Utente:Mp1025/Sandbox

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Lo scrittore o della solitudine - "L’ISOLA RAGGIUNTA" Ancora un ricordo autobiografico, il presente che diventa passato. É il mese di aprile, il lunedì della settimana santa e l’Autore ricorda i riti che si celebravano giorno per giorno e, nelle più belle e antiche basiliche romane, gli antichi mosaici e gli affreschi sbiaditi, rilucevano al lume di tante candele. Le chiese erano gremite di fedeli e, dietro un porporato che portava alta la Croce, il coro cantava “Avanzano le bandiere di Dio” (pag.189). Al presente, invece, dietro la Croce c’è poca gente: qualche forestiero incuriosito, qualche vecchietto e poche donnette giunte dai rioni vicini. I giorni della settimana santa scorrono veloci e arriva il Giovedì Santo, il giorno dei Sepolcri che, per l’Autore, ha un significato speciale, perché è il giorno in cui ha incontrato il Signore. Non l’ha visto, né sentito, né immaginato, eppure ha camminato con lui fianco a fianco e, per la prima volta, non si è sentito solo. C’è Lui che parla: di te, con te senza parole e tu rispondi senza parole, perché ti basta quella presenza, quel calore nuovo per riempire il tuo cuore di felicità (pag.191). Ancora un ritorno al passato, questa volta è il Natale a riportarlo indietro nel tempo, quando allestiva il presepe per i suoi figli che, in coro, cantavano “Tu scendi dalle stelle…” Ora i ragazzi sono grandi e solo il figlio minore ha allestito in tutta fretta un presepe malinconico con casette sbiadite e pastori malandati. Anche il presepe non ha più la sacralità di un tempo e si prepara solo per i nipotini e un po’ anche per i nonni. La gente ora, crede talvolta in Dio, ma al Dio vero associa i suoi idoli, tutto aspira alla novità e al progresso. Eppure, mai come in questo momento, quando il sentimento religioso sembra affievolirsi nel cuore degli uomini, l’Autore avverte la presenza del Signore accanto a sé; ha ritrovato la fede della sua infanzia, ha ritrovato Dio e non si sente più solo. Ancora un ritorno al presente: le ore sono volate, è notte e comincia a piovigginare. Lo scrittore rivolge lo sguardo al Cielo, al Signore, unico compagno della sua solitudine, e si augura che, quando giungerà la sua ora, il Signore lo trovi pronto a rispondere alla sua chiamata. In pace con se stesso, ha finalmente trovato l’isola su cui approdare.


Testo definitivo