Utente:Pierluigi Sabatini/Sandbox

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Francesco Sabatini romanista(1852-1928)

1 . La vita


Francesco Sabatini, conosciuto come “Padron Checco” nasce a Roma il 24 novembre 1852 a via Giulia, da una famiglia romana di parecchie generazioni; il padre si chiamava Giuseppe e la madre Vincenza Ferri, che morirà nel 1879.

La città in quel periodo apparteneva allo Stato Pontificio, quella stessa città che qualche decennio più tardi, si sarebbe trasformata divenendo la capitale del Regno d’Italia.

Proprio per questa città Sabatini profuse tute le sue energie e conoscenze che lo portarono insieme a Giggi Zanazzo (1860-1911) suo grande e personale amico, ad

essere considerato l’iniziatore del movimento culturale romanistico.

Egli compì gli studi nel 1872 nell’Archiginnasio di S. Maria della Pace, frequentò successivamente il corso di Lettere nella Regia Università di Roma; nel 1880 ottenne il titolo

di professore di Lettere e insegnò lingua greca dal 1882 al 1885 al ginnasio di Palestrina.

Nel 1878 darà vita all’Istituto Romano per l’Istruzione popolare gratuita con lo scopo di tenere tutte le domeniche  conferenze o letture in sala, che illustrassero le opere artistiche e storiche di Roma. Come locale il Comune concesse per almeno 15 anni la scuola elementare di via della Palombella, nei pressi del Pantheon.

Si può affermare che in questa affannosa attività di maestro del popolo Francesco Sabatini abbia tenuto almeno mille e cinquecento conferenze, discorsi, letture;

la sua figura divenne conosciutissima sia negli ambienti eruditi che in quelli popolari, per decenni egli fu l’indispensabile animatore di tutte le iniziative volte a suscitare

occasioni di incontri culturali e di attività educative.

Al centro di tutto c’era l’attenzione del dialetto, quello romanesco soprattutto, del quale egli era considerato un maestro (oggi diremmo un “esperto”) : attraverso di esso si riscoprirono leggende, narrazioni immaginarie, proverbi modi di dire in cui si condensava la sapienza e la saggezza. Appassionato com’era di folklore, a soli 22 anni

aveva pubblicato la Rivista di letteratura popolare, la prima in Europa, alla quale collaborarono studiosi d’ogni Paese e nel 1887 aveva dato vita, con Giggi Zanazzo,

al periodico Rugantino.

Lo stesso Trilussa, per il suo primo libro di versi “Stelle di Roma” del 1889, volle farsi scrivere la presentazione da Francesco Sabatini che la intitolò “Luce ed Amore”.

I due divennero ben presto singolari e autentici personaggi della Roma umbertina e post-umbertina; la simpatia e la reciproca stima accorciarono subito – è il caso di dire –

ogni distanza, al punto che divennero amici inseparabili non solo nel lavoro, ma anche nella vita.

Da notare che Trilussa quando lo conobbe aveva appena 18 anni, mentre Padron Checco ne aveva 37; con lo stesso Trilussa pubblicò nel 1890-1 “Er mago de Bborgo”,

il lunario scritturato in der  parlà romanesco.

Da allora Trilussa, che s’intese alla perfezione con il Sabatini, divenne insieme a Zanazzo, Pitrè, Tomasetti, un assiduo frequentatore della redazione di “Roma Antologia”,

il settimanale che Francesco Sabatini aveva iniziato a pubblicare nel 1885.

Nel 1887 sulle pagine di Rugantino con lo pseudonimo di Padron Checco pubblica in dialetto la “Storia de Trestevere”; tra il 1886 e il 1893 si dà alla sua opera più

poderosa: “l’Enciclopedia popolare illustrata”, Ed. E. Perino, iniziata a fascicoli, l’opera completa consta di 22 volumi.

Fu accademico dell’Arcadia e socio benemerito di molteplici istituzioni culturali italiane ed estere che lo vollero come collaboratore.

Nel 1901 pubblica una raccolta di costumanze e tradizioni popolari, sotto il titolo “Il volgo di Roma”; pubblica anche una ricca e completa guida di Roma e dintorni.

Tante sono state le opere pubblicate da Francesco Sabatini, e non solo quelle che parlano della sua città, ma anche quelle a carattere nazionale; certamente si può

definire soprattutto un maestro di romanità.

Morì a Roma il 25 agosto del 1928 all’età di 76 anni, in quella via Giulia, in quella casa una volta ritrovo affollato di letterati, studiosi e amici.

E sì, Francesco Sabatini, conosciuto come Padron Checco, a pieno titolo, come riconobbe l’Amministrazione Capitolina nel 1939, nell’intitolargli una strada nel

quartiere Trionfale; è stato veramente un cultore dell’Urbe, alla quale ha dedicato tutta la sua vita, attraverso conferenze, dibattiti, pubblicazioni e naturalmente scritti.


2. Le opere

Saggio di Canti popolari (1878);

Mater! (1879);

Abelardo ed Eloisa (1879);

Le Costumanze di Natale (1880);

“El fio del re di Danimarca” (fiaba romanesca) (1880);

Saggio di Canti popolari di Castel S. Pietro in Sabina (1881);

Stornelli Romaneschi (1884);

L’ortografia razionale per la lingua e per i dialetti d’Italia (1887);

Spigolature (1888);

Dieci canzoni popolari romanesche (1890);

Ghetanaccio (1891);

Dizionario Geografico  universale illustrato (1896);   

La Torre di Nona (1898)

L’Anno Santo (1899);

Le origini del Palatino (1905);

La Torre dei Cenci e la leggenda di Beatrice (1906);

La famiglia e la Torre dei Frangipani (1907);

la Chiesa di S. Salvatore in Thermis (1907);

la Famiglia e la Torre dei Crescenzi (1908);

Fedra (1909);

Guida di Roma e dintorni (1909);

Al Gran Sasso d’Italia ( 1913);

La Torre delle Milizie (1914);

La chiesa di S. Maria della Quercia e le memorie della Città di Viterbo in Roma (1922).


3.  L’ISTITUTO ROMANO PER L’ISTRUZIONE POPOLARE GRATUITA

L’Istituto Romano per l’istruzione popolare gratuita è il primo sorto in Roma il 14 marzo 1878, con lo scopo di diffondere nel popolo un’istruzione sana ed educativa

e la conoscenza dei monumenti dell’Urbe.

L’Istituto cessò definitivamente di esistere alla scomparsa nel 2007 di Carlo Sabatini, giornalista e scrittore, e nipote di Francesco Sabatini, del quale ne aveva

raccolto l’eredità che  per oltre sessant’anni  ha illustrato dal punto di vista storico-artistico le chiese di Roma.


4. LA PICCOLA MILIZIA DI GESU’

Francesco Sabatini fondò il 2 agosto del 1896 l’Opera delle passeggiate educative di Pippo Buono ( S. Filippo Neri), che nel 1900 si trasformò con l’aiuto di alcuni

sacerdoti in Piccola Milizia di Gesù. Radunò i ragazzi come un piccolo esercito, dando loro le divise e i gradi ai ragazzi più grandi da caporale a comandante generale.

Il Sabatini era per i giovani un consigliere, un padre.

Fu un’opera altamente educativa con fini essenzialmente assistenziali tanto che il Papa Leone XIII volle dimostrare il suo paterno interessamento inviando

l’Apostolica Benedizione al benemerito Sodalizio che aveva già riscosso l’unanime consenso del mondo cattolico.

Scopo del Sodalizio era quello di fornire una sana educazione civile e religiosa e un’istruzione quale si conviene a popolani, ottimi cittadini e ottimi cattolici. E tale fine venne raggiunto anche durante la guerra Libica che vide parecchi militi cadere o restare invalidi e decorati al valor militare, e alcuni raggiunsero gradi superiori nell’esercito e

posizione elevata nella società.

Nel 1921 Papa Benedetto XV in occasione del XXV anniversario della fondazione della Piccola Milizia di Gesù lo nomina Cavaliere dell’Ordine di S. Silvestro Papa.

Il Sabatini proprio in occasione della ricorrenza del Sodalizio tenne nell’agosto del 1921 un discorso nella memorabile udienza riservata alla Piccola Milizia di Gesù da parte di Benedetto XV.

Infine c’è da ricordare che la Piccola Milizia di Gesù al termine del primo conflitto mondiale 1915/18 mise a disposizione la sua opera occupandosi della ricerca dei prigionieri dispersi nonché di sostenere le famiglie dei combattenti più bisognose.