Utente:Histriones/Sandbox
Google= Marrocco di Charleroi = Marchesi - Conti - Visconti - Cav. Ereditari - Nobili
Arma: Inquartato: Nel 1° d’azzurro al castello tritorruto d’argento
aperto del campo e saracinescato del secondo; nel 2° di rosso al
leone d’oro; nel 3° di rosso a tre gigli (1,2) d’oro; nel 4° d’azzurro
alla spada d’argento guarnita d’oro, posta in palo.
Motto: Dieu Et Mon Droit
Le origini del nome Marrocco hanno inizio in Italia in una località
posta tra le province di Venezia e Treviso, dove “Marocco” o
“Morocco” è la definizione della zona in cui il Terraglio attraversa
il fiume Dese, il quale funge da confine tra le due province
suddette. In epoca romana Marrocco rappresentò il limite
meridionale della centuriazione Altinate, oltre il quale si estendeva
una fascia di boschi. L’antica organizzazione agraria è ancora
evidente nella regolare disposizione di strade, campi e fossati. In
data imprecisata vi fu eretto un fortilizio, dove ora sorge villa
Carboni Chiara, indicato Castelcigoto. L’origine del castello
sembra molto antica, presumibilmente romana visto che si trovava
Marrocco di Charleroi
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al limite della centuriazione e all’incrocio dalle due strade ritenute
rispettivamente un cardo e un decumano. Tuttavia il nome
suggerirebbe un legame con gli ostrogoti, a cui forse passò dopo
la caduta dell’impero romano d’occidente. Castelcigoto ebbe
un’importanza considerevole in epoca medievale, come
testimoniano i numerosi riferimenti scritti. Ma già dal quattrocento,
reso inutile dalla stabilità politica seguita alla conquista della
Serenissima, sarebbe stato abbandonato e sostituito da una
costruzione colonica. Il toponimo si estese però all’area circostante:
nel 1315 è menzionata una “regula” con questo nome ed è riportato
nelle mappe sino al 1781; <strada comuna di Castel Cigotto> era
denominata ancora nel alla metà del Seicento la via di congiunzione
di tre arterie principali del luogo. A parte il castello, si può supporre
che durante tutto l’alto medioevo anche l’area di Marocco fosse
decaduta ed abbandonata come testimonia l’atto di fondazione
del Monastero di Mogliano (<locus nominatur Moliane, (…) et
erat vestitas solitudinis et silvosum locum, ubi erat nulla habitatio
hominum>). Dopo l’anno Mille si assistette ad una notevole
ripresa, a cui si legò lo sviluppo dei traffici sul Terraglio,
l’importante arteria che tutt’oggi collega Mestre e Treviso. A
Marocco sorse una locanda per il cambio dei cavalli, mentre un
poco più a sud, fu fondato il monastero di San Zulian del Bosco,
citato già in una bolla papale del 1184. Ma il passaggio della
strada e la presenza del Castelcigoto portò anche ad un’ incessante
serie di eventi bellici; nel 1192 passano per marocco le truppe
padovane alla volta di Mogliano, dove incendiano l’Abbazia; nel
1234 sempre i padovani attaccano il Castello; l’anno successivo è
la volta di Ezzelino II da Romano, fratello e nemico del precedente,
alla lega in lotta contro il “Tiranno”. Nel xiv secolo è al centro
delle mire espansionistiche di Cangrande della Scala che,
nell’intendo di conquistare Treviso e Mestre, passa più volte per
Marocco. Solo nel 1338 la Serenissima conquista il territorio
ponendo fine a questo bellicoso periodo. Dal punto di vista
amministrativo, Marrocco era allora possedimento del comune di
Treviso. La zona era compresa entro l’arcipretato di Mestre,
essendo parte della Pieve di Carpenedo. Era inoltre organizzata in
due regulae: Castelcigoto (poi San Zulian) ad ovest del terraglio e
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San Nicolò ad est. Oltre il Dese, territorio della Pieve di Mogliano,
esisteva il comune di Moggian Marocco. Sotto la Repubblica il
sistema fu pressoché mantenuto, anche se i tre comuni posti sotto
la nuova podesteria di Mestre furono identificati col toponimo
Marocco. Solo dopo la guerra della Lega di Cambrai, tuttavia si
raggiunge un momento di stabilità, E’ questo il momento in cui i
Veneziani, con l’indebolimento dei commerci via mare seguiti
alla scoperta dell’America e all’affermarsi dell’Impero Ottomano,
volgono i propri interessi alla terraferma costruendo le prime
ville. Sorgendo sul Terraglio e a breve distanza dalla Laguna,
Marocco è una delle prime località ad essere investita da questo
fenomeno. Numerosi saranno i nobili che inizieranno a costruire
le loro residenze nell’entroterra lagunare, molti saranno anche
quelli che non trovando più redditizia la permanenza nei luoghi di
origine la indirizzeranno verso nuove realtà dove maggiore sarà
la probabilità di incrementare le loro fortune. Ed è proprio da
questo territorio che la casata Marrocco ha tratto il proprio
soprannome, tramutato dai discendenti, come è avvenuto sovente
per altri nuclei familiari nel corso dei secoli, in cognome. Dai
Marrocco o Morrocco di Venezia, in seguito stabilitosi a Padova,
discese Alboino, Console a Rialto nel 424, come si evince dalle
documentazioni venete. Verso il Mille abitavano a Negroponte;
poco dopo un Domenico fu Episcopo di Venezia; e Giovanni,
investito del grado di Patriarca di Grado nel 1121, lasciò fama di
uomo virtuoso nelle pubbliche memorie. A Murano, quello che
viene indicato come il Barone Stefano Marrocco, nell’ottobre
1143, regalò alla chiesa di San Salvatore, edificata dal suo bisavolo
Domenico, le rendite di alcuni possedimenti. Nelle memorie della
famiglia è da ricordare il Cavaliere Luigi Morrocco, Capitano di
armata, che riportò una vittoria dei veneziani contro i triestini nel
1280; e Simone, come definito nei manoscritti degli annali
Veneziani “uomo di chiarissimo sapere”, parroco di San Trovaso,
di San Barnaba, di San Pantaleone e infine Vescovo di Castello,
dove morì nel 1293 circa. Compresi tra il patriziato nel 1297, i
membri della famiglia si distinsero per le loro virtù patriottiche
durante la famosa sollevazione di Bajamonte Tiepolo. La
Repubblica ricompensò le benemerenze preclari di alcuni membri
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della famiglia, nominando Procuratori di Venezia il Barone
Jacopo (1407) ed Antonio (1448), mentre Stefano Marrocco darà
seguito ad un altro ramo della famiglia nel Bayonne in Francia.
Ed altri ancora occuparono le migliori cariche di governo veneto.
Durante la guerra de’ Turchi contro i Veneziani, il 12 maggio
1462, salì al trono dogale Cristoforo. Egli era amico ed estimatore
di San Bernardino da Siena. In suo onore eresse nella chiesa di
San Giobbe a Venezia, una magnifica cappella, considerata una
delle più ragguardevoli creazioni delle sculture dell’epoca. Nel
mezzo del Presbitero riposa, fin dal novembre 1471, il Doge
appena citato, egli lasciò tutte le sue facoltà al monastero di San
Giobbe, già da lui in precedenza edificato. Tra i membri della
famiglia spicca il valoroso generale Giovanni Marrocco spedito
nel 1509 ala difesa della riviera della Puglia; e che dopo una serie
di vicende , morì Provveditore a Candia nel 1539, mentre cercava
di sedare una rivolta insorta tra i soldati e i gli abitanti del luogo.
Contribuirono alla costruzione della chiesa di Santa Maria della
Misericordia a Venezia, la cui facciata fu eretta per ordine di
Gasparo, insigne filosofo defunto nel 1671. I Marrocco erano
anche padroni dell’ospitale annesso alla chiesa e perciò ne avevano
il giuspatronato a Travaso e a San Faustino. Le origini dei
Marrocco in seguito di Charleroi, si intrecceranno con un’altra
illustre nobile famiglia Veneziana, i Lusignan di Poitou , quando
intorno al 1775 Sophie de Couhè di Lusignan sposerà Italo
Marrocco di Charnoy discendente del capostipite Steven di
Marrac ( detto il veneziano) di Aquitania . I Lusignano sono una
famiglia di origini francesi (Lusignan), che ebbe il suo capostipite
in Ugo I conte di Forez. L’importanza della casata iniziò quando,
al principio del IX secolo, il conte Ugo II fece costruire nel Poitou
il castello di lusignano. Il ramo principale dei Lusignano, iniziato
con Ugo II e terminato con Ugo XIII, ebbe sempre nella contea
del Poitou, e nel centro avito, il suo centro principale. Nel corso
dei secoli, grazie ad aspre lotte con i vicini, ma soprattutto per
mezzo di matrimoni, i loro domini si ampliarono, accorpando la
vicina regione dell’Angoumois. L’annesione delle nuove terre
spinse i Lusignano a sostenere un lungo confronto con la corona
di Francia. Avvenuta in seguito la riconciliazione, Ugo XI seguì il
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Re Luigi XI nella sua spedizione d’oltremare, nella quale morì
nel 1249, Ma ormai il ramo principale dei Lusignano si avvia
all’estinzione i successori ebbero ristretta discendenza. Ugo XIII
, marito di Beatrice di Borgogna, morì senza eredi, nel 1302 ; così
pure suo fratello Guido nel 1307. Una volta estinto questo ramo
principale, i beni ereditati passarono sotto la corona di Francia.
Dai rami cadetti si erano nel frattempo originate altre dinastie
ormai staccate ed autonome dai possedimenti originari. Tra questi
rami, quello più importante perché assurto a dignità reale è il ramo
dei Lusignan d’oltremare, gli altri, tra cui i rami illegittimi, si
stabilirono a Ravenna, Modena e Venezia. La dinastia d’oltremare
ebbe inizio con i due figli di Ugo VIII il Bruno, Amalrico e Guido
che, lasciato il natio Poitou partirono per l’oriente come tanti altri
rampolli della migliore nobiltà europea, che vedevano nelle
Crociate anche un mezzo per far valere il proprio valore e
ambizione. Guido era nato in un anno compreso tra il 1150 e 1155.
Nel 1180 si unì in matrimonio con Sibilla D’Angiò. Morì nel
1194, alla corona di Cipro gli successe suo fratello Amalrico nato
intorno al 1145, figlio cadetto di Ugo VIII il quale si può definire
il vero fondatore della dinastia francese sull’isola. Almarico era
rimasto vedovo Eschiva di Gibelletto, da cui aveva avuto tre figli:
Guido, Giovanni e Ugo; nel 1197 sposò Isabella regina di
Gerusalemme da cui ebbe altri figli: Amalrico, Sibilla e Melisenda.
Morì nel 1205 per avvelenamento gli successe uno dei figli di
primo letto Ugo I . Egli regnò dal 1205 al 1218, gli successe il
figlio Enrico I . A Enrico I gli successe Ugo II dal 1253 al 1267. Il
regno poi passo a Ugo III che restò sul trono 1267 al 1284. Poi fu
la volta di Enrico II, re dal 1285 al 1324 a cui successe Ugo IV
che regno da 1324 al 1359. Venne la volta di Pietro I alla cui
morte successe Pietro II , GiacomoI zio di Pietro I si avvicendò al
nipote. Nel 1393 alla morte di Leone VI d’Armenia (appartenente
ad un altro ramo cadetto dei Lusignano), PietroII secondo assunse
anche il titolo di Re D’Armenia. Gli succedette Giano I dal 1398
al 1432 . Con Giovanni II che regnò dal 1432 al 1458 la dinastia
si avviava all’agonia, infatti egli morendo lasciava una figlia
Carlotta già sposa di Giovanni duca di Coimbra e un figlio allora
definito bastardo figlio di secondo letto nato dall’unione con
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Marietta di Patrasso, Giacomo. Tra i due la convivenza risultò
difficile, ma alla fine Giacomo ebbe la meglio. Riconosciuto re si
sposò con Caterina Cornaro patrizia e nobile veneziana, il figlio
avuto da lei Giacomo III sopravvisse al padre morto nel 1473,
solo di pochi mesi infatti mori nel 1474. Così si estingueva il
ramo cadetto dei Lusignano. Sopravvisse invece la linea collaterale
dei figli di Carlotta. Caterina Cornaro fu richiamata a Venezia e
costretta ad abdicare a favore della Repubblica. A seguito del suo
rifiuto, fu minacciata che in caso di disobbedienza sarebbe stata
spogliata di tutti i privilegi e trattata come ribelle. Il 26 luglio
1489, fu sottoscritto l’atto ufficiale dell’abdicazione di Caterina
in favore della repubblica di San Marco. Il 18 marzo, vestita di
nero, la regina lasciò per sempre l’isola. Venezia accolse la sua
“figlia” in maniera trionfale, dopo la consegna formale della
corona alla Serenissima, fu nominata Signora di Asolo,
conservando tuttavia negli atti ufficiali il titolo ed il rango di
regina. Sul territorio di Asolo, Caterina aveva gli stessi poteri del
Doge con poche limitazioni. Nel 1493 tra le altre cose perorò la
causa di tale Marium Eugene Losignan ricco cavaliere, il quale
sponsorizzava la costruzione di navi sull’isola lagunare
Costanziaca, tramutando la gogna in esilio a vita sull’isola di
Pelagosa da lei fattagli assegnare dal Doge come sede permanente
per evitare un ipotetico ritorno nella località di appartenenza. Si
presuppone sia stato Mery Eugene di Lusignan della linea
illegittima di Cipro, deceduto a Venezia il 1523. La discendenza
dei Couhè di Lusignan a cui si fa riferimento è qui sinteticamente
riportata: Mery Eugene de Couhè di Lusignan, che sposerà nel
1465 Antoinette d’Aloigny da cui; (Seigneur de la Roche - Agait,
de Chatillon et de Ribieres) Francois Steven de Couhè di Lusignan,
che sposerà nel 1503 Francoise Renee de Betz da cui; (Seigneur
de la Roche – Agait (Chevalier) Joachim de Couhè di Lusignan,
che sposerà nel 1550 Antoinette de la Bussiere da cui; (Seigneur
de Roche des Arnois et de la Roche – Agait) Joachim de Couhè di
Lusignan, che sposerà nel 1578 Catherine le Vailland da cui;
(Seigneur del Ecuries) Charles de Couhè du Lusignan, che sposerà
nel 1623Francaise Giffard da cui; (Seigneur de la Giraudiere)
Pierre de Couhè di Lusignan, che sposerà nel (1662) Marie di
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Vauzelles da cui; (Seigneur de Touvent) Honerè de Couhè di
Lusignan, che sposerà (?) Catherine Francoise Portale da cui;
(Seigneur de Touvent) Renè Honorè de Couhè di Lusignan, che
sposerà nel 1746 Marie Anne le Picard da cui; (Seigneur de
Touvent) Sophie de Couhè di Lusignan,. Per quando concerne il
ramo dei Marrocco di Charleroi; si stabiliranno dapprima nel
Centro Italia, le presenze di illustri personaggi verranno rilevate
in una documentazione Benedettina nel 1354 nel Castellonese a
Gaeta, altri ; se non lo stesso ramo, risiederanno nel Bayonne già
da 1489, (da come risulta da alcuni documenti conservati negli
archivi locali della omonima cittadina) , nel castello Marracque,
dove il barone Steven de Marrac ne è a pieno titolo il possessore
fino al 1677, quando la famiglia si trasferirà in Belgio e lo venderà
ai fratelli Soraindo. Nel 1601 Blaise Marrac si trasferirà a Charnoy
in Belgio, ( il soprannome Marrac sarà contraddistinto dal
toponimo Charnoy), fino al 1666, qui assisterà all’occupazione
del villaggio da parte degli spagnoli di Carlo II di Spagna, il quale
vi farà costruire una fortezza che fu chiamata Charles Roy in suo
onore. ( da qui il nome della cittadina Charleroi ). Ma l’occupazione
fu di breve durata, già l’anno seguente Charleroy fu occupata dai
francesi i quali iniziarono un’efficace opera di abbellimento.
Luigi XIV accordò numerosi privilegi e titoli agli abitanti della
città nell’ottica di aumentarne il prestigio ed incrementarne lo
sviluppo. A Blaise già barone di Marrac fu conferito il titolo di
visconte di Charnoy, ma tale privilegio fu di breve durata, infatti
il re di Francia in seguito alla Pace di Nimega nel 1678 riconsegnerà
di nuovo Charleroi agli spagnoli. I Marrac di Charnoy li ritroviamo
nello stesso periodo nella regione Saonet Loire in Borgogna fino
alla fine del 1700 inizi 1800. Il ramo genealogico a cui si fa
riferimento è di seguito così sintetizzato: Blaise Marrac di Charnoy
(1607) sposerà (1636) Catherine de Borse (1615) da cui: Phlibert
Marrac di Charnoy (1637/1707) sposerà Magdeleine de Nodot
(1665/ 1721), da cui: Claude Marrac di Charnoy ( 1658/1738)
sposerà Jacqueline di Bourgoin, da cui: Claudine Marrac di
Charnoy (1690/1691), Charles Marrac di Charnoy (1692/1693),
Charles Marrac di Charnoy (1692 e 1721) sposerà Claudine
D’Agron, Reine Marrac di Charnoy (1697/1773) sposerà (1717)
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Benigne de Villot (1693/ 1756), Claude Marrac di Charnoy (1761)
sposerà Francoise Ducrot (1761), +Jean Marrac di Charloy
sposerà (1691) Claudine de Duverne, +Catherine Marrac di
Charnoy (1664/1727), +Josef A. Marrac di Charnoy (1689/1763).
sposerà Marie Claire du Plaissè da cui: Germain Georges Marrac
di Charnoy (1708) Antonie Marracc di Charnoy (1709), Germain
Georges Marracc di Charnoy sposerà (1729) ‘???du Foix da cui:
Jacques Marracc di Charnoy (1730) sposerà Jeanne Chasline da
cui: Joseph Marrac di Charnoy (1732) ? Grach di Napoli Germano
Marrocco (1737 1761) sposerà Victorine de Galland (1736 1761)
da cui: Italo Marrocco (1757 ) ( 1765), sposerà Sophie Couhè de
Lusignan Giuseppe Manfredi Marrocco (1778/1851) (1813)
sposerà Elena Ianville Manfredi Marrocco è stato un militare
italiano, fu tra i difensori della Repubblica partenopea del 1799
figlio di Italo Marrocco sposato con Sophie di Lusignano. Entrato
nell’esercito in giovane età quale allievo del Collegio Militare, vi
conseguì il grado di Alfiere del Reggimento di Borgogna in
fanteria. Nominato Ufficiale nel 1796, nel 1799 accorse a Napoli
a difesa della repubblica partenopea. Subendo la sconfitta contro
le truppe borboniche del cardinal Ruffo, venne catturato ed esiliato
in Francia dove entrò nell’esercito di Napoleone distinguendosi
in molte battaglie, sia al servizio di Giuseppe Napoleone re di
Napoli, che di Gioacchino Murat. Del periodo sotto Napoleone si
ricorda in particolare l’episodio del 5 dicembre 1813, quando la
cavalleria napoletana ( detta i “Diavoli Bianchi” dallo stesso
Bonaparte) scortò Napoleone da Ochmiana (AsmJany) a Vilno.
Vestiti dall’uniforme da parata, senza mantelli nel gelo russo, i
cavalleggeri napoletani si impegnarono in furiosi combattimenti
contro i cosacchi, giungendo a destinazione in soli trenta giorni su
trecento partiti. Lo stesso Comandante Marrocco riportò il
congelamento degli arti insieme ad altri illustri colonnelli italiani.
Dopo la fine del periodo napoleonico Manfredi Marrocco prese
parte alla rivoluzione napoletana del 1820 dove venne ferito ed in
seguito si ritirò a vita privata. Il 1818 segnerà comunque una data
importante per Manfredi; si unirà in matrimonio con Elena Ianville
appartenente ad una nobile famiglia ascritta al Seggio di Porto del
patriziato napoletano, ma darà inizio alla residenza stabile per i
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Marrocco di Charnoy sul suolo Italiano come già nell’ultimo
periodo di vita lo era stato per il padre Italo. Dall’unione con
Elena nasceranno tre figli Caterina Vittoria, Elvira Sofia, e Italo
Germano Marrocco. Avremo quindi nell’ultimo ramo della
discendenza: Manfredi Marrocco (1778-1851) ,sposerà nel 1818
Elena Ianville (1830) da cui: Caterina Vittoria Marrocco, (1819-
1819), Elvira Sofia Marrocco, (1822-1853), suora di clausura
convento Benedettino Italo Germano Marrocco (1825 – 1894),
sposerà N? Torrisi di Atina da cui: Gaetano Marrocco (1848 ),
sposerà N? Dell’Aquila da cui: Angelo Marrocco (1866), sposerà
Maria Antonietta di Pagliara discendente dai conti di Castellone e
di Pagliara da cui: Gaetano Marrocco (1900) , sposerà Maria
Antonietta Arcaro da cui: Elvira Marrocco (1923), sposerà
Giuseppe Di Zazzo di Colle di Rocca , Giuseppina Marrocco (
1926), sposerà Romualdo Treta di Collemartone, Angelo Germano
Ferdinando Marrocco (1928), sposerà Enrichetta Crolla dei
baroni Crolla di Milano ( originati da Giovanni – Alboino II°
Crociata), Flora Marrocco (1930) sposerà Italo Maccarone di
Galluccio. Antonio Marrocco, (1933) sposerà Teresa Rotondo di
Collecedro. Margherita Marrocco (1935) sposerà Roberto Illiot
(Armatore Inglese). Luigi Marrocco (1940) sposerà in seconde
nozze Carmelina Pianesi di Vallecupa. Angelo Germano
Ferdinando Marrocco ed Enrichetta Crolla sposati il 4 Giugno
1959 avranno: Mario Marrocco (1960) sposato in prime nozze,
con Giovanna Maccarone di Galluccio da cui: Angelo Marrocco
(1984), Italo Maximiliano Marrocco (1987) Flora Patrizia
Marrocco (1990). In seconde nozze il 23 dicembre 2007, con la
Contessa Dott.ssa Angioletta Gaglione di Ripa Candida ,(1969)
da cui: Flippo Francesco Maria Marrocco di Charleroi (2009)
Patrizia Marrocco (1969) sposata il 30 settembre 1990 con Fionda
Antonio da cui: Mario Fionda (1992) Gianmarco Fionda (1997).
Il 28 maggio 1946 , Veduto l’articolo 79 dello Statuto fondamentale
del Regno il RE’ D’ITALIA UMBERTO II, riconosce a Gaetano
Marrocco quale discendente della Nobile Stirpe dei Marracc di
Aquitania , il titolo di Visconte. Nell’anno 2000 viene riconfermato
al Comm. Dott. Mario, figlio di Angelo Germano Ferdinando
Marrocco, il titolo di Visconte di Charleroi in virtù delle
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ascendenze appartenute alla sua famiglia. Nell’anno 2002 sua
S.A.R. il Principe Cesare D’Altavilla (d’Hauteville) Sicilia-
Napoli quale Capo di Nome e d’Arme del Casato Sovrano
d’Altavilla ,concede al Visconte Mario Marrocco di Charleroi ,
con Lettere Patenti, in virtù delle comprovate ascendenze Nobiliari
risalenti antecedentemente al 1400, il titolo di Conte di
Castellonese (decreto C/25 T.N. 44° Volume del 29.10.2002) e
successivamente il titolo di Marchese di Pelagosa (decreto C/30
T.N. 44° Volume del 30/12/2002) il Dott Mario, Marchese di
Pelagosa, Conte di Castellonese, Visconte di Charleroi,
rappresentante quindi di tale illustre casata è insignito delle
sottonotate onorificenze:- Commendatore dell’ordine Equestre di
San Gregorio Magno; Cav di Gran Croce di Giustizia Del
Serenissimo Ordine Equestre Militare e Nobiliare della Santissima
Trinità; Cavaliere Ereditario dell’Ordine Nobiliare Normanno del
Cingolo Militare nella categoria di Giustizia ; Cavaliere Ereditario
della Corona di Ferro; Comm. Dell’Ordine di S. Stanislao;
Comm. Del Sovrano Militare Ordine del Tempio di Gerusalemme;
Comm. Supremus Ordo Militaris Equitum Teutonicorum; Cav di
Deindi Agbor; Comm. Deutscher Ritterorden St.Gheorg; Cav
Gran Croce di Giustizia dell’Ordine di San Giorgio di Antiochia;
Cav. Gran Croce e Giustizia dell’Ordine della Corona Normanna;
Cav.di Gran Croce di Giustizia del Sovrano Militare Ordine di
San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta; Medaglia di
Bronzo dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio; Croce al Merito
di Clermont; Accademico d’Onore del Fiorino ; Colonel of
Kentucky, Admiral of the Great Navy of the State of Nebraska;
Palme d’Argent de l’Encoranragement Public.