Utente:RGmary/sandbox/CittàGiardinoMarghera

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La Città Giardino di Marghera fu pensata allo scopo di creare un quartiere residenziale vicino al nuovo polo industriale di Marghera. Nel 1919 viene affidato all'architetto Pietro Emilio Emmer l'incarico di fare un piano regolatore per la costuzione di questo quartiere. Ispirandosi al modello inglese di Ebenezer Howard (teorico della città giardino) farà un piano per una città giardino in modo da dare abitabilità al quartiere rendendolo ospitale per quello che voleva essere una degna appendice di Venezia in terraferma. Nel progetto c'era l'idea di costruire case salubri per ospitare i veneziani che sarebbero andati a lavorare nelle fabbriche; un'altro degli scopi infatti era risolvere il sovrappopolamento di Venezia spostando parte dei residenti nell'isola a Marghera, fornendo un lavoro in fabbrica e un abitazione accogliente. Il progetto della Città Giardino di Marghera era caratterizzato da ampi spazi e molto verde. Era stato progettato un ampio viale alberato largo 80 metri e lungo 700, da questo sarebbero partite le strade laterali larghe 26 metri con aiuole che dividevano la strada dal marciapiede. Le paizze sarebbero state contornate da case con orti e giardini. Queste avrebbero avuto l'obbligo di avere un giardino grande almeno 4 volte le dimensioni dell'edificio costruito, ogni edificio inoltre doveva distare non meno di 15 metri dagli edifici vicini e non essere alto più di 3 piani. Nel centro del quartiere dovevano sorgere tutte le strutture che ospitavano i servizi pubblici come: asili, uffici comunali, teatri, ospedali, scuole, bibliotece e mercati; in modo da favorire l'aggregazione di una comunità solida.

La costruzione[modifica | modifica wikitesto]

I primi problemi verranno dall'esproprio delle case e delle terre dei residenti della zona e dalla chiusura di attività contadine e di pascolo per lasciare spazio al nuovo quartiere e alla zona industriale. Nel 1925 la costruzione della città giardino procede a rilento, si vedono ancora le case contadine da abbattere mischiate alle case di nuova costruzione. Per la ricostruzione verranno utilizzati i matriali di recupero delle precedenti costruzioni. Il progetto andò in fumo a causa della scarsità di fondi del Comune di Venezia che smetterà di finanziare il progetto. Le industrie, contrariamente al previsto, assumeranno più personale proveninete dalle zone limitrofe invece che da Venezia facendo saltare la connessione tra la zona industriale e il quartiere residenziale, a questo punto tutte norme da seguire per la costruzione andranno scemando e si costuiranno all'inizio principalmente villini per i dirigenti, mentre gli operai faranno pendolari dalle zone limitrofe.

Chiesa convento di S. Antonio[modifica | modifica wikitesto]

Da piano regolatore la chiesa doveva essere una chiesa-ossario ma a causa del fallimento del piano regolatore e la scarsità di fondi verrà inizialmente costruito un convento. Con molta fatica iniziano i lavori per la cripta che verrà finita grazie alla donazione del Conte Volpi del 1939. La successiva costruzione della chiesa pocedette a rilento e grazie alla generosità della comunità locale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marghera il quartiere urbano S. Barizza, G. Facca e C. Cogo, Alcione editore, Venezia.