Utente:Luisa/Sandbox

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Serapei a Roma[modifica | modifica wikitesto]

In epoca ellenistico-romana il culto di Serapide, strettamente connsesso a quello di Iside, assunse una accentuata connotazione misterica e conobbe una grande fortuna. Templi dedicati alla divinità egizia furono costruiti a Roma ed in varie parti dell'Impero Romano.

Serapeo nella III regio[modifica | modifica wikitesto]

La III regione della città di Roma, chiamata Isis et Serapis, deve il suo nome ad un santuario dedicato alle due divinità egizie. Il tempio, dedicato ad Iside, fu realizzato da Quinto Cecilio Metello nella prima metà del I secolo a.C. per celebrare la vittoria paterna contro Giugurta.

Il complesso templare, di cui restano pochi avanzi delle sostruzioni, era anticamente disposto su terrazze. In età flavia il tempio fu riedificato e Serapide fu associato al culto di Iside. La struttura venne smantellata verso il VI secolo.

Serapeo campense[modifica | modifica wikitesto]

Obelisco del Pantheon

Nel Campo Marzio sorgeva il tempio egizio più grande di Roma, l'Iseo e Serapeo campense, costruito nel 43 a.C. [1]

Il santuario, lungo 240 m. e largo 60, era articolato in tre parti: al centro vi era un'area rettangolare, alla quale si accedeva tramite archi monumentali; seguiva una piazza scoperta ornata da obelischi e sfingi, nel centro della quale sorgeva il tempio isiaco; un'esedra semicircolare con abside ospitava presumibilmente il Serapeo.

L'edificio fu distrutto da un incendio nell'80[2] e ricostruito da Domiziano[3]; modifiche successive furono attuate da Adriano, mentre ad età severiana risale il restauro di gran parte delle strutture. La sopravvivenza del santuario è attestata fino al V secolo.

Tra gli obelischi che ornavano il complesso sono ancora visibili quello del Pantheon, quello della Basilica di Santa Maria sopra Minerva e quello di Dogali.

Sarebbe da porre in connessione con il santuario la statua di Iside Sothis, collocata davanti alla chiesa di San Marco e nota come "Madama Lucrezia".

Serapeo del Quirinale[modifica | modifica wikitesto]

Statua del Tevere

Sul Quirinale sorgeva un altro grande Serapeo, i cui avanzi sono tuttora visibili nei Giardini Colonna.

Il santuario, dedicato da Caracalla[4], si sviluppava su un'area di 135 m. x 100 ed era articolato in due parti: un lungo cortile colonnato dava adito al santuario vero e proprio, decorato con statue ed obelischi.

Riferibili al complesso templare sono le statue del Nilo e del Tevere, collocate da Michelangelo davanti al Palazzo Senatorio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cassio Dione XLVII,15,4
  2. ^ Cassio Dione LXVI,24,2
  3. ^ Eutropio VII, 23,5
  4. ^ CIL VI 570