Utente:Pierluigiledda/Sandbox

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Bruno Maderna, pseudonimo di Bruno Grossato (Venezia, 21 aprile 1920[1][2] – Darmstadt, 13 novembre 1973[2]), è stato un compositore e direttore d'orchestra italiano.


Indice 1 Biografia 2 La sua musica 3 Principali opere 4 Opere radiofoniche Rai 5 Edizioni musicali 6 Discografia 7 Note 8 Bibliografia 8.1 Libri 8.2 Riviste 9 Voci correlate 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica wikitesto] Bruno Maderna era nato Bruno Grossato e in un secondo momento adottò il cognome da nubile della madre, Maderna. Il padre Umberto Grossato, musicista d'intrattenimento, lo ha avviato alla musica trasmettendogli i primi rudimenti musicali e a soli 7 anni, dato il suo precoce talento, lo fece esibire come violinista e direttore nella sua orchestrina, The Happy Grossato Company. Nel 1934, preso sotto tutela da Irma Manfredi, ricca signora veronese, inizia lo studio della composizione con A. Pedrollo.

Dopo questi esordi precoci, Maderna proseguì i suoi studi musicali regolari presso i conservatori di Milano, Roma e Venezia, diplomandosi nel 1940 e perfezionandosi sotto la guida di importanti docenti, quali Alessandro Bustini, Gian Francesco Malipiero, Antonio Guarnieri e Hermann Scherchen. Durante la seconda guerra mondiale aderì alla resistenza partigiana e fu in seguito catturato ed imprigionato dai nazisti.

Gian Francesco Malipiero lo chiamò successivamente ad insegnare composizione presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia nel 1947, anche se ne riconobbe i meriti come autore di musica solo molto più tardi. Il direttore del Conservatorio veneziano ammirò invece sempre Maderna come acuto conoscitore e studioso della musica antica. In questi anni Maderna incontrò Luigi Nono, allora studente di giurisprudenza, che divenne suo allievo privato. Nono fu l'unico allievo importante di Maderna, attorno al quale si coagulò un notevole nucleo di musicisti veneziani.

Poco più tardi iniziò anche a partecipare ad alcuni concerti esteri in qualità di direttore d'orchestra, carriera incessante che lo rese apprezzato soprattutto in Europa centrale: Karl Amadeus Hartmann, ad esempio, lo chiamò, primo direttore straniero, a un concerto della serie Musica Viva a Monaco di Baviera nel 1950. Questo evento diede inizio, di fatto, alla sua carriera internazionale di direttore d'orchestra, carriera che si svolse sotto l'insegna di un salutare eclettismo: il suo repertorio, infatti, andava da Henry Purcell ai contemporanei, passando per Richard Wagner, Claude Debussy, Gustav Mahler e molti altri. Nel 1951 fondò l'Internationales Kranichsteiner Kammerensemble, di cui fu direttore stabile.

Durante i corsi estivi di Darmstadt presentò le B.A.C.H. Variationen per due pianoforti. A Darmstadt Maderna entrò in contatto con molti autori, che rivestiranno un ruolo importante nell'evoluzione della musica del secolo XX: Pierre Boulez, Olivier Messiaen, John Cage, Karlheinz Stockhausen e Henri Pousseur. Inoltre numerose furono le frequentazioni con importanti interpreti della nuova musica, come il flautista Severino Gazzelloni, per il quale scrisse Musica su due dimensioni.

Dopo l'incarico a Venezia, assieme a Luciano Berio ed al tecnico Marino Zuccheri fondò lo Studio di fonologia musicale della Rai a Milano; assieme a Berio fondò pure la rivista Incontri musicali. Parallelamente a ciò, tenne diversi congressi e promosse manifestazioni e concerti con lo scopo di promuovere la musica contemporanea, svolgendo anche attività didattica (tenne alcuni corsi di composizione dodecafonica presso il conservatorio di Milano e dei seminari presso la Darlington's Summer School of Music).

Negli anni sessanta la sua carriera concertistica internazionale si intensifica, pur continuando la sua carriera didattica nelle materie della composizione e della direzione d'orchestra (tenne, tra l'altro, corsi presso il Mozarteum di Salisburgo ed il conservatorio di Rotterdam). La sede principale della sua vita era comunque diventata Darmstadt, dove spostò la sua cittadinanza ufficiale nel 1970.

Negli ultimi anni di vita raggiunse l'apice della carriera, componendo innumerevoli brani “maturi”, divenendo direttore musicale stabile dell'Orchestra sinfonica della Rai di Milano e vincendo il premio Italia.

Nel 1973 gli venne diagnosticato un cancro ai polmoni e da lì a poco morì a Darmstadt, in novembre. Il vasto cordoglio suscitato dalla sua prematura scomparsa è testimoniato anche dal numero di composizioni che furono dedicate alla sua memoria, tra le quali il Rituel in Memoriam Bruno Maderna di Pierre Boulez, Calmo di Luciano Berio e il Duo pour Bruno di Franco Donatoni.

A lui è intitolato il Conservatorio di musica di Cesena, l'orchestra sinfonica della città di Forlì e la scuola civica musicale di Verona.

La sua musica[modifica | modifica wikitesto] Spirito avventuroso ed irrequieto, Maderna non cessò mai di indagare nuove tecniche compositive; dal neoclassicismo modaleggiante dei lavori giovanili, ben presto si avvicinò all'espressionismo atonale della seconda scuola di Vienna ed alla dodecafonia, senza per questo dimenticare la principalissima esperienza bartokiana (di cui vi sono echi nel Concerto per due pianoforti e strumenti del 1948 e che ritornerà presente nelle tecniche proliferative da lui ampiamente utilizzate nei lavori degli ultimi anni).

Fu tra i precursori dello strutturalismo, assieme ai colleghi Stockhausen, Boulez e Nono, così come fu tra i primi ad indagare le possibilità offerte dall'alea (a questo riguardo, la sua Serenata per un satellite del 1969 viene universalmente considerata come uno dei momenti di più alto lirismo ottenuti con l'utilizzo di tecniche aleatorie). Allo stesso tempo, fu precursore dell'impiego dei mezzi musicali elettronici (il suo brano Musica su due dimensioni fu il primo in assoluto a prevedere l'interazione tra un musicista dal vivo ed un nastro registrato).

Negli anni cinquanta ebbe pure saltuari contatti con la musica d'uso: scrisse commenti musicali per alcuni film e documentari e produsse pure alcuni arrangiamenti jazz per big band. Tra le musiche per film di maggior successo si rammentano le colonne sonore del film Noi cannibali e del film Le due verità per la regia di Antonio Leonviola.

In generale, il temperamento di Maderna fu essenzialmente lirico, da cui la sua costante attenzione alla dimensione melodica; un segno di questo è anche la sua passione per strumenti prettamente melodici, come l'oboe e il flauto.

I suoi ultimi lavori denotano una grande volontà di sincretismo, mirata all'uscita da alcune dalle problematiche compositive legate agli anni precedenti, tentativo che avrebbe potuto portare a sviluppi importanti ed inaspettati, se non fosse stato troncato dalla sua prematura scomparsa nel 1973.

Principali opere[modifica | modifica wikitesto] Concerto 1942 per pianoforte e orchestra (1942), anche in una versione per due pianoforti (1946) Requiem per 4 voci, doppio coro e grande orchestra per soli, cori e orchestra (1946) e prima esecuzione assoluta postuma nel Teatro La Fenice di Venezia diretto da Andrea Molino nel 2009 Serenata per 11 strumenti (1946) Concerto per due pianoforti, percussioni e due arpe (1948 al Teatro La Fenice di Venezia con Luciano Rosada alle percussioni) Liriche su Verlaine (1948) B.A.C.H. Variationen per due pianoforti (1949) Composizione n.1 per orchestra (1948-1949) Composizione n.2 per orchestra (1950) Improvvisazione n. 1 per orchestra (1951-1952) Musica su due dimensioni per flauto, Piatto e nastro magnetico (1952 a Darmstadt con Severino Gazzelloni) Vier Briefe, cantata da camera per soprano, basso e orchestra da camera (1953) Improvvisazione n. 2 per orchestra (1954 diretta da Nino Sanzogno al Teatro La Fenice) Sequenze e strutture, musica elettronica (1954) Quartetto per archi (1955) Notturno, musica elettronica (1956) Syntaxis, musica elettronica (1957) Musica su due dimensioni, seconda versione per flauto e nastro magnetico stereofonico (1958) Continuo, costruito su un unico suono che passa attraverso 22 stadi di lenta e graduale elaborazione che si avvicendano senza soluzione di continuità (1958). Concerto per pianoforte e orchestra (1959) Honeyrêves per flauto e pianoforte (1962 al Teatro La Fenice con Severino Gazzelloni) Le rire per nastro magnetico (1962) Concerto n.1 per oboe e orchestra (1962-1963) Dimensioni III per orchestra con una cadenza per flauto solista (1963-1965) Aria per soprano, flauto solista e orchestra su testo di Friedrich Hölderlin (1964) Hyperion, lirica in forma di spettacolo con un testo di Friedrich Hölderlin e fonemi di Hans G. Helms (1964 con Severino Gazzelloni al Teatro La Fenice) Widmung per violino solo (1967) Concerto n.2 per oboe e orchestra (1968 al Teatro La Fenice) Concerto per violino e orchestra (1969 al Teatro La Fenice) Quadrivium per quattro percussionisti e quattro gruppi orchestrali (1969) Serenata per un satellite per gruppo da camera (1969) Grande aulodia per flauto, oboe e orchestra (1970) Juilliard Serenade (Tempo libero II) (1971) Viola per viola sola (o viola d'amore) (1971) Pièce pour Ivry per violino solo (1971) Ausstrahlung per voce femminile, flauto e oboe obbligati, grande orchestra e nastro magnetico (1971) Ages, invenzione radiofonica per voci, coro e orchestra da William Shakespeare (Rai, 1972) Aura per orchestra (1972) Biogramma per grande orchestra (1972) Dialodia per due flauti, oboi e altri strumenti (1972) Giardino religioso per piccola orchestra (1972) Venetian Journal per tenore, orchestra e nastro magnetico su testo di James Boswell (1972) Satyricon, opera da Petronio (1973) Concerto n.3 per oboe e orchestra (1973) Opere radiofoniche Rai[modifica | modifica wikitesto] Il mio cuore è nel sud, regia di Anton Giulio Majano, 23 marzo 1950. Il cavallo di Troia, di Gastone Da Venezia e Ugo Liberatore, regia di Mario Ferrero, 2 aprile 1959. Edizioni musicali[modifica | modifica wikitesto] Aura per orchestra, Ricordi, Milano, NR 131960 Biogramma (1972) per grande orchestra, Ricordi, Milano, NR 131985 Concerto per violino e orchestra, Ricordi, Milano, NR 131592 Giardino religioso (1972) per orchestra, Ricordi, Milano, NR 132049 Grande aulodia per flauto, oboe e orchestra, Ricordi, Milano, NR 131648 Music of Gaity dal Fitzwilliam Virginal Book (trascrizione per orchestra da camera), Ricordi, Milano, NR 131540 Piece pour Ivry per violino, Ricordi, Milano, NR 131886 Serenata per un satellite per violino, flauto (ottavino), oboe (oboe d'amore, musette), clarinetto, marimba, arpa, chitarra e mandolino (tutti insieme o separati), Ricordi, Milano 1969 (ristampa 2006), NR 131626, ISMN M-041-31626-0 Solo per musette, oboe, oboe d'amore, corno inglese, Ricordi, Milano, NR 131888 Venetian Journal (da Boswell) (1972) per tenore, orchestra e nastro magnetico, Ricordi, Milano, NR 131987 Viola (o viola d'amore) per viola o viola d'amore, Ricordi, Milano, NR 131887 Y después per chitarra a dieci corde, Ricordi, Milano, NR 132051 Y después versione per chitarra a sei corde a cura di Wulfin Lieske, Ricordi, Milano, NR 138177 Dialodia per due flauti od oboi o altri strumenti, Ricordi, Milano, NR 132126 Discografia[modifica | modifica wikitesto] Sezione vuota Questa sezione sull'argomento musicisti è ancora vuota. Aiutaci a scriverla! Note[modifica | modifica wikitesto] ^ Gianluigi Mattietti, Bruno Maderna, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 dicembre 2019. ^ Salta a: a b (EN) Bruno Maderna, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 23 dicembre 2019. Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] Libri[modifica | modifica wikitesto] Rossana Dalmonte e Mario Baroni (a cura di), Bruno Maderna, Documenti, Milano, Suvini Zerboni, 1985. Rossana Dalmonte e Mario Baroni (a cura di), Studi su Bruno Maderna, Milano, Suvini Zerboni, 1989. Rossana Dalmonte e Marco Russo (a cura di), Bruno Maderna Studi e Testimonianze, Lucca, LIM, 2004. Massimo Mila, Maderna musicista europeo, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1999, ISBN 88-06-15059-6. Luigi Nono, Ricordo di due musicisti. GianFrancesco Malipiero e Bruno Maderna, in Angela Ida De Benedictis e Veniero Rizzardi (a cura di), La nostalgia del futuro Scritti scelti 1948-1986, Milano, Il Saggiatore, 2007. Leonardo Pinzauti, Bruno Maderna, in Musicisti d'oggi Venti colloqui, ERI, 1978. (FR) Nicola Verzina, B. Maderna. Etude historique et critique, Parigi, L'Harmattan, 2003. Riviste[modifica | modifica wikitesto] Roberto Fabbi, Cena sociale. Satyricon e il “politico”, in Musica/Realtà, n. 67, Lucca, LIM, 2002. Radiocorriere TV, n. 12, 1950. Voci correlate[modifica | modifica wikitesto] Luciano Berio Studio di fonologia musicale Rai di Milano Altri progetti[modifica | modifica wikitesto] Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bruno Maderna Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto] (EN) Bruno Maderna, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Bruno Maderna, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata (EN) Spartiti o libretti di Bruno Maderna, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC. Modifica su Wikidata (EN) Bruno Maderna, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata (EN) Bruno Maderna, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata (EN) Bruno Maderna, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata Bruno Maderna, su beniculturali.it, Archivi della Musica. Bruno Maderna, su Collezione Digitale, Archivio Storico Ricordi.