Utente:Peppe64/provastipacaproni

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L'innovativo prototipo Stipa-Caproni

Stipa-Caproni, innovativo velivolo italiano degli anni 30 che può essere considerato come un precursore dei successivi aviogetti. Caratterizzato da una sorta di fusoliera-carlinga-tunnel che racchiudeva motore ed elica per aumentare l'efficienza del sistema propulsivo dando all'aereo il nome caratteristico di “Ala a Turbina” poi cambiato in “Elica intubata”. Scherzosamente venne etichettato come “aereo botte”, o “aereo barile”. Ideato dall'ingegnere Luigi Stipa, venne realizzato come prototipo insieme alla Caproni di Milano Taliedo.

Un'idea innovativa

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Disegni descrittivi dello Stipa-Caproni

L'aeroplano in questione doveva servire come linea di sviluppo di una nuova idea per la propulsione aerea e avrebbe potuto portare al compimento pieno della turbina a reazione. Era frutto della mente dell'ingegnere Luigi Stipa, nato il 30 novembre del 1900 ad Appignano del Tronto, ufficiale dei servizi tecnici della Regia Aeronautica alla fine della I Guerra Mondiale, in possesso di due lauree (in ingegneria civile idraulica e in ingegneria aeronautica). Il tecnico aveva ideato tutta una serie di mezzi con la nuova conformazione del motore e delle eliche, una concezione basata sull'idea che l'aria spinta dalle eliche e scaldata dal motore, oltre che compressa nel tunnel metallico della fusoliera, dovesse portare a vantaggi dinamici, anche perché il getto d'aria, uscendo dal condotto, investiva direttamente piani di coda e timone.

L'aereo barile

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L'aspetto del velivolo risultava fortemente condizionato dalla nuova conformazione: il risultato era un grosso cilindro/fusoliera, con un diametro di circa tre/quattro volte più ampio rispetto a un aereo normale proprio perché doveva contenere il motore e l'elica. Questo largo tubo, proprio per sua conformazione e profilo, poteva essere considerato come un'ala circolare. Dava l'idea di una forte sproporzione fra il corpo dell'apparecchio e l'apertura alare. Molto sviluppato in altezza il piano verticale del timone in coda che doveva superare il diametro del tunnel.

Decolla il prototipo

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Vista di 3/4 posteriore del prototipo

L'idea era da provare, così a Stipa venne chiesto di realizzare un dimostratore volante. Fece seguito l'accordo con la Caproni Taliedo e la realizzazione del primo esemplare: un traliccio in tubi metallici saldati racchiudeva un largo tunnel; sopra la struttura due posti di pilotaggio in tandem; per il motore venne scelto un DeHavilland Gipsy III da 120hp, cilindri in linea, carenato; l'elica, bipala, stava sull'asse centrale del tunnel e l'estremità delle pale stesse doveva quasi sfiorare il bordo d'entrata della larga fusoliera cava. L'aereo venne completato nel 1932 a Milano Taliedo e il primo volo venne effettuato il 7 ottobre dello stesso anno grazie al pilota Domenico Antonini. Il collaudatore scrisse poi che il decollo era facile dopo una corsa di 180 metri (stessa distanza circa per fermare il velivolo all'atterraggio), prendeva quota rapidamente, senza vibrazioni ed era difficile portarlo fuori rotta. L'aereo era capace di una velocità massima di 81 Mph (131 Km/h) e velocità di atterraggio di 42 Mph (68 Km/h); 800 i Kg al decollo, 14,28 m di apertura alare, lunghezza di 5,55 e altezza di 3.

Gli esperimenti, poi l'abbandono

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Positive, nelle prove successive, la stabilità del velivolo e le prestazioni nei momenti critici del decollo e dell'atterraggio. Durante lo sviluppo e i voli che seguirono, si scelse di carenare le ruote e aumentare le dimensioni di timone e piani di coda. Trasferito al Centro Studi ed Esperienze di Montecelio, lo Stipa-Caproni venne sottoposto ad altri esperimenti, ma nonostante la positività di alcuni aspetti, si decise che nel complesso i vantaggi non ne giustificavano lo sviluppo. Accantonato, il velivolo venne demolito nel 1933. L'ingegnere Stipa aveva nel cassetto anche più versioni del suo aeroplano: un bimotore, un trimotore, un quadrimotore, in versione terrestre o idrovolante. Idee che cercò di realizzare in Francia dopo l'insuccesso in Italia e difficoltà con il regime.

Molto tempo dopo il Princetown University Press pubblicò nel 1959 la raccolta "High Speed Aerodynamics and Jet Propulsion". Nel dodicesimo volume sta scritto che "The Stipa Aero plane built by Caproni in 1932 should be classified as a Jet Aircraft. 'The Stipe Aero plane can be considered as a predecessor of the Jet Aircraft of today".