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La famiglia Marchese è un'antica famiglia insignita di svariati titoli nobiliari la cui provenienza pare sia, in origine, Lombarda.
In Sicilia ebbe un certo rilievo storico e socio-economico, dato che alcuni suoi membri riuscirono a ricoprire varie cariche pubbliche apicali anche di rilievo regionale [1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Per il periodo concernente il basso medioevo, il dizionario Blasonico riporta [2] [3], nella lista dei nobili, informazioni di cinque famiglie con il nome Marchese. Una di Genova, due in Sicilia, una di Napoli e una di Salerno.


Il ramo di Genova era originario di Forlì, ma fu diffuso per la Liguria dai fratelli Andrea e Giovanni nel 1420. Il ramo di Napoli della famiglia sembra essere di origine Longobarda, ed ebbe come capostipite il conte Alfana, soprannominato "il Marchese" .

La storiografia successiva al 1500 di questi rami non è nota, ad eccezione del ramo siciliano, che è stato registrato da più fonti.

Il ramo siciliano[modifica | modifica wikitesto]

blasone della
famiglia Marchese
File:Marchese2.jpg
Stemma originario della
famiglia Marchese
File:Marchese arma.gif



In Sicilia la famiglia[4] Marchese ha posseduto, negli anni, il principato di Scaletta, il marchesato di Rajata, le baronie di Bambina, Bonalgergo, Casalotto, Castelluzzo, Foresta di Taormina, Graneri, Guidomandri, San Marco lo Celso, Nissoria, Rapisi e Gauteri. [5].


Dalla narrazione[6] del Mugnos (storico; 1607–1675) apprendiamo che Alberico ed Ugone Marchese , capitani di Giorgio Maniace esarca di Sicilia intorno all'anno 1000 circa, furono i progenitori della famiglia Marchese nell' Isola; da loro discese Riccardo, che fu poi castellano di Taormina.

Sotto i re normanni, nel Regno di Sicilia, vi è notizia di un Riccardo Marchese ai servigi del buon Guglielmo; il fratello di questi, Raul, si stabilì invece nella città di Napoli, ove visse in grande sfarzo e ricchezza. [7].


Il figlio Saglimbene [8] fu valente dottore [9] e ricoprì l'incarico di segretario e consultore [10] dei re Ludovico e Federico III, dai quali ottenne in compenso nel 1360 i feudi di Malgini, Bimisini e Binisicari.


Un altro Saglimbene fu molto stimato dal re Martino; fu primo signore della Scaletta [11] nel 1397 ed un anno dopo assunse la carica di straticoto [12] di Messina (funzionario di nomina regia, con compiti di presidente del tribunale e capitano d’armi); fu nominato maestro razionale[13] (revisore dei conti) nel 1415, protonotaro [14] del regno sino al 1422, e nel 1426 ebbe potestà di creare ufficiali locali [15] nella città di Messina.

Ereditò molti beni da Nicolò Patti, suo zio, ed ottenne addirittura dal re molti feudi e castelli.

Fu uno dei giudici della Gran Corte [16] e passò alla cronaca per la condanna del vicario del regno Andrea Chiaramonte conte di Modica [17]; fu nominato primo barone di Castelluzzo per privilegio datato 13 febbraro 1397 e, in seguito, fu primo barone di Guidomandri per permuta fatta col priore dell’ordine di Malta in Messina il 21 luglio 1404.


Un tal Giovanni Marchese fu vescovo di Patti nel 1494, ed un Carlo nel 1535 si distinse ai servigi militari dell’ imperatore Carlo V.

Un Francesco Marchese , secondo il Villabianca, fu il primo principe della Scaletta con privilegio [18][19] dato il 22 luglio 1614 ed esecutoriato [20] il 4 febbraio 1615.


La famiglia vantò anche molti cavalieri gerosolimitani, tra i quali possiamo annoverare fra' Giovanni (1439, cavaliere dell’ordine di Malta), fra Nicolo (1553), fra' Saglimbene (1569), fra' Giangiacomo (1582), fra' Marcello (1585), fra Placido (1614) e infine fra' Giuseppe (1622).


Si ricordano anche un Giovanni Salimbene [21][22], pronipote di Salimbene, che nel 1453 otteneva conferma e nuova investitura nelle baronie di Scaletta e di Guidomandri; un Francesco a cui, con privilegio datato 25 aprile 1512, fu concesso il titolo di regio cavaliere; un Giovan Tommaso che ottenne la carica di senatore di Palermo nel 1512; un Salimbene Marchese , barone della Scaletta, divenne nell’anno 1523 strategoto di Messina; un Salvo assunse invece la stessa carica nel 1536-37; un Bartolomeo divenne strategoto nel triennio 1561-62-63.
Un Andrea, un Giovanni, un Francesco fu Giuseppe ed un Giuseppe fu Salimbene sono invece semplicemente iscritti alla mastra nobile del Mollica [23]; un Giuseppe rivestì il prestigioso incarico di giudice pretoriano [24] di Palermo nel biennio 1602-3 e divenne in seguito giudice delle Appellazioni [25] nell’anno 1611-12.

Un Marcantonio rivestì l'incarico di giudice pretoriano di Palermo negli anni 1627-28-29, 1631-32; egli divenne poi giudice della Gran Corte Criminale del Regno nel 1636-37 e nel 1640-41.
Un Andrea ottenne, con privilegio dato il 9 febbraio ed esecutoriato il 6 luglio 1630, il titolo di Don [26] e forse fu quell’Andrea Marchisio che, con privilegio del 12 ottobre 1668, risultò aver acquisito il titolo di barone di Oronte. [27].


Un Antonio ricoprì il ruolo di giudice della corte pretoriana di Palermo negli anni 1694-95, 1699-1700; in seguito divenne anche giudice della gran corte criminale nel 1705, 1710-11, della gran corte civile nel 1717 e poi, successivamente, assunse l'importante incarico di maestro razionale giurisperito del tribunale del Real Patrimonio nell’anno 1722.


Un Placido Marchese [28][29] e Strazzeri con privilegio del 7 giugno 1709 ottenne il titolo di barone di Criato o Ripadimare; un Gaspare [30] divenne regio secreto [31] di Palermo, luogotenente di corriere maggiore del regno [32], maestro razionale del tribunale del Real Patrimonio [33] e - con privilegio dato il 26 dicembre 1744 ed esecutoriato il 20 aprile 1749 - si infeudò anche con l'ulteriore titolo di marchese di Raiata.

Un Francesco divenne giurato di Messina nel 1745-46; un Diego ottenne l'incarico di governatore della Tavola di Messina [34] nel 1792-93 ed egli stesso fu annotato ed iscritto, come conte, nella mastra nobile di detta città del 1798-1807.


Si ricordano anche un Francesco Marchese barone di Pietrogoliti (1705), che sostenne la carica di senatore nel 1755 e di console del mare [35] nel 1762, ed un Nicolò figlio del barone Gregorio; infine sono noti un sacerdote Giuseppe ed un Giovambattista (1749), figli di Francesco Marchese e Nescion. [36].

Arma[modifica | modifica wikitesto]

Arma d'oro, con una fascia d'azzurro caricata da una stella ad otto raggi del primo. Corona di principe. [37].


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ cfr, sulle cariche pubbliche in Sicilia, amplius in Sicilia aperta - capitolo n. 2 - organi ed uffici centrali, saggio in rivista di Storia Mediterranea, edita da Cattedra di Storia Moderna c/o Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. Vedi anche in Città e vita nobile, saggio in rivista do Storia Mediterranea, edita da Cattedra di Storia Moderna c/o Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. Amplius in I titolari degli uffici centrali, saggio in Storia Mediterranea, edita da Cattedra di Storia Moderna c/o Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo
  2. ^ Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, di Giovanni Battista di Crollalanza, 1890, vol II
  3. ^ vedi anche: Elenco ufficiale della nobiltà italiana, Istituto poligraphico dello stato, 1934
  4. ^ Il feudalismo in Sicilia, storia e diritto publico, di Diego Orlando, 1847
  5. ^ Nobiliario di Sicilia, del dott. A. Mango di Casalgerardo, Palermo, A. Reber, 1912 - 2 volumi
  6. ^ Teatro Genologico delle Famiglie Nobili, Titolate, Feudatarie, & Antiche Nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi ed estinte, del Signor Dottore D. Filadelfo Mugnos stampato a Palermo, per Domenico d'Anselmo MDCLV - Imp. Salernus V. G. Imp. de Denti Pref.
  7. ^ Teatro Genologico delle Famiglie Nobili, Titolate, Feudatarie, & Antiche Nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi ed estinte, del Signor Dottore D. Filadelfo Mugnos
  8. ^ Il blasone in Sicilia di Vincenzo Palizzolo Gravina, Ristampa anastatica dell'edizione di Palermo, 1871-1875
  9. ^ In quel periodo per studiare fuori dall’isola si dovevano affrontare notevoli spese di viaggio e di soggiorno, acquistare libri e materiale didattico, per un costo complessivo dell’intero corso universitario oscillante tra un minimo di 50 e un massimo 100 onze, a seconda della parsimonia dello studente (A. Romano, “Legum doctores” Giuffrè, Milano 1984, pp. 68-73.), mentre di contro un feudo di medie dimensioni vale 108 onze negli ultimi anni del trecento e lo stipendio annuo corrisposto alla carica di vicesecreto regio (amministratore di beni demaniali e delle entrate pubbliche, chiamato anche a decidere su tutte le controversie riguardanti le gabelle ed il fisco in generale) equivaleva in media a circa 30 onze annue; i redditi medio-alti da rendita feudale oscillavano tra le 300 onze annue e le 1000.
  10. ^ I presidenti dei vari tribunali e il consultore formavano una magistratura suprema che veniva chiamata a decidere i casi più gravi e ad essere consultata nei conflitti di giurisdizione ed in vari casi di interesse generale. Cfr La Sicilia e i suoi rapporti con l'Inghilterra all'epoca della costituzione dell 1812, o Memorie istoriche su'principali avvenimenti di quel tempo, di Giovanni Aceto, F. Ruffino, 1848
  11. ^ cfr storia di Scaletta e breve citazione storica
  12. ^ Nel XV secolo lo Stratigoto non era più solo un generale, ma un giudice che presiedeva la corte stratigoziale. Era di nomina regia e si raccordava anche con l'università. Nell'ordine delle cariche veniva immediatamente dopo il vicerè si appellava illustrissimo e disponeva di 30 alabardieri. Dal 1220 in poi la figura sopravvisse principalmente solo a Messina, che conservava il titolo di città regia, perchè fu lentamente soppressa altrove. Cfr: Memorie su la Sicilia: tratte dalle pilu celebrie accademie e da distinti libri di società letterarie e di valent'uomini nazionali e stranieri, di Guglielmo Capozzo, Editore Virzi, 1840, voce. Cfr: Caino Barocco. Messina e la Spagna 1672-1678, di Saverio Di Bella, Pellegrini Editore, 2005.
  13. ^ cfr amplius in il Governo della Finanza, saggio in rivista di Storia Mediterranea, edita da Cattedra di Storia Moderna c/o Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo; vedi anche I flussi finanziari nel regno, saggio in rivista di Storia Mediterranea, edita da Cattedra di Storia Moderna c/o Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo
  14. ^ Il protonotaro esercitava giurisdizione sui notai, sceglieva la lista di eligibili alla carica di giurato e alla carica di senatore del Senato della capitale ; cfr. La Sicilia e i suoi rapporti con l'Inghilterra all'epoca della costituzione del 1812, o Memorie istoriche su'principali avvenimenti di quel tempola capitale: cfr , di Giovanni Aceto, F. Ruffino, 1848
  15. ^ Forze di polizia e di amministrazione economica che non godevano di imperium ed erano subordinati ai tribunali. Cfr: Siculæ sanctiones per N. Gervasium digestæ atque in unum redactæ, di Augustinus Tetamus e Nicolaus Gervasius, 1755, voce
  16. ^ La gran corte del Regno si occupava dell'appello di tutte le cause civili e criminali, delle cause feudali, e della giurisdizione sui baroni; cfr La Sicilia e i suoi rapporti con l'Inghilterra all'epoca della costituzione del 1812, o Memorie istoriche su'principali avvenimenti di quel tempo, di Giovanni Aceto, F. Ruffino, 1848, voce
  17. ^ Storia civile del regno di Sicilia, Giovanni Evangelista Di-Blasi, dalla Reale stamperia, 1816
  18. ^ Il blasone in Sicilia di Vincenzo Palizzolo Gravina, Ristampa anastatica dell'edizione di Palermo, 1871-1875
  19. ^ Archivio storico messinese, di Società messinese di storia patria, Deputazione di storia patria per la Sicilia, Sezione di Messina, 1939
  20. ^ l'esecutorietà conferiva valore legale all'intestazione feudale
  21. ^ citato in: Archivio storico per la Sicilia orientale, Società di storia patria per la Sicilia orientale, 1979
  22. ^ citato in:Archivio storico messinese, di Società messinese di storia patria, Deputazione di storia patria per la Sicilia, Sezione di Messina, 1939
  23. ^ Dom. Mollica, maestra de' nobili della città di Messina, Nap., 1733
  24. ^ I Giudici pretoriani erano posti alle dipendenze del senato e del pretore e in un primo tempo decidevano le cause civili, mentre in un secondo momento decidettero anche quelle criminali; cfr. La Sicilia e i suoi rapporti con l'Inghilterra all'epoca della costituzione dell' 1812, o Memorie istoriche su'principali avvenimenti di quel tempo, di Giovanni Aceto, F. Ruffino, 1848; cfr Storia civile del regno di Sicilia, di Giovanni Evangelista Di-Blasi, Dalla Reale stamperia, 1818
  25. ^ Detto giudice sostituiva, in caso di assenza, la gran corte e giudicava
  26. ^ Titolo concesso dai Re spagnoli ai primogeniti di ricche famiglie; cfr Lettera sopra l'origine della parole dominus e domnus e del titolo di don, di Francesco Cancellieri, 1808
  27. ^ Nobiliario di Sicilia, del dott. A. Mango di Casalgerardo, Palermo, A. Reber, 1912 - 2 volumi
  28. ^ citato in:Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del regno di Sicilia, di Giovanni Evangelista Di-Blasi, 1867
  29. ^ Palermo 1713, di Alberico Lo Faso di Serradifalco, 2004
  30. ^ Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, L.P. Lauriel, 1879
  31. ^ Il maestro Secreto, funzionario del regno, esercitava il suo compito in materia tributaria. Poichè riceveva suppliche ed emanava decreti, aveva anche una sua Curia. Le attribuzioni dell'Ufficio del Secreto furono assorbite dall'amministrazione comunale solo a partire dal 1812. Cfr Archivio storico siciliano, della Società siciliana per la storia patria (Palermo, Italy), 1970. Cfr. La Sicilia di Ferdinando il Cattolico: tradizioni politiche e conflitto tra Quattrocento e Cinquecento (1468-1523), di Simona Giurato, Rubbettino Editore srl, 2003
  32. ^ L'ufficio del corriere maggiore provvedeva alla gestione dei corrieri postali; Il luogotenente era immediatamente sottoposto al corriere maggiore e lo coadiuvava. Cfr: Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie, di Giuseppe Maria Galanti, Gabinetto Letterario, 1787, Cfr anche Sicilia 1726: Corrieri postali illegali, di Giuseppe Di Bella, 2008.
  33. ^ Il tribunale del real patrimonio era giudice di appello di tutte le corti locali di amministrazione conomica, cui si affiancarono dal 1500 maestri razionali giusperiti; tre eran di estrazione nobile e tre di estrazione togata, i quali si occupavano di cause tra il fisco ed i privati; essi si servivano di avvocati fiscali, procuratori e sollecitatori fiscali. Cfr: Giornale di scienze, letteratura ed arti per la Sicilia, 1828
  34. ^ Si trattava di un Banco pubblico. Cfr Appendice alla Sicilia nobile, di Francesco Maria Emanuele, Palermo 1775
  35. ^ Il consolato del mare definiva le cause marittime e si componeva di sei membri, di cui due nobili, due cittadini, e due mercanti. Cfr: Della Sicilia nobile, di Francesco Maria Emanuele e Gaetani, 1754
  36. ^ Nobiliario di Sicilia, del dott. A. Mango di Casalgerardo, Palermo, A. Reber, 1912 - 2 volumi
  37. ^ foto blasone; foto blasone famiglia di Palermo; ricostruzione Stemma ;


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Scheda contenente anche la voce Marchese nel Nobiliario di Sicilia del dottor A. Mango di Casalgerardo, Palermo, A. Reber, 1912, sezione web Biblioteca Centrale, sito ufficiale della Regione Siciliana e Indice generale dello stesso Nobiliario di Sicilia.
  • Storia civile del regno di Sicilia, voce a pag. 386, di Giovanni Evangelista Di-Blasi, dalla Reale stamperia, 1816.
  • Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti, di Giovanni Battista di Crollalanza, 1890, vol II
  • Elenco ufficiale della nobiltà italiana, Istituto poligraphico dello stato, 1934
  • Il blasone in Sicilia, di Vincenzo Palizzolo Gravina, Ristampa anastatica dell'edizione di Palermo, 1871-1875, pag. 247 e 248, frammento voce
  • Catalogo della biblioteca di Camillo Minieri Riccio, 1866
  • Il feudalismo in Sicilia, storia e diritto publico, di Diego Orlando, 1847
  • Archivio storico messinese, a cura della Società messinese di storia patria, Deputazione di storia patria per la Sicilia, Sezione di Messina, 1939
  • Archivio storico per la Sicilia orientale, a cura della Società di storia patria per la Sicilia orientale, 1979
  • Maestra de' nobili della città di Messina, di D. Mollica, Napoli, 1733
  • Enciclopedia storico-nobiliare italiana, di Vittorio Spreti, Ed. Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1928
  • Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del regno di Sicilia, di Giovanni Evangelista Di-Blasi, 1867
  • Palermo 1713, di Alberico Lo Faso di Serradifalco, 2004
  • Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, L.P. Lauriel, 1879
  • Sicilia, touring club, 1989; frammento analisi storica
  • Teatro Genealogico delle Famiglie Nobili, Titolate, Feudatarie, & Antiche Nobili, del Fidelissimo Regno di Sicilia, viventi ed estinte, del Signor Dottore D. Filadelfo Mugnos stampato a Palermo, per Domenico d'Anselmo MDCLV - Imp. Salernus V. G. Imp. de Denti Pref.
  • scheda su Scaletta
  • La Sicilia e i suoi rapporti con l'Inghilterra all'epoca della costituzione del 1812, o Memorie istoriche su'principali avvenimenti di quel tempo, di Giovanni Aceto, F. Ruffino, 1848
  • Archivio storico siciliano, della Società siciliana per la storia patria (Palermo, Italy), 1970.
  • La Sicilia di Ferdinando il Cattolico: tradizioni politiche e conflitto tra Quattrocento e Cinquecento (1468-1523), di Simona Giurato, Rubbettino Editore srl, 2003
  • Appendice alla Sicilia nobile, di Francesco Maria Emanuele, Palermo 1775
  • Della Sicilia nobile, di Francesco Maria Emanuele e Gaetani, 1754
  • Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del regno di Sicilia, di Giovanni Evangelista Di-Blasi, 1867
  • Enciclopedia araldica italiana, di Angelo M. G. Scorza, Editore Studio ricerche storiche, 1973



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