Utente:Marcoboschini

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L'Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi è una rete che si propone di cambiare la politica dal basso, con azioni concrete che coinvolgano direttamente le Comunità. L’obiettivo principale è la riduzione dell'impronta ecologica delle macchine amministrative. Dalla gestione del territorio alla mobilità, dal risparmio ed efficienza energetica ad una corretta, virtuosa gestione del ciclo dei rifiuti: il motto è investire per risparmiare molto in futuro. L'Associazione è nata formalmente nel maggio 2005 su iniziativa di quattro Comuni che sentivano l'esigenza di scambiarsi esperienze concrete e condividerle con altri. Comuni diversi per grandezza e collocazione: Monsano (AN), Colorno (PR), Melpignano (LE) e Vezzano Ligure (SP). Attraverso lo scambio di tali esperienze, effettuate nei propri territori, è nata la proposta di creare un filo comune, che legasse le numerose progettualità attuate in Italia ad una loro piena fruibilità da parte di tutte le Amministrazioni locali. Le attività dell’Associzione si strutturano attorno a cinque linee di intervento, inserite nel Premio nazionale “Comuni a 5 stelle”:

- GESTIONE DEL TERRITORIO; - IMPRONTA ECOLOGICA DELLA MACCHINA COMUNALE; - RIFIUTI; - MOBILITÀ SOSTENIBILE; - NUOVI STILI DI VITA.

Ad oggi l’Associazione raccoglie 52 Comuni, ma sono decine le realtà in Italia che attuano buone pratiche in campo ambientale.

Il primo obiettivo è stato quello di raccogliere e rendere disponibili tutte le documentazioni utili ad avviare i progetti. Molti Comuni non hanno strutture operative né qualitativamente né quantitativamente al passo con i tempi per rendere operativi i progetti. Quindi, Delibere, capitolati, regolamenti, consulenze. Tutto quello che ad un Comune necessita per concretizzare una bella idea. Troppi progetti ambiziosi rischiano di diventare lettera morta per scarsità di tempo e risorse, per la difficoltà a tradurre le idee in atti amministrativi.

La concretezza è alla base di tutte le attività. Il Premio nazionale “Comuni a 5 stelle” valorizza le migliori pratiche delle PA proprio premiandole con riconoscimenti concreti. Non targhe, non assegni. Ma qualcosa che sia davvero una spinta concreta al cambiamento nel modo di fare politica. Al Comune di Ponte nelle Alpi (BL), vincitore dell’edizione 2008, è stato regalato un "audit energetico" per misurare i consumi nel territorio e quindi gli sprechi. Il Comune di Bra (CN), vincitore 2009, ha usufruito dell’attivazione di un progetto sperimentale di mobilità sostenibile. Il Comune di Corchiano (VT), vincitore 2010, ha usufruito invece di un corso di una settimana di “buone pratiche” ed efficienza energetica presso il Centro di formazione a Springe in Germania.

L’esperienza della “buona pratica” in che cosa consiste? Una “buona pratica” nasce da una precisa, appassionata volontà dell’Amministratore locale, il quale cerca costantemente di attuare misure ambientali a favore della sua comunità, attraverso una visione a 360°, e dunque aperta, con l’attuazione di progetti concreti, ed economicamente vantaggiosi per il proprio Comune, che vadano ad influire sull’Ambiente e sulle coscienze dei propri cittadini, aumentandone le consapevolezze riguardo le tematiche ambientali e la loro importanza sulla qualità della vita e sulla salute del loro territorio.

Energia: mentre si torna a parlare di nucleare, in Italia ci sono Comuni che mirano a raggiungere l’indipendenza energetica… Come? La prima cosa da fare è dotarsi di un Piano Energetico Ambientale Comunale (PEAC). Capire come si spendono i soldi pubblici, per esempio per illuminare gli edifici pubblici e dei privati. Insomma, coinvolgere i cittadini in una fotografia dell’esistente che mostri dove si annidano gli sprechi, che sono tantissimi! Il passo successivo consiste in azioni finalizzate al taglio degli sprechi: un taglio significativo che può andare dal 30% al 70%. Riqualificazione ed efficienza energetica significano risparmio, indipendenza energetica, autonomia da conquistare Comune per Comune, da raggiungere attraverso l’utilizzo del sole, del vento, delle fonti rinnovabili. Non c’è alcun bisogno del nucleare, che comporterebbe inevitabilmente altri sprechi, ma di tetti coperti di pannelli, di impianti geotermici, di pale eoliche. Prima però bisogna chiudere le falle. Gli sprechi. Raggiungere la piena efficienza energetica. Chiudere i buchi nel secchio…

Il “Piano Regolatore Generale a crescita zero”: cos’è? Un Comune non può più solo costruire nel suo territorio, ma prima di tutto riqualificare, recuperare edifici. In Italia il primo Comune ad avere adottato un “Piano di gestione del territorio a crescita zero” è quello di Cassinetta di Lugagnano (MI). Una scelta coraggiosa di riduzione drastica dell’impatto ambientale che molti Comuni fanno fatica a seguire perché sono di fatto obbligati a cementificare: gli oneri di urbanizzazione (i contributi che ricevono dai privati per le concessioni edilizie) dovrebbero servire alla manutenzione straordinaria, mentre in realtà sono necessari a coprire la spesa corrente del Bilancio comunale. In questo senso, c’è molta pigrizia ad abbracciare politiche lungimiranti contro gli sprechi, molta fatica a mettersi in gioco. È il cambiamento di mentalità ad essere faticoso, ma una volta avviato ci si accorge che conviene.

La partecipazione e la comunicazione: fattori fondamentali… I progetti funzionano solo se c’è il coinvolgimento dei cittadini. Se sono considerati protagonisti delle politiche pubbliche adottate. Mirare al 100% di raccolta differenziata o a una mobilità sostenibile richiede dei sacrifici. Il tutto funziona solo se i cittadini sono convinti della necessità e del valore di certe scelte politiche. E quindi sono importanti tutti gli strumenti di coinvolgimento, dai Bilanci sociali partecipativi alle progettazioni partecipate. In un periodo di sfiducia nei confronti della politica, questo modo nuovo e più oculato di amministrare proposto dai Comuni Virtuosi può essere un sistema per riagganciare il cittadino, nel senso di coinvolgerlo maggiormente nella vita pubblica del proprio territorio anche attraverso i new media. Oggi tante amministrazioni aprono canali web 2.0. E dunque, tutti gli strumenti possono essere utili. Non sono percorsi facili, ma vale la pena attuarli. Sono tutte forme di ascolto dei cittadini, di attenzione e rispetto nei loro confronti. E sono anche forme di raccolta del consenso. La rappresentazione politica attuale è sempre molto negativa e parziale. I TG mostrano la “casta”, gli sprechi. Ma c’è anche tanto lavoro dal basso, di Amministratori che sono pronti a sperimentare, che sono disposti a mettersi in gioco, che ci tengono alla salute dei cittadini, a una riduzione netta dell’impronta ecologica della propria gestione amministrativa. E il loro lavoro, così prezioso, spesso non ha alcuna visibilità mediatica. La necessaria, corretta comunicazione è in grado di trasmettere il giusto messaggio, e “fissarlo” nei propri cittadini, nella Comunità, nel territorio.

Per informazioni: http://www.comunivirtuosi.org