Utente:Pier Cironi 2E/Sandbox

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Che cos’è un giardino dei Giusti

I Giardini dei Giusti sono dei parchi che ricordano uomini e donne che nel corso della seconda guerra mondiale hanno protetto, senza nulla in cambio, anche a costo della loro vita, ebrei e persone discriminate che, senza il loro aiuto, sarebbero mandati nei campi di concentramento. Il primo giardino dei giusti è nato a Gerusalemme nel parco di Yad Vashem. Per ogni giusto vi è piantato un albero e le persone quando vanno a commemorare questi eroi lasciano dei sassi in segno di rispetto. I Giusti nel mondo sono moltissimi e solo in Italia ce ne sono 714 per questo non c’è solo il parco di Yad Vashem bensì ce ne sono molti in tutta Italia e nel mondo. Il giorno intitolato a questi eroi è il 6 Marzo, data istituita nel 2017. Tra questi ricordiamo Gino Bartali, Gino Signori e Oskar Schindler, che hanno aiutato e salvato molte persone.


I giardini dei Giusti in tutto il mondo

Yad Vashem, l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah, negli anni '60 assegnò il titolo di “Giusti fra le nazioni” a persone che si sono prodigate per salvare gli ebrei dalla Shoah, dai nazisti e dai campi di concentramento.

Nello Yad Vashem come in quasi tutti gli altri giardini del mondo i cittadini piantano alberi per ogni giusto e mettono sassi per ricordo.

Il giardino dei giusti di Varsavia è nato il 5 giugno 2014 . La data non è casuale perché è stato deciso di inaugurare il Giardino il giorno dopo il 25esimo anniversario delle prime elezioni semilibere in Polonia, il 4 giugno 1989, che portarono poi alla caduta del comunismo.

Giardino dei Giusti


Il giardino dei Giusti nella scuola Pier Cironi di Prato

Giardino dei Giusti, P. Cironi

Il giardino nasce all'interno del progetto d'istituto “Sulle orme dei Giusti”, che coinvolge docenti e alunni della scuola media e delle classi quinte delle scuole primarie di Iqbal, Mandela e Pizzidimonte. Tale giardino nasce il 9 marzo 2019 nell'ambito delle celebrazioni della Giornata dei Giusti dell'umanità, dedicate ai Giusti onorati: Janusz Korczak, Gino Bartali, Rufino Niccacci e Gino Signori.






Gino Signori


Rufino Niccacci

Gino Signori

Gino Signori è nato a Barga nel 1912, in una famiglia di modeste condizioni, non ebbe modo di compiere studi regolari e cominciò a lavorare da ragazzo.

Richiamato alle armi nel 1941, venne catturato dai tedeschi all’Isola d’Elba pochi giorni dopo l’8 settembre ed immediatamente inviato in Germania.

Signori morì nel 1992.

"Una sera nelle vicinanze di un ospedale si imbatte in una colonna di ragazze ebree. Una  ragazza, Hana Ehrlich, veniva minacciata di morte da un militare armato di mitra. Gino Signori decide di intervenire, chiedendo al soldato di risparmiare la donna in cambio di  qualche sigaretta. Dopo quell’episodio decide di nascondere la ragazza in un anfratto della stanza che era adibita all’ infermeria dove lavorava ".

Impegno sociale: Perché è giusto fra le nazioni?

La storia di Gino Signori e Hana Ehrlich ci parla degli estremi che l’essere umano può raggiungere: dall’abisso dell’odio razziale, alla solidarietà più profonda. Nell’autunno del 1944 Gino Signori  era un internato militare italiano, impiegato come infermiere nel campo di Dessauer Ufer, in vicinanza del Lager Amburgo-Veddel. Lì conobbe Hana Ehrlich, una giovane ebrea cecoslovacca deportata da Auschwitz al campo di Amburgo-Veddel. Gino salvò  Hana ed è l’unico internato militare italiano riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni”.


Rufino Niccacci

Padre Rufino apparteneva alla famiglia dei Niccacci della Molinella, originaria di Deruta, che produceva farina nel mulino. Riconosciuto come Giusto tra le nazioni, l’umbro Rufino Niccacci fu un francescano che contribuì a salvare la vita a centinaia di Ebrei tra il 1943 e il 1944 nel periodo della Shoah ad Assisi. A 32 anni svolse la funzione di padre guardiano nella comunità di frati minori di San Damiano per poi andare nella comunità dei francescani. l’Italia ,dopo l’8 settembre del medesimo anno, diventò a dir poco inabitabile: difatti molti italiani iniziarono a fuggire dalle proprie abitazioni. In poco tempo la popolazione della città di Assisi raddoppiò di almeno 4-cinquemila sfollati. Il frate minore svolgeva il suo lavoro con tutto il suo vigore, accoglieva bambini ebrei e soldati in fuga a San Damiano, rivestendoli di saio per mimetizzarli. Niccacci dopo la guerra continuò la sua vita da frate. . La sua morte è avvenuta il 16 ottobre 1976 nella medesima città.

Ha salvato vite umane, si è sacrificato per combattere le ingiustizie che affliggevano il 1943-1944, durante un viaggio in Terra Santa, padre Rufino Niccacci viene insignito dal riconoscimento di Giusto fra le nazioni, attribuito dallo Stato di Israele ai non ebrei che a rischio della propria vita salvarono degli ebrei dall’Olocausto.

Janusz Korczak, giardino P. Cironi

Janusz  Korczak

Janusz Korczak, pseudonimo di Henryk Goldszmit, fu uno scrittore polacco ebreo, pediatra e difensore dei diritti dei bambini. In qualità di famoso autore partecipò a trasmissioni nella Polonia prebellica e fu costretto a entrare nel ghetto di Varsavia dove continuò a prendersi cura degli orfani. Nonostante le offerte che ricevette a garanzia della sua sicurezza, nell’agosto 1942 accompagnò i bambini affidati alle sue cure al campo di sterminio di Treblinka. Korczack, nato nel 1879 e figlio di un importante avvocato di Varsavia, diede supporto alla propria famiglia scrivendo. Nel 1911-12 divenne direttore di un orfanotrofio di Varsavia, gestendolo secondo i suoi principi, basati sul rispetto dei diritti e della dignità dei bambini.

Nell’agosto del 1942, durante la “Grande deportazione” dal ghetto di Varsavia, i Nazisti rivolsero la loro attenzione agli orfanotrofi, sgombrandoli uno ad uno. Nonostante gli fosse stata offerta una relativa via di scampo, Korczak scelse di accompagnare i suoi orfani conducendoli a Umschlagplatz, da dove furono deportati il 5 o 6 agosto 1942. Non abbiamo modo di sapere con certezza perché abbia scelto di farlo, ma i suoi scritti pongono costantemente i bisogni dei bambini al primo posto. Come scrisse nel suo Diario del ghetto nel maggio 1942: “La città mi sta mandando bambini, come piccole conchiglie, e io sono solo buono con loro. Non chiedo né da dove vengano, né per quanto tempo staranno né dove stiano andando, nel bene o nel male”.

Gino Bartali, giardino P. Cironi

Gino Bartali

Gino Bartali, nato a Firenze nel 18 luglio  1914 è stato un famoso ciclista, terzogenito di famiglia cattolica  di quattro figli. A dieci anni divenne socio dell’azione cattolica, a tredici anni, nel periodo in cui andava ancora a scuola in un pomeriggio fu mandato a fare l’apprendista in una officina di biciclette. Qui giovanissimo maturò definitivamente la passione per il ciclismo, che lo portò ad essere professionista nel 1935; per un periodo la sua carriera fu fermata dalla II Guerra Mondiale. Durante la guerra aiutò numerose persone Ebree e fu ricercato dalla polizia Nazista. Egli condivise solo pochi dettagli con il figlio Andrea. Per aiutare gli ebrei falsificava documenti e li trasportava tramite il manubrio e la sella della bici, poi li consegnava alle famiglie di Firenze e Assisi. Ha salvato più di 800 persone e una di queste è Giulia Donati, una donna di origine fiorentine a cui Gino consegnò i documenti falsificati che salvarono tutta la sua famiglia. Bartali salvò anche la famiglia Goldenberg che conobbe a Fiesole nel 1941. Li aiutò a nascondersi in un rifugio all'interno di uno  scantinato. Fu solo alla sua morte nel 5 Maggio del 2000 a Firenze che venne alla luce il suo contributo e nel 2013 lo Yad Vashem proclamò Gino Bartali “Giusto tra le nazioni".