Utente:R.chiavarone/Sandbox

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La chiesa è un maestoso edificio con pianta a croce greca inscritta in un quadrato, sormontata da una cupola ottagonale eretta su un alto tamburo, sostenuto da quattro imponenti pilastri a base quadrangolare. I bracci della croce greca si concludono in absidi semicircolari, ognuna con due cappelle a "scarsella" voltate a crociera. La facciata, sviluppata su due registri orizzontali, fu completata soltanto nel 1587. L'interno della chiesa presenta undici cappelle decorate tra la fine del Cinquecento e la fine del Settecento[1].

Cappella Mozzi

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La Cappella Mozzi fu assegnata al patronato di Alessandro Mozzi nel 1573. Alla morte di quest'ultimo, la madre Margherita Marchetti si occupò di portare avanti la decorazione della cappella, compiuta tra il 1574 e il 1577 dall'artista maceratese Gaspare Gasparini. La decorazione è costituita da una pala d'altare, raffigurante l'Assunzione della Vergine, e da due affreschi laterali, raffiguranti la Natività di Maria e la Presentazione di Maria al Tempio. Negli spazi lasciati vuoti si intravedono i segni di un motivo ad affresco di stampo profano, realizzato da Gasparini ma censurato nel XVIII secolo: in particolare, sono stati in parte recuperati gli affreschi (teste satiresche, efebi nudi...), mentre sono andate perdute le due "nude non troppo oneste" cariatidi, sostituite dalle due colonne odierne.

Cappella Albani

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Nel 15:: il cardinale Giangirolamo Albani, già governatore pontificio della Marca, ottenne il patronato di una cappella nel santuario e ne commissionò la decorazione a Gaspare Gasparini. Tra il :: e il :: l'artista maceratese realizzò la pala d'altare, raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Girolamo e Nicola da Tolentino, mentre negli spazi laterali rappresentò il Miracolo di Elia e l'Uccisione dei falsi profeti: nelle due scene bibliche, incentrate sulla lotta contro i nemici della fede, i "falsi profeti" costituiscono in realtà un'allusione ai protestanti, contro cui la Chiesa cattolica lottava negli anni della Controriforma.

Le cappelle sono le seguenti:

  • Cappella del battistero;
  • Cappella Mozzi (1573-1576) - Opere di Gaspare Gasparrini;
  • Cappella di San Filippo;
  • Cappella Albani (1579-1581) - Opere di Gaspare Gasparrini e Giuseppe Bastiani;
  • Cappella Ciccolini (1600) - opere di Giuseppe Bastiani;
  • Cappella dei Bifolchi (1589-1595) - opere di Gaspare Gasparrini e di Cesare e Vincenzo Conti[2];
  • Cappella di Santa Teresa;
  • Cappella Ferri (1584-post 1610) - Adorazione dei Magi di Tintoretto;
  • Cappella della Compagnia dei Vergini (1605-1618) - opere di Andrea Boscoli, Bernardino Cesari e Giovanni Baglione;
  • Cappella Panici (1595-1598) - Madonna con Bambino e Santi di Felice Damiani e opere di Cesare e Vincenzo Conti;
  • Cappella Pancalducci (1580-1581) - opere di Giovan Battista e Francesco Ragazzini.
  1. ^ L. Arcangeli, Il Santuario di Santa Maria delle Vergini a Macerata: un esempio di arte sistina, in Le arti nella Marche al tempo di Sisto V, a cura di P. Dal Pongetto, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 1992, pp. 263-268..
  2. ^ G. Canullo, I Bifolchi e l'eucarestia. La cappella maggiore della chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata, in Il capitale culturale, n. 13, pp. 37-78.