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Dinamiche delle specie ittiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dinamiche delle specie ittiche nelle aree di pesca.

La dinamica della specie descrive la crescita e il declino di una determinata specie ittica nel corso del tempo, controllandone nascita, morte e migrazione. È il punto di partenza per la comprensione degli andamenti mutevoli delle aree di pesca e di questioni quali distruzione dell'habitat, predazione e percentuali di pescato ottimali. Le dinamiche delle specie delle aree di pesca sono utilizzate tradizionalmente dagli esperti in scienze della pesca per determinare i rendimenti sostenibili.[1][2]

La relazione che rappresenti nel modo più semplice le dinamiche delle specie è il modello BIDE :[3]

N1 = N0 + BD + IE

dove N1 rappresenta il numero degli individui in un dato lasso di tempo 1, N0 rappresenta il numero degli individui in un dato lasso di tempo 0, B rappresenta il numero degli individui nati, D rappresenta il numero dei morti, I rappresenta il numero degli immigrati, e E rappresenta il numero degli emigrati tra il lasso di tempo 0 il lasso di tempo 1. Nonostante la possibilità che si verifichino i fenomeni di immigrazione ed emigrazione nelle aree di pesca selvatica, la misurazione di questi ultimi viene solitamente tralasciata.

Nell'applicare le dinamiche di specie alle aree di pesca del mondo reale, è necessaria una certa attenzione . L'atto di ignorare la dimensione, l'età e lo stato riproduttivo del pesce e concentrarsi solo su un'unica specie e quello di ignorare la pesca accessoria e l' impatto negativo sull'ecosistema sono due dei fattori del modello semplicistico che, in passato, ha accelerato il crollo degli stock fondamentali.[4][5]

Gestione alieutica basata sull'ecosistema[modifica | modifica wikitesto]

Proponiamo che l'obiettivo della gestione alieutica sia il ripristino degli ecosistemi e non la sostenibilità in senso stretto. "Sostenibilità" è un obiettivo ingannevole, in quanto la pesca effettuata dagli umani porta ad una semplificazione progressiva degli ecosistemi a favore di un ricambio minore e di un livello trofico più basso delle specie ittiche che si sono adattate a resistere ai disordini e alla degradazione dell'habitat.

Tony Pitcher and Daniel Pauly[6]

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Secondo l' ecologista marino Chris Frid, l' industria ittica indica l'inquinamento e il riscaldamento globale come le cause del calo senza precedenti degli stock ittici negli ultimi anni, e scrive: "Ognuno di noi vorrebbe assistere al ripristino degli stock ittici e ci si può arrivare solo a patto che vengano comprese tutte le influenze, umane e naturali, esercitate sulle dinamiche delle specie ittiche." Anche la pesca eccessiva ha avuto il suo impatto. Inoltre, Frid aggiunge: “Le comunità ittiche possono essere alterate in diversi modi: ad esempio, potrebbero ridursi nel caso in cui vengano presi di mira esemplari di una specie di particolari dimensioni, in quanto ciò andrebbe ad influenzare le dinamiche preda-predatore. Ad ogni modo, la gestione alieutica non è l'unica responsabile dei mutamenti della vita marina; l' inquinamento è un altro esempio [...] Nessun fattore è isolato e ad ognuno di loro corrisponde una risposta diversa dei componenti dell'ecosistema."[7]

Contrariamente all'approccio tradizionale che si concentra sulle singole specie, l' approccio basato sull'ecosistema è organizzato in termini di servizi ecosistemici. Il concetto di gestione alieutica basato sull'ecosistema è stato applicato in alcune regioni.[8] Nel 2007 un gruppo di esperti ha proposto i seguenti "dieci comandamenti":[9]

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"Mamma pesce" in età matura[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine di scorfano atlantico in età matura di grandi dimensioni raggiungono i più alti livelli di riproduttività.

L'obiettivo delle pratiche di gestione tradizionali è quello di ridurre il numero di pesci a crescita lenta e in età matura, in modo da lasciare una quantità maggiore di spazio e risorse a pesci più giovani e a crescita più veloce. La maggior parte della fauna marina produce un'imponente quantità di uova. Si partiva dal presupposto che i pesci femmina più giovani dessero vita a molte larve e che queste fossero in grado di sopravvivere.[10]

Tuttavia, uno studio sullo scorfano atlantico svolto nel 2005 mostra che gli esemplari femmina di grandi dimensioni assumono una rilevanza maggiore rispetto ai pesci più giovani nel mantenimento del livello di produttività delle aree di pesca. Le larve prodotte dagli esemplari più maturi crescono più velocemente, sopravvivono meglio alla mancanza di cibo e la loro probabilità di sopravvivenza è maggiore rispetto alle larve generate dai pesci più giovani. La mancata considerazione del ruolo degli esemplari più maturi potrebbe aiutare a spiegare i recenti crolli di alcune delle maggiori aree di pesca della West Coast statunitense. Ci si aspetta che il ripristino di alcuni stock ittici richiederà decenni. Uno dei modi per prevenire crolli di questo tipo è rappresentato dalla creazione di riserve marine, dove la pesca non è consentita e il ciclo di vita della fauna acquatica si svolge in modo naturale.[10]

Qualità dei dati[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Milo Adkison, esperto in scienze della pesca, il limite principale delle decisioni in ambito di gestione alieutica è costituito dall'assenza di dati di qualità. Le decisioni in ambito di gestione alieutica sono basate spesso su modelli di popolazione, ma c'è bisogno di dati di qualità affinché essi siano effettivi. Adkison afferma che modelli più semplici e dati affinati sarebbero di maggiore aiuto agli esperti e ai manager delle aree di pesca.[11]

La fonte più affidabile in termini di statistiche riepilogative è il Dipartimento Pesca e Acquacoltura della FAO.[12]

Ecopath[modifica | modifica wikitesto]

Ecopath with Ecosim (EwE), è un pacchetto di programmi che rappresenta un modello di ecosistema. In principio si trattava di una iniziativa del NOAA (Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica) diretta da Jeffrey Polovina, e in seguito sviluppata principalmente al Fisheries Centre della University of British Columbia. Nel 2007 è stato riconosciuto come una delle dieci più importanti svolte scientifiche nella storia bicentenaria del NOAA. La citazione dichiara che Ecopath "ha rivoluzionato l'abilità degli esperti in tutto il mondo di comprendere ecosistemi marini complessi". Alle spalle c'è un'attività di sviluppo ventennale a cura di Villy Christensen, Carl Walters, Daniel Pauly, e altri esperti in scienze della pesca. Già dal 2010 ci sono 6000 utenti registrati in 155 paesi. Ecopath è uno strumento ampiamente usato nella gestione alieutica; lo scopo è quello di configurare e farsi un'idea delle relazioni complesse che esistono nell'ecosistema del mondo marino reale.

Fattore umano[modifica | modifica wikitesto]

La gestione alieutica non riguarda il pesce, bensì individui e imprese: la fauna acquatica viene gestita disciplinando le azioni degli individui.[13] Affinché la gestione delle aree di pesca abbia successo, è di fondamentale importanza il fattore umano ad esso associato, quale ad esempio le repliche dei pescatori.[14]

La regolamentazione della gestione deve anche prendere in considerazione il coinvolgimento degli stakeholder. I pescatori commerciali fanno affidamento sulla pesca per provvedere alle proprie famiglie, così come gli agricoltori fanno affidamento sulle coltivazioni. È possibile che la pesca professionale sia un'attività commerciale tradizionale tramandata di generazione in generazione. La maggior parte delle sedi di pesca commerciale si trova in città costruite nei dintorni di industrie ittiche; modifiche alla regolamentazione possono avere un impatto sull'economia di un'intera città. Tagli alle quote di cattura possono avere effetti nocivi sulla capacità dei pescatori di competere con l'industria del turismo.[15]

Una gestione efficace delle aree di pesca prevede il coinvolgimento di tutti gli stakeholder nell'attività. Affinché si abbia successo, è necessario che gli stakeholder si sentano autorizzati al punto tale da apportare contributi significativi al processo di gestione.[16]

Il conferimento di poteri ha un vasto campo di applicazione; tuttavia, in questo contesto, si riferisce ad uno strumento che dà agli individui all'interno della comunità l'opportunità di plasmare il proprio futuro per far fronte agli effetti derivanti da pesca commerciale su larga scala, competizione in termini di risorse e altre minacce che hanno un impatto sulle comunità ittiche.[17]

Ad ogni modo, esistono dei limiti al conferimento di poteri nell'ambito del processo di gestione alieutica. Il conferimento di poteri mantiene un coinvolgimento nella gestione alieutica da parte dello Stato e, quali che siano i poteri degli altri stakeholder, il successo dell'industria ittica non è possibile senza le competenze legislative, le risorse finanziarie, il supporto in termini di istruzione e lo studio che il governo fornisce.[18]

Questa concezione non è accettata da tutti, poiché alcune comunità e individui sostengono che lo Stato dovrebbe tirarsi indietro completamente e lasciare che le comunità locali gestiscano le proprie attività ittiche basandosi su tradizioni culturali e pratiche consolidate.[18] Inoltre, è stato affermato che la cogestione rafforza solo la fascia dei benestanti e dei potenti e che, in cambio, consolida e convalida le disparità già esistenti nelle realtà rappresentate dalle aree di pesca. [17]

Il conferimento di poteri, come funzione della cogestione, se messo correttamente in pratica, non solo darà la possibilità, ma autorizzerà gli individui e le comunità ad apportare contributi significativi alla gestione alieutica. Il meccanismo è simile ad un circolo vizioso: un individuo ottiene potere e sostegno, essendo parte del gruppo, e solo gli stessi individui, resi autonomi, porteranno al successo dell'azione collettiva. [16] Per utilizzare il conferimento di poteri come cogestione in modo efficace e con successo, è fondamentale che piani di studio, linee guida, materiali di lettura, manuali ed elenchi siano sviluppati ed inseriti nella gestione di ogni attività ittica.

Attuazione[modifica | modifica wikitesto]

Si è lasciato che la biomassa di determinati stock ittici a livello globale si esaurisse. Attualmente la biomassa di molte specie è diminuita al punto tale da non rendere più possibile un'attività di pesca che possa dirsi "sostenibile" in riferimento alla quantità di pesce pescabile. Secondo un report ONU del 2008, intitolato The Sunken Billions: The Economic Justification for Fisheries Reform, la flotta peschereccia mondiale sostiene una "perdita economica annuale pari a 50 miliardi $US" a causa di stock impoveriti e cattiva gestione delle aree di pesca. Il report, redatto congiuntamente dalla Banca mondiale e dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), sostiene che metà della flotta peschereccia mondiale potrebbe essere dismessa senza che si abbiano miglioramenti nella pesca.

"Apportando migliorie all'amministrazione della pesca marittima, la società potrebbe trattenere una quota considerevole della suddetta perdita economica annuale di $50 miliardi. Attraverso una riforma globale, il settore ittico potrebbe diventare il punto di partenza per la crescita economica e la creazione di mezzi di sostentamento alternativi in molti paesi. Allo stesso tempo, si potrebbe assistere ad un notevole aumento del capitale naturale di una nazione sotto forma di stock ittici e ad una riduzione degli effetti negativi della pesca sull'ambiente marino."[19]

L'insuccesso più noto in ambito di gestione alieutica degli ultimi tempi è rappresentato probabilmente dagli eventi che hanno portato al crollo dell'attività di pesca del merluzzo nordico. Ancor più recentemente, il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi ha realizzato una serie di inchieste giornalistiche chiamata Looting the seas. Queste inchieste descrivono dettagliatamente le dinamiche interne al mercato nero del tonno rosso pinna blu, i sussidi a sostegno dell'industria ittica spagnola e la pesca eccessiva del Trachurus murphyi (Sugarello Inca).[20]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Wilderbuera, Thomas K and Zhang, Chang Ik (1999) Evaluation of the population dynamics and yield characteristics of Alaska plaice, Pleuronectes quadrituberculatus, in the eastern Bering Sea. Fisheries Research. Volume 41, Issue 2.
  2. ^ Richard W Zabel, Chris J Harvey, Steven L Katz, Thomas P Good, Phillip S Levin (2003) Ecologically Sustainable Yield. Archiviato l'11 June 2011 Data nell'URL non combaciante: 11 giugno 2011 in Internet Archive. American Scientist, March–April.
  3. ^ Caswell, H. 2001. Matrix population models: Construction, analysis and interpretation, 2nd Edition. Sinauer Associates, Sunderland, Massachusetts. ISBN 0-87893-096-5.
  4. ^ An epitaph for the concept of maximum sustained yield, in Transactions of the American Fisheries Society, vol. 106, 1977, pp. 1–11, DOI:10.1577/1548-8659(1977)106<1:AEFTCO>2.0.CO;2.[collegamento interrotto]
  5. ^ Lessons for stock assessment from the northern cod collapse, in Reviews in Fish Biology and Fisheries, vol. 6, n. 2, 1996, pp. 125–137, DOI:10.1007/bf00182340.
  6. ^ Pitcher TJ and Pauly D (1998) "Rebuilding ecosystems, not sustainability, as the proper goal of fishery management" Archiviato il 13 May 2013 Data nell'URL non combaciante: 13 maggio 2013 in Internet Archive. Pages 311-325 in T Pitcher, D Pauly and P Hart, Reinventing Fisheries Management, Chapman & Hall.
  7. ^ University of Liverpool (2006). "Marine Ecologists To Help Rebuild Decreasing Fish Stocks" ScienceDaily.
  8. ^ FAO: Fisheries governance: The ecosystem approach to fisheries management Rome. Updated 27 May 2005. Accessed 27 November 2009.
  9. ^ Francis RC, Hixon MA, Clarke ME, Murawski SA, and Ralston S (2007) Ten commandments for ecosystem-based fisheries scientists Archiviato il 15 January 2009 Data nell'URL non combaciante: 15 gennaio 2009 in Internet Archive. Proceedings of Coastal Zone 07, Portland, Oregon. Download Archiviato il 17 December 2008 Data nell'URL non combaciante: 17 dicembre 2008 in Internet Archive.
  10. ^ a b AAAS (2005) New Science Sheds Light on Rebuilding Fisheries Archiviato il 17 December 2008 Data nell'URL non combaciante: 17 dicembre 2008 in Internet Archive.
  11. ^ Adkison advocates increased fisheries data gathering, su sfos.uaf.edu, University of Alaska Fairbanks, 2007.
  12. ^ Fishery statistics: Reliability and policy implications
  13. ^ Mahon e McConney
  14. ^ R Hilborn, Managing fisheries is managing people: what has been learned?, in Fish and Fisheries, vol. 8, n. 4, 2007, pp. 285–296, DOI:10.1111/j.1467-2979.2007.00263_2.x.
  15. ^ Elder
  16. ^ a b Svein Jentoft, Fisheries co-management as empowerment, in Marine Policy, vol. 29, January 2004, pp. 1–7, DOI:10.1016/j.marpol.2004.01.003.
  17. ^ a b Jentoft Svein, Fisheries co-management as empowerment, in Marine Policy, vol. 29, January 2004, pp. 1–7, DOI:10.1016/j.marpol.2004.01.003.
  18. ^ a b Jentoft Svein, Fisheries co-management as empowerment, in Marine Policy, vol. 29, January 2004, pp. 1–7, DOI:10.1016/j.marpol.2004.01.003.
  19. ^ Arnason, Kelleher e Willmann
  20. ^ Looting the Seas Archiviato il 4 March 2012 Data nell'URL non combaciante: 4 marzo 2012 in Internet Archive. iWatch News, 17 March 2012.

Riferimenti bibliografici[modifica | modifica wikitesto]

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