Utente:Orianagranger/sandbox

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Teognide (Θέογνις, Théognis; ... – ...) è stato un poeta greco antico. Poco si sa della sua vita, nato probabilmente a Megara di NIsea nel VI-VII secolo a.C. , di lui ci giunge una silloge, raccolta di elegie di 1389 versi in due libri.

Vita di Teognide[modifica | modifica wikitesto]

Luogo di nascita[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni che al giorno d'oggi abbiamo su Teognide sono diverse e frammentarie.Per quanto riguarda il luogo di nascita abbiamo tre diverse notizie: la prima nel verso 22 della silloge, in cui viene detto che egli è di Megara( comune greco situato in Attica,), senza ulteriori aggiunte, la seconda nel lessico suda e da Platone in cui viene detto che egli proviene da megara iblea, colonia siciliana di megara di Nisea e, per la terza, Arpocrazione, Didimo Bizantino e altri studiosi escludono Megara di Sicilia accennando alla Megara dell'Attica, cioè Nisea.

Sulla prima tesi non ci sono dubbi, per quanto riguarda le altre, la 2 è favorita dall'autorità di Platone e dal fatto che egli stesso soggiornò in Sicilia,e che quindi avrebbe dovuto conoscere direttamente Teognide, per quanto riguarda la 3 sono state riportate diverse prove:

  • i versi 11-14 della silloge in cui si tratta del tempio in onore di Artemide
  • v 22 silloge, in cui egli si dichiara Megarese, non specificando quale megara,è possibile presuppore che egli si riferisca alla più famosa delle due
  • nei versi237-254 ,piu precisamente v 247, il poeta scriverebbe "im eigentlichen Hellas", nell'antica ellade (R.Reitzanstein, epigramm und skolion, ein Beitrag zur Geshichite der Alexandrisnischen Dichtur, Giessen , 1893
  • nei versi 773 ss. si allude a viaggi in varie regioni, fra cui la Sicilia

La cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Riguardo la cronologia non vi sono molti dati. Le uniche notizie provengono dal Lessico Suda che lo ricorda nell' Olimpiade del 59 a.C,da S.Girolamo e Cirillo per l'Olimpiade del 58a.C, da Cronichon Paschale per l'Olimpiade del 57a.C che testimoniano l'acme di Teognide. Oltre a questi pochi sono i dati è quindi palese il motivo per cui non è possibile una risposta metodicamente valida al problema della cronologia Teognidea. POssiamo dunque solo supporre che la sua vita sia collocata fra la fine del VII secolo a.C e la prima metà del VI a.C

La questione teognidea[modifica | modifica wikitesto]

Ci sono pervenuti circa 1400 versi sotto il nome di Teognide, tuttavia non siamo sicuri che tutti appartengono realmente a lui . Di conseguenza due sono le domande da porsi :quanto di cio che ci è arrivato appartiene davvero a lui? E a chi e a quando possiamo ricondurre la silloge attuale?

Una possibile risposta proviene da una corrente che si è sviluppata in INghilterra e in America la quale sostiene che il contenuto della silloge sia , quasi interamente, appartenete a Teognide, a favore di questo vi è il carattere unitario dell'opera, le ripetizioni viste come un insegnamento del poeta mentre , tali studiosi,spiegano la presenza di versi di altri poeti attraverso la pratica, riconosciuta fra gli antichi, dell'imitazione. Diversa a riguardo è la posizione dei Tedeschi quali hanno da sempre individuato nell'opera un carattere del tutto esterno .Interessante è la teoria di Nietzsche il quale aveva notato nella gran parte delle elegie dei richiami , allacciamenti verbali che esplicherebbero che la silloge è ordinata seconto questo criterio.

Fra gli altri autori spicca la teoria di Welcker, iniziatore della critica moderna teognidea, il quale, nella prefazione all'edizione della silloge, risalente agli inizi dell'800 , sostiene che un altro autore, probabilmente un compilatore bizantino, abbia pubblicato, sotto il nome di Teognide, una silloge contenente scritti anche di altri autori.

Nel 900 gli studi continuano con Harrison ,moderato conservatore e Friedlander il quale identificò ,nella prima parte della silloge , un ordinamento in base al sigillo.;poi, Hudson-Williams riconobbe nella silloge uno scheletro di un libro unico, appartenente a Teognide,dedicata a Cirno .Successivamente ci sarà la teoria di Jacoby il quale ritrova nella selloge diversi blocchi divisi da epiloghi e prologhi :il libro K( dedicato a Cirno , che egli sostiene sia quasi interamente teognideo), libro A,(attribuito ad un ignoto poeta Ateniesie) , libro M ( redatto da un Megarese) ,libro E( erotico);si denota quindi ,in lui, una posizione intermedia rispetto alla posizione radicale di Welker e quella di Harrison.

Negli ultimi decenni emergono gli studi di Kroll , che rifiutò le deduzioni di Jacoby, e preferì soffermarsi sull'indagine interpretativa poichè utile a reperire dati e informazioni culturali e linguistiche;mentre Carriere interrogò principalmente la tradizione indiretta , concludendo con l'ammissione di una "tradizione bipartita", ossia la fusione in un'unica silloge, avvenuta nel IX secolo, di due raccolte teognideee, "Le Elegie" e 16 . Successivamente vi sono gli studi di Peretti , il quale sostenne la non riconoscibilità di un unico nucleo di base attribuibile a Teognide dal momento che tutti i testi presenti nella silloge sarebbero stati rielaborati .

Possiamo in definitiva affermare che , diverse sono state le ipotesi nel corso del tempo e molti sono i dubbbi riguardo alle origini del testo.

tematica[1].

Papiro con alcuni frammenti delle opere di Teognide. Contiene i versi 917-933.

Nietzsche ha valutato Teognide come esser stato l'archetipo della nobiltà nel contesto dei poeti rappresentanti della lirica greca, un nobile finemente formato ma in seguito caduto in disgrazia, essendosi trovato al crocevia di un forte cambiamento sociale: pieno di odio mortale nei confronti delle masse... non più saldamente radicato alla nobiltà del sangue[2]; il cosiddetto libro II lo considerava invece interpolazione di un editore successivo[3].

Il mondo poetico e concettuale di Teognide[modifica | modifica wikitesto]

A causa dello sviluppo di nuovi ceti, come quello dei marinai o dei commercianti, l'aristocrazia iniziava a perdere il suo potere e la sua credenza. Molti aristocratici vennero esiliati a causa di questa nuova classe dirigente, tra questi vi fu proprio Teognide, il quale scrive nel suo esilio tutto l'odio provato verso la nuova aristocrazia.

La società, secondo Teognide, era divisa in due gruppi: Εσθλόί "estloi" (ΑγαΘόι "agatoi" - Buoni) e Δειλόι "deiloi" (Κακόι "kakoi" - Cattivi). I primi, che erano rappresentati dall'alta borghesia erano ritenuti come magnanimi, invece i secondi, rappresentanti del ceto emergente, erano ritenuti vili. Tra questi due gruppi non potevano esservi delle unioni, perché un Δειλόs non potrà mai diventare un Εσθλόs, ma gli Εσθλόί possono venir contagiati dai Δειλόι.

I borghesi che avevano perso tutti i beni molto spesso organizzavano dei matrimoni combinati con persone dei nuovi cetiː per questo Teognide spiega la tattica del polipo o camaleonte, per cui bisognava essere vicini con le parole ai "cattivi", ma senza mai entrarci in intimità.

Ancora Nietzsche, a proposito di questa visione aristocratica, in Genealogia della morale descrive il poeta come uno dei massimi portavoce della nobiltà di spirito ellenica: Teognide rappresenta quindi le virtù superiori quali tratti distintivi dell'aristocrazia e quindi permette di distinguere, nelle parole di Nietzsche, la verità proveniente dall'uomo aristocratico dalla menzogna che invece è insita nell'uomo comune. Nello stesso passaggio (parte I, sezione 5) il filosofo tedesco fa alcune delle sue dichiarazioni più controverse, chiedendosi ad esempio se "... la razza del conquistatore e del padrone non stia soccombendo fisiologicamente ad una razza più scura-aborigena rappresentata dai popoli precedenti all'arrivo degli indoeuropei[4][5].

Si tratta forse di una delle questioni maggiormente dibattute in ambito scientifico, quella cioè se Nietzsche volesse o meno intendere tali dichiarazioni in una maniera letterale-razziale o più semplicemente come una metafora spirituale/figurativa[6]; allo stesso modo ci possono essere dubbi sul fatto se Teognide sostenesse o meno una forma di eugenetica o comunque una forte selezione sociale quando fa affermazioni come questa: "Montoni, cavalli e asini noi li vogliamo di buona razza, Cirno, e che montino le femmine adeguate. Ma ecco che oggi un nobile non si vergogna di sposare una plebea, se questa gli porta una buona dote, né tanto meno una donna rifiuta la mano ad un uomo miserabile, se egli è però ricco: vale così più il lusso acquisito che la nobiltà di nascita. Viene venerata solamente la ricchezza, cosicché è l'oro che fa la razza; quindi non ti devi stupire se la razza finisce con l'imbastardirsi. Nella città il buono e il cattivo si sono oramai del tutto mescolati"[7].

Charles Darwin ha espresso una diffusa preferenza per l'interpretazione più eminentemente biologica di tali dichiarazioni quando ha commentato i versi succitati: "Il poeta greco Teognide... ha intravisto quanto sia importante la selezione, se accuratamente applicata, che essa opererebbe per il miglioramento dell'umanità. Vide allo stesso modo che la ricchezza spesso controlla la corretta azione della scelta sessuale[8][9].

La personalità di Teognide[modifica | modifica wikitesto]

Data la disomogeneità dell'opera è difficile un'indagine del mondo poetico e morale dell'autore. Nell'opera alcuni hanno cercato di individuare una personalità unica ,pur non avendo molto successo; c'è poi da dire che nel caso si identifichi una morale unitaria essa non è frutto di uno specifico pensiero ma il frutto di tendenze dell'uomo e della società ,così tracciare un profilo della personalità di teognide significa riferirsi a quei caratteri attribuiti dalla tradizione quale la fierezza e i principi propri dell'uomo aristocratico.

lingua e stile[modifica | modifica wikitesto]

Data i dubbi e la complessità della silloge è difficile individuare un profilo linguistico unico. Il testo è scritto in dialetto ionico nonstante Teognide parlasse in dorico .Per quanto riguarda il lessico esso è permeo di riferimenti omerici , ristretto è il numero di termini antitetici organizzati con struttura oppositiva e paratattica.

(EL)

«Κύρνε, σοφιζομένωι μὲν ἐμοὶ σφρηγὶς ἐπικείσθ
τοῖσδ' ἔπεσιν, λήσει δ' οὔποτε κλεπτόμενα,
οὐδέ τις ἀλλάξει κάκιον τοὐσθλοῦ παρεόντος
ὧδε δὲ πᾶς τις ἐρεῖ· 'Θεύγνιδός ἐστιν ἔπη
τοῦ Μεγαρέως· πάντας δὲ κατ' ἀνθρώπους ὀνομαστός.'
ἀστοῖσιν δ' οὔπω πᾶσιν ἁδεῖν δύναμαι·
οὐδὲν θαυμαστόν, Πολυπαΐδη· οὐδὲ γὰρ ὁ Ζεύς
οὔθ' ὕων πάντεσσ' ἁνδάνει οὔτ' ἀνέχων.
»

(IT)

«O Cirno, a questi miei versi un sigillo sia posto,
sì che nessuno mai se li appropri,
e ne muti il buono in cattivo.
Ognuno dirà: "Di Teognide Megarese sono questi versi, di Teognide
a tutti ben noto".
Certo a tutti i cittadini esser gradito non posso;
né è strano,o figlio di Polipao: neppure Zeus,
quando manda o non manda la pioggia, fa cosa a tutti gradita»

In tale testo , scritto in distici elegiaci , il poeta si rivolge a Cirno , fanciullo soggetto del suo amore ,sottolineando il fatto di voler porre un sigillo ai suoi testi che , nei tempi successivi,quando diventa famosa in tutto il mondo , ne garantisca la paternità ,anche se ciò non gli può garntire la stima di tutti, anche Zeus infatti , che mandi o no la pioggia, è universalmente gradito.

  1. ^ Thomas Hudson-Williams, The Elegies of Theognis, G. Bell and Sons Ltd (1910), pag 13–15
  2. ^ Dalla biografia su Nietzsche di Curt Paul Janz; citato e tradotto in una nota da Maudemarie Clark e Alan Swensen in Genealogia della morale: uno scritto polemico. Hackett Publishing Company (1998), pag 133
  3. ^ Thomas Hudson-Williams, The Elegies of Theognis, G. Bell and Sons Ltd (1910), pag 60–61
  4. ^ Friedrich Nietzsche, On the Genealogy of Morals, Walter Kaufman (ed.), Vintage Books (1969), pag 28–31
  5. ^ Per ulteriori approfondimenti vedi James Porter, Nietzsche and the Philology of the Future, Stanford University Press, 2000.
  6. ^ Gregory Moore, Nietzsche, Biology and Metaphor, Cambridge University Press (2002), pag 4–6
  7. ^ Teognide Libro I, vv.183–92.
  8. ^ M.F. Ashley Montagu, 'Theognis, Darwin and Social Selection' in Isis Vol.37, No. 1/2 (May 1947) pag 24, online here
  9. ^ Charles Darwin, L'origine dell'uomo e la selezione sessuale, 2nd edition, London (1874), capitolo 2
  10. ^ http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/testi/Theognis/Elegiae.html?ricerca=%CE%BA%CF%85%CF%81%CE%BD%CE%B5+&Opzioni=Quals&ChBMaiMin=checkbox&ChBSpAcc=checkbox&TotRic=1r