tempi dell’assedio” Firenze 1845 edito dallo Stabilimento Chiari. Newl 1641-1642, oltre che nelle opere di G.G. Warren Lord Vernon, “L'Inferno di Dante Alighieri disposto in ordine grammaticale e corredato di brevi dichiarazioni, Il (Documenti), Londra 1862, 551; e Scartazzini, Enciclopedia 1285-1286. Più recente e aggiornata fino ai membri attualmente viventi della casata è la genealogia ricostruita da F. Sartini nell'Enciclopedia storico nobiliare italiana, a c. di V. Spreti, IV, Milano 1931, 703-705.

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