Utente:Lally88/Sandbox

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L'argomento Fake news è uno degli argomenti più discussi in un dibattito che ha coinvolto giornalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni e di organismi di garanzia. La discussione è esplosa soprattutto dopo la Brexit in Gran Bretagna e la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. In un recente articolo su First Draft, Claire Wardle propone di andare oltre il semplice utilizzo della parola “fake news”.

Wardle suggerisce di concentrarsi su 3 punti dell’ecosistema dell’informazione:[1]

  • Conoscere la grammatica delle fake news, distinguendo tra le diverse tipologie dei contenuti creati e condivisi.
  • Conoscere le motivazioni di chi crea questi contenuti.
  • Conoscere le modalità attraverso le quali tali contenuti vengono disseminati.

I 7 modi di disinformazione

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Claire Wardle individua sette diversi modi di fare disinformazione per arrivare a conoscere una sorta di grammatica delle fake news: [2]

  1. Collegamento Ingannevole: quando titoli, immagini o didascalie differiscono dal contenuto.
  2. Contenuto Ingannatore: quando il contenuto viene spacciato come proveniente da fonti realmente esistenti.
  3. Contenuto falso al 100%: quando il contenuto è completamente falso, costruito per trarre in inganno.
  4. Contenuto manipolato: quando l'informazione reale, o l'immagine, viene manipolata per trarre in inganno.
  5. Manipolazione della satira: quando non c'è intenzione di procurare danno, ma il contenuto satirico viene utilizzato per trarre in inganno.
  6. Contenuto fuorviante: quando si fa uso ingannevole dell'informazione per inquadrare un problema o una persona.
  7. Contesto ingannevole: quando il contenuto reale è accompagnato da informazioni contestuali false.

Per spiegare perchè vengono creati questi contenuti Claire Wardle ha elaborato uno schema che incrocia i 7 modi di fare disinformazione con 8 possibili motivazioni, che possono spiegare perché tali contenuti vengono prodotti: Propaganda, Profitto, Influenza politica, interesse particolare. A queste, Wardle ne aggiunge altre quattro: faziosità, cattivo giornalismo, fare la parodia, provocare o prendere in giro.

Esistono più elementi a favorire la diffusione dei contenuti. Quattro canali sono i principali:[1].

  1. Una parte è condivisa involontariamente sui social da persone che senza verificare approfonditamente rilanciano o ritwittano informazioni inaccurate o false.
  2. I contenuti amplificati dai giornalisti, che devono diffondere informazioni che emergono dal web e dai social in tempo reale.
  3. Gruppi vagamente collegati tra di loro che tentano di influenzare l’opinione pubblica
  4. Altri elementi che sono prodotti da campagne sofisticate di disinformazione attraverso reti di Bot e fabbriche di troll.

Alcuni consigli per evitare la diffusione di fake news ci vengono forniti da Margareth Sullivan sul Washington Post:[1].

  • Consulta e confronta più fonti di informazione
  • Non condividere senza verificare
  • Se diffondi un contenuto falso, cerca di correggere velocemente
  • Cerca di avere un atteggiamento scettico verso l’informazione
  • Usa il pensiero critico