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Ciriaco Mordini
Monumento funebre C. Mordini


Ciriaco Mordini

Ciriaco Mordini, benefattore fidardense (Castelfidardo, 19 settembre 1831; Castelfidardo 22 settembre 1900). La sua vita di ragazzo e di giovane è segnata dalla povertà, ma anche dallo spirito d’iniziativa legato al desiderio di migliorare la propria condizione economica. Ben presto, infatti, emigra in varie località italiane ed europee. Il soggiorno in Inghilterra e in Francia gli consente di intraprendere attività commerciali redditizie e di fare fortuna. Accumulato un consistente patrimonio, aiuta economicamente la sua città natale finanziando iniziative ed opere assistenziali. Nel testamento del 1886 nomina erede universale delle sue sostanze il ricovero “Ospizio Ciriaco Mordini” di Castelfidardo.

Gli anni vissuti in famiglia, a Castelfidardo

Ciriaco Mordini nasce a Castelfidardo il 19 settembre 1831, da Vincenzo e Marianna Brillarelli. Ha un fratello e una sorella: Filippo e Teresa. La sua famiglia è povera e vive del commercio di pelli di agnello e polli. A 11 anni i genitori gli fanno imparare il mestiere di sarto di campagna e lo affidano allo zio materno Alessandro Brillarelli, che lo conduce a lavorare nelle case dei contadini. Le esperienze di Ancona e Roma A 15 anni, per imparare meglio il mestiere, va ad esercitarlo ad Ancona dove guadagna solo quattro paoli (due lire) a settimana. Nel 1848 rientra a Castelfidardo, a causa delle vicende politiche dell’epoca, ma nel 1849 ritorna nel capoluogo e vi resta fino al 1850. In questo stesso anno decide di emigrare a Roma, contro il parere dei genitori e degli amici: parte con il carro di Sante Carini, venditore di polli; fa sosta ad Assisi dove uno zio frate, padre Angelo, gli dona sette paoli. Arrivato a Roma, cerca il compaesano Ciriaco Baldelli che lo aiuta a trovare impiego come lavorante di un sarto ebreo, per un compenso di un paolo il giorno. Successivamente trova un’altra bottega dove percepisce un salario maggiore (tre paoli il giorno) ed inizia ad inviare i primi risparmi alla famiglia.

L’emigrazione in Francia

Nel 1851 il lavoro da sarto comincia a scarseggiare. Seguendo il consiglio di un capitano di mare, e in sua compagnia, Ciriaco raggiunge Civitavecchia per imbarcarsi per Marsiglia. Nei giorni che precedono l’imbarco cerca un’occupazione, senza successo, ma un sarto amico del capitano, commosso dalla sua situazione, gli paga i 32 franchi del biglietto. Dopo un viaggio tempestoso, Ciriaco arriva a Marsiglia dove va alla ricerca di Giovanni Clementi, originario di Castelfidardo, con una lettera di raccomandazioni del fratello di lui, residente a Roma. Clementi gli offre lavoro e ospitalità. Dopo circa un anno, nell’aprile del 1852, Mordini lascia Marsiglia per Parigi; qui trova impiego presso un sarto belga, grazie ad una raccomandazione di Clementi, poi si mette a lavorare a pezzo nelle sartorie. Nel tempo lasciato libero dal lavoro, da autodidatta, impara a leggere, scrivere e far di conto.

Una nuova destinazione: il Regno Unito

Dopo due anni Ciriaco decide di trasferirsi a Londra, imbarcandosi su un bastimento. Un compagno di viaggio gli trova abitazione e lavoro, a contatto con sarti tedeschi, francesi e spagnoli. Per imparare l’inglese si trasferisce nell’entroterra, ad Oxford. Il problema della lingua sembra insormontabile e i guadagni nel lavoro di sarto decisamente minori rispetto a quelli di Londra; inoltre nel periodo estivo, quando l’università si spopola, il lavoro scarseggia. Mordini, che ha imparato nel frattempo l’inglese, decide di trasferirsi a Birmingham - è l’aprile del 1856 - provvisto della raccomandazione di un mercante di birra per suo fratello, sarto-mercante in quella città. Questi lo ospita nella sua casa, gli dà lavoro e lo tratta come un figlio. A Birmingham Ciriaco conosce Barsanti, un italiano che vive lì con la moglie e il figlio, con cui stringe amicizia e che gli procura altri clienti. La situazione economica di Mordini comincia a migliorare decisamente.

Tra Parigi e Castelfidardo

Quando Barsanti e la moglie si trasferiscono a Parigi, Ciriaco si occupa del figlio che va a vivere con lui. Nel 1860 muore Barsanti padre e il figlio raggiunge la madre nella capitale francese. Nel novembre dello stesso anno Mordini ritorna a Castelfidardo dopo 11 anni di assenza. La gioia del ritorno è funestata però dalla morte della madre. Ciriaco nel febbraio del 1862 parte per Parigi dove raggiunge la signora Barsanti ed avvia con il figlio una società commerciale basata sulla vendita di ferro lavorato, importato da Birmingham, che fa conoscere andando come ambulante nei negozi e nelle botteghe di Parigi. Un episodio spiacevole turba l’attività della società: il ritrovamento di un baule di libri proibiti, erroneamente capitato tra le merci destinate a Mordini e Barsanti, porta all’arresto e alla detenzione per 17 giorni dei due soci.

Il successo economico

Superato questo spiacevole episodio, gli affari riprendono con successo e in pochi anni la società realizza un guadagno netto di trecentosessantacinquemila franchi. Nel 1870 Ciriaco compie un viaggio in varie località europee ed italiane e giunge a Castelfidardo. Il padre e il fratello sono morti; egli si intrattiene parecchie settimane in compagnia di parenti e amici. Al ritorno a Parigi Mordini trova una situazione politica incandescente per la sconfitta francese di Sedan e la costituzione della Comune. Superato il difficile periodo, la società riprende con successo i suoi affari entrando in contatto con le prime piazze commerciali di tutto il mondo e realizzando cospicui profitti. Ciriaco Mordini benefattore e cittadino benemerito Divenuto possidente, Mordini nel 1877 rientra a Castelfidardo dove investe parte della sua fortuna nell’acquisto di immobili e si rende conto della difficile situazione della sua terra natale. Ritornato a Parigi, assiste il suo amico Barsanti, gravemente ammalato, fino alla morte avvenuta nel 1879. Nel febbraio del 1880 rientra a Castelfidardo dove il Consiglio comunale lo nomina cittadino benemerito per le sue elargizioni a sostegno dell’Ospedale e della Società operaia; negli anni successivi sosterrà economicamente le Cucine economiche, l’Asilo d’Infanzia e l’Orfanotrofio, ricevendo numerose attestazioni e testimonianze di affetto. L’opera più importante cui si dedica è, nel dicembre del 1889, l’apertura di un Ospizio per persone povere ed inabili al lavoro, situato in Via Mazzini. In data 25 maggio 1894, con decreto del re Umberto I, viene nominato Cavaliere dell’Ordine della corona d’Italia. Gli ultimi anni di vita Continua a fare la spola tra Parigi e Castelfidardo, dove muore improvvisamente il 22 settembre 1900; nel testamento del 1886 ha nominato erede universale delle sue sostanze il ricovero “Ospizio Ciriaco Mordini”.