Utente:Isa.cardarelli/Sandbox

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Capitolo I e II di The Technique of the Mystery Story di Carolyn Wells

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The eternal curious

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Introduzione (Sara)

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È stato sostenuto che le “detective story” avessero lo scopo di essere un deterrente per evitare che venissero compiuti crimini ma nell’introduzione al testo, l’autrice sostiene che l’unico scopo delle “detective story” è quello di intrattenere, interessare e divertire il lettore. L’abitudine al ragionamento sintetico e analitico è un requisito fondamentale per apprezzare questo genere di storie ed il suo valore risiede nell’allenare la mente ad utilizzare un ragionamento logico e corretto, valido alleato per il raggiungimento del successo nella vita di ogni giorno. A questo proposito cita un breve passo tratto da The Canterbury Puzzles di H. E. Dudeney nel quale il matematico britannico afferma che la risoluzione degli enigmi ha un’utilità pratica in quanto serve ad allenare la mente, così come l’attività fisica allena il corpo. Ma l’autrice aggiunge che sebbene tutto ciò sia vero lo scopo primario dell’autore rimane sempre quello di intrattenere se stesso ed il suo pubblico.

1.1. The inquisition into the Curiosity is Universal (Anna)

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Wells dice che le detective stories sono fondate su una caratteristica intrinseca e innata nell'essere umano: la curiosità.

Wells cita Dudeney per sottolineare questo punto. Egli scrive: “we are all propounding puzzles to one another every day of our lives—without always knowing it.” [tutti ci poniamo enigmi l’un l’altro ogni giorno della nostra vita- spesso senza saperlo]

Inoltre, gli esseri umani sono più attratti dalle grandi domande irrisolte della vita, che da quelle che si domandano su dati già conosciuti. (Secondo George Manville Fenn, riporta la Wells, un bravo scrittore di storie basate sul mistero sa che esse possono stimolare l’immaginazione del lettore e in tal modo trattenerla, così che segua la storia fino alla sua conclusione. Ciò, continua Fenn, deriva dal fatto che lo scrittore è un osservatore della vita di tutti i giorni e ha perciò notato che la mente umana è pervasa dalla curiosità verso lo sconosciuto.)?

Wells spiega poi che come ogni abilità umana, anche la curiosità non è sviluppata da tutti allo stesso modo. Solo coloro che la allenano, e perciò si appassionano al trovare soluzioni a problemi, poi scrivono e leggono storie del mistero.

La ricerca di misteri e la volontà a risolverli sono perciò una fame di conoscenza dell’ignoto radicata nell’umanità sin dal suo nascere.

1.2. Early Riddles (Carlotta)

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Carolyn Wells fa risalire la passione per il mistero ai primi indovinelli della storia, come il citato “Indovinello della sfinge” e l’enigma di Sansone. L’amore per l’enigma è quindi intrinseco nella mente dell’uomo sin dai primi tempi. Il puzzle infatti, si è imposto come attività mentale da prima di Sansone, e nel suo senso più ampio, esso comprende tutti i rami del mistero e delle storie poliziesche, in quanto enigmi. Viene citato il Century Dictionary, che definisce il puzzle come : “un indovinello, un giocattolo o un congegno progettato per provare la propria ingegnosità”.

1.3. The Passion for Solving Mystery (Carlotta)

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Il mistero quindi, secondo The Technique of Mistery, è stato progettato per provare l’ingegnosità del lettore, che al pari di un atleta che si compiace del suo tono muscolare, si crogiola nella sua abilità mentale. Citando Lowell, secondo Carolyn Wells, la facoltà di analisi e una feconda immaginazione sono due qualità presenti nell’amante della narrativa del mistero.

The literature of mystery

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Introduzione (Isabella)

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Per l’autrice, i lettori che apprezzano la mystery fiction sono incompresi dagli altri letterati perchè ritenuti persone con cattivo gusto e dall’intelletto inferiore. In realtà, il gusto per il mistero non è universale e ciò che rende proficuo questo tipo di storie sono i puzzle e la loro risoluzione.

2.1. The Rightful Place of the Mystery Story in Fiction (Benedetta)

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Carolyn Wells citando il dott. Harry Thurston Peck, sostiene che le detective stories(?) fossero considerate dai letterati altezzosi, volgari nel loro utilizzo del crimine e povere di contenuto, ma una detective story ben scritta è degna della stessa ammirazione delle storie di altro genere.

Il vero interesse per queste storie è dal punto di vista intellettuale. Ovviamente si fa riferimento a quelle abilmente pianificate, che si costruiscono e lavorano su un complicato problema.

È importante però conferire il legittimo posto alle Mystery Story(?) nella fiction; non si trova né sotto né sopra, ma affianco agli altri generi letterari. Riportando le parole di una lettera personalmente ricevuta da Arlo Bates l’autrice continua dicendo che escludere la narrazione poliziesca, diminuirebbe di gran lunga il bagaglio letterario del mondo. Riprendendo Mr. Matthews invece, non nega che le detective stories manchino di alcun sentimento profondo, emozione calorosa o grande comprensione del desiderio umano. Alcuni infatti le respingono, ma queste storie principalmente gratificano la gratificazione che si prova nel risolvere gli enigmi, attività che porta grande piacere soprattutto ai giovani lettori. Le storie possono quindi essere accessibili letterariamente a tutti(?), ma non per forza povere. Ecco perché come le altre, meritano un trattamento uguale nella gerarchia letteraria; Wells conclude citando Julian Hawthorne: “È arte. Non spirituale, non trascendentale, ma solida arte, che può essere toccata e di cui si può fare esperienza. Non è solo una struttura ingegnosa, ma un bellissimo pezzo di arredamento”

2.2. The Mystery Story Considered as Art (Sara)

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Per Wells le “detective story” sono innanzitutto un’opera d’arte ed assomigliano alle sfere d’avorio di origine cinese. All’accusa di essere ingegnose ma meccaniche ribatte che l’essere “meccaniche” è una loro caratteristica e come tale si dovrebbe apprezzare perché anche i sonetti, i rondò e le sestine hanno uno schema fisso di rime ma non per questo vengono disprezzati. Apporta alcuni esempi di altri manufatti, come i mosaici fiorentini, i leoni araldici di fronte alla New York Public Library e i ricami orientali i quali vengono considerati arte anche se possiedono le caratteristiche delle “detective story”. La Wells si serve della citazione di Lowell “il genio trova espressione nello stabilire una perfetta e mutua comprensione tra il lavoratore ed il suo materiale” per aggiungere che l'ingegnosità e la meccanicità in queste storie sono adattate in modo da stabilire proprio tale comprensione.

2.3. The Claims of Antagonist and Protagonist (Isabella)

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La tradizione letteraria porta i lettori a pensare che le detective story sono giochi per ragazzi, portandoli a negare il piacere che provano nella lettura di questi racconti e a fingere interesse per cose di poco conto per loro.

L’autrice riporta alcuni esempi di persone di personaggi noti che hanno manifestato apprezzamento nei confronti delle storie del mistero, come ad esempio il 28° presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson, lo studioso shekespearinano William J. Rolfe, il diplomatico inglese Sir. Andrew Cohen e lo scrittore Henry James.

L’autrice ritiene che una mentalità analitica ricava un intenso godimento dalla risoluzione di enigmi o misteri e che la curiosità suscitata dalle storie del mistero non è una mera curiosità oziosa ma un interesse intellettuale.