Utente:Porzia Romana/Sandbox

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Amelia Pardo[modifica | modifica wikitesto]

Amelia Pardo (Oneglia1928 - Roma 1985) è stata una pittrice italiana, genericamente inquadrabile nel movimento della pittura Naïf.

Frequenta la scuola ad Oneglia e, dal 1943, studia alle magistrali a Modena, dove si è trasferita con la famiglia; non conclude gli studi per via della guerra (bombardamenti del febbraio 1944). Nel novembre del 1944 partecipa alla Resistenza assieme al fratello Alfio e svolge per alcuni mesi attività di staffetta partigiana sull'Appennino modenese (riconoscimento della qualifica di Partigiana Combattente - Ministero della difesa, 1980).

Dal 1950 è a Roma, dove inizia una modesta attività creativa; nel 1952 sposa il giornalista Paolo Pardo, con il quale resterà per oltre trent'anni e fino alla prematura scomparsa a metà degli anni Ottanta. L'incarico del marito come corrispondente per i paesi del blocco sovietico porta la coppia a trasferirsi a Mosca nel 1961; da quel momento, si susseguiranno numerosi viaggi in paesi di difficile accessibilità (tra questi Russia, Cina, Uzbekistan, Armenia, Birmania, Cambogia, Vietnam; nonché tutti i paesi europei e New York) che costituiranno esperienze del tutto fuori dall'ordinario, di cui si ritrovano ampie suggestioni nell'opera pittorica. L'attività espositiva si avvia verso la metà degli anni Sessanta (1965, personale alla Feluca di Roma); l'artista si inserisce agevolmente nell'ambito dei pittori Naïfs, partecipando alle principali mostre dedicate alla nuova tendenza (tra queste: 1968, Prima Rassegna dei Naïfs a Luzzara; 1973, Pittori naïfs italiani e francesi a Palazzo Barberini). Nel 1973 fonda con Dallos, Rotunno, Ruggeri e Vicentini il gruppo dei " Romanaïf ", con sede nella medievale Tor de' Conti (mostre del gruppo a Palermo nel 1974, a Firenze nel 1975, a Matera nel 1976).

Durante gli anni Settanta e Ottanta, la coppia soggiorna a lungo a Stromboli, dove possiede una casa; l'isola diviene un'ulteriore fonte di ispirazione e di conseguenza si ritrova spesso rappresentata nei dipinti della Pardo; stessa cosa accade per la città di Venezia, mèta di frequenti soggiorni.

Sebbene il suo linguaggio coincida solo parzialmente con quello più tipico del naïf e possa, piuttosto, inquadrarsi in una sorta di fantanaïf del tutto originale e personale, la Pardo si è costantemente mossa nell'ambito di quel movimento, pertanto proseguendo nella comune attività espositiva (1978, XII Rassegna di Luzzara; 1980 Milano; 1983 Morges). Nel 1979, assieme a Marinka Dallos, realizza per una delle sedi CGIL a Roma, una grande tela (cm. 585 x 255; ora conservata nella sede di Piazza Vittorio) raffigurante l'Evoluzione del movimento dei lavoratori agrari; si tratta, assieme alla Piazza di paese in Polonia (1979 - Luzzara, Museo Nazionale delle Arti Naïves "Cesare Zavattini"), dell'unica opera della pittrice non in collezione privata.

I suoi risultati più originali e piacevoli sono da trovarsi nelle tante immagini di città deserte, come ad esempio quelle dipinte in Russia (Vedute di Leningrado), oppure abitate da impreviste presenze animali (Elefanti a Trinità dei Monti), creature fantastiche (Pantheon femminile) e ospiti inattesi (Bonzo birmano planante su Stromboli). La presenza umana nei quadri è limitata a quella femminile e a quella del mondo infantile; sua riuscita attività fu quella del ritratto, in cui si fondono con fantasia resa fisiognomica e penetrazione dei caratteri, sullo sfondo di finestre aperte sulle località preferite, quali Roma, Venezia, Stromboli.

Il monogramma AP con data è quello generalmente utilizzato per la firma.


Bibliografia: Amelia Pardo Pittrice, di A. Capriotti - P. Pardo, Edilazio 2008