Utente:Menelik/Sandbox5

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Questa è una storia per certi versi simile a quella di Raposo, il finto calciatore che ingannò decine di club brasiliani negli anni '80 e '90 del XX secolo. Solo che Božidar Kapušto, meglio conosciuto come Bob Kap, invece di fingersi un calciatore si finse un allenatore!

Per raccontare la storia di Kap e del tour mondiale che egli organizzò per l'unica squadra da lui allenata, i Dallas Tornado, bisogna prima i prodomi che gli permisero di ingannare quello che viene considerato uno dei padri fondatori del calcio professionistico statunitense, Lamar Hunt.

Siamo nel 1966 ed il calcio negli Stati Uniti e nel vicino Canada non hanno mai riscosso un grande successo, ma un gruppo di imprenditori era pronta ad investire in questo sport considerato straniero. Venne fondata così la "North American Soccer League", allo scopo di istituire un campionato professionistico di calcio in Nord America. Tale consorzio ebbe quasi subito il patrocinio sia della U.S. Soccer Federation che della FIFA, che gli riconobbe lo status di campionato di Prima Divisione. Ma un gruppo rivale, noto come National Professional Soccer League (NPSL), si propose come alternativa e il presidente del consorzio NASL, l'impresario sportivo canadese Jack Kent Cooke, onde evitare confusioni sugli acronimi, ribattezzò il suo gruppo "United Soccer Association". Si arrivò a una situazione di stallo, in quanto sebbene la USA fosse ufficialmente accreditato come vero campionato nazionale, era la NPSL ad avere un contratto televisivo, con la CBS. Questo provocò la migrazione in massa di tutti i giocatori delle franchigie della USA verso quelle della NPSL. Inizialmente intenzionata a partire nella primavera del 1968, la USA si trovò così spiazzata e decise di giocare d'anticipo, “importando” intere squadre europee e sudamericane in Nord America e facendo loro disputare il torneo del 1967 per conto delle franchigie ufficialmente censite, al fine di dar loro il tempo di ricostruire le squadre per la stagione successiva. Tra le squadre invitate ci fu anche il Cagliari, che giocò per conto dei "Chicago Mustangs" mentre i citati Dallas Tornado furono rappresentati dagli scozzesi del Dundee Utd.

Nel dicembre del 1967, dal momento che la CBS, vista la scarsa audience televisiva, non rinnovò il contratto con la NPSL, questa, di concerto con la USA, decise la fusione e la nascita della nuova North American Soccer League, che aprì i battenti nella primavera del 1968. Molti club della USA si sciolsero, principalmente al fine di non avere due squadre nella stessa città, oppure si fusero tra di essi o con quelli provenienti dalla NSPL.

I Dallas Tornado di Lamar Hunt si trovarono così iscritti alla futura NASL senza però avere alcun giocatore in rosa e neanche un allenatore. E proprio in questo frangente entra in gioco il nostro Bob Kap.

Nato a Skopjie nell'allora Regno dei Serbi, Croati e Sloveni nel 1923, praticamente tutte le informazioni che si hanno sulla sua carriera da calciatore ed allenatore prima dell'esperienza ai Dallas Tornado hanno come unica fonte la parola dello stesso Bob Kap ma non hanno trovato alcun riscontro ad esclusione del suo diploma di allenatore ottenuto in Ungheria nel 1956. Secondo quanto affermato da Kap, egli avrebbe giocato in patria per dieci anni nel Gradgauski (forse il Građanski Zagabria) ed il Vardar come ala. Inoltre affermò di aver giocato con gli inglesi del Manchester Utd.

Anche la carriera da allenatore è piuttosto fumosa: Kap affermò di aver studiato presso l'accademia della nazionale di calcio dell'Ungheria, osservando Ferenc Puskás, di cui disse di essere intimo amico. Secondo quanto affermato da Kap egli avrebbe allenato un club di nome Botev, che è un prefisso diffuso presso le società sportive bulgare, ma l'allenatore non fece mai riferimento al paese balcanico parlando delle sue esperienze europee. Affermò anche di aver avuto esperienze lavorative in Inghilterra.

Lasciò l'Ungheria a seguito della rivoluzione del 1956 per riparare a Toronto, in Canada, dove divenne giornalista per una rivista sportiva locale. Kap affermò anche di aver allenato nel paese nordamericano ma non sono state trovate tracce di questa esperienza; è possibile che potesse aver allenato a livello amatoriale ma sicuramente non nella semi-professionista Eastern Canada Professional Soccer League.

Nel giugno 1967 riesce ad ottenere l'incarico di all'allenatore dei Dallas Tornado millantando con il proprietario del club, Lamar Hunt, le precedenti non confermate esperienze lavorative europee e canadesi. A giustificazione di Hunt, c'era ovviamente il fatto che non era così facile reperire informazioni come ora e che molta della sua carriera si sarebbe svolta al di là di quella cortina di ferro che era calata sull'Europa. E probabilmente anche grazie ad una faccia di bronzo da primato. Hunt era rimasto decisamente impressionato da Kap che definì Hunt "una delle persone più brillanti, affettuose e coinvolgenti che abbia mai incontrato" e poi che “Bob è una meraviglia. Non è solo allenatore, ma scout, agente di viaggio, segretario, contabile, maître, pubblicitario e padre dei ragazzi. Non so come faccia".


Kap riuscì a convincere Hunt a concedergli totale fiducia e libertà di azione. Per prima cosa, nell'agosto 1967 si recò in Europa, dove facendo inizialmente base in Spagna iniziò a reclutare giovani calciatori dilettanti dal nord Europa. La sua idea era quella di volere giocatori da plasmare completamente alle sue idee tattiche, cosa che, affermò, non sarebbe riuscito a fare con giocatori più anziani e esperti. Per un ingaggio mensile di $150, uguale per tutti, risposero giovani calciatori provenienti prevalentemente dall'Inghilterra e dall'area scandinava. Per Kap tutti i giocatori dovevano essere uguali ed affermò di non volere fuoriclasse perché il suo doveva essere un gioco totalmente di squadra ed abnegazione alla causa. Risposero all'appello anche personaggi curiosi, come un fattorino di Copenaghen, un certo Randorf, il cui nome vero pare fosse Frank Perdersen, che inizialmente riuscì a farsi ingaggiare come calciatore e poi divenne assistente di Kap. I reclutamenti avvenivano un po' alla carlona; lo svedese Jan Book ricorda di aver fatto la prova in un parco di Göteborg.

I giocatori arrivati in Spagna si trovarono nella più totale disorganizzazione: il primo allenamento fu effettuato in abiti civili, perché non c'era nulla a disposizione dei calciatori. Dopo i primi giorni di caos, in cui i giovani calciatori non riuscivano neanche ad allenarsi, mentre Kap sembrava più interessato ad auto promozionarsi con i media spagnoli.

Eppure nonostante queste premesse le prime amichevoli estive non furono del tutto negative, soprattutto visto che si trattava di una squadra letteralmente nata dal nulla.

Primo incontro disputato dai Tornado fu una prestigiosa amichevole con il Cordoba, davanti a 15.000 persone e conclusasi con la vittoria degli iberici per 4-0. Qualche giorno dopo i Tornado riescono a vincere per 5-4 contro l'Alcalà. Dopo un'altra amichevole in Spagna contro il Coria, i Tornado si recarono in Marocco dove affrontarono e sconfissero per 3-2 l'IR Tanger.

Tennero ancora un'amichevole contro l'Oviedo (persa 4-0) prima di recarsi a Nizza. La città francese fu la base di partenza di quello che divenne un vero tour mondiale, costruito senza una logica e tappa per tappa. A Nizza vennero scaricati alcuni giocatori che avevano partecipato alla prima fase del ritiro.