Utente:Ross17182/Sandbox/Traduzione Indiretta

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La traduzione indiretta è la traduzione di una traduzione. Può essere basata su una o più versioni tradotte del testo originale o già tradotto. Per esempio, se un testo arabo viene tradotto in portoghese passando per la versione inglese, il risultato è una traduzione indiretta.

La traduzione indiretta è una realtà ben nota negli scambi culturali, in particolare quelli che riguardano comunità distant geograficamente, culturalmente e linguisticamente (per esempio la traduzione dal cinese al portoghese), o le così dette lingue minoritarie (come il catalano, il ceco, il danese). È una pratica comune in diverse aree della società odierna, quali la traduzione audiovisiva, quella automatica e letteraria, la localizzazione o l’interpretazione dialogica e consecutiva. Oggi, il suo uso è strettamente connesso alla globalizzazione o alle organizzazioni internazionali, in cui, visto l’alto numero di lingue coinvolte, i documenti si traducono spesso grazie all’utilizzo di lingue franche o con linguaggi intermedi.

Nella scienza della traduzione, la traduzione indiretta (a volte abbreviate in TI) è conosciuta anche come “traduzione intermedia, mediata o mixata”. A volte le traduzioni indirette vengono chiamate riformulazioni, ma questo termine è più spesso utilizzato per indicare traduzioni diverse di uno stesso testo in una stessa lingua di arrivo. La traduzione indiretta si contrappone a quella diretta, che è una traduzione fatta partendo dal testo originale, senza usarne uno che è tradotto in una seconda lingua.

Esempi di traduzione indiretta

Nelle traduzioni letterarie

Fino agli anni ’90, i classici della letteratura russa erano tradotti in portoghese solo passando dal francese, e non direttamente dal russo (un esempio è la traduzione di José Saramago del 1959 di Anna Karennina di Lev Tolstoj passando dal francese). Un altro esempio significativo è la prima traduzione in russo della raccolta di novelle araba Le mille e una notte ad opera di Alexey Filatov nel 1763-1771, la quale si basava su una traduzione francese realizzata da Antoine Galland nel 1717. Anche le successive traduzioni in russo si rifacevano ad edizioni europee. Per esempio, la traduzione di Yulia Doppelmayr (1889–1890) partiva da un testo di Galland e quella di Yulia Doppelmayr (1889-1890) da una traduzione inglese di Edward William Lane (1838-1840).

Nella traduzione audiovisiva Nella serie TV Breaking Bad (2010, Stagione 3, Episodio 3), il personaggio Tortuga parla in spagnolo e i sottotitoli in polacco sono prodotti a partire da sottotitoli in inglese.

Nella traduzione di testi religiosi

La traduzione diretta del Corano in Latino risale al 1142-1143 e su di essa si basano molte traduzioni indirette nelle varietà linguistiche europee.

La Bibbia inglese (1385 circa) supervisionata da John Wycliffe è realizzata partendo dalla Vulgata latina, che a sua volta deriva dalla Bibbia di San Girolamo (400 circa), anch’essa una traduzione in latino di un testo fonte in greco.

Nell’interpretariato (Interpretazione in retour)

Quando durante una conferenza un delegato parla in danese e deve essere tradotto in inglese e ceco ma non è disponibile un interprete che traduca dal danese al ceco, l’inglese può essere utilizzato come lingua pivot (o intermediaria) per il ceco. L’interpretazione in retour era molto comune nel blocco sovietico, contesto nel quale il russo fungeva da lingua intermediaria.

Considerazione della traduzione indiretta

La traduzione indiretta ha una connotazione spiccatamente negativa. È spesso considerata la copia impoverita di un’altra copia, allo stesso modo in cui nell’effetto Xerox ogni successivo passaggio del processo di fotocopiatura implica una perdita di dettagli. L’UNESCO raccomanda che vengano forniti esempi di questa propensione negativa riguardo la traduzione indiretta, aggiungendo che questo tipo di traduzione dovrebbe essere usata “solo se strettamente necessario” perché molto spesso ciò viene tralasciato.

Tuttavia, le ricerche hanno dimostrato che il ricorso alla traduzione indiretta può anche portare a risultati positivi. Se non fosse per questa pratica, alcuni lavori letterari, provenienti da culture distanti o periferiche, non si sarebbero potute diffondere in molte lingue ed essere dichiarate classici della letteratura (o almeno la loro popolarità sarebbe stata posticipata). Prendiamo ad esempio il caso del ricevimento portoghese del vincitore giapponese del premio Nobel Yasunari Kawabata o il giapponese Haruki Murakami: se non fossero stati tradotti indirettamente, non avrebbero potuto essere fruibili per la popolazione portoghese del ventunesimo secolo.

Dunque, la traduzione indiretta potrebbe essere la più efficiente e, solo a volte, l’unico mezzo per includere opere di culture periferiche o distanti. In aggiunta, è stata dichiarata essere redditizia sia per le agenzie di traduzioni, sia per i clienti poiché abbassa i costi di una traduzione (è molto spesso più economica rispetto alla traduzione diretta da una lingua di nicchia).

Minimizza anche il rischio che una traduzione letteraria venga rifiutata dagli editori perché a conoscenza della versione intermedia. Infine, alcune agenzie di traduzione preferiscono addirittura ricorrere ad una versione intermedia in una lingua più ampia e prestigiosa in modo da creare una traduzione proveniente da una cultura distante poiché ciò aumenta le possibilità di incontrare le aspettative dei lettori e dei clienti (così come dimostrato da un recente studio).