Utente:Monte Enok/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vorrei lavorare nel prossimo anno scolastico con una classe III secondaria di I grado sulla voce enciclopedica "Calvello". Rispetto ai paragrafi già esistenti, vorrei aggiungerne altri: Chiesa Madre, Cappella del Monte Saraceno (livello 3), La ceramica calvellese (livello 2). La voce, pertanto, dovrebbe avere questa struttura:

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Monumenti e luoghi di interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa e Convento di Santa Maria de Plano

[modifica | modifica wikitesto]

Il ponte di Sant'Antuono

[modifica | modifica wikitesto]

La Cappella della Potentissima

[modifica | modifica wikitesto]

La Cappella del Monte Saraceno

[modifica | modifica wikitesto]

Il Santuario “Maria SS.ma del Monte Saraceno” sorge a circa 1320 metri s.l.m. e, circondato da una natura lussureggiante, domina tutta la vallata sottostante. La denominazione di “Monte Saraceno” o “Castel Saraceno” è di origine ignota. Con ogni probabilità, dalle tracce tuttora visibili, si può ipotizzare che fosse una postazione militare, prima Longobarda e poi Saracena. Successivamente, i monaci Benedettini, in prossimità dei ruderi della presunta postazione militare, edificarono l’attuale chiesetta. La forma architettonica, estremamente semplice, ha una struttura a botte, le cui doghe sono costituite dalle robuste muraglie a strapiombo sui dirupi che la circondano. E’ tradizione che il pellegrino non debba entrare nel luogo sacro senza aver percorso per tre volte il suo perimetro, pregando e cantando nenie. Entrando nel luogo sacro, ci si trova innanzi alla Sacra Effige che è una ricostruzione realizzata con i resti dell’antica copia della statua bizantina della Madonna “de Plano”, la quale fu danneggiata in seguito al terremoto della Basilicata del 1857. Il restauro e la ricomposizione dei pezzi recuperati tra le macerie furono realizzati da un artista napoletano che riuscì a dare all’Effige un’espressione dolce e intensa. La Madonna, nella mano sinistra ha una rosa d’oro, con la destra sembra voler mostrare il Bambino, situato in piedi tra le sue ginocchia. A maggio la statua viene portata in processione dal paese al tempietto da dove, fino a settembre, vigila dall’alto la vallata e protegge le messi e le greggi; a settembre ritorna in paese. L’urna che la protegge, detta comunemente “Caggia” è stata realizzata da validissimi artisti locali: scolpita a mano, in legno di quercia, ha una struttura armonica e proporzionata con lesene, colonne e capitelli che le conferiscono un aspetto nobile e classico. Il lato posteriore è decorato con un dipinto che ritrae il Santuario e la Grotta dell’eremita. A circa duecento metri dal Santuario, secondo una leggenda locale, viveva in questa grotta un eremita, un uomo pio che viveva in solitudine grazie alla carità dei pastori. Un'altra leggenda racconta che, dopo la scomparsa di questo misterioso eremita, dei pastori trovarono una statua di legno della Madonna e si decise di edificare lì la Cappella.

I festeggiamenti in onore della Madonna del Monte Saraceno, si celebrano la seconda domenica di maggio, quando la statua viene trasportata dalla chiesa parrocchiale al santuario, e l’8 e il 9 settembre, quando vi fa ritorno.

Cappella del Monte Saraceno

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

La ceramica calvellese

[modifica | modifica wikitesto]

De Bonis L., Calvello: storia, arte, tradizioni, Giffoni Valle Piana (SA), Publigrifo, 1996.

Tak H., South Italian Festivals: A Local History of Ritual and Change, Amsterdam University Press, 2000.