Utente:Pietro.dipalma/Sandbox1

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Capitano Iervolino

https://archive.org/details/il13p0sfanteriab00abat/page/202?q=%22poggio+marino%22


Guastafierro, vedova Boccia

https://books.google.it/books?id=B0r-CoJIsJMC&q=%22poggio+marino%22&dq=%22poggio+marino%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi-z-Oo7s7mAhXnwAIHHXLEC2A4ZBDoAQgvMAE

202/228 , 75620 Parisi Michele di Giuseppe a Poggiomarino (Napoli): « Interruttore multiplo a reazione », richiesto il 15 febbraio 1905, per anni 2.[1][2]

Eruzioni Vesuvio

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Né le vicine case potevano dar loro ricovero perché erano scarse ed anguste; laonde pochi trovarono asilo in Poggio marino, paesello non molto discosto da quel sito , o nelle ville che i privati eoa pietoso consiglio e lodevole disinteresse aprirono a quei meschini; ma i più rimasero ne'primi momenti dispersi nelle campagne finché non furono mandati ad effetto i sovrani provvedimenti : poiché venne nominata una Commessione, alla quale si dava carico di sceverare nel corso di un ..[3]

Parroco Iervolino

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(Sentenza 5 febbraio 1904 — Comune di Poggio- marino e. Fondo pel culto e lervolino). La Corte, ecc.: — Omissis. Osserva che la controversia suscitata dalla domanda del parroco, dalle difese del Comune di Poggiomarino e del Fondo pel culto, si riduce ai seguenti termini: se il Comune che da tempo corrispondeva a quel parroco la congrua di ducati 150, pari a L. 637,50, non sia più tenuto a corrisponderla per effetto delle disposizioni legislative da lui invocate, e l'obbligo ne sia passato al Fondo pel culto. La soluzione richiede necessariamente l'esame della origine e ragione d'essere dell'obbligo del Comune. Nelle Provincie napolitane regolavano gli assegni di congrua ai parroci le antiche sovrane disposizioni sull'abolizione delle decime sacramentali, cioè i reali dispacci 20 gennaio 1759, 25 luglio, 19 settembre 1772, la legge organica del 1816 sull'amministrazione civile, art. 214, il concordato 16 febbraio 1818, art.7. Rivista. VoL. LV. 23 La Corte di merito interpretò l'annotazione...[4]

Gli abitatori sono 365o inclusi quelli del suo villaggio chiamato Flocco proprio de signori Orsini della città di Somma, appartenente per l'ecclesiastico a Bosco-Regale, e per lo politico alla G. C. della Vicaria . Quasi tutti sono addetti alla coltura della campagna, e fanno pure molta industria de bachi da seta. [5]

Considerato che Flocco, oggetto della presente controversia, è una frazione del Comune di Boscoreale che conta oltre 1600 abitanti, che ha un ufficio sezionale di stato civile, un ufficio di conciliazione e sul suo territorio l'amministrazione provinciale di Napoli ha instituita una scuola pratica di agricoltura. Che quando Poggiomarino fu eretto in Comune in base alla legge dell'8 dicembre 1808 non gli fu assegnata la frazione di Flocco, onde questa frazione non gli è mai appartenuta dacchè è Comune.

Che di ciò in quel primo tempo e per parecchi anni appresso non si dolse il Comune di Poggiomarino, sembrando non avere avvertita diminuzione di territorio trovandosi senza la frazione Flocco.[6]

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a) alla rettifica di confini del Comune di Poggiomarino verso quello di Boscoreale in conformità della pianta da esso rassegnata, nel senso di comprendere nell'ambito di Poggiomarino il territorio denominato Flocco Vecchio e la masseria Boscoreale;

b) alla reintegra dell'estensione territoriale di diritto del Comune di Poggiomarino, trasportando il confine in modo da comprendere i territori Pastori, Colomba, La Marchesa Croce e la Pietra.

  • Che precedentemente invece più di un'istanza fu sperimentata per ottenere dal Governo un provvedimento diverso nella forma, ma identico nella sostanza, il distacco cioè della frazione Flocco dal Comune di Boscoreale per aggregarla al Comune di Poggiomarino.
  • Che il provvedimento invocato sia nella sostanza lo smembramento del Comune di Boscoreale, lo si riconosce anche agli effetti che il medesimo produrrebbe quali furono rilevati nella tornata 27 luglio 1894 del Consiglio provinciale di Napoli, il dissesto cioè finanziario che il distacco produrrebbe al Comune di Boscoreale.
  • Che una questione di delimitazione del confine territoriale tra Comuni sia distinta da quella del distacco dall'uno e dall'aggregazione all'altro di una intiera frazione è evidente e quindi non può ammettersi che una medesima cotroversia possa, a piacimento del ricorrente, alternativamente prospettarsi ora sotto l'uno, ora sotto l'altro aspetto.[7]

Scuola agraria di Poggiomarino

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R.Scuola Pratica d'Agricoltura Poggio Marino

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Capitolo 34. – Lo stanziamento fu aumentato da L. 805,694 a L. 830,694. L'aumento proviene da ciò che, per accordi presi fra il Ministero e la Deputazione provinciale di Napoli, si stabilì di riordinare la Scuola di agricoltura di PoggioMarino come scuola pratica di agricoltura della provincia, secondo la legge 6 giugno 1885; la provincia le assegnò un contributo di L. 8000, e lo Stato a termini di legge concorre per tre quinti, ossia per L. 12,000, oltre a L. 5000 previste per rette di allievi.[8]

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l giorno 30 ottobre u. s. nella R. Scuola pratica d'Agricoltura per la Provincia di Napoli ( Poggiomarino ), alla presenza dei professori e degli alunni furono sperimentati il nuovo follatore e la valvola universale per la enotecnia, ideati dal Direttore della Scuola Dott. Fortunato Memola. I citati apparecchi hanno funzionato a meraviglia restandone oltremodo soddisfatti i presenti. I modelli sono stati eseguiti sotto la direzione del professore De Paula.[9]

Nella R. scuola pratica di agricoltura di Poggiomarino (Napoli) ebbero luogo nei giorni scorsi gli esperimenti del nuovo follatore e della valvola universale perla enotecnia, strumenti ideati dal direttore di detta scuola Dottor Fortunato Memola, il quale ce ne ragguaglia nella seguente lettera che di buon grado pubblichiamo:

« I citati apparecchi hanno funzionato a meraviglia, restandone oltre modo soddisfatti i presenti.I modelli sono stati eseguiti nella scuola sotto la direzione del Professore De Paula. Mentre con apposita memoria darò ragione delle due ricerche pratiche, sin da ora mi fo un dovere significare a V. S. il concetto preliminare. Il follatore universale e così detto per la sua facile applicazione sia per aereare il mosto dopo la pigiatura, sia come rappresentante una somma di diaframmi atti a mantenere le vinaccie sommerse e divisein tante porzioni quante le palette, che porta, durante la fermentazione tumultuosa.

« Risulta di un asse faccettato, affidato ad una vite e portante una somma di palette orizzontali alternate. L'asse affidato alla vite forma con essa un sol corpo verticale, in modo che, per il movimento di questa, genera l'agitazione della massa in senso rotatorio-elicoidale in modo sorprendente, come è facile intendere per l'azione della vite motrice. In questo primo periodo l'asse e la vite, tutto in legno, formano un sol corpo per mezzo di un cuneo. Terminata l'aerazione, il follatore si toglie dal tino, dalla botte o dal fusto, nel quale può anche funzionare, entrando per il cocchiume (portella), giacche le palette, mentre nella loro normalità sono orizzontali, possono anche chiudersi con leggiera pressione, e riprendere la loro orizzontalità tolto questa.

« Iniziata la fermentazione, appena formatosi il cappello dalla vinaccia, si torna ad usare il follatore che ora, tolto il citato cuneo, funziona come due corpi divisi, restando fermo l'asse verticale e girando su di esso la vite per esercitare tutta la sua pressione. Ogni paletta prende allora una porzione del cappello e la sommerge in modo che, se l' asse portasse dieci palette, il cappello rimarrebbe diviso in dieci porzioni, l'una indipendente dall'altra, perchè a diverso piano, e nello stesso tempo ciascuna delle citate porzioni, trovasi in tutti i sensi bagnata dal mosto fermentante. Ciò fatto il follatore, o si può restare in permanenza nel tino, sicuro che la vinaccia resta sommersa, ovvero si può togliere dopo 2 o 3 ore per portarlo ad altro tino fermentante. Se per caso una porzione di vinaccia, sfuggita alle palette, potesse formare un sopracappello, non è da pensare che questo impedisca l'uscita del follatore, giacchè, come innanzi ho detto, la pressione farebbe chiudere le palette, e l'apparecchio uscirebbe come un paracqua chiuso.

« La valvola universale, anche utilissima ed economica quanto il follatore, altro non è che una comune cannella capovolta ed applicata al cocchiume della botte, in cui continua la fermentazione dopo la svinatura del tino. Questa cannella ha la parte ristretta, dove si applica lo zipolo, in cristallo, in modo che si possa applicare un tubo a svolgimento che pesca in acqua, facendo funzionare la cannella da valvola idraulica. Terminata la fermentazione si toglie il tubo a svolgimento e si applica un tappo smerigliato. Restando sempre fissa la c'tata cannella, essa può servire per le colmature, avendo cura che il livello del liquido resti costante nella porzione in cristallo.

«È chiaro che così facendo, tutta la superficie della botte viene a limitarsi ai pochi centimetri di diametro della cannella, ed allora si è sicuri che la botte è perfettamente piena, anche se non in perfetta orizzontalità; si ha il vantaggio di essere certi del livello del liquilo, e, se per caso avvenisse qualche menoma alterazione, oltre a verificarsi su limitata superficie non sfuggirebbe all'enotecnico; da ultimo si consegue una chiusura facile, sicura, e permanente per tutto il tempo che si vuol conservare il vino nella botte» [10] [11]

Il Dr. F. Memola, Direttore della Scuola pratica d'agricoltura di Poggio Marino (Napoli), ha immaginato un nuovo follatore che fu esperimentato nell'ultima vendemmia e di cui fu fatta parola nel N. 46 del Vinicolo del 1893. Ora diamo la descrizione e la figura di questo apparecchio, notevole per la sua semplicità, e perché sembra destinato a rendere molti servigi nelle piccole cantine. Questo follatore è costituito essenzialmente (fig. 13) di un certo numero di palette B, fissate ad un asse prismatico C che è sostenuto da una vite mobile; il tutto è costruito in legno. L'apparecchio può servire sia per agitare e aereare l'uva appena ammostata, allo scopo di accelerarne la fermentazione, come per agitare il mosto durante la fermentazione medesima. Nel primo caso, coll'aiuto di due cunei in legno incastrati fra la vite e l'asse portante le palette, si rende l'apparecchio fisso; il follatore viene allora introdotto nell'uva ammostata e fissato al tino col mezzo di una guida di legno, orizzontale, alle cui estremità vi sono due viti di serramento, in modo da poter fissare stabilmente l'apparecchio al tino.

Facendo ruotare la manovella della vite si imprime all'apparecchio un movimento rotatorio elicoidale; e l'insieme delle palette agisce in guisa da spostare continuamente il mosto ed i graspi dell'uva. Fig. 13.

Si continua l' operazione per un certo tempo, o si ripete a più riprese facendo agire il follatore dal basso in alto e viCeVersa. Quando si giudica raggiunto l'effetto della follatura si trasporta l'apparecchio sopra un'altro tino. Nel secondo caso invece si dispone il follatore sopra un tino al momento della fermentazione tumultuosa. Facendo ruotare la manovella l'apparecchio discende gradualmente immergendo il cappello delle vinacce, le quali si dispongono in altrettanti strati quanti sono i palchi di palette, fig. 14.

Si può lasciare così il follatore nel tino durante tutto il tempo della fermentazione, oppure toglierlo per ricominciare l'operazione sopra un'altro, e via via ripetere la follatura per turno nei diversi tini fino a fermentazione compiuta. [12]

Fortunato Memola. - Un'altra dolorosa perdita dobbiamo registrare tra le file dei nostri soci, quella del prof. cav. Fortunato Memola, Direttore della R. Scuole Pratica di Agricoltura di Napoli, avvenuta il 2 settembre u.s. [1917, ndr]

Il prof. Memola era un convinto africanista e con tutti i mezzi favorì la diffusione delle conoscenze economiche e commerciali sulle nostre colonie nfricane. A suo titolo d'onore dobbiamo ricordare il funzionamento di un corso di merceologia coloniale impartito con disinteresse nella. scuola. da lui diretta dal nostro Consigliere prof. Alessandro Bruno. La nostra Società, per dimostrare tutto il suo interessamento all'opera davvero meritevole d'elogio Memola e del prof. Bruno, per due anni consecutivi ha mandato uu suo rappresentante ad assistere agli esami facoltativi di merceologia coloniale, e ha concesso piccoli preinii consistenti in pubblicazioni coloniali agli alunni che agli esami ottennero maggiori voti.

Un buon contributo di attività la nostra Società sperava da parte del prof. Memola, allorché si dovrà riprendere il lavoro, momentaneamente sospeso, por la istituzione in Napoli del Museo Commerciale Coloniale.

Alla famiglia desolata, rinnoviamo le nostre sentite condoglianze.[13]

Fortunato Memola, da Terlizzi, Bari. – Vice Direttore nella Scuola Agraria di Gioia del Colle, 1886. – Vice-direttore incaricato nella Scuola dei Contadinelli a Portici, 1891. Incaricato direttore della Scuola pratica agraria di Poggiomarino, dal Febbraio 1892. [14]

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Un giovanetto di 14 anni, figlio di condannato a lunga pena, ch'era pe' suoi cattivi diportamenti la disperazione della povera madre, ammesso testè con pensione di favore, a nostra cura, nella Regia Scuola pratica di agricoltura di Poggiomarino, in provincia di Napoli, ha subito mutato condotta. Quell'egregio Direttore, infatti, rispondendo ad analoga domanda del padre, così si esprime: « Posso con lieto animo assicurarla che suo figlio

« è uno dei migliori del suo corso sia per lo studio che per la condotta.

« Voglia il Cielo conservarlo sempre tale, per poter un giorno tornare di

« grande aiuto alla famiglia. Gode ottima salute e con piacere noto il

« suo miglioramento fisico. Viva pure tranquillo col pensiero di avere nel

« suo Eugenio un ottimo figliuolo ». [15]

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Vigna sperimentale alla Guyot della Scuola pratica in Poggio- marino: altezza dei tralci fruttiferi dal terreno m. 0,30: scacchiatura e cimatura molto forte : esposizione SSE. Cabernet alquanto attaccato. Pinot attaccato abbastanza.[16]

A questo intento opportune innovazioni furono già introdotte nel riordinare la scuola superiore di agricoltura di Portici, affinchè i singoli insegnamenti siano convenientemente sussidiati dalla pratica, valendosi all'uopo della vicina scuola di agricoltura di Poggio-Marino, dell'oleificio, della cantina sperimentale e del deposito di animali miglioratori annessi alla scuola stessa.[17]

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Il Dott. Fortunato Memola ha recentemente pubblicato in quattro fascicoli un trattatello di Botanica che dovrebbe servire come libro di testo per le Scuole pratiche di agricoltura. L'obbiettivo che si è proposto il prof. Memola nello scrivere codesto piccolo trattato, è stato quello di provvedere alle Scuole pratiche di agricoltura un libricciolo di Botanica, ove fossero raccolte e coordinate le nozioni di questa branca della storia naturale, in modo elementare ed alla portata delle intelligenze degli allievi agricoltori. In poco più di 200 pagine, di piccolo formato, ...

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L'AGRICOLTURA NELLA VALLE DEL SARNO, Dr. Giovanni Morani, Direttore della Scuola pratica di Agricoltura di Poggiomarino.[18]



1925 - ‎Visualizzazione snippet - ‎Altre edizioni

A PoGGIOMARINO (Napoli) festa pro dote della scuola, organizzata dalla R. direttrice signora Rosa Cecchi e dal corpo insegnante locale.

L'energia elettrica è quella più utilizzata, nel maggior numero degli stabilimenti del gruppo, risultando solo il molino di Feola e Jeandeu provvisto di forza termica, e quello di Alterio di motore a gas povero, benché sia da notarsi che quantitativamente quasi la metà. della energia totale consumata (848 HP.) e elettrica e l'altra metà. di altra natura. In quanto ai sistemi di funzionamento rilevasi che solo il molino di Feola e Jeandeau, e l'altro di Alterio in Poggiomarino, funzionano automaticamente, mentre degli altri 5, solo 3 hanno sistema semi-automatico, e i restanti due sono di vecchio sistema a funzionamento non automatico. Riassunto ed osservazioni Dopo avere indicate le più importanti caratteristiche di ciascun elemento, risulta necessario ora di riassumere in pochi dati le principali caratteristiche di ciascuno dei 4 gruppi,...[19]

Acque termali

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Domenico Bove da Poggio Marino (Napoli), contadino, di anni 55, di buona costituzione, poco meno di un anno fa riportava frattura del collo del femore destro, e pel notevole spostamento in alto del femore istesso, la coscia era rimasta accorciata per più di dodici centimetri. A tale notevole riduzione nella lunghezza dell'arto, aggiungevasi acutissimo dolore nelle pertinenze della regione articolare, che obbligava l'infermo a starsene nella completa inazione.[20]

Nei tempi Aragonesi, regnando Ferdinando II, nel 1460 avvenne un siero combattimento sull'agro Sarnese tra questi, ed il Duca Giovanni di Angiò l'armata Angioina occupava fortemente il borgo, l' odierna Città di Sarno, cui soprastava, situata in sul monte una, forte Rocca, e tutto quello spazio di terreno di forma triangolare ch'è ristretto tra i due rami del Sarmo, ullo detto della Foee , e l' altro or detto del Palazzo o Tavellara. Il Re Ferrante si stava nella selva detta Longola non lontana dal fiume verso la con' fluenza de'due corsi nominati ; nome che ancora si conserva in quelle terre, se non che selve non ve ne sono e fatle quasi palude. 0r quel terreno occupato da'nemiei e questo, ci viene descritto unanimamente dal Pontano(1), che viveva in quel tempo , ed era dimestico della lieal casa di Aragona , e da tutti gli altri nostri Storici , Sommonte ,Simonetta, Costanzo ec. ec.; come ripieno di viti, e di olivi, ed abbondantissimo per frumento e per pa scolo di animali. . . . . La battaglia avvenne ai 7 luglio del 146o, vale a dire in tempo che se malignità di aria vi fosse stata, l'avrebbero ben provato quegli eserciti: e questa capitale eircostanza non è da alcuno mentOVata. Gittate per poco l'occhio sulla carta di quei luoghi, se cogli occhi non li avete mai osservati, e vedreste che all' ulivo che vuole terreni asciutti son succeduti stagni micidiali cagionati dal rialzamento artificiale delle acque del fiume; le viti sono sparite, il frumento è scarso o perduto, perchè infetto da vermini e guasto dall' umidore. E certamente a questi siti si debbono riferire i versi del Sannazzaro quando cantava nel Poemetto « Salices » . . . . i pingui campi ed il placido corso del Sarno. » E nè è da far minor peso il riflettere che tanti Reali luoghi (1) che da diversi nostri Sovrani

... [21] [22] [23]

In taluni luoghi, specialmente verso il Sarno (Longola), il tasso è più prossimo alla superficie del suolo. più compatto che altrove, e perciò, durante la stagione piovosa , un' eccessiva quantità di acqua che, per mancanza di sufficiente pendenza del sottosuolo, non trova modo di smaltirsi , rende il terreno troppo umido, e per contrario, nei mesi estivi lo rende più uliginoso e perciò più fertile [24]

Jacopo Sannazaro "salices" [25] [26] [27] [28](1536) [29] poemetto mitologico esametrico, dedicato a Troiano Cavaniglia, signore di Troia e Montella [30] [31], nel quale canta la trasformazione in salici delle ninfe inseguite dai satiri [32].

Cavallerizza di Longola [33]

La pecora di Poggiomarino

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Due sono le razze esistenti: la razza gentile di Puglia e la cosidetta razza turchese o borbonica dalla coda grassa, che sverna sui monti del Vesuvio, di Sarno e dell'Avella, tanto che si dicono pecore di Poggiomarino.[34]

Rinomata vi è la cosidetta razza di Poggiomarino, derivata da un antico incrocio della razza locale con arieti barbareschi a coda grassa (laticauda). Questo carattere si trova più o meno conservato in tutti i soggetti, i quali forniscono agnelli di ottimo e precoce sviluppo.[35]

Turchessa o Turchesca [36] [37]


Per questa e per altre più gravi risultanze, in data del successivo giorno 21, quel pretore spiccò contro di loro mandato di Cattura.

I carabinieri della stazione, che dal momento del commesso reato non si erano più dato riposo per investigare colla più minuta attenzione, ricevuto quell'ordine di arresto, intrapresero tale servizio di giorno e di notte, e le pattuglie, le perlustrazioni, gli appiattamenti potevano dirsi in permanenza.

Nella notte dal 23 al 24 il servizio io campagna spettò all'appuntato Carletti Vincenzo ed al carabiniere Baraldi Vito: al Carletti, ormai provetto nelle operazioni dell'Arma, noto per il suo zelo ed energia, lodato già parecchie volte dal comando della legione, il brigadiere non fece insistenti raccomandazioni, sapendo di potersi in lui pienamente affidare.

Usciti fuori dall'abitato ed inoltratisi nei campi, i due militari ad un tratto si fermano; l'appuntato esamina come meglio può in quell'oscurità, poi dice al compagno: – Questa è località opportuna; in questo nascondiglio è impossibile essere scoperti.

– Sediamoci adunque ed avviluppiamoci nei nostri mantelli.

Ed in quella posizione udirono auonare tutte le ore della notte dall'orologio del paese, alternandosi fra di loro il breve sonnecchiare reclinando il capo sul petto; ma i loro disagi furono alla fine compensati. In sull'albeggiare spuntano a molta distanza i due coniugi ricercati; repentinamente i militari si slanciano fuori del nascondiglio e sono lor sopra: i latitanti esterrefatti hanno appena il tempo di accorgersi che già erano ormai ammanettati.

....

Poichè il nipote l'ebbe estratto dalla fetida copertura e sciolto e sbendato, gli domanda i particolari della triste scena: il vecchio tutto tremante così prende a narrare:

– Dormivo tranquillamente qua dentro al pagliaio, tu sai che la porta la lascio sempre aaperta;potevano essere le tre, quando mi sento svegliare da due individui che mi si erano gettati sopra legandomi e bendandomi come mi hai trovato. Terminata questa operazione, mi domandano dove tenevo nascosti i denari, e non avuta risposta, mi perquisiscono addosso, salgono di sopra e fanno altrettanto, ma non trovano nulla. Tornano giù, mi buttano a terra intimandomi di far silenzio, mi ricoprono di letame, sciolgono la vacca e il vitello che, come sai, mi avevano dato in custodia Salvatore Menna, se li spingono innanzi e se ne vanno. Io non li ho riconosciuti, ne mi parve che fossero armati.

– Qui non c'è tempo da perdere; vado subito a dar querela del fatto ai carabinieri.

Poco dopo le 6 il brigadiere Vernazzo-Favia Michele, comandante la stazione di Palma, ed il suo subordinato carabiniere Esposito Giuseppe sono sul lnogo del reato, del quale accertati tutti i particolari, si dànno a perlustrare quella campagna, sperando di poter cogliere colà i malfattori: visitarono tutti i pagliaidei dintorni, ma senza risultato. Ad un tratto il brigadiere si ferma e dice al suo dipendente:

– Mi sorge un sospetto: che cioè i ladri possano essere di Poggiomarino.

– Già ; da qualche tempo quello è il paese degli abigeati.

– Andiamo senz'altro a quella stazione. Detto, fatto: poco dopo il brigadiere Stabile Cario er il carabiniere Persico Francesco, della stazione di Poggiomarino, il brigadiere Vernazzo-Favia Michele ed il carabiniere Esposito Giuseppe, di quella di Palma Campania, divisi in due pattuglie ed avviati in differenti direzioni, sono in perlustrazione per quelle campagne. La prima di queste pattuglie, venuta per lo stradale Poggiomarino-PAlma nel territorio di Striano, scorge in un campo di granturco due individui che, nascostamente ed in attidine sospetta, spaivano. I due militari li avvicinarono senza indugio: quegli interrogati balbettano, tremano; più in là, in una capanna parimente nascosta dal granturco, vi stavano una vacca ed un vitello.

Arrestati i due individui, sequestsati gli animali riconosciuti perfettamente dal danneggiato, quelli riconosciuti dalla sola voce, gli uni e gli altri vennero consegnati al pretore di Palma, e l'encomio solenne all'ordine del giorno della legione rimunerò tutti i militari menzionati dalle fatiche sostenute e dalla splendida operazione eseguita.

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  1. ^ Bollettino della proprieta intellettuale, Tip. Nazionale G. Bertero, 1905. URL consultato il 1º maggio 2019.
  2. ^ Elettricità rivista settimanale illustrata, Lamperti, 1905. URL consultato il 1º maggio 2019.
  3. ^ Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti, Tipografia Flautina., 1837. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  4. ^ Agostino Aliberti, Paolo Aliberti e Vincenzo Aliberti, Rivista amministrativa della Repubblica italiana, Società editrice Rivista amministrativa del regno, Aliberti & c., 1904. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  5. ^ Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani ... Tom. 1. [-10.], 1797. URL consultato il 28 agosto 2018.
  6. ^ Rivista amministrativa del Regno giornale ufficiale delle amministrazioni centrali, e provinciali, dei comuni e degli istituti di beneficenza, Favale, 1914. URL consultato il 26 dicembre 2017.
  7. ^ Rivista amministrativa del Regno giornale ufficiale delle amministrazioni centrali, e provinciali, dei comuni e degli istituti di beneficenza, Favale, 1914. URL consultato il 26 dicembre 2017.
  8. ^ Atti parlamentari del Senato del Regno documenti: Dal n. 182 al n. 171, Forzani e c., 1902. URL consultato il 24 dicembre 2017.
  9. ^ Le Stazioni sperimentali agrarie Italiane, Societá tipografica modenese, 1893. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  10. ^ Giornale vinicolo italiano: commerciale, industriale e scientifico, Carlo Cassone, 1893. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  11. ^ Le Stazioni sperimentali agrarie Italiane, Societá tipografica modenese, 1893. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  12. ^ Giornale vinicolo italiano: commerciale, industriale e scientifico, Carlo Cassone, 1894. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  13. ^ Africa, 1917. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  14. ^ Annali della Facoltà di Scienze Agrarie della Università degli Studi di Napoli, Portici, Facolta ̀di Scienze Agrarie della Università degli Studi di Napoli., 1898. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  15. ^ Rivista di discipline carcerarie in relazione con l'antropologia, col diritto penale, con la statistica, Tip. Cenniniana, 1901. URL consultato il 24 dicembre 2017.
  16. ^ Società dei naturalisti in Napoli, Bollettino, 1897. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  17. ^ Atti del Parlamento Italiano, 1899. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  18. ^ Giornale internazionale delle scienze mediche, E. Dekten, 1899. URL consultato il 24 dicembre 2017.
  19. ^ Annali della Regia Scuola superiore di agricoltura in Portici, Pierro e Veraldi, 1920. URL consultato il 24 dicembre 2017.
  20. ^ Statistica medico-chirurgica degl'infermi curati con le acque termo-minerali di Gorgitello nell'Ospizio del Pio Monte della Misericordia in Casamicciola nella state dell'anno.., 1879. URL consultato il 23 dicembre 2017.
  21. ^ Vincenzo Degli Uberti, Sul fiume Sarno discorso storico-idraulico per Vincenzo Degli Uberti, Tipografia Fernandes, 1844. URL consultato il 26 agosto 2018.
  22. ^ Notizie Storiche ed Industiali, 1851. URL consultato il 26 agosto 2018.
  23. ^ Vincenzio D'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili, e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Ranucci, 1848. URL consultato il 26 agosto 2018.
  24. ^ Annali della Facoltà di scienze agrarie della Università degli studi di Napoli, Portici, Pierro e Veraldi, 1907. URL consultato il 26 agosto 2018.
  25. ^ Iacopo Sannazzaro e Giuseppe Dalla Riva, Delle egloghe e d'altro poemetto di Jacopo Sannazzaro versione, nella stamperia Turra, 1788. URL consultato il 26 agosto 2018.
  26. ^ (LA) Iacopo Sannazzaro, Jacobi sive Actii Synceri Sannazarii ... Poemata: ex antiquis editionibus accuratissime descripta, excudebat Josephus Cominus, 1751. URL consultato il 26 agosto 2018.
  27. ^ Miscellanea, 1868. URL consultato il 26 agosto 2018.
  28. ^ Jacopo Sannazaro, Le pescatorie di Azio Sincero Sannazaro, Tip. Picotti, 1813. URL consultato il 26 agosto 2018.
  29. ^ (EN) Elisabeth Hodges, Urban Poetics in the French Renaissance, Routledge, 5 dicembre 2016, ISBN 9781351876469. URL consultato il 26 agosto 2018.
  30. ^ Davide Canfora e Angela Caracciolo Aricò, La Serenissima e il regno: nel V Centenario dell'Arcadia di Iacopo Sannazaro : atti del convegno di studi (Bari-Venezia, 4-8 ottobre 2004), Cacucci, 2006, ISBN 9788884225511. URL consultato il 26 agosto 2018.
  31. ^ Jacopo Sannazaro, Arcadia, Mursia, 1990. URL consultato il 26 agosto 2018.
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