Utente:Luaned24/Sandbox

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Nanoplastiche[modifica | modifica wikitesto]

Per nanoplastiche si intendono frammenti formatisi dalla degradazione delle microplastiche o direttamente dalle plastiche di origine antropica[1]. Non esiste una definizione esatta in letteratura, e non c'è ancora chiarezza sull'importanza di questo termine[1], tuttavia non si devono confondere con i nanomateriali appositamente fabbricati dall'uomo per scopi mirati[1]. La loro classificazione dentro la scala dimensionale è ancora un dibattito nella comunità scientifica, alcuni scienziati impostano un limite di 100 nm altri di 1000 nm.[2] [1] La definizione data dall'ISO dice che sono considerate nanoparticelle gli oggetti cui dimensioni esterne rientrano nella nanoscala (da 1 a 100nm)[2] Le nostre conoscenze su queste particelle sono scarse rispetto alle microplastiche, le ricerche scientifiche sono incrementate con l'aumento della contaminazione da plastica nei vari ecosistemi sul nostro pianeta[1]. Vari studi (tra cui quelli citati) hanno dimostrato che le proprietà fisiche e chimiche delle NPs contengono delle differenze rispetto alle MPs.

Dove si possono trovare e loro provenienza[modifica | modifica wikitesto]

Le NPs condividono spazio con le MPs dato che la maggior parte proviene dalla degradazione di queste, dunque su tutto i pianeta, dai poli artici, all'equatore e le basi più profonde dell'oceano.[2] A partire dagli anni '70 si sono scoperti innumerevoli particelle microscopiche di plastica nella superficie degli oceani, sedimenti marini e nelle colonne d'acqua dei corpi acquatici europei.[2] Successivamente sono state scoperte le NPs ovunque si trovassero anche le MPs.

Sono principalmente contaminanti marini e si stima che ci sono centinaia di migliaia di tonnellate galleggiando nelle superfici dei principali ecosistemi marini.

Si è dimostrato che l'aria è un veicolo delle micro e nanoplastiche, ciò rende la loro biodisponibilità molto alta per gli organismi[2].

Provenienza[modifica | modifica wikitesto]

Si è dimostrato che i cosmetici sono una fonte importante di MNPs perché le acque di risciacquo li trasportano nei tombini e dunque arrivando nei canali, fiumi, sorgenti e altri corpi acquatici. [2]

Si stima che l'11% dell'acqua scaricata nel Mare del Nord contiene micro e nanoplastiche. [2]

Le resine dei pellet (granulati) per la fabbricazione di plastica nell'industrie sono un'altra fonte importante dei detriti di MNPs. Questi pellet plastici sono anche prodotti del riciclaggio delle plastiche, soprattutto durante i processi di pulizia, frantumazione, fusione, smistamento e modellamento.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Così come le microplastiche, le nanoplastiche vengono classificate in base alla loro origine, dunque in primarie e secondarie.

Primarie[modifica | modifica wikitesto]

Le nanoplastiche primarie vengono dall'emissione di particolati di prodotti industriali diretti al consumatore e vengono immesse nell'ambiente nella loro dimensione originale. Questi prodotti includono principalmente cosmetici, prodotti per la pulizia, materie prime per la fabbricazione di utensili di plastica e anche da fibre tessili dopo il loro lavaggio o asciugatura. Nello specifico alcune fonti possono essere erba sintetica, vernici, acqua dopo lavaggio di tessuti, acque di scarico, giochi di plastica e vestiti. [2]

Secondarie[modifica | modifica wikitesto]

Le nanoplastiche secondarie vengono formate dalla degradazione macro e microplastiche da agenti biologici, chimici, fisici e/o meccanici.[2][1]

Degradazione e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Con il tempo i rifiuti plastici perdono la loro integrità meccanica attraverso vari fattori ambientali quali abrasione, fotossidazione e biodegradazione.[2] Da qui si formano particelle microscopiche che si decompongono ulteriormente in nanoplastiche.

Proprietà chimico-fisiche e composizione[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la maggior parte delle nanoplastiche derivi da materiali polimerici che sono biochimicamente inerti, l'alterazione delle loro proprietà chimico-fisiche può aumentare loro biodisponibilità e tossicità.[2]

Essendo le nanoplastiche fatte da diversi materiali e le particelle fatte da materia organica ed inorganica queste tendono a formare omo- o etero-aggregati. [2]La formazione indesiderata di questi aggregati portano a fenomeni di bioaccumulazione e bioamplificazione causando effetti negativi alle componenti biotiche nei diversi ecosistemi. [2]

Composizione chimica[modifica | modifica wikitesto]

La loro composizione è molto varia ed eterogenea, giacché derivano da prodotti che sono stati fabbricati per diversi utilizzi per cui le loro proprietà sono molto differenti. La maggiore parte sono di polietilene, polipropilene e polistirene, che sono molto frequenti nei cosmetici e prodotti per la cura personale. Sono stati sostituenti di altri materiali naturali per le loro proprietà e la vastità di forme che si può dare a loro cioè sferica, ellittica e irregolare.[2]

Come trasportatori[modifica | modifica wikitesto]

Micro e nanoplastiche agiscono da veicoli per sostanze tossiche come DDT ed esaclorobenzene.

Impatto negli esseri viventi[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alle loro dimensioni, possono essere ingeriti da numerosi organismi. Secondo alcuni studi, potrebbero rompere le membrane cellulari e provocare stress ossidativo. Essendo le MNPs trasportatori di sostanze tossiche queste entrano nel corpo degli organismi quando ingeriscono particelle di plastica, per cui entrano nella rete trofica fino ad arrivare ad impattare la salute umana.

Negli organismi marini[modifica | modifica wikitesto]

E' stato osservato che alcuni organismi marini come i bivalvi, copepodi e gli echinodermi hanno alte probabilità di ingerire micro e nanoplastiche almeno una volta per ogni stadio della loro vita.

  1. ^ a b c d e f Julien Gigault, Alexandra ter Halle e Magalie Baudrimont, Current opinion: What is a nanoplastic? (PDF), in ELSEVIER.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n Ayodeji Amobonye, Prashant Bhagwat e Sindhu Raveendran, Environmental Impacts of Microplastics and Nanoplastics: A Current Overview, in Frontiers in Microbiology, vol. 12, 15 dicembre 2021, DOI:10.3389/fmicb.2021.768297. URL consultato il 6 aprile 2022.