Utente:Miczanc/sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Proposte

  • definire il titolo della pagina - Orientamento formativo va bene a tutti?
  • condividere la definizione di orientamento
  • inserire commenti sul lavoro e proporre eventuali modifiche
  • fare il punto su ciò che manca
  • decidere se bilancio delle competenze, orientamento narrativo , autorientamento ed eventualemente empowerment (se Arcide pensa ancora di trattare questa voce) divengano nuove voci collegate all'orientamento
  • se inseriamo delle note qui tutti possiamo essere a conoscenza del pensiero dei compagni

Dividere in paragrafi effettivamente fa meno paura a chi incappa nella nostra voce e rende più gestibile il tutto. Chiedo dove mettere la bibliografia per le voci autorientamento e orientamento scolastico. Metto alla fine con tutto? Grazie. Melania


"L'orientamento, alla luce dei cambiamenti in atto e di quelli futuri, può e deve contribuire, attraverso una serie di attività, a mettere in grado i cittadini di ogni età, in qualsiasi momento della loro vita, di identificare le proprie capacità, le proprie competenze, i propri interessi, di saper prendere decisioni in materia d'istruzione, formazione e occupazione, nonché di gestire i propri percorsi personali di vita nelle attività di formazione, nel mondo professionale e in qualsiasi ambiente in cui si acquisiscono e/o sfruttano tali capacità e competenze" (Risoluzione del Consiglio della Comunità Europea, 28 maggio 2004)

Con il termine orientamento si indicano tutte quelle attività mirate a permettere agli individui di riconoscere e sviluppare le proprie attitudini, capacità e competenze. L'orientamento viene oggi considerato come un processo continuo ed articolato che abbraccia tutte le fasi dell'esistenza , finalizzato a mettere il singolo nella condizione di operare scelte consapevoli al fine di esercitare un controllo sulla propria vita e di realizzarsi positivamente ed efficacemente a livello personale, sociale e professionale.

Orientamento formativo per me va bene perchè l'aggettivo "formativo" è il più sintetico e vicino allo scopo dell'orientamento

Per la definizione di orientamento, qual è la fonte? Ho trovato anche quella della Risoluzione del Consiglio della Comunità Europea del 28 maggio 2004. La inserisco in caso nella parte di orientamento scolastico come normativa o lo inserisco nella parte della normativa italiana ed europea? Attendo indicazioni. (Melania) Ciao Melania , la definizione l'ho scritta io perchè non sapevo se si poteva iniziare con una citazione . Piaceva pure a me quella del consiglio della comunità europea . Mi sembra un'ottima idea inserirla nella parte normativa. Se vuoi modificare la difinizione comunque fai pure, Arcide ti può dare indicazioni su come fare Miki

Evoluzione storica del concetto di orientamento

[modifica | modifica wikitesto]

Nelle (Cris: con l'avvento della società preindustriale la famiglia fungeva..) società preindustriali era la famiglia a svolgere una implicita azione orientativa in quanto luogo nel quale i giovani apprendevano i comportamenti adeguati al contesto sociale di riferimento e le regole necessarie per continuare il lavoro del padre. E’(Cris:Con la rivoluzione..) la rivoluzione industriale a segnare profondi cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro.(Cris: e prende forma in maniera..il bisogno da parte del mercato del lavoro, delle nuove imprese per le nuove produzione di beni ) Nasce il bisogno di nuove professionalità : (Cris e per la famiglia viene a diminuire il suo ruolo e la sua funzione di orientamento..)la famiglia non è più in grado di assolvere la sua funzione orientativa e (Cris: come conseguenza)di conseguenza l’orientamento perde la sua dimensione di fatto ( Cris privata?? senza di fatto) privato per divenire un problema della collettività . Iniziano i primi studi teorici in proposito e vengono definite le prime strategie d’intervento . (Cris: l'approccio allo studio dei problemi legati alle nuove forme di lavoro (Taylorismo??)si formalizza attraverso i primi apporti teorici finalizzati a.......) Talcott Parsons , nei primi decenni del 1900, propone una logica di orientamento finalizzata a determinare con esattezza le caratteristiche di un profilo (Cris:del profilo del lavoratore o del lle diverse professioni??) di lavoro verso cui indirizzare un individuo in possesso dei ( di alcuni requisiti ..quakli??..ritenuti indispensabili::) necessari requisiti per svolgerlo. In questo periodo la finalità principale del processo (CCris: secondo me non era ancora un processo all'epoca)di orientamento, relativo unicamente alle prime forme di selezione del personale , è quella di misurare le attitudini di un soggetto al fine di verificare se le stesse siano rispondenti o meno alle richieste del contesto lavorativo in cui dovrebbe inserirsi . Il paradigma è quello dell’ “uomo giusto al posto giusto” e la teoria di riferimento è quella “diagnostico-attitudinale”. Negli anni (tra )il ’30-’50 , si passa ( gli studi ...più che idea principio??)ad una idea di orientamento che, (pur prospettandosi ancora funzionale)sempre funzionale alla selezione di “individui giusti per i posti giusti”, ( ritiene centrale ) centra il proprio focus sulla ricerca di interessi, aspirazioni, inclinazioni di un soggetto, sugli aspetti del suo carattere e sulla coincidenza degli stessi con il possibile lavoro. ( teoria caratterologico- emozionale). Negli (Attraverso gli studi e ricerche svolti negli anni) anni sessanta il concetto di orientamento si modifica nuovamente e si sviluppa la teoria clinico-dinamica: si analizzano tendenze e aspetti di personalità ( motivazioni, aspirazioni e inclinazioni)(..toglierei le parentesi) del soggetto secondo l’impostazione della psicologia clinica. Si utilizzano testo ( test o testi???) proiettivi per esplorare le motivazioni profonde di un soggetto :( la sua) soddisfazione, necessità di conoscersi, autorealizzazione , ecc.. Si ritiene infatti che , definiti questi aspetti, l’individuo possa adattarsi con più facilità e ritrovare il proprio benessere (anche) attraverso il lavoro.(la sua attività lavorativa) Negli anni anni settanta ( avviene la rivoluzione???)viene ( via via) messa in discussione l’idea di (una pratica di::) orientamento basata sul rivelamento degli aspetti inconsci di un soggetto in quanto si considera che la stessa sottovaluti ( tenda a sottovalutare) tutti quegli aspetti esterni che ( tendenzialmente e intenzionalmente)intervengono nelle scelte ( scriverei ad esempio quali scelte altrimenti perdiamo in campo di interesse!)di un individuo quali l’appartenenza sociale, la condizione economica,i modelli culturali, pregiudizi, stereotipi ecc. (toglierei sempre la parola eccetera) Prende piede (forma) in questi anni la teoria pedagogica o socio culturale . I teorici dell’orientamento tendono ( si propongono di porre )a porre al centro del processo la persona e ( come conseguenza) l’orientamento inizia ad essere considerato un processo mirato allo sviluppo della capacità di autorientarsi.( capacità di autorientamneto) Nel (corso degli) anni ’80 si assiste ad un notevole ( e mutato) interesse per l’orientamento che si ritiene ( ritenendo che la pratica debba svolgere un nuovo ruolo di guida..)debba avere un ruolo ( ritenuto come fondamentale) fondamentale nei momenti di passaggio tra i diversi gradi dell’istruzione o (Nel passaggio)da un lavoro ad un altro lavoro . Si sviluppa ( un nuovo concetto di orientamento come accoampagnamento della persona in un momento di trasizione)la teoria dell’orientamento come transizione e l’orientare ( diviene una pratica che consente di fornire..)che consiste nel fornire un supporto al soggetto che si trovi a vivere uno dei suddetti momenti. La funzione informativa dell’orientamento è predominante. E’(solo) a partire dalla fine degli anni ’90 che si assiste ad un interesse per Un'orientamento che uscendo dall'accademismo sia porti ad estendere ...) l’orientamento che esce dal mondo accademico e si estende anche alla letteratura a sfondo divulgativo.( negli ambiti della scuola, dell'università...e altri contesti??) Nello specifico del contesto italiano si accompagna a ciò una notevole crescita di agenzie dedicate all’orientamento

L'orientamento oggi

[modifica | modifica wikitesto]

da non considerare, ancora da rielaborare .

In una società che vive dei ( Cris: questo è l'oggi via la parola dei..e scrivere " In una società come quella attuale la richiesta ..." ) cambiamenti rapidi al singolo individuo cambiamenti rapidi, che richiedono al singolo individuo continui mutamenti durante il (Crsis durante tutto il corso della sua esistenza)corso della vita, l'orientamento (Cristina secondo me dobbiamo continuare a chiamarlo formativo insomma specificare di quale orientamento si scrive ...sempre quello del titolo::) diventa uno strumento trasversale e strategico per lo sviluppo personale a partire dai percorsi di apprendimento ( Specificherei quali tipi, scolastico... per chi non ne sà niente!!!) , formazione ( professionale ???)e qualificazione ( quale ? ), fino ad arrivare alla carriera professionale. Oggi le capacità acquisite nei percorsi di apprendimento non sono più sufficienti, "competitive", per tutta la durata della vita lavorativa di una persona, richiedendo quindi al singolo lavoratore di impegnarsi in percorsi di alternanza tra lavoro e formazione. L'orientamento educativo e professionale, a questo punto (Cristina: in questo senso) , diventa ( diviene necessariamente) un processo permanente, ( life long learning??) che vede l'individuo adulto percorrere il suo iter professionale connotato, a più riprese (Cris:in tempi diversi e con diverse modalità di avanzamento), da periodi di istruzione, di formazione e di lavoro. In questo contesto l'attività di orientamento dovrà (Cris :diviene uno strumento indispensabile per) aiutare e supportare ogni persona a prendere decisioni e a trovare un proprio percorso più volte nel corso della vita (Long life guidance)(Arcide) La dimensione di instabilità che caratterizza la vita degli individui della società moderna, i molteplici mutamenti di tipo professionale, familiare, personale cui sono sottoposti, le pressanti richieste di mobilità e di flessibilità che li pongono nella necessità di ridefinire costantemente la propria situazione, rendono indispensabile ( Cris:importante )per ciscun soggetto la continua rideterminazione del proprio progetto di vita.

Contesti e professionisti dell'orientamento

[modifica | modifica wikitesto]

I diversi contesti organizzativi quali la scuola, la formazione professionale,i servizi per il lavoro,gli sportelli di informazione e orientamento ai quali riferire le figure e i profili professionali attraverso le specifiche e molteplici finalità e azioni orientative , concorrono ad una difficile definizione di figura unitaria di orientatore. Le stesse funzioni e finalità di orientamento sono ulteriormente diversificate attraverso i bisogni di un'utenza con caratteristiche e necessità di supporto che possono prevedere momenti di transizione in un percorso di istruzione e/o formazione, esperienze lavorative da ricollocare, momenti di passaggio tra formazione e lavoro. In Italia non è ancora presente una condivisione di interessi ed intenti verso una definizione dei ruoli professionali degli operatori dell’orientamento, realtà questa che contribuisce ad una scarsa chiarezza sulle competenze necessarie all'adattarsi ai ruoli ed ai contesti organizzativi che sono andati consolidandosi nel tempo. Le professionalità coinvolte sono molto spesso di diversa estrazione e provenienti da settori diversi; le stesse attività sono progettate e realizzate in funzione dei bisogni di un’utenza che può presentare medesime necessità ma che vengono svolte da profili professionali tra loro diversi, così come si possono rilevare attività che si rivolgono ad utenze tra loro diversificate, che richiedono quindi ruoli specifici, ma con una stessa denominazione. In una realtà così variegata, le figure professionali sono individuabili solo all’interno degli ambiti entro i quali svolgono, con ruoli e a titoli diversi, servizi e attività di orientamento e, attraverso le loro funzioni, è possibile riconoscere le competenze che ne precisano i profili. Insieme e globalmente coprono la domanda di un vasto potenziale di utenza che comprende giovani e adulti, occupati e disoccupati, disabili, immigrati, persone in stato di detenzione, studenti,lavoratori, operando all'interno di diversi sistemi quali scuola, [università], organizzazioni ed enti di formazione professionale, strutture di servizio pubbliche e private per il lavoro.

Profili,contesti e competenze

[modifica | modifica wikitesto]

In considerazione della varietà di tipologie di azioni orientative e della peculiarità dei sistemi di riferimento rimane qualificante il contributo dell’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (ISFOL) che individua quattro ambiti di professionalità con la presenza di tre figure che svolgono prevalenti funzioni dedicate al supporto direttamente rivolto all’utenza e una quarta, che risponde alle necessità di progetto e analisi di azioni coerenti con le necessità territoriali.

Operatore dei servizi di informazione

[modifica | modifica wikitesto]

Tra le figure si distingue l’operatore dei servizi di informazione per l’orientamento degli utenti verso percorsi scolastici e di formazione anche professionale o opportunità lavorative,con attività di servizio per il primo contatto con l’utenza di informa giovani o altri sportelli. La sua funzione è di accoglienza e filtro attraverso semplici colloqui, di rilevazione della domanda dell’utenza e risposte in merito ai servizi che possono corrispondere alle necessità di formazione e lavoro. La sua collocazione la vede inserita nel servizio diretto all’orientamento di scelte universitarie ,corsi formazione professionale e delle diverse opportunità connesse o all’interno di strutture atte a svolgere una funzione di primo filtro e rinvio tra strutture diverse. Le sue competenze prevedono la capacità di gestione di un colloquio con finalità informative, integrate da capacità di lettura e interpretazione della situazione del singolo utente o di un gruppo, la capacità di attivazione di gruppi di persone per scopi quali la costruzione di un curriculum vitae o di autonomo reperimento di informazioni. Ulteriori competenze sono sensibili alla publicizzazione e promozione del servizio che prevedono momenti specifici collegati ad interventi attraverso seminari, convegni, saloni di orientamento. Ulteriori capacità sono indirizzate ai contenuti e alle metodologie di erogazione delle informazioni, nonché alla possibile consultazione di canali e banche dati utili per completare l’ambito di intervento e le funzioni collegate all’utenza finale.

Tecnico di orientamento

[modifica | modifica wikitesto]

Questo profilo è presente molto frequentemente nei sistemi di orientamento, per svolgere attività di accompagnamento all’interno di percorsi già strutturati nelle fasi di scolarizzazione, formazione o inserimento lavorativo. La sua funzione più specifica prevede il tutoraggio e il monitoraggio di percorsi in atto o l'assistenza orientativa nel passaggio tra i diversi percorsi di studio, con finalità preventive per la buona riuscita delle iniziative personali intraprese. Nei casi di nuovo inserimento lavorativo si occupa della programmazione di eventuali strategie per ottimizzare i percorsi; di monitoraggio, nei casi di disoccupazione e di attività di servizio per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sono interventi finalizzati a potenziare le risorse della persona nella ricerca di opportunità attraverso analisi,pianificazione o riprogettazione di un proprio percorso formativo o lavorativo. Una funzione quindi che richiede una buona conoscenza dei sistemi all’interno dei quali si trova ad operare, in relazione alle finalità ( normative, istituzionali, di mission) e al funzionamento delle stesse ( metodologie, relazioni , contenuti, sistema organizzativo), che si connota per la capacità di lavorare in rete con le altre risorse dei territorio (agenzie formative, servizi di informazione e per il lavoro, cooperative sociali, servizi socio-sanitari, ecc). Nel sistema scuola e in quello della formazione professionale si inserisce con azioni di accoglienza per l'ingresso nei cicli di studio,di monitoraggio per il perfezionamento di un percorso, di passaggio tra canali scolastici,di transizione tra il sistema scolastico e quello formativo, di percorsi orientativi per l’assolvimento dell’obbligo scolastico e dell’obbligo formativo e di prevenzione all’insuccesso e all’abbandono scolastico; All’interno dei servizi per il lavoro svolge attività di monitoraggio in condizioni di disoccupazione, di sostegno e mediazione sociale per gli inserimenti lavorativi con particolari difficoltà individuali, di prevenzione e recupero di giovani nell’evasione dell’obbligo formativo, di preparazione dei tirocini di alternanza formazione-lavoro e per l'inserimento lavorativo. Le competenze distintive di questo profilo possono fare riferimento alla capacità di analizzare e valutare situazioni personali e di contesto, di relazione interpersonale e di gestione di contesti di riferimento quali famiglia, servizi sociali, scuole, istituti,incontri con operatori di altri servizi o insegnanti.Si distingue inoltre la capacità di potenziare e promuovere il lavoro in rete, attraverso la condivisione di strategie ed obiettivi di intervento ed azioni integrate, e la capacità di valutazione di finalità e di azioni correttive in funzione dei risultati.

Consulente di orientamento

[modifica | modifica wikitesto]

La figura del consulente di orientamento prevede funzioni di supporto nei processi decisionali di scelte scolastico-formative e nei progetti professionali verso il lavoro o sul lavoro. In particolare, attraverso l’adozione di metodologie dedicate e strumenti diagnostici, il suo intervento consente la rielaborazione di storie formative/lavorative personali e di prefigurarne traiettorie di sviluppo coerenti con l'identità dei soggetto e realistiche in termini di opportunità. Le principali competenze che distinguono questa figura sono relative all’analisi dei bisogni e risorse individuali, alla gestione di relazioni di aiuto centrate sulla persona o consulenziali per gruppi ristretti di utenti; competenze diagnostiche nell’uso di materiale di analisi e assesment di risorse individuali, di valutazione di processi di apprendimento e prestazioni lavorative. I contesti in cui trova spazio possono essere i sistemi formativi (scuola ,università, formazione professionale) con azioni orientative di supporto alle decisioni e alle aspettative dei singoli utenti coerentemente alle opportunità ed eventuali vincoli del sistema(counseling orientativo). Presso i servizi per il lavoro, sia pubblici che privati, con consulenze in relazione ai bisogni professionali di lavoratori in mobilità, disoccupati o con esigenze di cambiamento lavorativo. Presso le aziende per rispondere ad esigenze di gestione delle risorse umane in occasione di processi di ristrutturazione produttiva o a sostegno dello sviluppo di un percorso individuale di carriera ( bilancio delle competenze e couselling di carriera).

Analista di politiche e servizi di orientamento

[modifica | modifica wikitesto]

La figura di analista di politiche e servizi di orientamento svolge prevalentemente attività di assistenza tecnica alle istituzioni e ai sistemi nelle fasi di definizione delle politiche di orientamento; le funzioni distintive del profilo contemplano la progettazione di piani di intervento,l'analisi dei fabbisogni formativi e aggiornamento delle risorse, la consulenza nella gestione di risorse economiche per gli interventi di orientamento,il monitoraggio, la valutazione e verifica degli interventi(attività/servizi), la promozione e sviluppo dei servizi e delle collaborazioni territoriali in rete. La figura si caratterizza per competenze giuridico amministrative, di gestione del personale e del funzionamento dell’organizzazione, nell’analisi di sistemi complessi per l’attivazione di servizi e reti territoriali e nella gestione e coordinamento di azioni integrate attraverso la promozione del dialogo di istituzioni diverse.

http://www.isfol.it

Documenti nazionali ed europei

[modifica | modifica wikitesto]

mi sarebbe piaciuto trattare questo aspetto, ma mi sembra lungo dato il tempo a disposizione Cosa ne dite? per questa voce il sito di Evangelista dà un contributo sintetico di tre ambiti e relative normative di riferimento)

Cristina ha trovato una pagina nel sito di Evangelista. Inseriamo un collegamento? (Michela) Lo possiamo mettere nella sitografia. Potrebbe essere? (Melania) ...non l'ho più trovato nel sito (Cristina)


Principali riferimenti normativi nazionali

  • Direttiva 6 agosto 1997, n.487
  • D.P.R. 8 marzo 1999, n.275
  • Legge n.53 del 28 marzo 2003
  • Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n.76 - Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione
  • Elemento dell'elenco puntato
  • Decreto Legislativo n.21 del 14 gennaio 2008 - Norme per il raccordo scuola-università
  • Decreto Legislativo n.22 del 14 gennaio 2008 - Norme per il raccordo scuola-lavoro
  • Circolare Ministeriale n.43 del 15 aprile 2009 - Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l'arco della vita

Principali riferimenti normativi europei

  • 2000 Memorandum sull'istruzione e formazione permanente
  • 2004 Risoluzione europea "Orientamento lungo tutto l'arco della vita"
  • 2006 Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente
  • 2008 Raccomandazione europea sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente

Orientamento scolastico per competenze

[modifica | modifica wikitesto]

"Compito principale della scuola e di ogni docente, attraverso la sua disciplina, è quello di aiutare lo studente nello sviluppo perchè possa realizzare integralmente se stesso, potenziando le sue capacità per inserirsi in modo attivo e creativo nella società in rapida trasformazione. Perciò è riduttivo collocare le attività orientative solo nelle fasi di passaggio e transizione in relazione alle scelte da affrontare. Esso, essendo collegato alla formazione globale della persona e allo sviluppo dell'identità, deve attraversare ogni ordine e grado di scuola e ogni disciplina (C.M. n.43/2009)

Con l’aggettivo “scolastico” si situa il processo di orientamento all’interno dell’ambiente formativo della scuola, il quale possiede due funzioni precise: una implicita, legata alla propria finalità istituzionale che si pone di portare lo studente alla maturazione di competenze orientative di base attraverso una didattica orientativa, e quella esplicita, che prevede azioni concrete didattiche e formative.finalizzate a migliorare l’esperienza scolastica volta all’orientamento e al ri-orientamento nei momenti di passaggio.

Secondo tale prospettiva la scuola ha il dovere di gestire e rispondere ai bisogni formativi dei ragazzi, soprattutto dagli 11 ai 18 anni, soggetti in età evolutiva che devono affrontare degli step di scelta che prevedono il possesso di competenze orientative. Presupposti culturali e metodologici per una scuola orientante sono l’avere la persona come centro, il prevedere il coinvolgimento dei genitori, l’essere inseriti in una rete di sviluppo in un sistema nazionale di orientamento. A ciò si uniscono altri elementi chiave, quali il superamento di un’ottica puramente informativa dell’orientamento e una collaborazione costante e sistematica tra scuola, università, centri di formazione, mondo del lavoro e delle professioni.

Questi elementi si inseriscono in un ambito che dovrebbe presentare delle specifiche condizioni: una formazione iniziale e in itinere di docenti che possano progettare e sperimentare percorsi personalizzati, affiancati anche da professionisti dell’ambito orientativo, l’utilizzo di modalità educative permanenti e trasversali per tutti gli ordini di scuola e attraverso le diverse discipline. In quest’ottica quindi viene superata l’episodicità e la straordinarietà dell’intervento orientativo mirando al successo formativo che si esplica in un processo globale di crescita della persona, durante tutto l’arco della vita, presente sin dalla scuola dell’infanzia.

L’attività didattica, quindi, oltre a trasmettere e far apprendere contenuti, mira all’incremento della crescita di sé all’interno della realtà sociale in cui il ragazzo è inserito, potenziando le abilità possedute per leggere e fronteggiare la realtà complessa del mondo odierno, grazie allo sviluppo dei processi di conoscenza, crescita e apprendimento. In questo quadro si inseriscono le competenze orientative, ovvero l’insieme di risorse, caratteristiche, abilità, atteggiamenti e motivazioni che permettono alla persona di affrontare consapevolmente l’esperienza formativa. Necessario è che la scuola predisponga attività per sviluppare tali competenze le quali presentano un diverso grado di specificità, andando da un basso a un alto coefficiente, e si concretizzano in:

  • Interventi indiretti, non strutturati, specifici;
  • Visite guidate, programmi di conoscenza del mondo per mezzo delle discipline;
  • Laboratori sulla conoscenza di sé e del contesto di vita;
  • Programmi informativi;
  • Progetti e stage,
  • Valutazione e accertamenti di interessi, motivazioni e capacità.

Tali competenze consentono di raggiungere una pluralità di obiettivi, quali:

  • L’analisi delle proprie risorse;
  • L’esame delle opportunità offerte dal contesto;
  • La previsione dello sviluppo della propria esperienza;
  • L’assunzione di decisioni;
  • L’individuazione di traguardi;
  • La progettazione del proprio sviluppo;
  • Il monitoraggio e la valutazione delle scelte operate.

Esse poi possono essere trasferite alla vita diventando competenze meta-cognitive, meta-emozionali; cognitive e comunicative.

L'orientamento scolastico prevede quindi un cambiamento anche per quanto riguarda la figura del docente, che da guida diviene sperimentatore e infine mentore, assumendo una funzione tutoriale che orienta in modo diretto lo studente mediante azioni mirate alla riflessione sul fare. Per giungere a ciò, risulta necessario in primo luogo operare una discussione sulla professionalità docente stessa, al fine di comprendere l'importanza della funzione esercitata, adottando la prospettiva dell'"orientarsi per orientare". Il docente, sulla base di tale premessa, deve essere in grado di esercitare una mediazione tra i ragazzi e il contesto attraverso azioni di sostegno, monitoraggio, facilitazione, messa a confronto, rafforzamento e aiuto nell'esercitare una costante riflessività, per la quale può utilizzare strumenti come la narrazione, al fine di ri-costruire in modo significativo il vissuto, e il portfolio, per connettere e mettere in comunicazione i percorso realizzati dallo studente.

  • Casaschi C., (a cura di 2008), Verso il domani. Una ricerca sperimentale sull'orientamento a scuola, Milano, Angeli.
  • Di Nubila R., Orientamento formale e non formale come processo formativo. Le ragioni epistemologiche, in <<Professionalità>>, n.76/2003.
  • Ferraro S., (in 2006), Verso il domani - La scuola che orienta, Milano, Angeli.
  • Focchiatti R. (a cura di 2008), Orientare e orientarsi nella scuola primaria e secondaria. Pratiche di formazione alla progettazione didattica, Roma, Carocci.
  • Marostica F., Competenze@competenze per il successo formativo e non in "Innovazione Educativa" n.4/2003.
  • Pombeni M. L., (1995), Orientamento scolastico e professionale, Bologna, Il Mulino.
  • Pombeni M. L., (2008), L'orientamento tra passato e futuro: l'esperienza di Bologna, Carocci.
  • www.istruzione.it
  • www.istruzioneverona.it
  • www.orientamentoirrer.it



--Arcide (msg) 10:27, 15 apr 2011 (CEST)=Metodologie e strumenti per l'orientamento=

L'orientamento, in questi ultimi anni, ha conosciuto un periodo di rinnovato interesse dovuto ad un maggiore impegno sociale ed istituzionale, ma anche di interesse personale, a causa dei mutamenti e delle richieste della realtà socio-economica, con il conseguente disorientamento che viene avvertito ad ogni livello, così da pervenire a richieste sempre più numerose di un servizio di consulenza orientativa lungo tutto il percorso della vita formativa e/o lavorativa. Le metodologie di orientamento (bilancio di competenze, orientamento narrativo, autorientamento,percorsi di facilitazione, counseling), quindi, si possono definire come dei processi di empowerment dell'individuo affinchè aumenti la sua capacità di fare delle scelte, di progettare, di intervenire da protagonista nella propria vita. Il percorso di orientamento è un’attività complessa che mira alla conoscenza dell’ambiente (economico e professionale) nel quale ci si muove e della propria identità al fine di avere, con una visione realistica delle proprie competenze e dei propri limiti per delineare orizzonti progettuali di vita e professionali.

Uno degli strumenti principali dell'attività di orientamento è il bilancio di competenze, da intendersi come un'analisi delle attitudini e delle competenze dell'individuo, che punta ai legami che ci sono tra i compiti e il ruolo che la persona deve o desidera ricoprire, ma anche compie un'analisi delle caratteristiche personali e delle capacità che sono funzionali per ricoprire efficacemente un determinato ruolo. La metodologia del Bilancio di Competenze è nata in Canada, ma si è sviluppata e diffusa principalmente in Francia, dove nel 1991 è stata approvata la legge 91/1405, che fissa gli obiettivi e regola i tempi e le modalità di svolgimento dei percorsi di bilancio. In Italia non esiste una normativa che disciplini l'utilizzo di questa metodologia a livello nazionale, soltanto alcune regioni si sono mosse in questa direzione. Lo scopo principale di questa tecnica è quello di accompagnare la persona a far emergere le proprie capacità, competenze e caratteristiche personali,rendendone possibile la trasferibilità e la spendibilità attraverso la ridefinizione e riprogettazione del proprio percorso di sviluppo professionale e/o formativo.Il Bilancio di Competenze è una metodologia di intervento e di consulenza di processo che si usa in ambito lavorativo e nell'orientamento professionale degli adulti ed è un percorso volontario. Esso è uno strumento che può essere definito di "tipo specialistico", "qualitativo", connotato da una triplice valenza:

  1. valenza orientativa, per la definizione del progetto professionale;
  2. valenza formativa, per il cambiamento e sviluppo della persona;
  3. valenza di rafforzamento dell'identità personale e lavorativa.

Il Bilancio si divide in tre fasi:

  1. fase preliminare, nella quale la persona dichiara il suo impegno ad intraprendere il percorso, le sue motivazioni ed attese;
  2. fase d'investigazione, nella quale vengono analizzate le motivazioni e gli interessi personali e vengono identificate le competenze professionali e personali.;
  3. fase di conclusione, nella quale avviene la restituzione dei risultati dell'investigazione e si analizza la fattibilità del proprio progetto. Nell'evoluzione di questo percorso il soggetto coinvolto deve assumere il ruolo di protagonista principale, così da prendere coscienza delle competenze maturate in ambito formale, non formale ed informale. L'impegno richiesto alla persona è quantificabile in circa 24 ore suddivise tra incontri di consulenza e attività da svolgere autonomamente, in un periodo variabile tra i due-tre mesi. Varie sono le tipologie di strumenti che vengono adottati di cui il colloquio individuale rappresenta la tecnica fondamentale, ma possono essere anche laboratori di gruppo (role playing, simulazioni, giochi di gruppo..) con il supporto di griglie e schede strutturate,questionari, test cognitivi di personalità ed attitudinali, al fine di ottenere informazioni più precise.

I destinatari del Bilancio di Competenze sono soggetti adulti in possesso di un patrimonio di competenze professionali e di esperienze lavorative e di vita, che si possono identificare in persone occupate interessate alla riqualificazione e ad uno sviluppo di carriera; persone in mobilità lavorativa o con esperienze di lavoro discontinuo; persone inoccupate o disoccupate; persone coinvolte in processi di ristrutturazione e riorganizzazione della propria azienda; ma possono essere anche giovani laureati con esperienze di stage e tirocini che desiderano individuare le competenze acquisite e la loro spendibilità sul mercato.Nonostante questa pratica sia nata per rispondere ad esigenze di qualificazione e reinserimento lavorativo, negli ultimi tempi il suo utilizzo è stato indirizzato anche a categorie di persone senza esperienze lavorative pregresse, con una particolare attenzione a giovani drop out a rischio emarginazione e devianza. In Italia gli interventi di Bilancio di Competenze sono previsti e realizzati dai Servizi per il lavoro, quali i Centri per l'impiego provinciali, i Centri di orientamento universitari, le scuole secondarie superiori, i Comuni, enti e organizzazioni che necessitino di un percorso di bilancio per il proprio personale.


Un'altra ( Cristina: quale era la prima modalità?) modalità che ha acquisito sempre maggior importanza e diffusione nella pratica di supporto educativo e formativo è "L'orientamento narrativo". In un'epoca in cui i lavori si moltiplicano ( e si modificano velocemente gli ambiti professionali ) e le situazioni di impiego non offrono più dei riferimenti certi, gli individui sono costretti a mettersi ( porsi costantemente )in un'ottica di cambiamento continuo nell'arco della loro vita (Cristina toglierei nall'arco della loro vitaperchè si capisce) e a causa dell'imprevedibilità, a dare un senso a ciò che sta accadendo. (Cristina: la flessibilità e la capacità di mobilità verticale e orizzontale richieste in ambito professionale pongono gli individui ...) Flessibilità e mobilità in ambito professionale richiedono alle persone una sostenibilità psicologica sempre più complessa e in questo contesto "la narrazione" può essere vista come un percorso naturale per esprimere il proprio vissuto emotivo e sviluppare la propria personalità per una positiva immagine di sè e la costruzione dell'identità personale e professionale. La metodologia dell'Orientamento narrativo consente la riflessione su di sè, sul vissuto passato e sulla proiezione nel futuro, facilita le dinamiche relazionali e sviluppa le competenze orientative delle persone per saper scegliere, progettare, affrontare le difficoltà, dare significato e ordine alle azioni. Un processo di empowerment, perciò, che aumenta nella persona la capacità di controllo sulla propria vita, ottenendo così una migliore conoscenza e percezione di sè e un conseguente miglioramento del benessere individuale. L'orientamento narrativo è interessato a tre diversi aspetti:la costruzione di significati, la strutturazione dell'identità e la narrazione di sè, e attraverso la modalità dell'orientamento di gruppo avviene anche il coinvolgimento di aspetti emotivi che stimolano l'apprendimento e incidono sul cambiamento di comportamenti e di strategie. L'obiettivo è quello di aiutare la persona a progettare e a progettarsi, a compiere scelte consapevoli e intelligenti in relazione alla notevole complessità nella quale vive, evitando i rischi dell’abitudine e della ripetitività, della passività e della rassegnazione, per stimolare l'individuo verso precisi obiettivi di maturazione. L'orientamento narrativo va incontro al bisogno di avere ideali verso cui tendere al fine di dare direzione e concretezza al desiderio di autorealizzazione, e la modalità narrativa sembra essere la forma adeguata per stimolare processi, nei quali l'individuo possa esplorare se stesso, il proprio ambiente, le proprie aspirazioni, desideri e risorse sui quali forse non si era mai soffermato a riflettere, ma che sono fondamentali per definire una propria identità.


  • Batini F., Giusti S., Jedlowski P., Mantovani G., Scarpa L., Smorti A. (Batini, Giusti, a cura di, 2009a), Le storie siamo noi, Napoli, Liguori.
  • Batini F., Giusti S. (2008), L'orientamento narrativo a scuola. Lavorare sulle competenze per l'orientamento dalla scuola dell'infanzia all'educazione degli adulti, Trento, Erickson.
  • Batini F., (a cura di 2008), Manuale per orientatori, Trento, Erickson.
  • Domenici G. (2009), Manuale dell'orientamento e della didattica modulare, Bari, Laterza.
  • Domenici G. (2007), Manuale della valutazione scolastica, Bari, Laterza.
  • Domenici G. (1999), L'orientamento diacronico-formativo, Formello, Seam.
  • Grimaldi A. (a cura di, 2003), Orientare l'orientamento. Modelli, strumenti ed esperienze a confronto, Milano, Angeli.
  • Grimaldi A., Quaglino G.P. (a cura di, 2005), Tra orientamento e autorientamento, tra formazione e autoformazione, Roma, Isfol Editore.
  • Grimaldi A., Del Cimmuto A. (a cura di, 2007), Dialoghi sull'orientamento. Dalle esperienze ai modelli, Roma, Isfol editore.
  • www.euroguidance.it
  • www.europarl.europa.eu
  • www.europass-italia.it

http://www.isfol.it

  • www.orientamento.irrer.it

--109.115.133.129 (msg) 11:43, 16 apr 2011 (CEST)

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]


Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
     Formazione professionale
   * Qualifica professionale
   * Orientamento professionale
   * Centro di formazione professionale
   * Ente di formazione
   * Deformazione professionale
   * Business center


= Autorientamento =

Tale termine è composto da due parti ben riconoscibili: il prefisso greco auto-, che rimanda al Sé, e il sostantivo 'orientamento'. Partendo da tale presupposto, l’autorientamento diviene una declinazione dell’orientamento che si radica nella persona, costituendosi come una risorsa che le permette di affrontare in modo autonomo e competente la pluralità di situazioni e di domande complesse e interrelate che la società d’oggi pone. L’autorientamento fa perno sulle risorse proprie del soggetto e diviene così parte del bagaglio di potenzialità spendibili.

Esso è pratica costante di presa di coscienza delle proprie scelte attraverso un processo analitico continuato relativamente ad aspirazioni, motivazioni, interessi, peculiarità e competenze, mirante alla costruzione di un’adeguata immagine di sé, capace di dialogare in modo efficace con la complessità del mondo circostante attraverso una lettura di esso.

Il processo di autorientamento parte dal soggetto per costruire il soggetto, mediante una elaborazione di un progetto non solo professionale, ma in primo luogo di vita,il quale presuppone la capacità di iniziativa personale, che pensa, crea e realizza, che conduce l’individuo a dare un contributo a sé, alla comunità e a sé nella comunità.

Di fronte alle differenti scelte di vita la persona che si autorienta presenta un adeguamento attivo, mai dequalificante o squalificante, in quanto risultato in una costante introspezione, di una valutazione critica e oggettiva del proprio “ritratto”, della propria storia. Quindi attraverso l’autoesplorazione l’individuo che sa guardarsi in maniera efficace giunge all’autocoscienza che rileva le strade percorribili di vita, le quali non fanno percepire lo smarrimento, ma il costante controllo sui propri passi da parte dell’individuo.

L’autorientamento nasce dall’esercizio operato in modo sistematico e autonomo di tali processi che dialogano tra loro: analisi integrale delle proprie risorse personalità , esame realistico delle opportunità e dei vincoli contestuali, assunzione di decisioni, messa in atto di comportamenti finalizzati alla realizzazione del proprio obiettivo, adattamento all’ambiente e gestione positiva della transizione e del cambiamento.


Biliografia e sitografia

  • Batini F., (a cura di 2005), Manuale per orientatori. Metodi e scenari per l'empowermwnt personale e profesionale, Trento, Erickson.
  • Batini F. e Del Sarto G., (2005), Narrazioni di narrazioni. Orientamento narrativo e progetto di vita, Trento, Erickson.
  • Di Nubila R., Orientamento formale e informale come processo formativo. Le ragioni epistemologiche, in <<Professionalità>>, n.76/2003.
  • Focchiatti R. (a cura di 2008), Orientare e orientarsi nella scuola primaria e secondaria. Pratiche di formazione alla progettazione didattica, Roma, Carocci.
  • www.europarl.europa.eu