Utente:MatteoUnipd/Sandbox

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Formazione universitaria

La prima scuola forestale nasce a Vallombrosa (FI) nel 1869 come Regio Istituto Superiore Forestale, per poi essere annessa alla Facoltà di Agraria nel 1936. La prima Università italiana ad attivare un corso di laurea in Scienze Forestali è stata quindi l'Università degli Studi di Firenze, seguita dall'Università degli Studi di Padova nel 1967. Oggi tale corso è presente anche in altri atenei sparsi in tutta Italia: Torino, Bari, Palermo, Ancona, Campobasso, Napoli, Potenza, Reggio Calabria, Sassari e Viterbo. Come detto sopra la formazione universitaria del Dottore Forestale è articolata ed interdisciplinare. Dopo la riforma universitaria, per conseguire il titolo è necessario svolgere un corso di laurea triennale seguito da un corso di laurea magistrale, per un totale di cinque anni. Laurea di primo livello

Il corso triennale, appartenente alla classe di laurea L-25, consiste in una serie di discipline scientifiche di base quali Biologia Vegetale, Biologia Animale, Matematica, Fisica, Chimica Generale e Inorganica, Chimica Organica, Mineralogia e Geologia. Ad esse segue la preparazione specifica, che comprende materie caratterizzanti, di seguito presentate. Ecologia forestale

È la disciplina che sta alla base di tutta la gestione forestale. Per poter intervenire correttamente all'interno del bosco è infatti necessario capirne la struttura e le dinamiche. Oltre alle nozioni di base di ecologia vengono fornite quelle specifiche dell'ecosistema forestale: il rapporto delle piante con le varie componenti ecologiche, in particolare con l'acqua, con la radiazione solare, con l'atmosfera, con la zoocenosi. Pedologia e chimica del suolo

Studia i processi fisici, chimici e biochimici che avvengono a carico della materia organica e minerale del terreno, le proprietà fisico-chimiche dei diversi tipi di suolo e alla fertilità legata agli elementi nutritivi, fornendo inoltre le basi per lo svolgimento di analisi chimiche e fisiche atte ad individuare i parametri caratterizzanti del suolo, che vanno ad influenzare tutte le caratteristiche del soprassuolo (tessitura, struttura, porosità, ecc...). La diversificazione dei vari tipi di humus e di suolo in relazione all'origine geologica della roccia madre sono le caratteristiche fondamentali sulle quali è possibile orientare certe scelte gestionali. Selvicoltura generale

Questa materia introduce la gestione forestale in generale, andando a studiare i meccanismi di rinnovazione, formazione ed evoluzione dei vari tipi di popolamento. Attraverso lo studio di questa disciplina si acquisiscono le basi tecniche per effettuare indagini stazionali, applicare le diverse forme di governo (quali ceduo, fustaia coetanea, fustaia disetanea, ecc...), le diverse forme di trattamento (quali taglio raso, tagli successivi e varianti) nonché le modalità di conversione e trasformazione del bosco. Selvicoltura speciale Costituisce un approfondimento della Selvicoltura Generale, va ad analizzare le peculiarità delle singole formazioni forestali (ad esempio Peccete, Faggete, Castagneti, Querceti, ecc...) sulla base di quanto studiato nella parte generale.