Utente:Marco Rada/Sandbox

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La legge dei punti coniugati è una delle leggi fondamentali dell'ottica geometrica. Permette di determinare la distanza a cui si forma una immagine rispetto alla posizione di una lente o di uno specchio, in cui viene riflesso o rifratto un oggetto.

Enunciato della legge[modifica | modifica wikitesto]

La somma dell'inverso della distanza tra la lente (lo specchio) e l'oggetto e dell'inverso della distanza tra la lente (lo specchio) e l'immagine è uguale all'inverso della lunghezza focale della lente (dello specchio). In formula:

Se si sta usando la legge per le lenti, si osserva che il valore q, che rappresenta la distanza tra la lente e l'immagine, può assumere anche valore negativo. Se ciò accade, allora l'immagine si forma dallo stesso lato della lente rispetto all'oggetto. Si ha allora una immagine virtuale. Anche il valore di f (lunghezza focale) può assumere valori positivi o negativi. Se f ha un valore positivo, allora la lente è convergente, se ha un valore negativo allora la lente è divergente.

Per quanto riguarda invece gli specchi, tale equazione è valida sia che si si trovi di fronte a specchi concavi che a specchi convessi. Anche qui se q è negativo significa che l'immagine è virtuale, se q è positivo allora l'immagine è reale.

Definizione di ingrandimento[modifica | modifica wikitesto]

A partire dalla legge dei punti coniugati si può definire l'ingrandimento dovuto all'azione della lente o dello specchio sui raggi luminosi provenienti dall'oggetto. L'ingrandimento G è uguale a:

Per convenzione, l'ingrandimento positivo si ha se l'immagine è diritta rispetto all'oggetto, negativo se l'immagine è ribaltata.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La riflessione della luce: gli specchi (PDF), su online.scuola.zanichelli.it. URL consultato il 18 luglio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]